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Una volta che hai capito come bere  è necessario che tu sappia anche come urinare correttamente. Innanzitutto è necessario capire come avviene la minzione (l’atto dell’urinare).

La minzione avviene grazie a più processi sinergici:

1. La vescica, quando dilatata a sufficienza, manda al cervello il segnale di avviare la minzione
2. Il cervello manda alla vescica il comando di contrarsi per spremere l’urina verso l’esterno
3. Il cervello manda contemporaneamente all’uretra il comando di aprirsi per consentire all’urina di uscire
4. Tu dai volontariamente alla muscolatura pelvica il comando di rilassarsi.
Capito il processo della minzione ti sarà più facile capire l'importanza dei seguenti suggerimenti.

 

 

Non urinare a comando

Quante volte urini forzatamente perché devi uscire e non sai se troverai un bagno a disposizione? Non c’è cosa più sbagliata perché sottoponi la vescica ad uno sforzo innaturale.
Se la vescica non raggiunge la capienza sufficiente (in genere più 300cc) al cervello non arriverà il segnale del “troppo pieno” e tutto il processo automatico e involontario dello svuotamento vescicale non partirà.
Verrà invece attivata solo l’ultima fase, quella del rilassamento della muscolatura pelvica (l’unica volontaria), che però non sarà sufficiente a svuotare completamente la vescica e che provocherà ristagno e sforzo uretrale innaturale.
E’ importante quindi urinare quando senti che la vescica è piena e senti un buono stimolo di urinare.

Approfondimento: Quale acqua bere?

 

Non urinare quando lo stimolo è troppo debole

Se assecondi il desiderio di urinare al primo debole segnale (in genere al di sotto dei 200cc) non abituerai la vescica ad un normale riempimento e ciò potrebbe provocare una graduale riduzione della sua capacità contenitiva con conseguente aumento della frequenza urinaria. Inoltre la poca urina presente in vescica non riuscirà a dilatare le pareti vescicali e ciò non permette di inviare al cervello il segnale di urinare. La minzione avverrà quindi solo col contributo della muscolatura pelvica, il getto dell’urina sarà debole e non avverrà il completo svuotamento. Il ristagno urinario aumenterà il tempo di permanenza dei batteri in vescica e ciò favorirà l’insorgenza di recidive.

Approfondimento: Come funziona la vescica

 

Urina poggiandoti sul WC

Capita troppo speso che per paura di procurarsi una cistite in un bagno pubblico si urini restando sospese per non toccare l’asse del wc sporco. La posizione sospesa però impedisce alla muscolatura pelvica di rilassarsi con la conseguenza di non riuscire a svuotare completamente la vescica. Il ristagno urinario conseguente aumenta la probabilità che si sviluppi cistite in quanto i batteri hanno maggiore tempo a disposizione per riprodursi.
Alla fine la paura della cistite fa mettere in atto comportamenti che anziché evitarla la favorisce.
Non crearti inutili e dannosi tabù!

Il consiglio è quello di foderare il wc con un copriwater (in commercio ne puoi trovare di diverso tipo da tenere sempre in borsa), oppure con più strati di carta igienica. Se non ti fidi a sederti puoi salire coi piedi sull’asse ed urinare come se fossi su un wc alla turca. La posizione accovacciata è molto naturale e consente alla muscolatura pelvica di rilasarsi completamente. ATTENZIONE però! Prima di salire sul water coi piedi alza l’asse e fodera bene la ceramica del wc per non essere tu stessa responsabile della lordura dei bagni pubblici. Pensa che dopo di te potrebbe aver bisogno di quel bagno una donna molto anziana che non riesce a salire coi piedi sul water.

 

Non aspettare che lo stimolo sia troppo forte

La vescica non deve mai raggiungere capienze eccessive. In genere 400/500cc nella donna e 300/350cc nell’uomo sono capienze normali, raggiunte le quali bisognerebbe urinare. Una vescica troppo piena perde la capacità di contrarsi per spingere l’urina all’esterno; di conseguenza non si svuoterà completamente e il ristagno urinario favorirà l’insorgenza di cistite. Se lo svuotamento viene ripetutamente rimandato le pareti vescicali tenderanno a sfiancarsi e indebolirsi (hai presente quando svuoti un palloncino tenuto a lungo molto gonfio?) col rischio di perdere lo stimolo urinario.

Alcune attività vengono spesso erroneamente catalogate tra quelle che ci impediscono di urinare. In realtà non sono così limitanti se le analizzi obiettivamente. Per esempio in un lungo viaggio in autostrada o quando si è in un luogo pubblico si tende a non urinare per paura di utilizzare i bagni notoriamente poco puliti. In realtà ci si può accostare in una delle numerosissime piazzole di sosta che si trovano sul tragitto, aprire le 2 portiere della macchina dalla parte opposta all’autostrada, accovacciarsi come se si fosse su una turca e urinare tra le due portiere che proteggono da sguardi indiscreti.
Se stai facendo un lungo viaggio su strada normale potrai trovare un bar in cui fermarti ad urinare e se non trovi un wc per chilometri vuol dire che sei in una zona disabitata e allora anche una siepe o un albero possono costituire un riparo ideale dietro il quale urinare.

Approfondimento: come combattere la cistite

 

 

E' possibile praticare attività sportive se si soffre di cistite, vulvodinia e neuropatie uro-genitali?

La risposta è: sì, ma non tutte.

 

 Lo sport offre moltissimi benefici a chi soffre di patologie pelviche in quanto aiuta a distogliere il pensiero dai sintomi cronici, aumenta la soglia del dolore, incrementa l'ossigenazione di organi e tessuti, migliorandone le condizioni generali. Tuttavia tutti gli sport che vanno a rinforzare la muscolatura pelvica, irritare la mucosa genitale e schiacciare i nervi pelvici (bicicletta, spinning, equitazione, pilates, palestra) comportano una riacutizzazione del dolore. Questi sport andrebbero quindi evitati, preferendo attività che abbiano minor impatto sul pavimento pelvico almeno fino a quando si sarà ristabilito un corretto tono muscolare, un significativo rinforzo delle mucose ed un recupero della funzionalità neurologica.

Recuperati questi equilibri, potrai riprendere qualsiasi attività sportiva, anche a livello professionale.
Ricorda però che qualsiasi sport (anche quelli concessi) se eseguito a livello professionale può riattivare una forte contrattura. Sarebbe quindi opportuno non esagerare con gli allenamenti ed eseguire a fine attività esercizi di Kegel reverse, esercizi di respirazione diaframmatica, esercizi di stretching, massaggi addominali ed automassaggi intravaginali per rilassare la muscolatura. Una periodica valutazione effettuata da una fisioterapista esperta in riabilitazione pelvica ed un costante trattamento professionale dell'eventuale contrattura muscolare possono consentirti di non rinunciare alla tua attività freferita.

Nel seguente video la fisioterapista Chiara Fabbri fornisce chiare indicazioni di quali siano le attività sportive consigliate e sconsigliate in caso di patologie pelviche.

 

Consigli generali per ogni attività

A prescindere dall'attività fisica effettuata, è importante seguire sempre questi accorgimenti comuni:

  • indossare abiti comodi, in cotone e non sintetici
  • prima dell'attività applicare una crema protettiva a livello vulvare
  • al termine è consigliabile una doccia per eliminare il sudore che potrebbe irritare le mucose genitali e uretrali
  • assumere magnesio e sali minerali dopo l'attività per aiutare la muscolatura a rilassarsi
  • assumere D-mannosio per evitare una cistite qualora lo sport rappresenti un fattore di rischio individuale
  • bere molto a fine sessione sportiva per ripristinare i liquidi persi ed evitare il ristagno urinario
  • applicare calore in zona pelvica/addominale per favorire il rilassameno muscolare.

Leggi nel forum le nostre esperienze sullo sport

 

Analizziamo singolarmente le attività più praticate.

 

Nuoto

Il nuoto è consigliato, ma osservando alcune regole. E' importante che l'acqua sia calda o tiepida per evitare che il freddo contragga la muscolatura. Poiché il cloro o l'acqua salata del mare sono irritanti per le mucose genitali è fondamentale applicare delle creme dense che formino uno strato protettivo tra l'acqua e la vulva. Utilizzare un costume con tassello in cotone. Appena uscite dalla piscina o dal mare lavarsi abbondantemente i genitali con acqua calda (senza detergenti). Consentite acquarunning ed acquagym con moderazione, sconsigliata l'acquaspinning.

Leggi le nostre esperienze nel forum

 

Bicicletta

La bcicletta è sconsigliata per via dello sfregamento delle mucose vulvari contro la sella e per via della compressione dei nervi pelvici (il pudendo in particolare).
Per evitare lo sfregamento è possibile proteggere le mucose genitali con creme barriera emollienti (per esempio, olio di coco, olio Vea, Vitamina E spray, unguento all'allantoina, Pantenolo, ecc) da applicare prima di iniziare l'attività.
Ci sono poi in commercio selle particolari, prive di naso, che consentono anche a chi ha vulvodinia, prostatite e neuropatia del pudendo, di utilizzare la bicicletta senza rischiare la compressione nervosa e senza quindi incorrere in riacutizzazioni. La nostra associazione ha stipulato una convenzione per l'acquisto del SellOtto, una sella con queste specifiche caratteristiche. I soci di Cistite.info APS hanno diritto allo sconto del 20% sull'acquisto.

Leggi nel forum più informazioni sul SellOTTO

 

Sci

Lo sci non ha particolari controindicazioni se non per via del freddo, che potrebbe aumentare la contrazione muscolare pelvica andando a peggiorare la sintomatologia. Importante quindi vestirsi con indumenti molto caldi indossando coulotte termiche (per esempio quelle della Calida in lana e seta sulle quali i soci hanno uno sconto per l'acquisto), o i cerotti autoscaldanti come i Thermacare o i cerotti Bertelli (20% di sconto anche su questi per i soci).

Importante evitare quegli stili che rinforzino troppo i muscoli addominali (tipo il free styling). Consigliabile invece lo sci di fondo.

Come ottenere lo sconto sui cerotti scaldanti e sulle coulotte Calida (riservato ai soci)

 

Danza e ballo

Sono sconsigliati stili molto energici o che prevedono forte contrazione muscolare, come la danza classica, quella moderna o la break dance. Consigliati balli che coinvolgono meno il pavimento pelvico quali il ballo da sala, il ballo latino americano, il tango argentino, la danza del ventre, l'hip pop.
Non dimenticare che qualsiasi disciplina, se eseguita a livello professionale può contrarre significativamente il pavimento pelvico.

Leggi nel forum le esperienze di ballo

 

Palestra fitness e pilates

 Le attività svolte in palestra con o senza l'utilizzo di macchinari è consigliata, ma con l'accortezza di evitare tutti quegli esercizi che coinvolgono direttamente o indirettamente la muscolatura pelvica e addominale, ossia tutti quegli esercizi che potenziano gli addominali, i glutei e le cosce (per non compromettere otturatori e piriformi).
Il Pilates è un'attività fisica composta da esercizi che si basano proprio sul rinforzo muscolare. Anche in questo caso può essere effettuata, facendo attenzione ad evitare esercizi addominali, glutei e pelvici.

Leggi nel forum le nostre esperienze su Pilates e palestra

 

Thai chi e Yoga

 Il Thai Chi e lo yoga, aiutano a prendere coscienza del proprio corpo, a meditare, a rilassarsi e a concentrarsi sulla respirazione. Tuttavia il prolungato mantenimento delle posizioni potrebbe provocare un aumento della contrattura pelvica (vedasi per esempio la posizione del Cavaliere nel Thai Chi).
Non tutte le discipline di Thai Chi e di Yoga quindi sono consigliabili. Tra i vari tipi di Thai Chi è referibile lo stile Yang. Tra i vari tipi di yoga è preferibile l'Hata Yoga. Nello yoga ci sono alcune asana molto utili nei disturbi del pavimento pelvico.

Leggi le nostre esperienze con lo yoga e col Thai Chi

 

Nordic walking e camminata

Una passeggiata, soprattutto se effettuata nella natura, non può che far bene: rilassa la mente, aumenta la frequenza cardiaca e favorisce l'ossigenazione. Il nordic walking unendo all'attività delle gambe anche quella delle braccia, favorisce un'attività più completa. Tuttavia è bene non esagerare. Per eliminare i rischi di riacutizzazione evitare i lunghi tragitti, evitare di uscire quando la temperatura è molto fredda o molto calda ed evitare falcate lunghe e veloci.

Leggi le nostre esperienze nel forum

 

Corsa e Jogging

 La corsa è fortemente sconsigliata in quanto provoca sobbalzi improvvisi e scossoni a vescica, utero e annessi. La muscolatura reagisce a ciò contraendosi per proteggere questi organi pelvici. Di conseguenza ci potrà essere dolore successivamente ad una corsa, che più sarà lunga e più sarà determinante sulla sintomatologia.

Leggi nel forum le nostre esperienze con la corsa

 

Equitazione

 L'equitazione sollecita molto la zona pelvica sottoponendo gli organi contenuti a continui urti e sobbalzi, che di conseguenza fanno contrarre la muscolatura pelvica. Il contatto prolungato dei genitali con la sella provoca continui urti e sfregamento, i quali possono aumentare la sintomatologia vulvare. Se proprio non si vuole rinunciare a questo sport e al rapporto col proprio cavallo (che ha anche valenza terapeutica), è raccomandabile evitare il galoppo, preferire un trotto lento e applicare una dose generosa di crema protettiva sulle mucose genitali.

Leggi nel forum le nostre esperienze con l'equitazione

 

Esistono alcune patologie che provocano sensibilità della vulva (i genitali esterni) e fragilità delle mucose vulvari.
Queste patologie sono: la vulvodinia o vestibolodinia, le dermatosi, le dermatiti, il lichen sclerosus, la menopausa, le neuropatie pelviche e le contratture della muscolatura pubo-coccigea.

La fragilità vulvare può rappresentare la causa di cistiti acute, cistiti croniche, cistiti post rapporto, infezioni vaginali poiché un tessuto compromesso è incapace di defendersi diventando ricettacolo batterico.

Per far fronte ai disturbi genitali causati da tale sensibilità/fragilità è utile mettere in atto alcuni importantissimi accorgimenti nella vita quotidiana.

 

 

Abbigliamento

Evitare perizoma, body, collant con cuciture al cavallo e pantaloni attillati, che provocano pressione costante contro il tessuto vulvare.
Evitare collant sintetici e biancheria intima sintetica, che aumentano calore e sudorazione locale e non lasciano traspirare la cute.
Evitare biancheria intima colorata. I tessuti colorati a contatto con la cute (soprattutto sudata) rilasciano piccole particelle di coloranti sulla superficie vulvare.
Dormire senza slip per evitare (almeno durante la notte) pressioni vulvari.

Leggi sul forum le esperienze delle nostre iscritte con l'abbigliamento

Assorbenti

Utilizzare assorbenti in cotone (monouso o lavabili) evitando quelli sintetici, che non lasciano traspirare la cute e macerano le mucose. L'utilizzo degli assorbenti va limitato al massimo. L'aumento di temperatura e di umidità provocata dall'uso di assorbenti incrementa la sudorazione, la macerazione cutanea e l'assorbimento delle sostanze irritanti o allergizzanti. Una valida alternativa all'assorbente è l'uso di coppette mestruali.

Evitare l'uso di salvaslip. Il loro uso protratto provoca le condizioni responsabili dell'incremento delle stesse secrezioni per le quali vengono utilizzati.

Leggi nel forum le esperienze delle nostre iscritte con le coppette mestruali

 

Bagno/doccia

Durante la doccia evitare il contatto vulvare con lo shampoo e il docciaschiuma. In caso di bagno in vasca evitare il bagnoschiuma e lavarsi i capelli mentre l'acqua viene scaricata in modo da ridurne il tempo di contatto con la vulva. Sciacquarsi bene prima di uscire dalla vasca.

 

Igiene intima

Effettuare il bidet esclusivamente con acqua senza utilizzare il detergente intimo. Il detergente infatti aumenta la probabilità di sensibilizzazione e asporta le secrezioni fisiologiche, prima difesa contro gli attacchi esterni, microbici e non. Se proprio non si riesce a fare a meno del detergente utilizzare un prodotto molto delicato, con un ph fisiologico e non eccessivamente acido, diluito con acqua. Per “togliersi il vizio” gradualmente, rabboccare con sola acqua il contenitore del detergente ogni volta che se ne usa circa un terzo.

Asciugarsi tamponando delicatamente con salviettine di cotone morbido lavato con detergenti delicati e senza ammorbidenti o meglio ancora con carta morbida monouso (tipo Scottex).

Evitare lavande aggressive e profumi.

Leggi nel forum le esperienze di chi ha scelto di non usare più detergenti intimi

 

Rapporti sessuali

Ricorrere ad un lubrificante vaginale durante i rapporti sessuali (per evitare traumi sulla mucosa genitale ed uretrale) e possibili cistiti post rapporto. Effettuare un bidet tiepido dopo i rapporti sessuali. Dopo i rapporti applicare un sottile strato di olio lenitivo alla vitamina E.
Pretendere la collaborazione col partner che dovrà aumentare i preliminari per consentire una maggiore eccitazione con conseguenti: lubrificazione naturale, rilassamento muscolare, apertura dell'introito vaginale, afflusso di sangue, liberazione di endorfine antidolorifiche e congestione attorno all'uretra, che farà da cuscinetto ammortizzante protettivo.

Leggi come prevenire la cistite post coitale

 

Protezione vulvare

Il rinforzo della mucosa vulvare può essere ottenuto attraverso l'applicazione di creme a base di antiossidanti (come la vitamina E che riepitelizza le mucose), di creme emollienti (che idratano la mucosa e la rendono più elastica impedendone la rottura) e di creme barriera (come l'allantoina o il Vea zinco, che formano uno strato protettivo dagli agenti irritanti). 

Leggi quali creme emollienti si consigliano nel forum

 

Defecazione

Non trattenere le feci e regolarizzare l'intestino. Il nervo pudendo decorre parallelamente al retto; il ristagno fecale aumenta la massa presente nell'ampolla rettale, che andrà a comprimere il pudendo aumentando la sintomatologia.

Guarda il video con  i consigli del Dr Maione per risolvere la stitichezza.

 

Minzione

Per evitare che le sostanze irritanti presenti nelle urine o l'acidità urinaria stessa provochino bruciore in fase acuta si consiglia di urinare sotto il getto dell'acqua calda tenendo le grandi e piccole labbra allargate con le mani.

Leggi come ridurre l'acidità urinaria

 

Sport

Evitare sport come bicicletta, spinning, cyclette, moto ed equitazione, che prevedono prolungata pressione sul tessuto vulvare.

Effettuare un bidet tiepido con sola acqua dopo aver sudato per eliminare il sudore irritante a livello vulvare.

Evitare gli sport che prevedono il rinforzo degli addominali (ginnastica addominale, pilates) in quanto incrementerebbero la contrattura pelvica.

Applicare sulla vulva uno strato protettivo di crema barriera emolliente (allantoina, pantenolo, vitamina E) prima di effettuare uno sport che preveda il contatto prolungato col sudore, col cloro della piscina, col sale del mare.

Leggi quali sport consigliamo

 

Postura

Evitare di stare a lungo sedute; la posizione seduta comprime il nervo pudendo e le sue diramazioni aumentando la sintomatologia. In caso fosse impossibile lavorare in piedi, sarà importante alzarsi ad intervalli frequenti e regolari per ridurre la compressione, utilizzare un cuscino a ciambella in modo da non far poggiare il sacro, non accavallare le gambe per non far pressione sulle mucose vulvari.

Leggi in che modo il nervo pudendo peggiora i sintomi

 

Dieta

Una premessa importante: nessuna donna affetta da vulvodinia è mai guarita per merito dell'alimentazione, come nessuna si è mai ammalata a causa di essa. Tuttavia un sano regime alimentare può aiutare a ridurre la sintomatologia. L'efficacia terapeutica dell'alimentazione è soggettiva e non sempre lo stesso alimento peggiora la malattia in ogni donna. Ognuna infatti deve provare e valutare quali sono i cibi più irritanti (se ce ne sono) e scartarli solo dopo essersi accertate che siano realmente responsabili del peggioramento dei sintomi. Bere molto dopo aver mangiato alimenti irritanti per esempio, diluisce la loro concentrazione in vescica rendendo l'urina meno (o per nulla) irritante. In generale gli ossalati contenuti negli alimenti, soprattutto in presenza di urina acida tendono ad aggregarsi in cristalli irritanti per le mucose vescicali, uretrali e vulvari. Importante quindi ridurre l'introduzione di cibi ricchi di ossalato (mirtilli, fragole, spinaci, melanzane, fagioli, patate dolci, sedano, cioccolato, crusca di grano, arachidi, te), alcalinizzare le urine attraverso l'uso di cibi (frutta e verdura) o integratori appositi. L'assunzione di citrati tramite cibi o integratori (Regobasic, Magnesio Supremo) è in grado di alcalinizzare e contrastare la formazione di ossalato.

Leggi l'alimentazione che consigliamo

 

Testare ogni prodotto

Prima di utilizzare un nuovo cosmetico (crema, lubrificante, gel, o altro) testarlo su una piccola zona vulvare per qualche giorno per valutarne le eventuali reazioni. Non eliminarlo senza prima accertarsi che sia davvero necessario farlo. Solo se emergono reazioni di ipersensibilità o irritazione, varrà la pena di escluderlo dalla lista dei prodotti applicabili. Una volta stabilita questa lista si dovrà leggere attentamente l'etichetta relativa ai componenti riportata su ogni prodotto (INCI) per assicurarsi che non contenga le sostanze a cui si è sensibili. L'errore più comune a cui assisto è quello di generalizzare troppo ed esagerare con l'attenzione all'INCI col rischio di eliminare anche ciò che potrebbe invece essere benefico.

Nel caso un prodotto desse fastidio eliminarlo temporaneamente, ma riprovarlo dopo qualche settimana. Le sensibilizzazioni verso determinate sostanze non sono irreversibili e può darsi che l'applicazione di uno stesso prodotto fatta in momenti diversi esplichi effetti differenti. I mastociti infatti sono responsabili anche di reazioni allergiche in quanto liberano istamina. E' piuttosto comune infatti che durante la fase infiammatoria siano molti i prodotti che all'applicazione brucino. Pertanto è sconsigliabile l'applicazione di creme locali durante la fase acuta infiammatoria (a parte le creme che bloccano direttamente i mastociti) perché si potrebbero sviluppare sensibilizzazioni ed allergie ai principi attivi o a qualche componente del prodotto applicato. 

Quando l'attenzione all'INCI è dannosa

 

Contraccezione

Le terapie ormonali a base di estrogeno e/o progesterone alterano la flora batterica vaginale, alzano il ph e aumentano la secchezza vaginale. Tutto ciò ostacola la sopravvivenza dei lattobacilli benefici, favorisce il proliferare di patogeni (candida, batteri, virus, ecc) e l'insorgere di atrofia vaginale, vulvodinia e neuropatie genitali.

Importante quindi sostituire questi anticoncezionali con metodi contraccettivi naturali come il metodo sintotermico, i preservativi maschili e  femminili e gli apparecchi Babycomp.

L'INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è la denominazione internazionale obbligatoria che deve essere apposta in etichetta per indicare i diversi componenti presenti all'interno di un prodotto cosmetico.

L'INCI negli ultimi anni è diventata l'ossessione di molte persone attente al contenuto dei vari prodotti cosmetici e detergenti. Mania che viene incrementata dallo strumento internet, in particolar modo il sempre più consultato “biodizionario” di Fabrizio Zago.

Fabrizio Zago è un chimico industriale a cui sono state assegnate importanti (e remunerate) cariche legate alle consulenze in ambito bio (consulente Ecolabel e consulente per industrie e grosse catene di distribuzione sensibili al tema). Il biodizionario punta l'attenzione sulla nocività delle varie sostanze verso l'ambiente e la fauna, con particolare attenzione a quella ittica. In base alla possibilità di sopravvivenza di quest'ultima stabilisce se un elemento può vantar pallino rosso (tossico per i pesci), giallo (tollerabile) o verde (non tossico).

Il biodizionario tuttavia non è un documento scientifico, ma, come lui stesso ammette nella prima pagina del suo lavoro, l'insieme di opinioni di un singolo uomo, soggettive e in continuo mutamento:

Quello che vorrei fosse chiaro è che:

1 - quello che troverete interrogando la ricerca è il mio personalissimo punto di vista. Questo va detto per non caricare la cosa di significati che vanno oltre appunto la mia visione delle cose.

2 - fino a qualche anno fa non avrei bocciato i derivati animali oggi invece sì. Questo per dire che anche la mia visione del settore cambia e si evolve quindi è possibile che io intervenga cambiando alcuni giudizi.”

Fabrizio Zago

Zago inoltre non ha mai studiato medicina, anatomia, istologia e patologia e lui stesso ammette di essere carente in materia (ho molto apprezzato questa sua umiltà in un suo convegno a cui ho assistito), pertanto non può sapere, per esempio, che i parabeni, che nel Biodizionario ha più pallini rossi della Pimpa, rappresentano la salvezza per le cellule immature ed indifese della mucosa vulvare affetta da DIC (Dermatite Irritativa da Contatto), DAC (Dermatite Allergica da contatto), DA (Dermatite Atopica) o vulvodinia.

I parabeni hanno infatti caratteristiche che riescono ad affievolire la sintomatologia vulvare in quanto:

  • sono leggeri e non danno la stessa sensazione di untuosità dei grassi vegetali

  • conferiscono un'impareggiabile tocco setoso sulla pelle

  • sono resistenti al calore e all'ossidazione

  • non forniscono terreno di coltura per i batteri

  • abbattono la schiuma, ovvero evitano il formarsi della scia bianca mentre si spalma una crema, anche in percentuali molto basse

  • non provocano allergie come le sostanze naturali

  • non penetrano all'interno della pelle creando uno strato tra ambiente esterno e derma

  • sono idrorepellenti.

...E scusate se è poco!! E' esattamente ciò di cui una mucosa sofferente ha bisogno: lubrificazione, irritabilità nulla e barriera protettiva contro germi, sudore, urina e sostanze irritanti.

Invece i parabeni vengono condannati a prescindere, a favore di tutto ciò che ha origine vegetale, non considerando però che i maggiori allergeni e sensibilizzanti provengono proprio dalla natura e non dalla chimica. Basti pensare alle persone allergiche che si conoscono: a quante sostanze naturali sono allergiche? Moltissime. A quante sostanze di sintesi sono allergiche? Forse a nessuna.

Le sostanze naturali si dimostrano le più aggressive e sensibilizzanti già dalle prime applicazioni e soprattutto in caso di mucosa genitale danneggiata. Questo perché ogni sostanza naturale contiene decine (se non centinaia) di elementi e questa quantità/varietà aumenta statisticamente la probabilità che una mucosa delicata possa non sopportare quel componente. Pertanto (e purtroppo) più un prodotto locale contiene sostanze naturali, più sarà potenzialmente sensibilizzante per le mucose. Più sarà “biodizionariamente” verde e più sarà potenzialmente irritante.

Approfondimento:
Consigli comportamentali in caso di fragilità vulvare

In sintesi (ma neanche troppa) va benissimo salvaguardare la fauna ittica, ed io son la prima a volere il bene di quegli innocenti pesciolini, ma per salvare loro non dobbiamo danneggiare noi stessi. Abbiamo tanti altri mezzi a disposizione per sostenere la loro sopravvivenza. Per esempio riduciamo (o sostituiamo con quelli bio) tutti quei prodotti che vengono eliminati direttamente nelle fogne insieme all'acqua di scarico e, volere o volare, al mare arrivano, come i detersivi per le stoviglie e per le pulizie domestiche, gli shampoo e i bagnoschiuma. Ma se abbiamo bisogno di un prodotto che ci protegga le mucose dagli attacchi esterni (da parte di germi, acidi, sangue, sperma, urina, caldo, freddo, sudore, ecc) non rinunciamo ai parabeni, che restano sulla nostra vulva e ai pesci non potranno mai arrivare. Zago stesso nel suo forum dichiara “Per il momento mi limito a ripetere (per la duecentesima volta) che è meglio un po' di conservante che farsi la doccia con i batteri.” (http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=2&t=35870&sid=bdc523e86f94da2ffa89f7aeaba31b3c#p288040)

Usate il buon senso e non prendete per assioma ogni dato che vi viene inculcato dagli affabulatori del web. Non assecondate le richieste di un mercato impecorito dal terrore ingiustificato da pallino rosso. Quel che vi chiedo è di informarvi obiettivamente prima di prendere posizioni, su qualsiasi argomento, che siano i parabeni, il terrorismo islamico o la farina di Kamut® (esempi non casuali).

Mettete in dubbio anche quel che vi sto dicendo io e approfondite anche queste mie righe. Un buon punto di partenza è questo articolo nei cui commenti si confrontano in maniera civile, competente ed obiettiva vari chimici affermati (tra cui anche Zago) e poi traete le vostre conclusioni. http://blog.iodonna.it/a-fior-di-pelle/2012/07/18/ecocosmesi-e-le-bufale-e-bufalotte-di-internet-quando-la-scienza-langue-e-le-balle-trionfano/.

Non dimenticate che dietro le etichette “naturale”, “bio” ed “eco”si nasconde un business sempre più remunerativo e che gli interessi coinvolti sono così elevati da far passare come verde un prodotto che di verde ha solo l'inchiostro con cui è scritta l'etichetta. Un INCI verde non vi tutela da nulla. La definizione “naturale” non è una garanzia.

Lo sapete che se viene usato un conservante naturale (anche se estremamente irritante) la legge prevede che sulla confezione si possa scrivere "senza conservanti"? Il Caprifoglio Giapponese (Lonifera Japonica) viene utilizzato come conservante “naturale” nei prodotti con dicitura “Senza conservanti”. Peccato che al suo interno sono presenti “naturalmente” 5 parabeni  che ovviamente non vengono dichiarati in etichetta. E questo è solo un esempio.

Lo sapete che i parabeni presenti nei cosmetici in percentuali al di sotto di una certa soglia possono non essere dichiarati in etichetta in quanto la legge ammette "l'involontarietà" della loro presenza?

Lo sapete che la scritta “ipoallergenico” è un termine soggettivo non sostenuto da valori ben delineati, prove scientifiche o statistiche e quindi non è affidabile?

Lo sapete che non esiste una legge che stabilisca quantità e qualità degli ingredienti naturali perché un cosmetico possa definirsi "naturale" e tutto è lasciato, senza controllo alcuno, all'onestà e alla trasparenza dei produttori?

Lo sapete che la dichiarazione “Cruelty free” è una qualità che hanno tutti i cosmetici commercializzati nell’Unione Europea? Chi lo dichiara sfrutta l'ignoranza del consumatore: tutti i cosmetici non sono testati su animali, mentre praticamente tutti gli ingredienti cosmetici sono stati testati su animali e chi vanta l'etichetta “Cruelty free”, comunque ha sfruttato informazioni su sicurezza ed efficacia dei componenti, acquisite da test su animali fatti in passato.

Lo sapete che la dichiarazione NICKEL FREE è fuorviante ed ingannevole in quanto è impossibile dimostrare che un prodotto sia totalmente privo di Nickel? La sensibilità di chi è allergico potrebbe anche essere superiore alla sensibilità della strumentazione analitica. Più corretta la dicitura NICKEL TESTED.

Lo sapete che le dizioni “senza profumo” o “non profumato” non indicano l'assenza di sostanze profumanti, ma solo l'assenza di profumazione percettibile al nostro olfatto?

...Ora lo sapete.

ATTENZIONE! Cistite.info propone contenuti a solo scopo informativo e divulgativo. Spiegando le patologie uro-genitali in modo comprensibile a tutti, con attenzione e rigore, in accordo con le conoscenze attuali, validate e riconosciute ufficialmente.
Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.