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Il pavimento pelvico e le disfunzioni sessuali femminili

A cura della Dr.ssa Cimarelli Angela

Il pavimento pelvico è una zona tanto importante, quanto delicata: può garantirci una vita sessuale più che soddisfacente, come darci del filo da torcere se qualcosa non va.
Il dolore alla penetrazione o durante il rapporto sessuale, il dolore successivo al rapporto, o ancora, avere difficoltà a raggiungere l’orgasmo, sono dei segnali che dovrebbero farci accendere delle lampadine e farci chiedere: "Cosa non va?".
Tutti questi sintomi entrano all’interno di quelle che vengono chiamate disfunzioni sessuali, e in questo articolo ci occuperemo delle disfunzioni sessuali correlate con la salute del pavimento pelvico.

 

I disturbi sessuali e l'incidenza

L’incidenza delle disfunzioni sessuali femminili aumenta con l’età della paziente e si stima essere tra il 20% e il 43% in età fertile, e il 48% nel periodo post menopausale.

I disordini del pavimento pelvico sono fra i più importanti co-fattori delle disfunzioni sessuali femminili e si dividono in:

  1. disturbi del desiderio
  2. disturbi dell’eccitazione
  3. disturbi dell’ orgasmo
  4. disturbi caratterizzati da dolore.

 

Il ruolo del pavimento pelvico

Il ruolo del pavimento pelvico femminile è fondamentale nella sessualità della donna: l’elevatore dell’ano modula la recettività e la responsività della vagina, e la competenza coitale; contribuisce al piacere fisico e alla risposta muscolare orgasmica.

I disordini del pavimento pelvico possono indirettamente causare alterazioni dell’eccitazione e, tramite un feedback negativo, influire sulla soddisfazione fisica ed emotiva e sul desiderio sessuale, turbando l’intera risposta sessuale femminile, specialmente quando compare il dolore coitale come fattore disturbante.

 

Ipertono ed ipotono del pavimento pelvico

L’iperattività del pavimento pelvico è associata a disturbi sessuali caratterizzati da dolore:
definiti come dispareunia (dolore genitale durante la penetrazione vaginale nel rapporto sessuale) e vaginismo (contrazione anticipatoria dei muscoli pelvici al solo tentativo della penetrazione del pene, di un dito o di un oggetto, nonostante il desiderio della donna di farlo).
L’ipertono stesso dei muscoli del pavimento pelvico può portare a mialgia (dolore muscolare).

Anche l’ipoattività del pavimento pelvico può provocare disturbi sessuali, in quanto diminuisce la sensibilità e il piacere della donna (e del partner) durante il rapporto sessuale.

 

I trattamenti

Il fisioterapista può diagnosticare e trattare:

  • L’iperattività / l’ipertono del pavimento pelvico;
  • I punti dolorosi a livello muscolare (i cosiddetti trigger point);
  • I problemi posturali associati a dolore pelvico cronico, dispareunia, vaginismo;
  • L’ipoattività / l’ipotono del pavimento pelvico.

Una buona valutazione del pavimento pelvico è fondamentale per cogliere tutti questi aspetti, e impostare un piano di trattamento mirato.
Strumenti del fisioterapista sono le tecniche manuali e di stretching dei muscoli del pavimento pelvico, gli esercizi di rilassamento e di presa di coscienza, gli esercizi a domicilio.
E ancora, l’utilizzo di ausili quali toys o dilatatori, l’insegnamento di strategie comportamentali e di igiene intima e il coinvolgimento del partner nel percorso riabilitativo diventano fattori importanti per garantirne la riuscita.

La sessualità femminile è multifattoriale e composta da fattori biologici, psicosessuali e legati al contesto sociale e di coppia della donna: per questo si sottolinea l’importanza del lavoro in Equipe dove il medico di base e/o il medico specialista, il fisioterapist* espert* in riabilitazione del pavimento pelvico, lo psicolog* e/o lo psicosessuolog* sono figure importanti da coinvolgere.

contrattura pelvica in viaggio

A cura della Dr.ssa Chiara Fabbri

In presenza di disfunzioni dolorose del pavimento pelvico fare viaggi, che siano di piacere o di lavoro, spesso spaventa per la possibilità di aggravamento dei sintomi o per la difficoltà di gestire i sintomi lontani da casa. Spero che questa guida, creata sulla base delle evidenze scientifiche presenti e sulla decennale esperienza del mio lavoro in questo campo, possa aiutarti ad affrontare i viaggi con maggior serenità, nella sicurezza di poter gestire i sintomi anche in viaggio.

Individuo di seguito le difficoltà che potresti incontrare ed i suggerimenti in una guida schematica.

 

 

Puoi guardare anche questo video della diretta SOS-LIVE effettuata sui canali di cistite.info per saperne di più.

 

Lunghi viaggi in macchina/treno/aereo

Ti consiglio di utilizzare cuscini pelvici specifici, fondamentali per garantire un appoggio corretto e non doloroso dell’area perineale. Ne esistono di diversi tipi:

  • con buco predisposto in area coccigea/ischiatica per evitare la pressione troppo dura di queste aree in cui può esserci dolore
  • in gel e/o memory foam per permettere un appoggio più morbido e garantire zone di appoggio migliori
  • gonfiabili ad aria, per tempistiche minori o per appoggiare la colonna su superfici dure.

Alcuni consigli per l’acquisto e l’utilizzo di questi dispositivi sono:

  • provarli e valutare il comfort dell’appoggio
  • evitare di usarli subito per lunghi periodi ma utilizzarli gradualmente a casa prima della partenza
  • non utilizzare ciambelle dure con buco
  • cambiare comunque spesso la posizione della seduta
  • valutare la grandezza del cuscino per la seduta che avete a disposizione.

Ti consiglio di spezzare il viaggio e, se possibile,  di modificare la posizione a sedere e cercare di fare stretching/allungamento secondo le possibilità.

 

Utilizzo di wc pubblici

Attenzione!! Effettuare i propri bisogni senza appoggiarsi sulla tazza può favorire un incompleto svuotamento.
Ecco alcuni consigli:

  • utilizzare copri wc per potersi sedere agevolmente
  • portare con se fazzoletti o altro di simile per asciugarsi
  • favorire igiene anale con salviette intime per evitare contaminazioni.

 

Defecazione e minzione in viaggio

Durante i viaggi di lavoro o di piacere possono modificarsi ritmi e regolarità intestinali; è importante invece cercare di mantenere la regolarità intestinale per evitare spinte eccessive sul perineo ed eccessiva stitichezza. Ecco alcuni consigli utili:

  • utilizza un panchetto per favorire la corretta defecazione, ne esistono di portatili da tenere anche in borsa
  • utilizza copri wc per potersi sedere anche in wc pubblici
  • mantieni ritmi simili a quelli delle giornate a casa, questo favorirà il mantenimento della regolarità intestinale
  • mantieni tipo e orari di alimentazioni simili a quelli di casa, questo favorirà il mantenimento della regolarità intestinale
  • mantieni una corretta idratazione giornaliera
  • cerca di mantenere attività aerobica di basso grado, questo favorirà il mantenimento della regolarità intestinale
  • Utilizza eventualmente prodotti di aiuto della motilità intestinale e/o di svuotamento dell’ultimo tratto intestinale per evitare di creare spinte dannose per il perineo e/o stipsi con feci dure.

Anche per la minzione è fondamentale cercare di mantenere una regolarità, evita di rimanere troppo tempo senza svuotare la vescica e siediti correttamente per fare pipì. Se non è possibile, utilizzaun cono (per esempio pi-kono) per fare pipi in piedi. Attenzione però! Urinare in posizione eretta per la donna non è fisiologico e può risultare difficile iniziare la minzione; ti consiglio quindi di piegare leggermente le gambe per favorire la fuoriuscita dell'urina.

 

Attività al mare e in montagna

Fondamentale nei viaggi, che siano di lavoro o di piacere, controllare l’attività fisica che si fa, in presenza soprattutto di contrattura del pavimento pelvico.

Ecco di seguito alcuni consigli da utilizzare in montagna.

  • Evita di portare pesi eccessivi per lungo tempo, se necessario meglio distribuire il peso in modo antero posteriore invece che mantenerlo solo posteriore
  • Utilizza scarpe adeguate che aiutino a scaricare una parte del peso
  • Mantieni un ritmo costante ed una respirazione diaframmatica
  • Favorisci pause costanti e stretching/allungamento durante le pause
  • Se il clima è molto freddo, vestiti adeguatamente con tessuti caldi a contatto con la pelle ed eventualmente cerotti riscaldanti in area pelvica/addominale.Questo aiuterà ad evitare contratture.

Al mare il rischio da evitare è quello di favorire irritazioni ed infezioni vaginali. Chi soffre di vulvodinia in estate può avere una riacutizzazione della sintomatologia. Per il timore di questi eventi in tante ogni anno evitano di fare il bagno.
Di seguito alcuni consigli per limitare il problema.

  • Fai bagni in mare corti e frequenti piuttosto che lunghe permanenze in acqua fredda e salata. La temperatura fredda dell'acqua è importante incide sulla contrattura pelvica e la salsedine irrita le mucose vulvari.
  • L'acqua della piscina, seppure ha una temperatura in genere meno fredda rispetto al mare, contiene cloro che potrebbe irritare le mucose vulvari
  • Prima di entrare in acqua (sia in mare che in piscina) applica uno strato di crema barriera a base lipidica per proteggere le musoce genitali (es allantoina).
  • Per evitare il contatto con cloro, salsedine ed acqua fredda molte donne hanno scelto di indossare un pantaloncino isolante (tipo muta).
  • Importante sciacquare con acqua corrente i genitali subito  dopo il bagno sia in mare che in piscina
  • Cambiare il costume dopo ogni bagno o lavarlo in acqua potabile, asciugarlo e rimetterlo.
  • Favorire costumi di cotone e/o con buona qualità dei tessuti.
  • In presenza di posizione sdraiata/seduta su sassi e superfici con asperità inserire un cuscino sotto la colonna vertebrale o il perineo.

 

Esercizi quotidiani

Importante ricordarsi anche in vacanza o in viaggio, magari per tempi minori, di mantenere elastici e rilassati i muscoli pelvici.
Consigliato quindi utilizzo di

 

Beauty case per pavimento pelvico

Ti consiglio di preparare un beauty case adatto alla prosecuzione dei corretti comportamenti di prevenzione e utile ad affrontare le problematiche connaturate alle patologie del pavimento pelvico.

Buon viaggio e buone vacanze.

 

Metodo Grinberg e patologie urogenitali

A cura della Dr.ssa Massei Roberta Lucia

 

Il Metodo Grinberg è stato ideato e sviluppato da Avi Grinberg a partire dagli anni ’60-’70 e si propone di aumentare il livello di energia e di attenzione nel corpo per raggiungere qualsiasi obiettivo desideriamo ottenere.
In primis la guarigione da un dolore fisico cronico, che è la base del nostro benessere e della possibilità di avere una vita piena e soddisfacente.

Per chi soffre di patologie così invalidanti, che sembrano non risolversi velocemente neanche con le giuste diagnosi e cura, è difficile da immaginare una tale prospettiva, è comprensibile, ma è innegabile il fatto che il nostro corpo vuole sempre stare bene. Infatti, siamo congegnati per funzionare al meglio e ogni sintomo è sempre un segnale di disagio.
Il dolore è pertanto il modo che il corpo ha per comunicarci che qualcosa non sta funzionando nel modo giusto, ed è solo grazie al sintomo che iniziamo a portare attenzione a un'area che probabilmente prima ignoravamo del tutto, ma che facilmente già soffriva da tempo.
La malattia è una crisi che, se si sa affrontare, apre le porte a un benessere maggiore di quello che pensavamo di avere prima di stare male.

Con il Metodo Grinberg si approccia ogni parte del corpo prendendo in considerazione anche l'aspetto corrispondente nella vita.
Il bacino e il pavimento pelvico, ad esempio, rientrano nella sfera dei bisogni essenziali della vita e sono legati alla forza di sopravvivenza. Quando una persona non ha abbastanza energia in queste aree spesso vuol dire che si trascura o pone poca attenzione alle proprie necessità magari a vantaggio dei figli o dei familiari. Ci si dà poco valore oppure ci si sente poco riconosciuti e si rischia di vivere una vita di doveri invece di riservare spazio anche ai piaceri. Senza quasi accorgersene ci si sente frustrati, impotenti nel desiderio che qualcosa possa cambiare o addirittura rassegnati alla situazione.

 

Scopri tutti i trattamenti per curare la contrattura pelvica

 

Inoltre, sintomi nel bacino e quindi anche i sintomi nell'area dei genitali e negli sfinteri uretrali e anali possono essere influenzati anche da emozioni che non ci permettiamo di provare, che ristagnano e che inconsciamente facciamo un costante sforzo per bloccare laddove hanno origine (basso addome) al fine di evitare che arrivino a bussare prepotentemente alla testa e quindi nei nostri pensieri. Perché in tal caso dovremmo ascoltarle, cambiare qualcosa nel nostro modo di agire, parlare o relazionarci in generale agli altri o in particolare verso chi ci scatena certe emozioni.

La zona pelvica è l'area in cui creiamo la vita e lasciamo andare ciò che non ci serve più (urina e feci). Quando queste due funzionalità non sono riconosciute o vengono bloccate e anche solo limitate, con il tempo è facile che insorgano problematiche di vario tipo.

Un altro tema molto delicato, ma anche più frequente di quanto si possa immaginare, è l'abuso sessuale. Che seppur indagato e analizzato spesso lascia un trauma permanente finché non si permette al corpo di accettarlo completamente, sentirne le emozioni connesse, permetterle e poi imparare che quel trauma ormai è passato.
La reazione patologica a questi traumi è quasi sempre anche fisica, non solo psicologica.

In generale ogni pensiero ed emozione che proviamo ha una corrispondenza nel corpo in termini di atteggiamenti ripetitivi inconsci che, se non vengono osservati e fermati tempestivamente, vanno spesso a creare un sintomo. Quando le cure falliscono o hanno successo in tempi lunghi è proprio perché il nostro atteggiamento ripetitivo inconsapevole mantiene in vita il disagio e di conseguenza il sintomo.

Con il Metodo Grinberg si insegna alle persone a riconoscere il disagio emotivo e/o esistenziale che stanno vivendo (spesso da molto tempo), a vedere la sua manifestazione nel corpo fino ad avere la capacità di fermarlo nella vita ogni qual volta si ripresenta.
Si guidano le persone a essere nuovamente responsabili per il proprio benessere o malessere e a concedersi la possibilità di scegliere, invece di sentirsi vittime di sintomi dei quali pensano di non avere il controllo.

Noi siamo il nostro stesso corpo e più ce ne prendiamo cura, più desideriamo stare bene! La chiave è sentire che cosa ci fa male o come ci facciamo male, porre fine a quel circuito dannoso e poi riscoprire la bellezza e la magia del nostro corpo e della nostra vita!

Osteopatia e salute intima

Scritto dal Dr Virga Baldi Emanuele

 

L’osteopatia è un’arte medica manuale che prevede un approccio olistico di valutazione e di cura del paziente. Il trattamento consiste nell’identificare e risolvere la disfunzione somatica favorendo i meccanismi di autoregolazione e autoguarigione nei vari apparati.
L’osteopatia avendo un approccio salutogenico e non rivolto alla malattia, va a stimolare l’autoguarigione del corpo ed è per questo che è adatta a tutti i tipi di pazienti.

 

 

Gli approcci dell'osteopatia

L'approccio più conosciuto è quello muscolo scheletrico, che favorisce l’equilibrio dell’assetto posturale del corpo ristabilendo una buona funzionalità dell’apparato biomeccanico ed è molto adatto nella contrattura (ipertono) del pavimento pelvico.

Un altro approccio è quello neurologico che andrà a ristabilire la giusta innervazione ai tessuti; questo, insieme ad un approccio circolatorio-respiratorio volto a ripristinare la giusta irrorazione degli organi e il loro metabolismo, sarà più indicato per la maggior parte delle cistiti, come per la maggior parte delle malattie infiammatorie pelviche; questi due approcci miglioreranno il dolore del paziente andando a lavorare sull’innervazione della zona.

Esiste anche un approccio bio-psico-sociale volto alle problematiche di natura psicologica e ai dolori riflessi da stati emotivi.

 

Trattamento osteopatico della cistite

La cistite essendo un’infiammazione della vescica puo’ essere trattata sotto diversi punti di vista.

  1. L’osteopatia può lavorare attraverso manipolazioni viscerali e fasciali provando a cambiare la flora batterica della vescica così da alleviare la problematica.
  2. L’osteopatia può trattare l’innervazione orto e parasimpatica della vescica trattando il nervo pudendo (originario dal tratto S2-S4) e il nervo ipogastrico (originario dal tratto T11-L1).
  3. L’osteopatia attraverso l’approccio bio-psico-sociale prova a mettere in discussione anche tutto l’ambito emotivo della problematica.

Bibliografia

  1. King, H. H. (2013). Manual therapy may benefit women with interstitial cystitis and pelvic floor pain. Journal of Osteopathic Medicine, 113(4), 360-361.
  2. Weiss, J. M. (2001). Pelvic floor myofascial trigger points: manual therapy for interstitial cystitis and the urgency-frequency syndrome. The Journal of urology, 166(6), 2226-2231.
  3. Oyama, I. A., Rejba, A., Lukban, J. C., Fletcher, E., Kellogg-Spadt, S., Holzberg, A. S., & Whitmore, K. E. (2004). Modified Thiele massage as therapeutic intervention for female patients with interstitial cystitis and high-tone pelvic floor dysfunction. Urology, 64(5), 862-865.
  4. Whitmore, K. E. (2002). Complementary and alternative therapies as treatment approaches for interstitial cystitis. Reviews in urology, 4(Suppl 1), S28.
  5. FitzGerald, M. P., Payne, C. K., Lukacz, E. S., Yang, C. C., Peters, K. M., Chai, T. C., ... & Interstitial Cystitis Collaborative Research Network. (2012). Randomized multicenter clinical trial of myofascial physical therapy in women with interstitial cystitis/painful bladder syndrome and pelvic floor tenderness. The Journal of urology, 187(6), 2113-2118. 

Come curare la cistite con metodi naturali

 

Contrattura (ipertono) del pavimento pelvico

Per la contrattura del pavimento pelvico l’osteopatia può intervenire attraverso il rilasciamento dei tender point, il riequilibrio dei muscoli pelvici, ripristinando la giusta mobilità del sacro e del coccige, andando a lavorare l’innervazione dei muscoli pelvici e agire sulle pressioni interne ridando la giusta tensione al pavimento pelvico.

Bibliografia

  1. Sillem, M., Juhasz-Böss, I., Klausmeier, I., Mechsner, S., Siedentopf, F., & Solomayer, E. (2016). Osteopathy for endometriosis and chronic pelvic pain–a pilot study. Geburtshilfe und Frauenheilkunde, 76(9), 960.
  2. Kofler, G. (2003). Osteopathy for back and pelvic pain in pregnancy. Wiener Schule fur Osteopathie, Austria.
  3. Grimaldi, M. (2008). Painful perineum in all its forms. Contribution of manual medicine and osteopathy. Clinical study. Journal de gynecologie, obstetrique et biologie de la reproduction, 37(5), 449-456. 

Altri trattamenti per l'ipertono pelvico

 

Dismenorrea

Per I dolori associati al ciclo mestruale l’osteopatia può essere una buona e più sana alternativa agli antidolorifici.
L’osteopatia eliminando le tensioni tissutali dell’utero e delle ovaie può alleviare i sintomi del ciclo mestruale e regolarizzare il ciclo, spesso irregolare nei casi di dismenorrea.

Bibliografia

  1. Schwerla, F., Wirthwein, P., Rütz, M., & Resch, K. L. (2014). Osteopathic treatment in patients with primary dysmenorrhoea: A randomised controlled trial. International Journal of Osteopathic Medicine, 17(4), 222-231.
  2. Boesler, D., Warner, M., Alpers, A., Finnerty, E. P., & Kilmore, M. A. (1993). Efficacy of high-velocity low-amplitude manipulative technique in subjects with low-back pain during menstrual cramping. Journal of Osteopathic Medicine, 93(2), 203-203.
  3. Barassi, G., Bellomo, R. G., Porreca, A., Di Felice, P. A., Prosperi, L., & Saggini, R. (2018). Somato-visceral effects in the treatment of dysmenorrhea: neuromuscular manual therapy and standard pharmacological treatment. The Journal of Alternative and Complementary Medicine, 24(3), 291-299.

 

Endometriosi

Studi hanno dimostrato che l’OMT (Trattamento Manipolativo Osteopatico) ha diminuito i sintomi dovuti all’endometriosi.
Particolarmente indicate sono state le tecniche di mobilizzazione dell’utero e del colon, il riequilibrio del pavimento pelvico e tecniche indirette sulla lombare alta.

Bibliografia

  1. Daraï, C., Deboute, O., Zacharopoulou, C., Laas, E., Canlorbe, G., Belghiti, J., ... & Daraï, E. (2015). Impact of osteopathic manipulative therapy on quality of life of patients with deep infiltrating endometriosis with colorectal involvement: results of a pilot study. European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology, 188, 70-73.
  2. Sillem, M., Juhasz-Böss, I., Klausmeier, I., Mechsner, S., Siedentopf, F., & Solomayer, E. (2016). Osteopathy for endometriosis and chronic pelvic pain–a pilot study. Geburtshilfe und Frauenheilkunde, 76(9), 960.
  3. Valiani, M., Ghasemi, N., Bahadoran, P., & Heshmat, R. (2010). The effects of massage therapy on dysmenorrhea caused by endometriosis. Iranian journal of nursing and midwifery research, 15(4), 167.

Endometriosi vescicale: il caso di Giulia

Vapori vaginali

Scritto dalla dr.ssa Daniela Santoro
Ostetrica - Locorotondo (BA)

Calore, distensione, rilassamento, contatto con il proprio corpo, dedizione.
Sono questi alcuni degli ingredienti per prendersi cura di un pavimento pelvico che grida aiuto!

 

 

Cosa sono?

E quando la tensione è eccessiva, la sera prima di addormentarsi o prima dell’automassaggio, possono venire in aiuto il bidet, un pentolino fumante e alcune erbe amiche della distensione: pochi ingredienti per una grandiosa terapia!

I vapori vaginali sono una terapia naturale che discende dalle antiche civiltà dei Maya e degli Atzechi, impiegate quindi da millenni per la cura delle affezioni intime delle donne, per rilassare, ossigenare e purificare i tessuti; trovano ancora oggi largo impiego nel trattamento del dolore mestruale e delle affezioni femminili, persino dell’infertilità.

Consistono nell’applicazione di vapore a livello vaginale e pelvico, impiegando un infuso fumante a base di erbe distensive.

 

Effetti benefici

E’ già noto l’effetto benefico del calore nella terapia del dolore pelvico cronico, applicato mediante scaldini, termofori e acqua calda. In cosa differiscono i vapori vaginali? 

Assicurano una elevata temperatura ad effetto distensivo praticamente immediato, grazie alla vasodilatazione e decontrazione muscolare; il calore è veicolato tramite vapore, questo impedisce che ci si scotti sfruttando il massimo potenziale decontratturante; il vapore veicola i principi volatili delle erbe impiegate, potenziando l’effetto distensivo e il rilassamento, anche quello globale! 

Possono predisporre all’automassaggio e all’esercizio distensivo quotidiano, conciliando la respirazione diaframmatica e il release perineale.

In ultimo, ma non meno importante, rappresentano un momento dedicato da ritagliarsi ad hoc, di percezione e ascolto del proprio pavimento pelvico e di apertura verso la guarigione e di profondo contatto con se stesse: ciò che serve per star bene a lungo!

 

Come si effettuano?

Innanzitutto occorre preparare l’infuso di erbe, ad esempio una miscela di camomilla, malva e calendula, che è possibile procurarsi in erboristeria sottoforma di erba essiccata per infusione (qualcuno suggerisce di usare gli olii essenziali ma essendo molto concentrati non vanno bene!); suggerisco di portare a ebollizione 500 ml di acqua e dopo aggiungervi due cucchiai di erbe, lasciandole in infusione per 10 minuti con il coperchio.

Dopodichè occorre trasportare il pentolino con l’infuso nel bidet, togliere il coperchio, sedersi coprendosi con un lungo asciugamano e rilassarsi profondamente!
Sconsiglio di versare l’infuso direttamente nel bidet per evitare che il vapore si dissipi velocemente.

L’applicazione terminerà quando il vapore sarà completamente esaurito. E’ quindi possibile, se lo si desidera, sfruttare l’infuso ormai intiepidito come lavanda esterna vulvare; è anche possibile raccogliere le erbe impiegate in una garza da applicare sui genitali.

 

Controindicazioni

Quando è sconsigliato il vapore vaginale?

In caso di cistite, infezione vaginale o cervicale in atto, mestruazioni o qualunque sanguinamento in atto, sensibilità individuale, importanti emorroidi; in gravidanza e dopo il parto chiedere il parere della propria ostetrica.

E tu, li hai già sperimentati? Racconta la tua esperienza sul gruppo facebook o sul forum di Cistite.info

Dottoressa Ostetrica Daniela Santoro
IRIS Centro Salute Donna
Locorotondo (BA)

tecar

Scritto dalla Dr.ssa Simona Colicchia
Fisioterapista - Roma

La TECAR è un dispositivo medico comunemente utilizzato in Fisioterapia per effettuare Tecarterapia.
Il dispositivo sfrutta il passaggio della corrente all’interno del tessuto per migliorarne lo stato di salute, accelerando cioè quelli che sono i processi riparativi del corpo, che possono essersi rallentati per diversi motivi: infiammazionecontratturaatrofia vaginale, cistite interstiziale, secchezza vaginale, vulvodinia, neuropatia, emorroidi, parto, cicatrici, episiotomia, ecc.

Il trattamento del Pavimento Pelvico con la Tecarterapia è già comune in Spagna da molti anni. Grazie ai feedback positivi ricevuti dalle pazienti, alcune aziende italiane produttrici di TECAR hanno creato dei manipoli appositi per il trattamento sia esterno che interno del Pavimento Pelvico.

E’ un dispositivo “operatore dipendente”, ciò significa che i suoi effetti sono legati alle impostazioni che di volta in volta vengono scelte dal Fisioterapista durante la tecarterapia. Secondo i parametri che vengono impostati dal professionista è possibile lavorare su molte problematiche del Pavimento Pelvico con i seguenti obiettivi:

  • diminuzione dell’infiammazione
  • diminuzione dell’ipertono muscolare (anche dei muscoli interni)
  • miglioramento della salute del tessuto
  • miglioramento della vascolarizzazione
  • miglioramento dell’ossigenazione dei tessuti
  • biostimolazione
  • miglioramento della produzione di collagene ed elastina
  • drenaggio.

Il trattamento della tecarterapia risulta gradevole e accompagnato da una piacevole sensazione di calore.

 

Le problematiche a carico del pavimento pelvico possono avere diverse cause e per questo devono essere affrontate nel modo più globale possibile (comprendendo a volte anche la terapia farmacologica).
Affinché la tecarterapia possa avere il massimo della sua efficacia, deve essere inserita in un contesto più ampio di trattamento. A seconda del caso può infatti essere associata a terapia manuale, massoterapia, stretching, tecniche di respirazione.

I trattamenti per la contrattura pelvica

Proprio per poter individuare il proprio percorso è importante effettuare una prima valutazione presso un professionista esperto in riabilitazione pelvica.

 

Dr.ssa Simona Colicchia
Fisioterapista

meditazione

Scritto da Vanina Patrizio Jai Kaur

Siete soliti curare molti aspetti della vita: la casa, l’automobile e la dotazione di strumenti elettronici, ma il computer più grande che avete è la mente e non l’avete mai sviluppato.
Quando la vita vi chiederà una risposta, fermatevi, e la mente che vi è stata data come strumento per servirvi, si concentrerà per voi e il vostro stesso sé vi parlerà.

 

 

Cos'è la meditazione?

Voglio parlarvi della meditazione con le parole di Yogi Bhajan, il Maestro che alla fine degli anni Sessanta arrivò in Occidente per insegnare il Kundalini Yoga.

Le emozioni sono essenziali, così come è essenziale la vita. Tutti siamo emotivi, ma la nostra emozione può diventare agitazione. Quando l’emozione diventa agitazione, allora entrate in una zona pericolosa perché l’agitazione crea degli schemi e gli schemi cominciano a regolare la vostra vita. Gli schemi cominciano a governarvi.
Prima siamo noi a creare l’abitudine e poi è l’abitudine a governare noi. Non c’è praticamente nessuno che non cada in un’abitudine ed è davvero difficile romperla. Se avete un’abitudine sbagliata, siete nei guai. La vita diventa infelice.

La meditazione è l’arte di spezzare le abitudini, di purificare la mente e di prendersi cura delle cose giornaliere.

Nella nostra vita c’è una grande debolezza: vogliamo impressionare gli altri, vogliamo convincerli che siamo grandi.
Se perdessimo l’abitudine di mostrare la nostra grandezza attraverso le azioni, la nostra vita sarebbe molto facile e felice.

 

 

 

Come meditare?

È un processo davvero semplice.
In qualsiasi momento tranquillo (il migliore è prima dell’alba) vi sorprenderete di come in un paio di minuti cominceranno ad arrivare molti pensieri, pensieri che non volete toccare, brutti pensieri, tutti i tipi di pensieri.

Se lasciate andare questi pensieri, questa è la meditazione.
Questa procedura di purificazione della mente, di non ammassare molti pensieri nella mente subconscia, si chiama meditazione.

Ci vogliono tre minuti per afferrare questo tipo di pensieri e a volte continuano a disturbarvi per mezz’ora circa. Ma se non muovete il corpo, la mente diventa immobile.
Queste sono le fondamenta, o la base per una mente meditativa.

E’ un processo puramente fisico.
Avete bisogno solo di un posto intimo e comodo in cui sedervi, tenendo la struttura del corpo diritta.
Una volta che la mente comincia a diventare immobile e a non avere nessun pensiero, vi sentirete rilassati, e questa rilassatezza è indescrivibile.
Tutto quello che posso dirvi è che è davvero confortevole, intima e vorrete ripeterla altre volte.

La meditazione rende la mente intuitiva e questo risulterà essere un buon investimento, come la piega dei capelli, i bei vestiti o la conoscenza di una lingua.
La scienza dello Yoga dice che la vostra mente può essere sviluppata sotto il vostro controllo, ogni qual volta non ci sono pensieri in arrivo, in quel momento la mente è con voi.
Non create pensieri. Questo è il primo passo del livello intuitivo.
Prima di tutto la mente dovrebbe essere vuota e voi dovreste godervela.

Se ci riuscite per almeno 5 minuti, avrete preparato la mente a calcolare per voi. Questo è l’inizio. Se riuscite a fermarvi con la mente vuota per 11 minuti, allora potete usare la mente come guida.

 

I benefici della meditazione

La mente diventa un mostro, quando è la vostra padrona e voi i servi.
La mente è un angelo quand’è al vostro servizio.

La meditazione nel Kundalini Yoga:

  • utilizza schemi perfezionati per creare una comunicazione tra voi e la mente e tra la vostra mente e il vostro corpo;
  • promuove un senso di benessere, di pace interiore, di stabilità e di calma;
  • sviluppa l’intuito;
  • libera reazioni e abitudini inconsce, paure e blocchi;
  • promuove il controllo della trasformazione delle emozioni e l’abilità di focalizzare l’energia e la concentrazione;
  • promuove la chiarezza della mente e la capacità di essere presente;
  • risolve i problemi legati a schemi di stress.

 Scritto da Vanina Patrizio

 

Il termine Kundalini viene dalla parola sanscrita Kundal che significa “ricciolo dei capelli dell’amato”. Lo srotolamento dei “capelli dell’amato” rappresenta il risveglio della Kundalini, ossia
il potenziale creativo presente in ogni essere umano.

Quando questa energia si sveglia noi siamo Noi.

 

 

Cos'è il Kundalini Yoga

Il Kundalini Yoga viene anche detto la Scienza del Sé poiché la Kundalini è il risveglio del Sé.

L’energia Kundalini secondo la tradizione yogica risiede dormiente sotto la quarta vertebra lombare; una pratica di yoga regolare permette a questa energia di salire gradualmente lungo la
spina dorsale, bilanciando i chakra (7 centri energetici collocati lungo la colonna vertebrale, più un ottavo costituito dall’aura, o campo elettromagnetico) e attivando la ghiandola pineale, la ghiandola "maestra", che presiede al funzionamento del sistema endocrino.

Il Kundalini Yoga consiste nel mantenimento di posture ed esercizi dinamici, coordinati con il respiro.
Durante la pratica si sperimentano fasi di movimento e fasi di rilassamento profondo che preparano alla meditazione.

Il Kundalini è una pratica di “pulizia” e di riequilibrio della mente, accessibile a tutti.

Il Kundalini Yoga è un lavoro profondo sul corpo che diventa più flessibile, tonico e rilassato, ma è anche una pratica per raggiungere calma e serenità mentale e realizzazione spirituale.

 

Kundalini e la donna

Generalmente nelle lezioni di Kundalini Yoga i partecipanti sono prevalentemente donne.
Credo che ci siano molte ragioni per spiegare questo.
Le donne si confrontano con loro stesse con maggiore disponibilità. Il Kundalini Yoga è infatti un momento di relazione con il proprio “interno”, che è fatto di luci e di ombre.
Inoltre il Kundalini Yoga modifica schemi, mostra tendenze, risana.  E non tutti vogliono “guarire”. Serve una buona dose di coraggio per voler cambiare.
L’universo fisico, ormonale e di conseguenza emotivo di una donna, poi, deve trovare forme di equilibrio che la vita ordinaria difficilmente permette. Come donne il carico di stress quotidiano, di responsabilità e di presenza è molto alto, capaci come siamo, proprio in quanto donne, di muoverci su più tracce: la famiglia, il lavoro, la casa e altro.

Quando però nei gruppi sono presenti sia uomini che donne lo spazio si arricchisce. Il mondo, la Natura, la realtà hanno bisogno di queste polarità, di energia attiva (maschile, il Sole) e di energia ricettiva (femminile, la Luna), della luce e del buio, del bianco e del nero, che bilanciano la geometria dell’Universo.

 

Kundalini e pavimento pelvico

Tra gli esercizi che il Kundalini Yoga propone per il benessere della donna, molti sono rivolti alla funzionalità del pavimento pelvico e dei muscoli perineali, al rilassamento delle ovaie e degli organi genitali e alla flessibilità delle anche e del bacino.

Yogi Bhajan il Maestro che portò il Kundalini Yoga in Occidente alla fine degli anni Sessanta, raccomandava alle donne di camminare a passo rapido almeno per un’ora al giorno, di ballare e al mattino di massaggiarsi il corpo con olio di mandorle e fare una doccia fredda per far affluire il sangue a tutti i capillari e avere una pelle splendente (pratica da non effettuare durante le mestruazioni e durante la gravidanza).

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Kundalini e respirazione diaframmatica

Il diaframma più comunemente conosciuto è quello toracico che ha una forma a cupola con concavità verso il basso, esiste poi un secondo diaframma, più piccolo, il diaframma perineale che presenta una forma concava aperta verso l’alto.
La cavità toracica e quella pelvica sono divise e unite dall’addome.
Il respiro si muove dentro di noi attraversando tre aree: addominale, toracica e clavicolare.

Quello che io stessa ho imparato attraverso la pratica del Kundalini Yoga è che il respiro e il suo movimento sono un mezzo di autoconoscenza e di trasformazione molto diretta.
Con la consapevolezza del respiro ci si apre ad un “mondo nuovo”, la percezione della realtà cambia; un respiro lungo e profondo non solo allunga la vita, ma ci rende più tolleranti, pazienti, equilibrati e forti.

È un viaggio che va ascoltato e sentito, sperimentando nella pratica che il respiro può diventare un massaggio per gli organi interni che cominciano a lavorare meglio nelle loro funzioni vitali.

Un respiro consapevole può risanare tutto il corpo e in particolare nella donna la pratica regolare del Kundalini Yoga può portare ad un cambiamento funzionale nella zona perineale e nel pavimento pelvico, migliorando e risolvendo alterazioni quali cistite, ritenzione urinaria, urgenza minzionale, dolori mestruali, problemi sessuali, prolasso e quanto consegue dal concentrare la maggior parte delle tensioni in questo triangolo inferiore del corpo.

Sbloccando il diaframma con esercizi respiratori inoltre si possono superare ansia e attacchi di panico, oggi così diffusi anche tra i più giovani.

Purtroppo le occasioni per imparare a farlo non sono comuni; a scuola non si insegna a respirare correttamente ai bambini e ai ragazzi, non si insegna l’arte della meditazione e della
consapevolezza di Sé.

 

Bevande nella pratica del Kundalini

Yogi Bhajan consiglia a tutti, donne e uomini, due bevande: Yogi Tea 1 e Golden Milk 2 .

  • Yogi Tea: tè a base di zenzero, cannella, chiodi di garofano, cardamomo, pepe nero che si serve con l’aggiunta di latte vaccino o latte vegetale e miele, a piacere. Fa bene al sangue, al colon, al sistema nervoso e alle ossa. Buono per i raffreddori, l’influenza e la debolezza fisica.
  • Golden Milk (Latte d’Oro): deliziosa bevanda a base di curcuma, latte, olio di mandorla spremuto a freddo e miele a piacere. Fa bene alla schiena, lubrifica le articolazioni e aiuta a rompere i depositi di calcio.
yoga

Scritto da Giulia Lanciotti

Lo Yoga è una disciplina che include pratica fisica, energetica, mentale, oltre allo studio e all'osservazione del sé, che nei millenni si è sviluppata prendendo varie forme e stili.

La pratica di Hatha Yoga lavora per rendere la persona consapevole del contatto con la terra, della propriocezione e del corretto allineamento ed equilibrio delle strutture del corpo fisico e delle sue conseguenze energetiche.

 

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Cos’è l'Hata Raja Yoga

La pratica di Raja Yoga lavora invece sulla parte più intima e sullo studio del sé. Con la pratica combinata di Hatha Raja Yoga si armonizzano il lavoro sulla simmetria del corpo fisico ed energetico attraverso serie dinamiche di asana (posture), e il lavoro sul controllo mentale.

Le asana proposte nelle serie dinamiche di Hatha Raja Yoga sono uno strumento per facilitare il raggiungimento degli stadi più profondi della connessione con il nostro io, non sono mai il fine della pratica. Da un lato sviluppano con morbidezza un’elasticità e tonicità del corpo indispensabili per mantenere uno stato di salute corretto, e dall’altro preparano e puliscono la mente dal richiamo delle sirene dell’ego.

Lo sviluppo di una simmetria energetica si ottiene poi attraverso la pratica di esercizi di respirazione consapevole (Pranayama), che possono essere praticati prima o dopo il lavoro fisico, e che aiutano a controllare l’ansia e lo stress grazie ad un aumento e controllo della capacità polmonare e ad una migliore ossigenazione del sangue.

Attraverso il ritiro dei sensi in meditazione (Pratyahara) infine si lavora in maniera più sottile, rivolgendosi verso l’interno, per aumentare il controllo mentale, in un’ottica rivolta al conoscimento profondo del sé e all’autorealizzazione. La pratica di Pratyahara permette alla persona di elevarsi e disidentificarsi dai prodotti della propria mente (giudizi, costrizioni, false certezze) e liberarsi dalla sofferenza che deriva dalla falsa identificazione con il proprio ego.

La mancanza di movimento sano e di autoconsapevolezza portano sempre a un peggioramento della percezione del dolore e la pratica di Hatha Raja Yoga, che tende all’allungamento e distensione consapevoli del corpo insieme al rafforzamento fisico e mentale, è il cammino che può portare a ristabilire un equilibro profondo, per poter rigenerare sia l’energia fisica che la presenza mentale, e a liberare il nostro massimo potenziale.

 

Hatha Raja Yoga e pavimento pelvico

Il ruolo dell’addome e del pavimento pelvico nella pratica di Hatha Raja Yoga è centrale, sia nella sua funzione di stabilizzazione del corpo fisico-energetico durante lo stato dell’asana che nel suo opposto lavoro di profondo abbandono e rilassamento – spesso il più complesso. Sono entrambe fasi vitali per il raggiungimento della consapevolezza profonda che è accessibile solo tramite un binomio equilibrato di fare e non-fare, un sano oscillare tra pratica (Abhyasa) e abbandono (Vairagya).

Restituendo alle fasce strutturali di addome e pavimento pelvico un sano e fluido rapporto tra attività e rilascio si può riportare una condizione di equilibrio in una zona fisica ed energetica sofferente e bloccata nel conflitto.

Il centro del lavoro sull'addome e pavimento pelvico si trasmette durante la pratica tanto a livello fisico-energetico tramite il lavoro sulle asana, che al livello energetico-mentale, tramite
tecniche specifiche e la ritenzione del respiro.

Ne deriva che lungo tutte le fasi della pratica di Hatha Raja Yoga l’occhio è sempre vigile sulle strutture dell’addome e del pavimento pelvico, per poter sviluppare ed assorbire i migliori benefici di una pratica completa.

 

Automassaggio e stretching dei muscoli piriformi e otturatori

L'automassaggio dei piriformi e degli otturatori contratti libera il nervo pudendo dalla morsa muscolare.

Il nervo pudendo è responsabile dell'innervazione e della sensibilità degli organi uro-genitali. Parte dalle vertebre sacrali e nel suo percorso verso gli organi pelvici (vescica, retto, vagina, vulva), passa attraverso l'otturatore interno (sotto) e il piriforme (sopra).

piriformi otturatori

 

Se gli otturatori e i piriformi sono contratti il nervo pudendo e i nervi sacrali verranno compressi provocando dolore al gluteo e alla gamba del lato della contrattura e disturbi uro-genitali, spesso confusi con cistiti ed infezioni vaginali.

Durante il 1°meeting annuale di Cistite.info APS la Dottoressa Silvia Di Maria ci ha spiegato alcuni esercizi per effettuare rilassare e allungare otturatori e piriformi. Guarda i video delle sue lezioni.

Di seguito puoi trovare alcuni esercizi per rilassare e allungare questi due muscoli

  1. Sdraiarsi sul tappetino pancia in su, una gamba per volta si piega al petto e si arrotola una corda sul piede; poi si flette la gamba verso l'alto tirando un po' con la corda, e si ripete il movimento 10 volte. Poi con la gamba flessa, si tira la corda verso di sé sempre x 10 volte.
  2. Seduti a gambe tese, si piega una gamba verso l'esterno e ci si piega con la schiena verso il piede davanti, cercando di toccare il piede. Restare in questa posizione circa 30 sec, sempre respirando e cercando di non contrarre altre parti del corpo.
  3. Di nuovo sdraiati a terra, si porta al petto una gamba piegata tirando con le braccia prima verso la spalla dello stesso lato, poi verso la spalla opposta, poi si fa la stessa cosa con l'altra gamba. ...Si dovrebbe sentire tirare il gluteo.
  4. Di nuovo seduti a gambe flesse si piega la gamba destra verso il petto, accavallandola sulla sinistra, si mette la mano sinistra sul ginocchio destro piegato, e si fa una torsione con la schiena verso destra, arrivando a guardare dietro. Ripetere dall'altro lato. 
  5. Sempre seduti con le gambe tese, ci si allunga con la schiena fino a toccare i piedi e si allunga in questa posizione per circa 30 sec.
  6. Rilassamento finale: sdraiati, si piegano entrambe le gambe al petto, ma senza spingerle verso di noi, le mani si usano solo per sorreggere le gambe in modo tale da stare rilassati. In questa posizione si rimane per un po' facendo la respirazione diaframmatica.

Questo video effettuato da Frizzina, un'associata a Cistite.info APS onlus ti illustrerà come effettuare alcuni di questi esercizi (grazie Frizzina!).

 

 

ATTENZIONE! Cistite.info propone contenuti a solo scopo informativo e divulgativo. Spiegando le patologie uro-genitali in modo comprensibile a tutti, con attenzione e rigore, in accordo con le conoscenze attuali, validate e riconosciute ufficialmente.
Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.