fbpx

Le novità dei prossimi mesi!

 Abbiamo in programma novità entusiasmanti

Scopri quali


embrione

 

L'infertilità è la difficoltà della coppia ad avere un figlio. Le patologie uro-genitali possono provocare problemi di fertilità a causa delle numerose problematiche che comportano a livello pelvico. Magda Galbiati, dopo un lungo e sofferto percorso alle prese con questa esperienza, ci accompagna nel vasto mondo della procreazione assistita.

 

Fertilità e sterilità

Bisogna distinguere tra sterilità e infertilità.

La sterilità è la situazione di una coppia in cui uno o entrambi i membri sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento. Questo si verifica in caso di azoospermia (assenza di spermatozoi), di menopausa precoce o di assenza di utero o di tube.
Si parla invece di infertilità quando una coppia, per cause relative all'uomo o alla donna, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo sei mesi/un anno di rapporti mirati e non protetti.
Il termine infertilità, quindi, al contrario di sterilità, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente risolvibile e legata ad uno o più fattori interferenti.

Un’altra distinzione va fatta tra sterilità primaria e secondaria.

Mentre il termine di sterilità primaria si riferisce a persone che non sono mai state in grado di concepire, la sterilità secondaria è l'impossibilità di concepire un secondo figlio dopo aver già concepito e/o portato a termine una normale gravidanza.
Oltre a varie condizioni mediche (ad esempio ormonali), essa potrebbe essere l'effetto dello stress avvertito nel fornire un fratello al primo figlio. Tecnicamente, non si parla di sterilità secondaria se uno dei partner è cambiato.

 

Convenzioni per i soci

 

Le cause  e la diagnosi dell'infertilità

Spesso le patologie dell’area pelvica e le problematiche uro ginecologiche (endometriosi, fibromi, cisti ovariche, vulvodinia, vestibolodinia, ipertono, neuropatie, dolore pelvico cronico) possono ridurre la fertilità. La compromissione della ricerca di una gravidanza è dovuta a diversi problemi causati da queste patologie: impedimenti fisici (tube chiuse), difficoltoso monitoraggio dell’ovulazione e diminuzione dei rapporti sessuali.

Per ottimizzare le probabilità di gravidanza, una coppia dovrebbe avere rapporti sessuali frequenti (ogni due, tre giorni) nei sei (e soprattutto nei tre) giorni che precedono l’ovulazione. Di solito l’ovulazione avviene circa a metà del ciclo mestruale, cioè circa quattordici giorni prima del ciclo successivo. E’ pertanto fondamentale avere una buona consapevolezza del proprio corpo e del proprio ciclo, imparando ad osservarlo e interpretarne segnali e cambiamenti.

Dopo sei mesi (se avete più di 35 anni) o un anno di tentavi infruttuosi, oppure se persistono condizioni pregresse note (ciclo molto irregolare, patologie croniche, problemi maschili) è consigliabile rivolgersi al proprio ginecologo per sottoporsi ad eventuali indagini diagnostiche per approfondire la situazione e valutare con quali trattamenti procedere  per ottenere una gravidanza.

In molti casi per avere un figlio diventa necessario ricorrere alla Procreazione Medicalmente Assistita (Pma).

Approfondimento: A quali esami ci si sottopone?

 

La Pma (Procreazione Medicalmente Assistita)

Se si riscontrassero significative problematiche di fertilità da parte dell’uomo, della donna o di entrambi, potrebbe essere necessario ricorrere alle tecniche di PMA (tecniche di 1° livello e tecniche di 2° livello).

  • Tecniche di 1° livello: sono consigliate per patologie lievi e se sussistono le condizioni di apparato genitale femminile normale con documentata pervietà tubarica e numero di spermatozoi vitali sufficiente. Queste tecniche consistono nel semplice monitoraggio dell'ovulazione oppure nell'IUI (inseminazione intrauterina), che consiste nel selezionare solo gli spermatozoi più attivi, per poi inserirli direttamente nell’utero monitorando l’ovulazione;
  • Tecniche di 2° livello: sono consigliate per patologie più complesse. Tali tecniche consistono nella fecondazione in vitro (FIVET e ICSI), che comporta la stimolazione delle ovaie tramite somministrazione di terapie ormonali e monitoraggi ecografici, il prelievo di ovociti maturi, la fecondazione con lo sperma in piastre di coltura (in vitro), la crescita degli embrioni nella coltura e l’impianto di uno o più embrioni nell’utero della donna.

La fecondazione assistita può essere omologa (con utilizzo di gameti interni alla coppia, ovociti e spermatozoi) o eterologa (con utilizzo di gameti esterni alla coppia, ovociti e/o spermatozoi). In Italia la Pma è regolata dalla legge 40/2004 e la fecondazione eterologa è consentita dalla sentenza della Corte costituzionale n.162/2014.
In Italia esistono molte strutture pubbliche che erogano trattamenti di Pma sia omologa che eterologa tramite il SSN. Ogni Regione stabilisce i limiti di età e i criteri di accesso presso le proprie strutture. Esistono anche molte strutture private che erogano i medesimi trattamenti a pagamento, spesso appoggiandosi anche alle molte cliniche estere esistenti.

Le tecniche di PMA possono portare alla creazione di più embrioni, che possono essere congelati (crioconservazione) per essere poi trasferiti in successivi cicli di trattamento.

Approfondimento: La crioconservazione

 

Infertilità e aspetto psicologico

L’infertilità è un tema complesso che coinvolge la sfera fisica, ma anche la sfera psicologica della donna, dell’uomo e della coppia, interessando molteplici dimensioni (il corpo, la mente, la comunicazione, la relazione, la sessualità, le relazioni sociali) e pertanto diventa fondamentale approcciarsi ad essa con uno sguardo multidisciplinare che tenga conto di tutte le compessità.

L’infertilità è sempre una condizione che riguarda la coppia. Spesso si tende a concentrare le indagini solo o prevalentemente sulla donna, sottovalutando il fattore maschile che gioca invece un ruolo altrettanto importante. E’ molto importante indagare fin da subito la condizione fisica di entrambi, ciò permetterà di avere un quadro diagnostico e uno sguardo completo sulla coppia.

Un altro aspetto fondamentale della Pma è quello relativo allo stress psico fisico a cui è sottoposta la coppia. Uno o entrambi i partner possono andare incontro a frustrazione, stress emotivo, sentimenti di inadeguatezza e sensi di colpa. Possono alternarsi sentimenti di speranza e disperazione. L’incapacità di comunicare e il senso di isolamento possono indurre rabbia e risentimento reciproco, verso familiari, amici o i medici. Gli stress emotivi possono portare a stanchezza, ansia, disturbi del sonno o dell’alimentazione, incapacità di concentrazione. Inoltre, il peso finanziario e l’impegno in termini di tempo richiesto dalla diagnosi e dal trattamento possono causare conflitti coniugali. Questi problemi possono essere affrontati se entrambi i partner vengono coinvolti e informati sul trattamento (tempi, costi, modalità), indipendentemente da chi dei due presenta il problema.
Conoscere le possibilità di successo, essere consapevoli della possibile inefficacia e della durata limitata del trattamento aiuta la coppia ad affrontare e gestire lo stress.

E’ utile fornire alla coppia anche informazioni circa il momento più opportuno per rinunciare ai trattamenti di Pma (ad esempio dopo numerosi insuccessi) valutando, se la coppia lo ritiene possibile, altra forme di genitorialità (adozione, fecondazione eterologa, ...).

La consulenza e il supporto psicologico pertanto possono rivelarsi un validissimo aiuto, anche a livello preventivo, per aiutare la coppia a gestire lo stress emotivo che questi trattamenti comportano e che sicuramente non favorisce il raggiungimento del risultato.

Scritto da Magda Galbiati

ATTENZIONE! Cistite.info propone contenuti a solo scopo informativo e divulgativo. Spiegando le patologie uro-genitali in modo comprensibile a tutti, con attenzione e rigore, in accordo con le conoscenze attuali, validate e riconosciute ufficialmente.
Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.