Cos'è la CI o PBS?
La cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale (Painful Bladder Syndrome o PBS) è una sindrome cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (strato di GAG e cellule ad ombrello), che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo: doloroso, acido, tattile, termico, alimentare, infettivo, ecc.
Questa distruzione non è dovuta ad infezioni batteriche.
La cistite interstiziale e la sindrome del dolore vescicale vengono spesso associate in quanto presentano la stessa causa scatenante, sintomatologia simile e simile trattamento, ma molti autori le considerano come due diverse patologie.
Nella classica CI la parete vescicale può presentare punti sanguinanti (glomerulations) e nel 10% di pazienti può anche vere e proprie lesioni (ulcere di Hunner). Nella PBS vi è un assottigliamento della parete vescicale, ma senza lesioni.
La sintomatologia è simile.
I sintomi
La cistite interstiziale e la sindrome del dolore vescicale sono caratterizzate da: elevata frequenza minzionale (intervalli medi di 30 minuti), urgenza (percepita come dolorosa, a comparsa improvvisa, che non può più essere rinviata), dolore sovrapubico (percepito come un senso di pressione, a volte come un vero e proprio dolore, che aumenta col riempimento vescicale e diminuisce con lo svuotamento), capacità vescicale molto limitata (50-55 ml), nicturia (8-10 minzioni notturne).
L'uomo può accusare anche sintomi come dolore allo scroto, al perineo e durante l'eiaculazione.
La sintomatologia tende ad aggravarsi in fase premestruale, in concomitanza all'assunzione di alimenti acidi, in correlazione alla concentrazione urinaria, all'attività fisica o alla prolungata posizione seduta.
“Non reggo molto.... la mia vescica si riempie subito e sento la pesantezza al basso ventre che sparisce come urino e poi mi lascia in pace per un’oretta…se bevo molto inizio a sentire il disturbo anche prima….La mia vescica ha un massimo di 250 quanto trattengo a un minimo di 90-100....la media è di 180cc circa..."
Sarissimap » 23 ott 2012 (Cistite.info)
Spesso nei Pazienti affetti da PBS/CI sono presenti disturbi e sindromi dolorose relativi ad altri apparati: contrattura muscolare pelvica, ciclo mestruale doloroso e invalidante, dispareunia, vulvodinia, allergie, Lupus eritematoso sistemico, sindrome dell'intestino irritabile, fibromialgia, sindrome da stanchezza cronica, mal di schiena, cefalee, disturbo temporo-mandibolare, endometriosi, sindrome della defecazione ostruita, cisti di Tarlov, sindrome di Sjogren, tiroidite di Hashimoto.
A causa di questi sintomi diminuisce la qualità di vita di chi ne è affetto; infatti molte donne lamentano diminuzione dell'energia, del numero di attività quotidiane effettuate, ritiro sociale, difficoltà nelle relazioni di coppia, alterazione dell'umore fino alla depressione e, in casi più rari, all'allettamento totale.
“Incoraggiatemi, ora che ho finito di scrivere mi sembra di non avere reso l'idea di quello che ho passato e passo .........Si può arrivare ad avere paura che suoni il citofono e non essere in grado di andare a rispondere, ho un pannolone ormai da anni, non posso più viaggiare in treno o bus, riesco a sedermi solo sopra a dei cuscini.”
31stAB12 , 08 12- 2015 (cistite.info)
Chi colpisce?
La cistite interstiziale colpisce tra i 10 e i 510 casi ogni 100.000 abitanti. La cifra così variabile dipende dal fatto che si tratti di CI (più rara) o di PBS (più comune).
Colpisce prevalentemente giovani donne in età fertile (gli uomini rappresentano solo il 10%).
E' classificata come malattia rara e ciò fa sì che i malati di CI, dopo aver ottenuto la diagnosi, abbiano diritto a servizi sanitari completamente gratuiti per monitorare e curare la malattia e prevenirne il peggioramento.
Approfondimento: Epidemiologia della cistite interstiziale
Le cause
Le ipotesi più accreditate sono 4.
Disfunzione epiteliale. Per cause ancora poco chiare la parete vescicale (urotelio) perde progressivamente i suoi GAG (cellule di rivestimento protettive) diventando più sensibile alle sostanze irritanti contenute nell'urina e a qualsiasi stimolo anche non doloroso.
Iperattivazione mastocitaria. Vi è una eccessiva risposta dei mastociti, cellule infiammatorie presenti nell'urotelio, che provocano vasodilatazione, richiamo di altre cellule infiammatorie, contrazioni della muscolatura, e alterazione neurologica.
Infiammazione neurogena. L'infiammazione protratta spostano l'origine del dolore dal tessuto vescicale a livelli neurologici sempre più profondi e centrali: il dolore e l'infiammazione non sono più causati da danni locali, ma dalla neuropatia.
Contrattura del pavimento pelvico. Uretra, vagina, intestino e nervo pudendo sono inseriti nella muscolatura pubo-coccigea. Questa contrattura pelvica compromette la funzionalità di questi organi in quanto ricevono meno sangue, ossigeno e sostanze nutritive.
Questi 4 fattori eziologici si influenzano reciprocamente ed uno diventa causa e conseguenza dell'altro instaurando un circolo vizioso sempre più complesso indipendente dalla causa che ha scatenato il tutto.
Approfondimento: Eziologia della cistite interstiziale
Diagnosi
A causa dei sintomi simili a malattie infettive urologiche o ginecologiche la diagnosi di CI/PBS di solito arriva dopo svariate visite specialistiche, esami invasivi e diagnosi di psicosomatizzazione.
Purtroppo la media di attesa tra i primi sintomi e la diagnosi di CI è di 5/7 anni dopo aver consultato una media di 4/5 specialisti tra urologi e ginecologi.
La diagnosi di CI viene effettuata attraverso la cistoscopia in idrodistensione. Consiste nella visione delle pareti vescicali attraverso cistoscopio, previa dilatazione della vescica tramite riempimento con acqua fisiologica, per evidenziare meglio eventuali ulcere di Hunner e glomerulation.
Viene effettuata in anestesia totale.
La diagnosi si può inoltre avvalere del test di Parson (o test del potassio), che consiste nell'instillazione di potassio in vescica. Se c'è un deficit di GAG il potassio riesce a passare nello strato interstiziale sottostante provocando forte irritazione e dolore.
Da poco la diagnosi di PBS/CI può essere effettuata esclusivamente sulla base di sintomi urinari caratteristici e sull'esclusione di patologie dalla sintomatologia simile.
Approfondimento: La diagnosi di cistite interstiziale
La cura
Secondo le raccomandazioni del SIU (società Italiana di Urologia), ci sono cinque livelli di intervento terapeutico. In prima linea ci sono le cure e le strategie terapeutiche meno invasive e prive di effetti collaterali. Man mano che i livelli aumentano, aumentano anche l'invasività terapeutica ed i rischi connessi.
Ogni livello successivo al primo andrebbe proposto solo qualora quello precedente non avesse prodotto risultati apprezzabili.
Terapia di prima linea
- Educazione sanitaria (conoscenza dell'anatomia e fisiologia vescicale, spiegazione della malattia e delle sue opzioni terapeutiche)
- Modifica dei comportamenti che possono provocare i sintomi (gestione dello stress, sport, dieta, educazione vescicale)
- Eliminazione delle patologie concomitanti: candida, cistite e infezioni vulvo-vaginali, colon irritabile, stpsi, collagenopatie, ecc. Poiché gli antibiotici non hanno dimostrato effetti risolutivi, puoi provare a combattere le infezioni urinarie e genitali col D-mannosio ed il nostro Protocollo Miriam.
Terapia di seconda linea
- Terapia fisica per rilassare la muscolatura pelvica
- Terapia orale con GAG, neuromodulatori, miorilassanti, antistaminici
- Terapia elettrica antalgina e miorilassante (TENS, SEF)
- Stimolazione del nervo tibiale (agopuntura e SANS)
- Idrodistensione vescicale
- Folgorazione delle ulcere di Hunner
Terapia di terza linea
Terapia di quarta linea
- Infiltrazioni vescicali
- Neuromodulazione sacrale
- Ossigenoterapia iperbarica
- Somministrazione orale di Ciclosporina (immunosoppressore piuttosto efficace sulla CI/PBS, ma dai numerosi effetti collaterali)
Terapia di quinta linea
- Chirurgia della vescica con cistoplastica di sostituzione o diversione urinaria con o senza cistectomia (solo in pazienti ultraselezionate e quando qualsiasi altra terapia sia risultata fallimentare nel controllo dei sintomi e nel mantenimento di una minima sostenibile qualità di vita).
La terapia della cistite interstiziale attualmente è solo sintomatica e non risolutiva, soprattutto se la diagnosi viene fatta con molto ritardo. Si è visto infatti che minore è la durata della patologia e maggiori sono i risultati terapeutici.
Tuttavia, benchè la CI sia una malattia cronica, sono possibili miglioramenti spontanei o remissioni della sintomatologia.
E' importante sapere che le terapie possono non dare risultati immediati; di solito i primi benefici si apprezzano solo dopo alcuni mesi. Inoltre la risposta alla terapia è del tutto soggettiva: ciò che è efficace per un soggetto potrebbe non esserlo per l'altro. Per questo è molto raro che il primo trattamento riesca ad essere efficace sul paziente; più facile che prima di ottenere un miglioramento apprezzabile debbano essere tentate diverse strade modulate a seconda dei risultati ottenuti. Questo perché la PBS/CI è provocata da differenti fattori che agiscono simultaneamente e sui quali bisognerà agire contemporaneamente con terapie multiple.
Anche in corso di terapia, la malattia può avere riacutizzazioni. Normale quindi l'alternanza di periodi di benessere a momenti di peggioramento.
Approfondimento: La terapia della cistite interstiziale
La cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale (Painful Bladder Syndrome o PBS) è una sindrome cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (strato di GAG e cellule ad ombrello), che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo doloroso, acido, tattile, termico, alimentare, infettivo, ecc.
Questa distruzione non è dovuta ad infezioni batteriche.
La cistite interstiziale e la sindrome del dolore vescicale vengono spesso associate in quanto presentano la stessa causa scatenante, sintomatologia simile e simile trattamento, ma molti autori le considerano come due diverse patologie.
Nella classica CI la parete vescicale può presentare punti sanguinanti (glomerulations) e nel 10% di pazienti può anche vere e proprie lesioni (ulcere di Hunner). Nella PBS vi è un assottigliamento della parete vescicale, ma senza lesioni. La sintomatologia è simile.
- Sintomi Cistite Interstiziale
- Chi colpisce
- Cause Cistite Interstiziale
- Diagnosi Cistite Interstiziale
- Cura Cistite Interstiziale
Sintomi della cistite interstiziale
Quali sono i sintomi della cistite interstiziale?
La cistite interstiziale e la sindrome del dolore vescicale sono caratterizzate da:
- elevata frequenza minzionale (intervalli medi di 30 minuti)
- urgenza (percepita come dolorosa, a comparsa improvvisa, che non può più essere rinviata)
- dolore sovrapubico (percepito come un senso di pressione, a volte come un vero e proprio dolore, che aumenta col riempimento vescicale e diminuisce con lo svuotamento)
- capacità vescicale molto limitata (50-55 ml)
- nicturia (8-10 minzioni notturne).
L'uomo può accusare anche sintomi come dolore allo scroto, al perineo e durante l'eiaculazione.
La sintomatologia tende ad aggravarsi in fase premestruale, in concomitanza all'assunzione di alimenti acidi, in correlazione alla concentrazione urinaria, all'attività fisica o alla prolungata posizione seduta.
Spesso nei Pazienti affetti da cistite interstiziale sono presenti disturbi e sindromi dolorose relative ad altri apparati:
- Contrattura muscolare pelvica
- Ciclo mestruale doloroso e invalidante
- Dispareunia
- Vulvodinia
- Allergie
- Lupus eritematoso sistemico
- Sindrome dell'intestino irritabile
- Fibromialgia
- Sindrome da stanchezza cronica e mal di schiena
- Cefalee
- Disturbo temporo-mandibolare
- Endometriosi
- Sindrome della defecazione ostruita
- Cisti di Tarlov
- Sindrome di Sjogren
- Tiroidite di Hashimoto.
A causa di questi sintomi diminuisce la qualità di vita di chi ne è affetto; infatti molte donne lamentano diminuzione dell'energia, del numero di attività quotidiane effettuate, ritiro sociale, difficoltà nelle relazioni di coppia, alterazione dell'umore fino alla depressione e, in casi più rari, all'allettamento totale.
“Incoraggiatemi, ora che ho finito di scrivere mi sembra di non avere reso l'idea di quello che ho passato e passo .........Si può arrivare ad avere paura che suoni il citofono e non essere in grado di andare a rispondere, ho un pannolone ormai da anni, non posso più viaggiare in treno o bus, riesco a sedermi solo sopra a dei cuscini.”
31stAB12 , 08 12- 2015 (cistite.info)
“Non reggo molto.... la mia vescica si riempie subito e sento la pesantezza al basso ventre che sparisce come urino e poi mi lascia in pace per un’oretta…se bevo molto inizio a sentire il disturbo anche prima….La mia vescica ha un massimo di 250 quanto trattengo a un minimo di 90-100....la media è di 180cc circa..."
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Diffusione della cistite interstiziale
Chi colpisce la cistite interstiziale?
La cistite interstiziale colpisce tra i 10 e i 510 casi ogni 100.000 abitanti. La cifra così variabile dipende dal fatto che si tratti di CI (più rara) o di PBS (più comune).
Colpisce prevalentemente giovani donne in età fertile (gli uomini rappresentano solo il 10%).
E' classificata come malattia rara e ciò fa sì che i malati di CI, dopo aver ottenuto la diagnosi, abbiano diritto a servizi sanitari completamente gratuiti per monitorare e curare la malattia e prevenirne il peggioramento.
Approfondimento: Epidemiologia della cistite interstiziale
Cause della cistite interstiziale
Quali sono le cause principali della cistite interstiziale?
Le cause principali della cistite interstiziale sono:
- Disfunzione epiteliale Per cause ancora poco chiare la parete vescicale (urotelio) perde progressivamente i suoi GAG (cellule di rivestimento protettive) diventando più sensibile alle sostanze irritanti contenute nell'urina e a qualsiasi stimolo anche non doloroso.
- Iperattivazione mastocitaria. Vi è una eccessiva risposta dei mastociti, cellule infiammatorie presenti nell'urotelio, che provocano vasodilatazione, richiamo di altre cellule infiammatorie, contrazioni della muscolatura, e alterazione neurologica.
- Infiammazione neurogena. L'infiammazione protratta spostano l'origine del dolore dal tessuto vescicale a livelli neurologici sempre più profondi e centrali: il dolore e l'infiammazione non sono più causati da danni locali, ma dalla neuropatia.
- Contrattura del pavimento pelvico. Uretra, vagina, intestino e nervo pudendo sono inseriti nella muscolatura pubo-coccigea. Questa contrattura pelvica compromette la funzionalità di questi organi in quanto ricevono meno sangue, ossigeno e sostanze nutritive.
Questi fattori si influenzano reciprocamente ed uno diventa causa e conseguenza dell'altro, instaurando un circolo vizioso sempre più complesso, indipendente dalla causa che ha scatenato il tutto.
Approfondimento: Cause della cistite interstiziale
Diagnosi della cistite interstiziale
Come diagnosticare la cistite interstiziale
La diagnosi di cistite interstiziale viene effettuata attraverso la cistoscopia in idrodistensione. Questo esame, effettuato solitamente in anestesia totale, consiste nella visione delle pareti vescicali attraverso cistoscopio, previa dilatazione della vescica tramite riempimento con acqua fisiologica, per evidenziare meglio eventuali ulcere di Hunner e glomerulation.
La diagnosi si può inoltre avvalere del test di Parson (o test del potassio), che consiste nell'instillazione di potassio in vescica. Se c'è un deficit di GAG, il potassio riesce a passare nello strato interstiziale sottostante provocando forte irritazione e dolore.
Da poco la diagnosi di cistite interstiziale può essere effettuata esclusivamente sulla base di sintomi urinari caratteristici e sull'esclusione di patologie dalla sintomatologia simile.
A causa dei sintomi simili ad altre malattie infettive urologiche o ginecologiche, la diagnosi di cistite interstiziale arriva di solito dopo svariate visite specialistiche, esami invasivi e diagnosi di psicosomatizzazione.
Purtroppo la media di attesa tra i primi sintomi e la diagnosi di è di 5/7 anni dopo aver consultato una media di 4/5 specialisti tra urologi e ginecologi.
Approfondimento: La diagnosi di cistite interstiziale
Cura della cistite interstiziale
Come si cura la cistite interstiziale?
Secondo le raccomandazioni del SIU (società Italiana di Urologia), ci sono cinque livelli di intervento terapeutico. In prima linea ci sono le cure e le strategie terapeutiche meno invasive e prive di effetti collaterali. Man mano che i livelli aumentano, aumentano anche l'invasività terapeutica ed i rischi connessi.
Ogni livello successivo al primo andrebbe proposto solo qualora quello precedente non avesse prodotto risultati apprezzabili.
Terapia di prima linea
- Educazione sanitaria (conoscenza dell'anatomia e fisiologia vescicale, spiegazione della malattia e delle sue opzioni terapeutiche)
- Modifica dei comportamenti che possono provocare i sintomi (gestione dello stress, sport, dieta, educazione vescicale)
- Eliminazione delle patologie concomitanti: candida, cistite e infezioni vulvo-vaginali, colon irritabile, stpsi, collagenopatie, ecc. Poiché gli antibiotici non hanno dimostrato effetti risolutivi, puoi provare a combattere le infezioni urinarie e genitali col D-mannosio ed il nostro Protocollo Miriam.
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Terapia di seconda linea
- Terapia fisica per rilassare la muscolatura pelvica
- Terapia orale con GAG, neuromodulatori, miorilassanti, antistaminici
- Terapia elettrica antalgina e miorilassante (TENS, SEF)
- Stimolazione del nervo tibiale (agopuntura e SANS)
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Terapia di terza linea
Terapia di quarta linea
- Infiltrazioni vescicali
- Neuromodulazione sacrale
- Ossigenoterapia iperbarica
- Somministrazione orale di Ciclosporina (immunosoppressore piuttosto efficace sulla CI/PBS, ma dai numerosi effetti collaterali)
Terapia di quinta linea
- Chirurgia della vescica con cistoplastica di sostituzione o diversione urinaria con o senza cistectomia (solo in pazienti ultraselezionate e quando qualsiasi altra terapia sia risultata fallimentare nel controllo dei sintomi e nel mantenimento di una minima sostenibile qualità di vita).
La terapia della cistite interstiziale attualmente è solo sintomatica e non risolutiva, soprattutto se la diagnosi viene fatta con molto ritardo. Si è visto infatti che minore è la durata della patologia e maggiori sono i risultati terapeutici. Tuttavia, benchè la cistite interstiziale sia una malattia cronica, sono possibili miglioramenti o remissioni della sintomatologia.
E' importante sapere che le terapie possono non dare risultati immediati; di solito i primi benefici si apprezzano solo dopo alcuni mesi. Inoltre la risposta alla terapia è del tutto soggettiva: ciò che è efficace per un soggetto potrebbe non esserlo per l'altro. Per questo è molto raro che il primo trattamento riesca ad essere efficace sul paziente; più facile che prima di ottenere un miglioramento apprezzabile debbano essere tentate diverse strade modulate a seconda dei risultati ottenuti. Questo perché la PBS/CI è provocata da differenti fattori che agiscono simultaneamente e sui quali bisognerà agire contemporaneamente con terapie multiple.
Anche in corso di terapia, la malattia può avere riacutizzazioni. Normale quindi l'alternanza di periodi di benessere a momenti di peggioramento.
Approfondimento: La terapia della cistite interstiziale
Bibliografia
- “Comparison of Two Diets for the Prevention of Recurrent Stones in Idiopathic Hypercalciuria” L. Borghi, T. Schianchi, A. Guerra, F. Allegri, U. Maggiore, A. Novarini, da New England Journal of Medicine, Volume 346:77-84 10 gennaio 2002, Number 2
- “La calcolosi renale ed il dilemma della dieta. Falsi miti e ragionevoli certezze” P. Piana , pubblicato il 21/15/2012 su www.medicitalia.it
- “Gli oligoelementi. Catalizzatori della nostra salute” F. Deville, Ed. Mediterranee, 2003
- “Cistalgia nella donna oggi. Inquadramento clinico-diagnostico” Tavola Rotonda Urologia / Vol. 75 no. 2, S-10 2008/ pp. S9-16 S. Fornia, S. Meli, M. Larosa, F. Natale, S. Ferretti Wichtig Editore, 2008
- “Cistite interstiziale : epidemiologia e presentazione clinica” Parsons CL Division of Urology, UCSD Medical Center, San Diego, Usa
Clinical Obstetrics and Gynecology 2002 Mar;45(1):233-41 - “Diagnosi della cistite interstiziale : attuali approcci alla diagnosi” Chai TC. Department of Urology, University of Maryland School of Medicine, Baltimore, Maryland Usa
Clinical Obstetrics and Gynecology 2002 Mar;45(1):233-41 - "Cistite interstiziale : patofisiologia e trattamento" Moldwin RM, Sant GR. Department of Urology, Long Island Jewish Medical Center, New Hyde Park, New York, USA
Clinical Obstetrics and Gynecology 2002 Mar;45(1):233-41 - IC/BPS: still “a hole in the air” or a complex general syndrome?”, Daniele Porru e Mario Cervigni, Lambert Academic Publishing 2012
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La cistite interstiziale (CI) /sindrome del dolore vescicale (PBS) è una sindrome cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica, che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo provocando elevata frequenza minzionale, urgenza, dolore sovrapubico, capacità vescicale molto limitata, nicturia.
- Cause
- Disfunzione epiteliale
- Iperattivazione mastocitaria
- Infiammazione neurogena
- Contrattura del pavimento pelvico
Cause
Fino a poco tempo fa gli urologi (ma tuttora qualche urologo continua a farlo) attribuivano alla leucoplachia del trigono una possibile causa della sintomatologia, vista la frequenza con cui veniva riscontrata questa alterazione nei reperti cistoscopici e vista l'incapacità di trovare altre cause visibili che potessero giustificare i disturbi. Questo errore ha portato a molte resezioni della lesione leucoplasica compromettendo in molti casi ulteriormente lo stato della vescica e peggiorando la sintomatologia.
Si attribuiva la causa scatenante anche ad un problema autoimmune, ma studi e ricerche hanno smentito anche questo fattore eziologico.
Oggi c'è molta più chiarezza sulle cause della CI, sebbene non siano ancora del tutto comprese e non ci sia un totale accordo. Le ipotesi più accreditate sono:
- disfunzione epiteliale
- iperattivazione mastocitaria
- infiammazione neurogena
- contrattura del pavimento pelvico.
Non si sa quale di questi 4 fattori eziologici provochi la PBS/CI o se è il sinergismo di più fattori a causarla. Certo è che si influenzano reciprocamente ed uno diventa causa e conseguenza dell'altro.
Non è neanche chiaro se siano effettivamente la causa primaria, o piuttosto siano esse stesse conseguenza di altre patologie o disfunzioni. Per esempio in alcuni casi la PBS/CI si è instaurata dopo anni di infezioni batteriche croniche con urinocolture positive nei primi anni e negativizzate negli anni successivi, nonostante la persistenza dei sintomi. In altri casi invece la PBS/CI è insorta senza infezioni urinarie precedenti.
Natale, Antomarchi, Lo Voi e Cervigni scrivono:
“Le condizioni iniziali in grado scatenare la CI comprenderebbero: disturbi di svuotamento vescicale, alterazioni del pavimento pelvico, infezioni delle vie urinarie, condizioni di spasticità uretrale, alterazioni della parete vescicale che sarebbe maggiormente permeabile ai soluti urinari. Tutte queste condizioni innescherebbero un complesso processo infiammatorio, responsabile della sindrome.” A questi fattori prettamente urologici io aggiungerei altri fattori quali per esempio: l'assunzione continua di sostanze tossiche quali gli antibiotici, alterazioni neurologiche, trattamenti chirurgici uro-genitali."
L'origine della patologia è quindi multifattoriale e questi fattori scatenanti diventano essi stessi conseguenza della patologia instaurando un circolo vizioso sempre più complesso e sempre più grave in cui dolore e infiammazione si autoalimentano indipendentemente dalla causa iniziale che li ha originati.
“sospetto C.I. perchè potrebbe iniziare cosi..Io ho sofferto di cistiti ..me ne venivamo 1 all'anno circa..ma risolte sempre con un MONURIL..quest anno ancora non se n era presentata alcuna...è iniziato tutto con la vestibolite ( forse stimolata da un intervento di conizzazione fatta a giugno con esito displasia lieve.”
Sarissimap » 23 ott 2012 (Cistite.info)
Disfunzione epiteliale
Disfunzione epiteliale. La vescica è composta da più strati: quello più interno, detto urotelio, è composto da GAG, ovvero cellule che formano uno strato impermeabile all'urina, in modo che questa non possa aggredire con la sua acidità e con le sue sostanze tossiche di scarto gli strati più deboli sottostanti. A causa dell'irritazione costante l'urotelio perde progressivamente i suoi GAG e diventa permeabile all'urina. Le cellule stesse diventano maggiormente permeabili ad alcune sostanze, quali il potassio, che incrementa l'attività del sistema nervoso e lo manda in tilt alterando i segnali nervosi trasportati. Tutto ciò genera la sintomatologia tipica della CI: dolore, urgenza, frequenza.
Approfondimento: lo strato di GAG
Iperattivazione mastocitaria
Per una serie di cause immunologiche, chimiche o meccaniche i mastociti (mediatori dell'infiammazione presenti nell'urotelio) scaricano il contenuto delle loro vescicole nel tessuto (degranulazione). Queste sostanze che vengono rilasciate (istamina, sostanza P, NGF e leucotrieni) provocano iperemia, vasodilatazione, richiamo di altre cellule infiammatorie, contrazioni della muscolatura liscia, e alterazione nervosa.
Approfondimento: Iperattivazione mastocitaria
Infiammazione neurogena
L'irritazione protratta e la continua liberazione di istamina, NGF e sostanza P spostano l'origine dell'infiammazione e del dolore dalla sede vescicale (dove sono coinvolte le fibre nervose di tipo A) a livelli sempre più profondi e centrali (coinvolgendo le fibre di tipo C): il dolore e l'infiammazione non sono più causati da danni locali, ma da un corto circuito nelle connessioni tra le fibre nervose C, trasformando la fonte del disturbo da vescicale a neurogena, fino all'instaurarsi del quadro tipico del dolore e dell'infiammazione cronici neuropatici (allodinia, iperalgia, ecc.)
Approfondimento: Infiammazione neurogena
Contrattura del pavimento pelvico
Uretra, vagina, intestino e nervo pudendo sono inseriti nella muscolatura pubo-coccigea. La contrattura di questo muscolo compromette la funzionalità di questi organi in quanto ricevono meno sangue, ossigeno e sostanze nutritive. Nervi, tessuti, vasi sanguigni e linfatici saranno sempre più sofferenti. Dolore ed infiammazione aumenteranno ulteriormente la contrattura del pavimento pelvico peggiorando la sintomatologia e facendo insorgere o peggiorare problematiche quali dispareunia, vulvodinia, stipsi.
Approfondimento: La contrattura del pavimento pelvico
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La cistite interstiziale (CI) /sindrome del dolore vescicale (PBS) è una sindrome cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (urotelio), che provoca elevata frequenza minzionale, urgenza, dolore sovrapubico, capacità vescicale molto limitata, nicturia.
La CI/PBS colpisce tra i 10 e i 510 casi ogni 100.000 abitanti La cifra così variabile dipende dal fatto che si tratti di CI (più rara) o di PBS (più comune). Colpisce prevalentemente donne in età fertile (gli uomini rappresentano solo il 10%).
La PBS/CI è definita “malattia rara”. In quanto tale i malati di PBS/CI, dopo aver ottenuto la diagnosi, hanno diritto a servizi sanitari completamente gratuiti per monitorare e curare la malattia e prevenirne il peggioramento. Questo approccio legislativo è significativo per la BPS/CI in Italia non solo perché fornisce assistenza (e permette anche a chi non ha un reddito elevato di curarsi), ma anche perché i Pazienti si vedono finalmente riconosciuta una patologia fisica reale davanti alla famiglia, agli amici, ai colleghi, ai medici che li hanno sempre considerati soggetti psicosomatizzanti.
Si ritiene che l'incidenza sia sottostimata per vari motivi:
- la difficoltà diagnostica e la mancanza di un metodo standardizzato per porne diagnosi impediscono l'individuazione di tutti i casi effettivi;
- l'invasività e la molteplicità degli esami ai quali il Paziente deve sottoporsi per arrivare ad una diagnosi induce i pazienti a rinunciarci limitando la scoperta di nuovi casi;
- la paura di avere una CI allontana volontariamente molte donne da tutti gli esami che potrebbero confermarla. Il non sapere di avere la PBS/CI però non equivale al non averla, ne' tanto meno ne diminuisce i sintomi. Pertanto fatti coraggio e affronta gli esami perché prima arrivi alla diagnosi, minori saranno i danni e migliore l'efficacia terapeutica.
Convenzioni per i soci
Tuttavia negli ultimi anni stiamo assistendo ad un inversione di marcia. Infatti i forti interessi economici che si sono creati attorno alla malattia e la diffusione in campo urologico e ginecologico delle informazioni sulla PBS/CI, ma senza opportuno approfondimento, fa sì che i medici meno aggiornati mettano nel calderone della PBS/CI tutti quei casi che presentano esami colturali negativi e che riescono a giustificare solo con tale diagnosi, quando in realtà si tratta di patologie su cui si dovrebbe basare la diagnosi di esclusione. Le conseguenze sono: da una parte l'abuso diagnostico di PBS/CI (davanti ad una sintomatologia urologica in assenza di batteri oggi è facile uscire dallo studio medico con un sospetto di CI e con la prescrizione di una cistoscopia in idrodistensione senza un corretto iter diagnostico d'esclusione) e dall'altra la diffusione del terrore e della convinzione di essere affetti da CI/PBS, pur in assenza delle caratteristiche sintomatologiche necessarie alla formulazione di una tale diagnosi.
“Si avete ragione, voi non sapete quanta carica positiva mi avete dato. Io prima di leggervi ero convinta, e mi avevano messo in testa che avevo la cistite interstiziale, quindi non ti dico i sintomi gli sentivo amplificati di 10 volte. Poi un giorno ho iniziato a leggervi e sono rinata.. Grazie grazie”
Sere1 04-07-2015 (Cistite.info)
“Buonasera ragazze!intanto ho iniziato a fare la respirazione in modo più rilassato..per il resto non va affatto bene..il peso dopo aver urinato..il bruciore uretrale soprattutto se ho poca pipi da fare...prendo tutti gli accorgimenti ma non cambia nulla..gli stick a giorni alterni hanno tantissimi leucociti (all'istante color melanzana)..non si negativizzano mai..il ph alle volte a 5 nonostante il bicarbonato..
Inizio ad andare nel pallone..ho tanta paura delle cistite interstiziale..anche se razionalmente non dovrebbe essere possibile.”
Laguna 04/08/2015 (Cistite.info)
“Sono appena stata a fare il tampone, ci stava un giovane ginecologo molto spavaldo che ad un'occhiata mi ha subito detto che si tratta di candida e voleva propinarmi una bella terapia antimicotica x2! Io aspetto ovviamente il tampone per vedere effettivamente cosa ci sta...non vi dico neanche quando gli ho dovuto spiegare che soffrivo di vestibolodinia...non ne sapeva proprio niente e anzi ha pensato bene di dirmi che poteva essere cistite interstiziale”
Gio333 » sab ago 01, 2015
“Fatta la visita con il dottor Pesce che come avete detto tutte voi è davvero gentile e accurato. Mi ha tranquillizzato sulla cistite interstiziale (che pensavo di avere) e mi ha spiegato che soffro di dolore pelvico cronico, ho i muscoli molto contratti e questo ha probabilmente infiammato tutti i nervi.”
Keira 12/08/2015 (Cistite.info)
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale (PBS) è una malattia cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (strato di GAG), che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo provocando sintomi quali: elevata frequenza minzionale, urgenza, dolore sovrapubico, capacità vescicale molto limitata, nicturia.
Una corretta diagnosi infatti di solito arriva dopo svariate visite specialistiche, esami invasivi e diagnosi di psicosomatizzazione.
- Il ritardo diagnostico
- Cistoscopia in idrodistensione
- Risonanza magnetica
- Diagnosi differenziale
- Test di Parson
- Proteina APF
Il ritardo diagnostico
A causa dei sintomi simili a malattie infettive ginecologiche o urologiche, la PBS/CI spesso è trattata con inutili antibiotici per lunghi anni, anche di fronte all'evidenza di esami colturali negativi.
Ciao!
Ho 63 anni e sono ammalata da 31. Ho cominciato con i primi disturbi infatti nel 1984. (...) Nessuno mi consiglia un urologo fino al 1992, (...) Eseguo cistoscopia, urodinamico, urografia, cistografia, clisma opaco, risonanza, elettroencefalogramma, scintigrafia. (...) Il mio fisico è molto debilitato. Comincio a girare in altri Ospedali, ovunque c'è una speranza, a Monza eseguo una elettromiografia pelvica, a Genova mi consigliano di togliere utero ed ovaie, oltre alla vescica, non ascolto, per fortuna. Poi Padova, Varese, l'inferno. Non so quante volte al giorno mi piego in due dal male, sono incontinente. Scrivo a tanti medici ma nessuno ascolta il discorso "dolore", forse perché ancora sorrido. Nel 1997 eseguo una distensione idraulica della vescica ed arriva la diagnosi, a 13 anni dai primi disturbi: cistite interstiziale.”
31stAB12 , 12/08/2015 (cistite.info)
Tale ritardo diagnostico implica un peggioramento del quadro clinico con coinvolgimento di apparati vicini e riduzione dell'efficacia terapeutica.
“qui non c'è niente da fare, non entra più nulla! Con la C.I. è così, infatti ti dicono che ci sono tanti modi per fare l'amore!
Alla visita si è spaventato ("Oh, povera signora!") per la condizione locale.
Sono 24 anni che porto il pannolone e ho quasi un decubito, con il caldo di quest'estate poi! Ma non c'è via d'uscita poiché sono incontinente. Ì
Ma non voglio scoraggiare voi, che siete più giovani di me. Il problema è che si sono persi tanti anni per la diagnosi ed allora nessuno ci capiva nulla. Ora è diverso, qualche passo si è fatto. A noi allora ci mettevano un dito sulla fronte e dicevano che il problema era solo lì. "Malattia del comportamento". Maledetti!”
31stAB12 , 15/08/2015 (cistite.info)
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Cistoscopia in idrodistensione
Fino a qualche anno fa la diagnosi di PBS/CI veniva effettuata attraverso la cistoscopia in idrodistensione.
L'idrodistensione consiste nell'introduzione in vescica, tramite cistoscopio, di soluzione fisiologica, che provoca una pressione interna tale da dilatare la vescica e distenderne le pareti per una migliore osservazione dell'urotelio. In caso di PBS si nota assottigliamento epiteliale e in caso di CI anche glomerulation (punti di sanguinamento) e talvolta ulcere di Hunner (vere e proprie ferite). Contestualmente alla cistoscopia viene effettuata anche la biopsia per verificare la presenza di mastociti nei tessuti analizzati.
L'idrodistenzione provoca dolore sia durante l'effettuazione dell'esame (che infatti viene eseguito in anestesia), sia nei giorni successivi per scomparire dopo 2/4 settimane. La cistoscopia con idrodistensione, vista la sua invasività e le possibili complicanze, dovrebbe essere prescritta come ultimo esame, da effettuare solo dopo aver escluso altre patologie con sintomatologia simile e dopo aver effettuato esami meno invasivi.
La cistoscopia in idrodistensione
Risonanza magnetica
Un recente studio effettuato dal Dr Porru ha rilevato che la diagnosi di CI può essere effettuata anche con la risonanza magnetica senza mezzo di contrasto. Questo esame consente di escludere la CI in molti pazienti, che grazie a ciò non dovranno subire inutilmente un'invasiva cistoscopia in idrodistensione, che verrà riservata ai pazienti risultati positivi o dubbi alla risonanza.
Diagnosi differenziale
Alcune nostre utenti ci riferiscono che la diagnosi di PBS/CI può essere effettuata esclusivamente sulla base di sintomi urinari caratteristici e sull'esclusione di patologie dalla sintomatologia simile.
“allora, volevo dire a tutte che a Chiara62 le ha rilasciato la richiesta di esenzione per malattia rara senza farle la cistoscopia. Anche lui è ormai del parere (come del resto ormai quasi tutti) che la cistoscopia sia una inutile tortura per chi ha chiari sintomi di CI. Esiste una diagnosi per esclusione; intendo dire che se citologia urinaria, colture e altri esami sono negativi e non c'è nessun problema oggettivo ed anatomico allora si arriva alla diagnosi di CI.”
Poplife (21/03/2007) (freeforumzone.leonardo.it)
Sintomi caratteristici necessari per porre diagnosi di PBS/CI:
- capacità vescicale minore di 350cc valutabile attraverso l'esame urodinamico e per alcuni urologi anche solo attraverso il diario minzionale
- urgenza urinaria (già a 100ml di riempimento vescicale)
- frequenza (superiore alle 7 minzioni in 12 ore diurne e superiore alle 2 minzioni notturne)
- presenza dei sintomi da almeno 9 mesi
- dolore vescicale
- età non inferiore ai 18 anni
- inefficacia di antibiotici, antimuscarinici, antinfiammatori, antispastici
- assenza di contrazioni involontarie vescicali
Patologie dalla sintomatologia simile alla PBS/CI che vanno escluse per porre diagnosi di PBS/CI:
- Patologie urologiche: cistite batterica (l'urinocoltura dovrà essere negativa in 2/3 rilevazioni consecutive effettuate nell'arco di 3 mesi, nell'uomo anche la spermiocoltura per escludere prostatite batterica), tumori vescicali (l'esame citologico delle urine deve essere negativo in 3 rilevazioni consecutive), diverticoli uretrali (cistografia negativa), calcoli vescicali (ecografia negativa), cistite da radioterapia o da cause chimiche (cistite post-attinica, cistite da ciclofosfamide o altri agenti), tubercolosi urinaria, patologie renali.
- Patologie genitali: vaginiti o vaginosi (tampone vaginale negativo anche ai germi meno comuni quali Clamidya e Mycoplasma), tumori genitali (pap test negativo), prolasso vaginale, endometriosi, aderenze, salpingite tubercolare, sindrome da congestione pelvica, cisti ovariche, dispositivi intrauterini, dolore miofasciale della parete addominale, difetti posturali.
- Patologie neurologiche: iperattività o dissinergia detrusoriale (urodinamica negativa), mialgia del pavimento pelvico, sindrome del piriforme, intrappolamento del nervo pudendo, lesione del midollo spinale o della radice nervosa secondaria alla colonna vertebrale.
- Patologie intestinali: malattia infiammatoria intestinale, sindrome dell' intestino irritabile, cancro del colon, malattia diverticolare, costipazione cronica, colite, emorroidi.
- Patologie pelviche: sindrome da congestione pelvica, patologia retroperineale, malattia infiammatoria pelvica.
Test di Parson
La diagnosi si può inoltre avvalere del test di Parson (o test del potassio). Consiste nell'instillazione di potassio in vescica. Se compare dolore vuol dire che c'è un deficit di GAG ed il potassio riesce a passare nello strato interstiziale sottostante, più fragile e sensibile, provocando forte irritazione e dolore.
Proteina APF
Un'alternativa diagnostica non invasiva è la ricerca nelle urine dei Pazienti affetti da CI/PBS della proteina APF (fattore antiproliferativo), che pare impedisca alle cellule uroteliali di riprodursi per riparare gli eventuali danni del tessuto e la normale sostituzione delle cellule vecchie/morte.
Le ricerche sulle possibilità diagnostiche di questa proteina sono ancora in fase di studio, così come le ricerche di altri marcatori quali il GP51, l'EGF, l'IGF, le interleuchine e l'HB-EGF(Heparin-Binding Epidermal Growth Factor ). Lo studio di questi marcatori potrà apportare importanti scoperte non solo in campo diagnostico, ma anche in quello terapeutico.
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale (PBS) è una sindrome cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (strato di GAG), che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo provocando sintomi quali: elevata frequenza minzionale, urgenza, dolore sovrapubico, capacità vescicale molto limitata, nicturia.
La CI/PBS è provocata da molteplici cause che agiscono simultaneamente: infiammazione vescicale, contrattura muscolare e neuropatia. Bisognerà quindi intervenire contemporaneamente su tutti questi fattori.
Elenco delle terapie disponibili
Stimolazione del nervo tibiale
Rilassamento del pavimento pelvico
Ossigenoterapia iperbarica, Pessari vaginali e Liposomi
In prima istanza bisogna riparare lo strato protettivo dell’epitelio vescicale attraverso la somministrazione di GAG (glucosaminoglicani). Uno studio condotto su pazienti refrattari ai classici trattamenti ha dimostrato l'utilità della somministrazione concomitante di quercetina, glucosamina solfato, condroitina solfato, sodio ialuronico e olio di mandorla, sia per la riparazione dei GAG della superficie vescicale, sia per ridurne l’infiammazione. Esistono in commercio diversi integratori che contengono GAG. La nostra associazione ha fatto appositamente produrre Purorepair GAG plus, un integratore alimentare utile a rinforzare e riparare la parete vescicale e Puronerv Dol per ridurre il dolore e l'infiammazione delle terminazioni nervose.
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Contemporaneamente bisognerà ridurre l'infiammazione tramite antistaminici (l’Idrossizina agisce sui mastociti e va somministrato per almeno 2-3 mesi per avere dei risultati percepibili; la cimetidina riduce l'infiammazione inibendo l'attività dei linfociti T), antinfiammatori/antidolorifici (Aspirina e Moment possono alleviare il dolore nei casi lievi ed iniziali di malattia quando il dolore non è ancora neurologico, il metylsulfonilmetano - MSM - riduce dolore e ìinfiammazione), aliamidi (riducono l'attività dei mastociti infiammatori) e sostanze naturali (la quercetina, la booswellia, l'equiseto).
Fondamentale prevenire ulteriori infezioni vescicali, che riattiverebbero l'infiammazione facendo aggravare la patologia. Il D-mannosio è uno zucchero semplice che si attacca ai batteri presenti, i quali, non potendo più aderire alla vescica, restano beanti nell'urina venendo eliminati attraverso la minzione. Il D-mannosio si lega anche alle tossine prodotte dai batteri per danneggiare lo strato dei GAG e raggiungere lo strato di mucosa più profonda, più fragile e indifesa, in cui poi si annidano.
Atrettanto importante il rilassamento della muscolatura pelvica attraverso massaggi intravaginali, miorilassanti, terapie elettriche ed esercizi di kegel reverse contribuisce a ridurre la sintomatologia.
Molte di queste sostanze terapeutiche possono essere assunte per via orale, possono essere inserite direttamente in vescica tramite instillazioni vescicali o possono essere iniettate con ago direttamente nel muscolo o nella mucosa vescicale (infiltrazioni).
In alcuni Pazienti l'idrodistensione vescicale ha ridotto l'urgenza, la frequenza e il dolore.
Quando il dolore si sposta dal tessuto ai nervi gli anticonvulsivanti o gli antidepressivi sono più efficaci degli antinfiammatori locali nel controllare il dolore neurogeno. In questo caso si è rivelata molto utile anche la stimolazione del nervo tibiale tramite agopuntura o SANS e la terapia elettrica (TENS E SEF).
Ancora poco utilizzati, ma molto promettenti le terapie con liposomi, pessari vaginali e l'ossigeno terapia iperbarica.
Strategie di modificazione comportamentale possono migliorare i sintomi grazie al rispetto di importanti regole relative all'alimentazione, alle abitudini minzionali, allo sport, alla gestione dello stress, all'idratazione, ecc.
Pazienti con gravi sintomi che non hanno risposto ai trattamenti standard possono trarre benefici da farmaci oppioidi.
Se tutto ciò non è sufficiente a rendere la vita accettabile, si ricorre a trattamenti più invasivi (neuromodulazione sacrale) e meno conservativi (chirurgia vescicale).
E' importante ricordare che la terapia della cistite interstiziale attualmente è solo sintomatica e non risolutiva (soprattutto se la diagnosi viene fatta con molto ritardo), che i primi benefici si apprezzano solo dopo alcuni mesi di cura, che la risposta alla terapia è del tutto soggettiva e che anche in corso di terapia la malattia può avere riacutizzazioni.
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La cistite interstiziale (CI) o sindrome della vescica dolente (PBS) è una sindrome caratterizzata dalla distruzione progressiva dell'urotelio (lo strato vescicale a contatto con l'urina) con coneguente dolore, frequenza, urgenza minzionale e ridotta capacità vescicale.
La diagnosi di CI/PBS si può avvalere anche del test di Parson (o test del potassio) e della ricerca nelle urine della proteina APF (fattore anti proliferativo).
Test di Parson (test del potassio)
Consiste nell'instillazione di potassio in vescica lasciandolo in sito per 5 minuti. Se compare dolore vuol dire che c'è un deficit di GAG (glucosaminoglicani, elementi che costituiscono l'urotelio, lo strato protettivo della vescica) ed il potassio riesce a passare nello strato interstiziale sottostante, più fragile e sensibile, provocando forte irritazione e dolore.
L'80% dei Pazienti con CI/PS sottoposti a questo test risultano positivi.
Attualmente questo test viene usato oltre che per la diagnosi, anche per valutare l'entità del danno uroteliale. Maggiore è il dolore e più avanzata sarà la patologia. Se compare o si acuisce il dolore, vuol dire che mancano i GAG ed il potassio passa negli strati vescicali più profondi, quindi la cura con somministrazione di GAG potrà essere efficace.
Nel caso opposto si procede con altre terapie.
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Proteina APF (fattore anti proliferativo)
Ultimamente è stata rilevata nelle urine dei pazienti con CI/PBS una proteina chiamata APF, che pare impedisca alle cellule uroteliali di riprodursi bloccando la riparazione degli eventuali danni del tessuto vescicale e la normale sostituzione delle cellule vecchie/morte.
In futuro questa proteina potrebbe essere usata per porre diagnosi di CI/PBS senza necessità di ricorrere ad esami invasivi.
Le ricerche sulle possibilità diagnostiche di questa proteina sono ancora in fase di studio, così come le ricerche di altri marcatori quali il GP51, l' EGF, l'IGF, le interleuchine e l' HB-EGF(Heparin-Binding Epidermal Growth Factor ). Lo studio di questi marcatori potrà apportare importanti scoperte non solo in campo diagnostico,ma anche in quello terapeutico.
Approfondimento
La diagnosi della cistite interstiziale
La cistoscopia in idrodistensione
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La terapia
La terapia attualmente è solo sintomatica e non risolutiva, soprattutto se la diagnosi viene fatta con molto ritardo. Si è visto infatti che minore è la durata della patologia e maggiori sono i risultati terapeutici. Purtroppo la media di attesa tra i primi sintomi e la diagnosi di CI è di 5/7 anni dopo aver consultato una media di 4/5 specialisti tra urologi e ginecologi.
Tuttavia, benchè la CI sia una malattia cronica, sono possibili miglioramenti spontanei o remissioni della sintomatologia.
E' importante sapere che le terapie possono non dare risultati immediati; di solito i primi benefici si apprezzano solo dopo alcuni mesi. Inoltre la risposta alla terapia è del tutto soggettiva: ciò che è efficace per un soggetto potrebbe non esserlo per l'altro. Per questo è molto raro che il primo trattamento riesca ad essere efficace sul paziente; più facile che prima di ottenere un miglioramento apprezzabile debbano essere tentate diverse strade modulate a seconda dei risultati ottenuti. Questo perché la PBS/CI è provocata da differenti fattori che agiscono simultaneamente e sui quali bisognerà agire contemporaneamente con terapie multiple.
Anche in corso di terapia, la malattia può avere riacutizzazioni. Normale quindi l'alternanza di periodi di benessere a momenti di peggioramento.
In prima istanza bisogna agire riparando lo strato protettivo dell’epitelio vescicale sia attraverso la somministrazione vescicale ed orale di GAG, sia attraverso la disattivazione dei mastociti infiammatori tramite antistaminici e antinfiammatori, sia attraverso la somministrazione di GAG per via orale tramite instillazioni vescicali con catetere.
L'uso di integratori alimentari a base di GAG, quercetina ed isoflavoni si è dimostrato molto efficace nel contrastare i sintomi della PBS/CI.
Il rilassamento della muscolatura pelvica attraverso massaggi intravaginali e somministrazione orale di miorilassanti contribuisce a ridurre la sintomatologia.
Quando il dolore si sposta dal tessuto ai nervi gli anticonvulsivanti o gli antidepressivi possono essere più efficaci nel controllare il dolore neurogeno. In questo caso si è rivelata molto utile anche la stimolazione del nervo tibiale tramite agopuntura.
Strategie di modificazione comportamentale possono migliorare i sintomi: diluizione delle urine, aumento o diminuzione del volume delle urine (tramite rispettivamente restrizione dei liquidi o idratazione supplementare), applicazione locale di freddo o calore sulla vescica o sul perineo, esclusione di alcuni cibi irritanti determinati con una dieta ad eliminazione, strategie per controllare le riacutizzazioni della CI (meditazione), rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico e esercitazione della vescica con soppressione dell’urgenza.
Pazienti con gravi sintomi che non hanno risposto ai trattamenti standard possono trarre benefici da farmaci oppioidi.
Se tutto ciò non è sufficiente a rendere la vita accettabile, si ricorre a trattamenti più invasivi (neuromodulazione sacrale) o meno conservativi (cistectomia).
ATTENZIONE! Cistite.info propone contenuti a solo scopo informativo e divulgativo. Spiegando le patologie uro-genitali in modo comprensibile a tutti, con attenzione e rigore, in accordo con le conoscenze attuali, validate e riconosciute ufficialmente.
Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.