Cause della vulvodinia
Scritto dalla Dr.ssa Franca Grossi
A molte di voi ho visto prescritti farmaci antidepressivi e ansiolitici, che fanno parte di un protocollo medico ben definito, ma altrettanto frequentemente ho letto richieste di aiuto per cercare di sostituire questi farmaci con dei rimedi naturali.
Metodi naturali complementari
Molte persone non sono felici, molte donne non sono felici, molti uomini non riescono a capire come aiutare le loro compagne e molti partner pensano di non riuscire a sostenere il proprio amore, qualunque esso sia, io sono solita dire che la salute passa anche attraverso la felicità!
In questo gruppo, che ho cominciato a seguire da parecchi mesi, vedo che molte di voi non sono solo sofferenti fisicamente a causa delle cistiti croniche, del dolore neuropatico e della vulvodinia, ma lo sono, ovviamente, anche psicologicamente.
Convenzioni per i soci
Non sempre è possibile attuare una strategia di protocollo con attivi naturali, ma laddove questo sia fattibile, sarebbe preferibile il sostegno con metodi naturali complementari. È però importante ricordare che anche i rimedi naturali devo essere prescritti da persone competenti che abbiamo un percorso di studi in metodi naturali complementari.
Ho scritto volutamente metodi naturali complementari e non alternativi, perché non ritengo la fitoterapia, l'omeopatia, l'oligoterapia, la floriterapia, la micoterapia... dalle medicine alternative a quella allopatica, ritengo invece che possano spesso essere supportate le une con le altre.
Infatti le terapie complementari spesso possono accompagnare quella medica, aiutano a ottenere risultati migliori, limitare gli effetti collaterali, possono essere utili alle terapie di mantenimento.
Convenzioni per i soci
Fiori, funghi e piante
Forse alcune di voi hanno già provato alcuni dei rimedi consigliati dalla vicina o dal Dr. Google ma ogni protocollo dovrebbe essere sempre vestito su misura, sempre calato nella realtà della persona, sempre adattato alle situazioni.
Prendiamo ad esempio i fiori di Bach o Australiani devono essere miscelati su misura. Quando dico su misura intendo che per fare una miscela per una persona bisogna parlarsi, esistono 39 Fiori di Bach e 69 Australiani, capite bene quante combinazioni ci sono? I fiori lavorano su quella parte emotiva, su quel sentire del cuore che nessun farmaco e nessuna pianta riesce a cambiare, ma solo una buona terapia psicologica, che non sempre si può e si vuole fare.
Di scientifico sui Fiori non c'è nulla: “Nella floriterapia” - come dico alle mie pazienti - “non devi crederci, li prendi, non hanno effetti collaterali e funzionano sempre, se dati correttamente; quindi perché non prenderli?!”.
Ci sono molte piante a disposizione per le problematiche che possono essere conseguenza delle patologie oggetto di tanti post che leggo, ma anche i funghi medicinali, usati da millenni in Asia possono essere un’ottima scelta! Per non parlare delle piante utili per il controllo e la gestione dell'ansia!
Le piante adattogene
Le piante adattogene sono quelle piante che aiutano ad adattarsi a delle nuove situazioni. Ve le presento qui sotto nello specifico:
- SCHISANDRA
- RODIOLA
- MACA
- DAMIANA o TURNERA AFRODISIACA
- ELEUTEROCOCCO
- WHITANIA O ASHWAGANDHA
- IPERICO
- PANAX GINSENG
SCHISANDRA
E' una liana in grado di traghettarci attraverso questo cambio di stagione difficile sia da un punto di vista atmosferico ed emotivo, che, per chi come voi combatte una lotta continua con la propria parte più delicata, è ancora più faticoso!
Questa pianta è da sempre utilizzata nella medicina tradizionale cinese come tonico adattageno, riduce il senso di fatica, migliora la performance fisica e anche le nostre capacità cognitive! Inoltre questa liana è in grado di combattere l'astenia tipica di questi momenti, di stimolare il sistema nervoso centrale e ha un'azione detox sul nostro fegato, fondamentale per la rinascita primaverile!
Se poi le difficoltà e i dolori hanno affievolito anche la libido, questa è propria la liana a cui attaccarsi per sentirsi più vitali! Ottima per entrambi i sessi!
RODIOLA
Ah la rodiola è una delle mie preferite, chiamata Radice d'Oro! Una pianta studiata molto in Russia perché utilizzata per sostenere gli astronauti, pianta utilizzata anche dai Vichinghi come rinvigorente dopo le lunghe attraversate. Potreste quindi pensare che sia una pianta unisex, in realtà io preferisco assolutamente consigliarla alle donne, che in fondo sono proprio dei Vichinghi e non le ferma nessuno! Quindi questa radice antistress può essere molto utile nelle vostre problematiche di vulvodinia ed ipertono perché è in grado di aumentare i livelli di serotonina, contrastando gli effetti negativi del cortisolo sempre alto in caso di stress ed ansia!
MACA
Pianta Peruviana della quale si utilizza la radice, da sempre utilizzata dagli Inca per le sue conosciute azioni per mantenere la resistenza e la forza fisica. In Italia è conosciuta per la sua azione positiva sulla fertilità ma anche per le sue proprietà afrodisiache, infatti permette di ritrovare una vitalità non solo mentale ma anche sessuale, e le donne sanno quando le due cose procedano insieme! Ma molte sono le qualità di questa radice, che incredibilmente agisce come perfetta antiage della pelle e dei capelli prevenendone addirittura l'incanutimento! Fondamentale per voi che leggete è la sua capacità di incrementare l'idratazione delle mucose, quindi perfetta da abbinare all'olio di oenotera.
DAMIANA o TURNERA AFRODISIACA
Già il nome vi fa capire che indicazioni ha questa pianta! Infatti è un rimedio speciale per ridare verve alla sfera sessuale, recuperando la libido, spesso in calo nelle donne in premenopausa e menopausa ma anche in patologie come quelle che interessano voi che state leggendo. Ma la sua azione non è solo a livello della sessualità, questa pianta ha un'azione di sostegno negli esaurimenti con astenia e stanchezza con emicranie; quindi se si è in presenza di una stanchezza da superlavoro, da sindrome di burnout, da stati di calo dell'umore e calo della prestazione sessuale, legati alla stanchezza fisica, più che ad un calo del desiderio legato alla menopausa.
ELEUTEROCOCCO
Da sempre considerato il ginseng femminile, è un eccezionale ricostituente durante le convalescenze anche dopo malattie particolarmente debilitanti, come ad esempio il virus che ci sta perseguitando e che dopo contratto lascia molto prostrati. Questa radice ridona energia soprattutto mentale, oltre che fisica!
WHITANIA O ASHWAGANDHA
fantastica piantina adattogena che personalmente consiglio quando la donna che mi chiede aiuto ha necessità di “contemporaneamente” sentirsi tonica e rilassata; sembrano due richieste una opposta all'altra, mentre spesso le due problematiche sono presenti nello stesso momento e creano molto stress in chi le prova. Non è successo anche a voi di sentirvi in ansia e profondamente affaticate?
Questa allora è la vostra pianta! Spesso da abbinare anche a quelle che servono per migliorare la qualità del sonno. Vi ricordo che se arrivate alla sera stressate ed ansiose, neanche una “botta in testa con una clava” vi farà dormire. Quindi la valutazione della qualità del sonno è sempre da tener presente; dormire è necessario e fondamentale per il nostro corpo, anche a “costo di sedarsi” mi dicevano all'università, e non ho mai dimenticato questo insegnamento. Quando anche se apparentemente dormi, ma alla mattina ti svegli già affaticata, come se avessi lavorato tutta la notte, significa che non fai un SONNO RISTORATORE, fondamentale per la nostra salute.
IPERICO
Quando la situazione è difficile, quando il tono dell'umore è profondamente basso e si abbina ad uno stato anche di ansia costante che porta anche a crisi di panico, quando siamo alle porte di un antidepressivo, quando volete smettere con i farmaci di questo tipo, allora in accordo con il medico potrete utilizzare l'iperico. L'iperico vi aiuterà a ritrovare pensieri positivi anche in situazioni difficili.
Attenzione: Mentre le altre piante si possono utilizzare anche in associazione con farmaci come quelli dei protocolli prescritti per la vulvodinia e l'ipertono, sempre in accordo con il medico curante, l'iperico potrà essere un prima o dopo, ma non un complemento alla terapia.
PANAX GINSENG
Se pensate che parlerò anche del Ginseng vi sbagliate di grosso, vi basti sapere che di questa radice, sono solita dire che se volete un uomo tonico sia mentalmente che fisicamente e sessualmente, dategli il Ginseng, ma se invece volete una leonessa inferocita, allora datelo alla donna! Gli effetti del Ginseng sulla donna e sull'uomo infatti sono molto differenti. Quindi Ginseng solo agli uomini, o a quelle donne che hanno un carattere o un'indole maschile!
Ma quale estratto utilizzare? Un estratto secco o molle? Una tintura madre o una tisana? Diffidate da prodotti che all'interno hanno molti componenti, molti integratori sono una miscellanea ben poco efficace! Affidatevi sempre a chi ne sa di più, ovvero un professionista.
MAGNESIO ORGANICO
Il magnesio è un minerale fondamentale per le donne. Ma dire Magnesio è dire nulla, ogni sale con cui il magnesio si combina è fondamentale per ottenere un risultato.
OLIO DI ENOTERA
L'olio di questa delicata primula è uno dei miei rimedi preferiti, infatti è perfetto per mantenere l'idratazione e l'elasticità delle nostre mucose vaginali. Vi ricordo che fa parte dei protocolli integrativi della preparazione al parto da inserire direttamente nel canale vaginale!
Dott.ssa Franca
Per contattare la Dott.ssa Franca visita la sua scheda dedicata
- Scritto da Franca Grossi
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Aakriti R Carrubba, Jon O Ebbert, Aaron C Spaulding, David DeStephano, Christopher C DeStephano
Il dolore pelvico cronico (CPP) colpisce fino al 15% delle donne negli Stati Uniti. Il sistema endocannabinoide è un potenziale bersaglio farmacologico per il dolore pelvico poiché i recettori dei cannabinoidi sono altamente espressi nell'utero e in altri tessuti non riproduttivi. Ipotizzando che l'uso di cannabis sia comune per l'autogestione del CPP, il nostro obiettivo principale era quello di determinare la prevalenza del consumo di cannabis in questa popolazione.
Materiali e metodi
Tra marzo e agosto 2019 è stata eseguita un'indagine trasversale su donne con dolore pelvico e perineale, dispareunia o endometriosi. I soggetti sono stati reclutati in un ambulatorio di ginecologia.
È stato effettuato un sondaggio elettronico anonimo, confidenziale, utilizzando un tablet.
L'analisi statistica è stata eseguita utilizzando JMP (SAS, Cary, NC).
Risultati
E' stato contattato un totale di 240 pazienti, con 113 risposte (tasso di risposta del 47,1%). Tra questi 26 pazienti usavano cannabis (23%). La maggior parte l'ha utilizzata almeno una volta alla settimana (n = 18, 72%).
La maggior parte degli utenti (n = 24, 96%) ha riportato un miglioramento dei sintomi, inclusi dolore, crampi, spasmi muscolari, ansia, depressione, disturbi del sonno, libido e irritabilità.
Oltre un terzo (35%) ha dichiarato che l'uso di cannabis ha ridotto il numero di telefonate o messaggi inviati al proprio fornitore e il 39% ha riportato una diminuzione del numero di visite cliniche.
Gli effetti collaterali, tra cui secchezza delle fauci, sonnolenza e sensazione di "sballo", sono stati riportati dall'84% (n = 21).
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Conclusioni
Quasi un quarto dei pazienti con CPP riferisce di un uso regolare di cannabis in aggiunta alla terapia prescritta. Sebbene gli effetti collaterali siano comuni, la maggior parte degli utenti segnala un miglioramento dei sintomi. Il nostro studio evidenzia il potenziale della cannabis come opzione terapeutica per i pazienti con CPP.
Fonte bibliografica:
Carrubba AR, Ebbert JO, Spaulding AC, DeStephano D, DeStephano CC. Use of Cannabis for Self-Management of Chronic Pelvic Pain. J Womens Health (Larchmt). 2021 Sep;30(9):1344-1351. doi: 10.1089/jwh.2020.8737. Epub 2020 Nov 16. PMID: 33252316.
- Scritto da Rosanna Piancone
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Le terapie elettriche, in base ai valori impostati, possono avere azione antidolorifica, neuromodulante, rilassante o rinforzante la muscolatura, e possono essere utili in caso di vulvodinia, cistite interstiziale, neuropatia pelvica-perineale, contrattura muscolare, dolore pelvico cronico, vescica iperattiva, incontinenza e prolasso.
I parametri impostati determinano il tipo di fibre nervose e/o muscolari che vanno ad essere stimolate e quindi il risultato ottenuto. E' fondamentale perciò che i voltaggi siano programmati da personale competente (ecco una lista di professionisti a cui poterti rivolgere), altrimenti si rischia uno stimolo dell'impulso nervoso o muscolare anziché una sua attenuazione.
Un integratore specifico può aiutarti a ridurre il dolore pelvico cronico. Scopri Puronerv CBG, Puronerv oleogel e Puronerv Dol
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Le stimolazioni elettriche più utilizzate sono:
Convenzioni per i soci
Elettroporazione, Laser, Radiofrequenza
Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più terreno alcune nuove terapie elettriche, che hanno dimostrato ottimi risultati su molte forme di dolore pelvico cronico. Queste nuove tecniche sono: l'elettroporazione, la radiofrequenza, il laser, la neuromodulazione. Queste terapie vengono applicate mediante apparecchiature specifiche per questo scopo. La Dr.ssa Mistrangelo ci spiega la queste tecniche e le differenze che ci sono nelle apparecchiature Vagy-Combi, Monnalisa Touch, Dynamics.
TENS Stimolazione nervosa elettrica transcutanea
La TENS inibisce la trasmissione del dolore bloccando i segnali elettrici provenienti dai recettori periferici (nocicettori), che portano al cervello l’informazione relativa al dolore (teoria del dolore a cancello). La TENS inoltre aumenta il rilascio di sostanze antidolorifiche endogene (cioè che produce il nostro corpo) simili alla morfina.
La TENS è una terapia non invasiva che prevede l'applicazione di elettrodi sulla cute, sul clitoride, sulle piccole labbra, sulla vagina o sul perineo (in base ai disturbi accusati). Questi elettrodi stimolano la contrazione della muscolatura pelvica e contemporaneamente il nervo pudendo (il nervo che manda a questi muscoli il segnale di contrarsi e di rilassarsi).
Arriverà in queste zone l'impulso elettrico che può essere percepito come una leggerissima scossa o come un dolore puntorio. Verrà poi aumentato il voltaggio fino a che si sente bene questa scossa, ma senza che dia dolore. In seguito, man mano che ci si abitua a quel voltaggio verrà aumentata gradualmente l'intensità.
Questo incrementerà la soglia del dolore e con essa la capacità del muscolo di contrarsi e rilassarsi.
Di solito i voltaggi raggiunti ed i risultati ottenuti vengono riportati in un apposito diario quotidiano.
In genere una seduta dura circa 20 minuti. Previa adeguata educazione all'utilizzo dell'apparecchio, può essere utilizzato anche a domicilio.
SEF Stimolazione Elettrica Funzionale
Nella SEF viene applicata una sonda munita di elettrodo nel canale vaginale o in quello rettale. Può essere posizionata anche una placca (o anelli) elettromiografici sulla cute.
Le sedute durano dai 10 ai 30 minuti e vengono effettuate da una a tre volte alla settimana, in base all'indicazione medica, per un totale di 10 trattamenti. Se è prevista una terapia di maggior durata la SEF può essere effettuata anche a domicilio giornalmente con tempi di trattamento che vanno da 3 a 6 mesi.
Prima di iniziare una seduta di SEF è indispensabile stabilirne i parametri elettrici, tra cui molto importanti sono la durata e l'intensità dell'impulso, che variano notevolmente a seconda del tipo di patologia che si vuole trattare e dei risultati che si vogliono ottenere.
In base alla frequenza impostata (da 5 a 80Hz) e alla durata dell'impulso (da 0,1 a 1 secondo) la SEF infatti può stimolare selettivamente le fibre nervose sensitive migliorando l'attività nervosa del pudendo, ottimizzare il lavoro del detrusore (il muscolo vescicale) riducendo urgenza e frequenza, rilasciare endorfine riducendo il dolore, attivare le fibre motorie contraendo o decontraendo la muscolatura.
VSNS Stimolazione del Nervo Superficiale Vulvare (metodo Spano)
I parametri sono stati valutati e standardizzati dall'ostetrica Nicoletta Spano, recentemente venuta a mancare. Si tratta di una SEF modificata in cui il voltaggio è settato a pochi microVolts applicati in diverse fasi durante la seduta. In questo modo gli impulsi vanno ad agire ora sulla muscolatura ed ora sulla soglia del dolore riducendo la contrattura muscolare e la neuropatia.
Ho avuto la fortuna di assistere ad una delle sue sedute quando era in vita e l'aspetto che mi ha particolarmente colpito è che non si staccava mai dalla sua Paziente controllando e regolando costantemente durante tutta la seduta le frequenze dello stimolo emesso in base alle sensazioni riportate dalla Paziente.
PEMF Campi ElettroMagnetici Pulsati
E' una terapia basata sull'emissione di onde elettromagnetiche pulsate, che attiva le cellule dei tessuti rigonfi consentendo la rimozione di fluidi infiammatori dai tessuti. Questo riduce dolore, gonfiore, contrazione muscolare e infiammazione.
Questo tipo di terapia può essere effettuata a domicilio con un piccolo dispositivo comodamente applicabile sull'addome (per ridurre la contrattura muscolare, il peso vescicale o la dismenorrea) o sulla vulva, a mo' di assorbente (per ridurre il dolore uretrale e vulvare).
Può essere mantenuto in sede anche per più giorni consecutivamente in quanto, avendo un voltaggio relativamente basso, è privo di effetti collaterali.
A differenza delle altre terapie elettriche, questa non provoca nè calore, nè dolore o fastidi ed è assolutamente impercettibile.
Il Dr Nieddu scrive:
“Dal 2009 prescrivo il dispositivo PEMF per la vulvodinia, le neuropatie periferiche, la contrattura pelvica, la dismenorrea e l'endometriosi con ottimi risultati. Ho sempre pensato che interagisca a livello di potenziale di membrana, esercitando un'azione antinfiammatoria, inibendo la liberazione di sostanze chimiche capaci di scatenare il dolore. Secondo me le onde elettromagnetiche pulsate, interagiscano sui mastociti, impedendone la degranulazione. Ritengo che il dolore nel caso della vestibolodinia venga captato a livello della mucosa da un noxicettore che lo trasmette con le sue fibre nervose al midollo spinale. Queste fibre contraggono sinapsi con un neurone midollare. Il neurone tramite il suo assone trasmette attraverso il fascio spino-talamico lo stimolo dolorifico alle strutture encefaliche deputate alla risposta. Secondo me, queste onde favoriscono la produzione di endorfine endogene, che vanno a inibire gli stimoli dolorosi al cervello,sicuramente perchè hanno un'azione di blocco sui canali del sodio. Nel mio protocollo terapeutico, ottengo un buon controllo del dolore associando l'uso delle onde elettromagnetiche pulsate con l'amitriptilina a basso dosaggio e il palmitoiletanolamide (anche essi inibitori dei canali del sodio).Queste osservazioni scaturiscono dalla mia esperienza clinica e chirurgica.”
SANS Stoller’s Afferent Nerve Stimulation
La stimolazione del nervo afferente ideata da Stoller stimola elettricamente il nervo tibiale posteriore a livello della caviglia migliorando la funzionalità vescicale.
Utile in caso di vescica neurologica, vescica iperattiva, cistite interstiziale, incontinenza, urgenza e frequenza.
Approfondimento:la stimolazione tibiale tramite SANS ed agopuntura.
Tecarterapia
La TECAR è un dispositivo medico che sfrutta il passaggio della corrente all’interno del tessuto accelerandone i processi riparativi in seguito ad infiammazioni, contrattura, atrofia vaginale, cistite interstiziale, secchezza vaginale, vulvodinia, neuropatia, emorroidi, parto, cicatrici, episiotomie, ecc.
Il trattamento del Pavimento Pelvico con la Tecarterapia può essere effettuato sia esternamente che all'interno della cavità vaginale.
I benefici e gli effetti collaterali dipendono dalle impostazioni selezionate dal Fisioterapista e quindi dalla sua preparazione. In base ai parametri impostati la Tecarterapia può ridurre l'infiammazione, il dolore, la contrattura, migliorare l'ossigenazione a la salute del tessuto.
Approfondimento: la Tecarterapia
- Scritto da Rosanna Piancone
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I neuromodulatori sono utili e talvolta necessari nel trattamento del dolore cronico neuropatico e quindi nella vulvodinia, nel dolore pelvico cronico, nella cistite interstiziale.
La trasmissione del messaggio dolorifico in condizioni normali è inibita da alcune sostanze presenti nel nostro corpo chiamate neurotrasmettitori (Gaba, endorfine, encefaline, glicina, dinorfina, serotonina, norepinefrina). Essi riportano in stato non eccitato la membrana dei recettori dolorifici stimolata dalla sostanza P (sostanza prodotta dai mastociti durante l'infiammazione).
Nel dolore cronico vi è sia una diminuzione di questi nostri neurotrasmettitori inibitori del dolore, sia l'aumento dell'eccitabilità di membrana dei recettori dolorifici. Per regolarizzare la funzionalità di questi recettori saranno quindi necessari farmaci che simulino e incrementino l'azione di questi neurotrasmettitori antidolorifici.
Queste sostanze sono: gli antidepressivi, gli anticonvulsivanti, gli oppioidi, i cannabinoidi, le vitamine del gruppo B e alcuni integratori alimentari.
Quindi se il medico ti prescriverà questi farmaci non sarà perché ti considera ansiosa e ipocondriaca, ma perché è un medico aggiornato, che ha capito l'origine del tuo problema.
Antidepressivi
L’uso di antidepressivi è comune nel trattamento del dolore cronico neuropatico e quindi nella vulvodinia, nel dolore pelvico cronico, nella cistite interstiziale.
Gli antidepressivi più utilizzati sono gli antidepressivi triciclici e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina.
Gli antidepressivi triciclici come l'amitriptilina (Laroxyl), la nortriptilina (Noritren) e la desipramina (Nortimil) agiscono sia inibendo la trasmissione centrale, sia diminuendo la sensibilizzazione periferica.
Gli effetti collaterali sistemici ne limitano il dosaggio terapeutico: sedazione, secchezza delle fauci, costipazione, aumento di peso e ipotensione. A parità di efficacia la desipramina provoca meno effetti collaterali rispetto all’amitriptilina.
Il 60% delle donne vulvodiniche trattate con amitriptilina ha riscontrato una riduzione del dolore pari al 50%. L'amitriptilina può essere somministrata anche per via rettale o vaginale. Nella cistite interstiziale l'amitriptilina riduce dolore e frequenza in quanto stabilizza i mastociti, blocca i recettori H1 e quelli dell'acetilcolina, diminuendo gli spasmi muscolari e bloccando la trasmissione del messaggio dolorifico.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SSNRI), come venlafaxina (Efexor) e duloxetina (Cymbalta, Efexor) hanno dimostrato efficacia terapeutica in quanto bloccano invece il segnale del dolore a livello del midollo spinale.
I primi benefici vengono avvertiti a partire dalla quarta settimana di trattamento.
Convenzioni per i soci
Anticonvulsivanti/antiepilettici
I farmaci anticonvulsivanti/antiepilettici vengono utilizzati nel trattamento del dolore neuropatico in quanto inibiscono l’ipereccitabilità dei neuroni, modulano l'attività del neurotrasmettitore gamma-aminobutirrico (GABA) e riducono l’attività dei neurotrasmettitori eccitatori.
Il Gabapentin (Neurontin), è un farmaco antiepilettico strutturalmente simile al GABA. Si è dimostrato molto efficace nel trattamento del dolore neuropatico, nella vulvodinia generalizzata, nella vulvodinia localizzata e nella cistite interstiziale. Alcuni studi retrospettivi su un campione di donne vulvodiniche hanno evidenziato un’attenuazione del dolore pari anche all’80%.
Il Gabapentin presenta un profilo di tollerabilità molto interessante, per l’assenza di possibili interazioni farmacocinetiche. Gli effetti collaterali sono dose-dipendenti e rappresentati principalmente da atassia (incoordinazione motoria), sonnolenza, confusione, vertigini e aumento di peso.
Il Pregabalin (Lyrica) ha un'azione simile a quella del gabapentin. E' più potente, ma ha una reazione dose/risposta più facilmente controllabile.
Il Topiramato (Topamax) è un recente anticonvulsivo che ha dimostrato una certa efficacia nel dolore neuropatico. Inibisce la trasmissione del messaggio nervoso, rafforzando l’attività del GABA e riducendo l'attività eccitatoria.
Meno utilizzati per il dolore neuropatico: la carbamazepina (molto tossica richiede un monitoraggio continuo del Paziente durante l'assunzione), l’oxacarbamazepina (simile alla carbamazepina, ma è più tollerata), la dintoina (ha tossicità gastrointestinale e una elevata potenzialità di interazione farmacologia), il SodioValproato (antiepilettico di vecchia generazione, possiede numerose interazioni farmacologiche), la lamotrigina (ha tempi d'azione molto lenti ed è sensibile all’interazione con molti farmaci).
Gli anticonvulsivanti possono essere combinati con gli antidepressivi triciclici o con gli oppioidi, permettendo così dosaggi più bassi, riduzione degli effetti collaterali e migliore tolleranza.
Per evitare effetti collaterali significativi, la sospensione di questi farmaci deve essere lenta e graduale.
Oppioidi
Gli oppioidi sono farmaci antidolorifici che agiscono a livello del sistema nervoso centrale innalzando la soglia del dolore e riducendo l'ansia legata al dolore.
Possono avere origine naturale (derivati dall'oppio estratto dal papaver somniferum) o semisintetica. I primi comprendono: la codeina, la morfina e l’idromorfone. I secondi comprendono: la buprenorfina, il fentanile, il metadone, l’ossicodone ed il tramadolo.
I farmaci oppioidi possono anche essere classificati in base all'intensità dell'azione antidolorifica in oppioidi deboli (tramadolo e codeina) o forti (morfina, buprenorfina, fentanile, idromorfone, metadone e ossicodone).
La morfina può essere somministrata per via orale, per via endovenosa, per via sottocutanea, per via spinale o per via rettale.
La buprenorfina può essere assunta per via sublinguale o tramite cerotti.
Anche il fentanile è commercializzato in cerotti. Rispetto alla morfina induce meno stitichezza e minore sonnolenza diurna.
Il fentanile citrato è invece commercializzato nella formulazione orodispersibile utile in pazienti che presentano più volte nell’arco della giornata dolore intenso ma di breve durata.
L’idromorfone è in compresse a rilascio controllato.
Il metadone è un altro oppioide forte per utilizzo orale. Va utilizzato quando altri farmaci oppiodi si sono dimostrati inefficaci.
L’ossicodone ha efficacia simile alla morfina, ma minori disturbi cognitivi e nausea. La somministrazione dell’ossicodone è orale.
L'ipotesi di possibili alterazioni cognitive, di assuefazione e dipendenza in caso di assunzione di oppioidi a lungo termine limita il trattamento a casi estremamente selezionati. Tuttavia, a meno di storie precedenti di tossicodipendenza, gli oppioidi sono farmaci altamente sicuri e a basso rischio di sviluppare dipendenza se utilizzati sotto controllo medico.
Tutti gli oppioidi (in particolare l’ossicodone, la morfina e l’idromorfone) rallentano in maniera significativa la peristalsi intestinale favorendo la stipsi. Durante i primi giorni di assunzione possono essere presenti nausea, vertigini e sonnolenza.
Gli oppioidi possono essere prescritti in caso di malattie tumorali, reumatologiche, ossee, neuropatie e in tutti quei casi di dolore cronico non controllabile con i comuni trattamenti antidolorifici. A livello pelvico ha dimostrato efficacia sulla neuropatie, sulla vulvodinia e nella cistite interstiziale.
La sospensione va effettuata riducendo progressivamente i dosaggi fino ad arrivare alla sospensione.
Cannabinoidi
Anche i cannabinoidi possono agire sul dolore neuropatico. Il fumo di cannabis ha dimostrato di alleviare la neuropatia in più studi:
"Efficacy and adverse effects of medical marijuana for chronic noncancer pain"
("Efficacia ed effetti collaterali della marijuana medicale per il dolore cronico non oncologico")
"Cannabis for chronic pain"
("Cannabis per il dolore neuropatico")
I cannabinoidi sono ben tollerati e gli effetti collaterali sono leggeri (sonnolenza, vertigini, cefalea, secchezza delle fauci, stipsi, diarrea, mialgia, debolezza). Pochi i casi di effetti collaterali psichiatrici quali euforia e dissociazione. L’uso della cannabis è fortemente limitato a causa della possibile dipendenza e assuefazione, che potrebbe sviluppare in soggetti predisposti.
Nel forum abbiamo testimonianze di persone che fumando marjuana hanno visto la sintomatologia dolorosa neurologica scomparire o diminuire drasticamente.
Testimonianze
"Dal 2001 al 2009 ho fatto uso di cannabis, almeno una volta al giorno la sera prima di coricarmi. Usavo questa sostanza in sostituzione delle bombe chimiche per dormire. In quel periodo la sensazione di bruciore e gli spasmi in vescica che mi avevano martoriato precedentemente (anche quando le cistiti stavano diradandosi) era completamente scomparsa."
Giangori 07/09/2011 (Cistite.info)
Sono stati brevettati cannabinoidi di sintesi, ma sembrano avere minore efficacia e maggiori effetti collaterali rispetto ai derivati naturali, che agiscono non solo sul dolore, ma anche sulla depressione, sull'ansia e sull'insonnia.
La nostra associazione ha fatto produrre appositamente per le nostre patologie la linea PuroCB a base di cannabinoidi naturali acquistabile senza prescrizione medica.
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Integratori naturali neuromodulanti
Nella pratica clinica si è visto che le vitamine del gruppo B, in particolare la B12 (Dobetin), sono efficaci contro la neuropatia in quanto aumentano la disponibilità e l’efficacia degli inibitori della sensazione dolorosa, migliorano la velocità di conduzione nervosa e promuovono la rigenerazione della mielina e del nervo leso, riducendo l’iperalgesia (sensazione di forte dolore ad uno stimolo normalmente poco doloroso) e l'allodinia periferica (sensazione di dolore ad uno stimolo che normalmente non è doloroso).
La vitamina B12 esiste anche in alti dosaggi (Dobetin 500, 1000 e 5000 mcg/ml) previsti per iniezione intramuscolare. Nel nostro forum abbiamo numerose testimonianze di donne che, dietro consiglio medico, assumono queste fiale bevendole.
Esistono in commercio integratori alimentari (Puronerv, Fibro 24, Etinerv, Alanerv, ecc) che oltre alla vitamina B contengono sostanze antiossidanti dall'effetto regolatore sul sistema nervoso.
La nostra associazione ha fatto appositamente produrre a tale scopo il Puronerv Dol capsule a base di vitamine del gruppo B (ad esclusione della vitamina B6, che ha un effetto potenzialmente neurotossico), PEA micronizzata (quindi maggiormente assorbibile), acido alfa lipoico, acetil L-carnitina, Myrliq (che agisce sui canali oppioidi), polidatina, zinco, ecc.
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
La stimolazione del nervo tibiale è una delle terapie impiegate nel trattamento delle diverse forme di dolore pelvico (vulvodinia, neuropatie pelviche, cistite interstiziale, ecc). Si tratta di una terapia fisica che agisce sul nervo tibiale posteriore riducendo lo stimolo urinario e il dolore vulvare o vescicale. La stimolazione può avvenire attraverso la neuromodulazione o l'agopuntura.
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Cos'è il nervo tibiale
La stimolazione del nervo tibiale agisce sul nervo tibiale posteriore.
Il nervo tibiale è una diramazione del nervo sciatico, un nervo misto (sensitivo e motorio), costituito da fibre nervose che originano dalle radici spinali, che vanno da L4 (la quarta vertebra lombare) a S3 (la terza vertebra sacrale), le quali modulano anche l'attività nervosa del pavimento pelvico innervando in via preferenziale la vescica e lo sfintere urinario e in seconda istanza anche i genitali.
fonte dell'immagine: healthyfoodhouse.com
Stimolando i nervi periferici a livello tibiale, si avrà una stimolazione a livello sacrale e, di riflesso, anche sugli organi urologici e genitali. Pertanto la stimolazione del nervo tibiale può essere utile per trattare il dolore cronico che coinvolge la zona pelvica, come la cistite interstiziale, la vulvodinia e il dolore pelvico cronico.
La stimolazione del nervo tibiale può essere attuata attraverso l'agopuntura più tradizionale o attraverso la neuromodulazione del nervo tibiale posteriore (Stoller Afferent Nerve Stimulation, SANS).
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SANS (Stoller’s Afferent Nerve Stimulation)
La stimolazione elettrica del nervo tibiale è stata utilizzata per la prima volta da Stoller alla fine degli anni Novanta per trattare la sindrome della vescica iperattiva. Già nell'agopuntura tradizionale cinese il malleolo era considerato il punto strategico su cui agire per trattare le disfunzioni vescicali.
La SANS è un tipo di stimolazione mininvasiva che viene utilizzata in Pazienti affetti da vescica iperattiva non neurogena, ritenzione cronica urinaria non ostruttiva, in ambito colo-proctologico, nella terapia del dolore pelvico cronico, nella vulvodinia e nella cistite interstiziale. Viene utilizzata in alternativa ad altri tipi di terapie in quanto poco invasiva, poco costosa, sicura, proseguibile a domicilio e praticamente priva di complicanze ed effetti collaterali.
La neuromodulazione si ottiene stimolando elettricamente il nervo tibiale posteriore a livello della caviglia.
Un elettrodo a bassa frequenza viene posizionato sul malleolo della caviglia e un altro sul calcagno della stessa caviglia. I due elettrodi vengono connessi ad uno stimolatore elettrico di basso voltaggio, di 9 volt. La corrente di stimolazione viene incrementata finchè il paziente tollera il fastidio prodotto (formicolio, sensazione di spilli, dolore). Ogni volta che ci si abitua a questo fastidio viene aumentato il voltaggio.
Le sedute durano 30 minuti. Un ciclo di terapia è composto da 12 sedute, che si effettuano da una a 3 volte alla settimana per un totale di 4/12 settimane (in base al numero di sedute settimanali).
Agopuntura
Nell'agopuntura tradizionale cinese il malleolo è considerato il punto strategico su cui agire per trattare le disfunzioni vescicali. Tale stimolazione infatti va a stimolare il nervo tibiale, collegato con le radici che fuoriescono a livello sacrale e che innervano anche la vescica e le strutture genitali. Di riflesso quindi la stimolazione del malleolo modula l'attività nervosa degli organi uro-genitali.
Il trattamento agopuntorio unito alla medicina tradizionale cinese ha dimostrato ottimi risultati sul dolore vulvare, sul dolore vescicale e sulla funzionalità urinaria già a partire dal secondo mese di trattamento.
“Nel 1999 approdo al Bassini di Cinisello Balsamo dove viene provato di tutto: in particolare EMDA, non lo sopporto, il RIMSO mi peggiora le cose. Tuttavia sono grata alla Terapia del Dolore di questo Ospedale perché con l'agopuntura riesco ad avere un po' di sollievo al male."
31stAB12 12/08/2015 (cistite.info)
Altre testimonianze dal forum sull'agopuntura.
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
Quando il dolore neuropatico non risponde alle cure meno invasive (terapie elettriche, neuromodulatori orali, stimolazione tibiale) è necessario ricorrere alla chirurgia.
I due inerventi principali che possono essere effettuati sono il blocco dei gangli e la neuromodulazione sacrale.
Blocco dei gangli
Il blocco dei centri nervosi coinvolti nelle neuropatie pelviche prevede l’iniezione nel ganglio impari, nel nervo pudendo, o nelle radici sacrali di un anestetico locale e talvolta di cortisone. Il trattamento riduce la sensazione dolorifica mettendo a riposo i nervi e consentendo loro la regolarizzazione del segnale trasportato.
Sembra che la ripetizione dei blocchi ripristinino una corretta comunicazione tra periferia (recettori e neuroni) e il sistema nervoso centrale (midollo spinale e cervello). In tal modo viene ridotto l’invio di messaggi dolorosi inutili e bloccata la proliferazione anomala di nuove terminazioni nervose dovuta al rilascio di Nerve Growth Factor, il fattore di crescita di nuove terminazioni nervose.
Le iniezioni sono relativamente fastidiose ma ben tollerate. Nei giorni immediatamente successivi alla seduta, si possono avere dei lievi fastidi ed indolenzimenti nelle parti trattate, ma in genere spariscono nel giro di qualche giorno.
Generalmente dopo la prima seduta di blocchi l’effetto antidolorifico dura non più di cinque o sei ore, ma con le sedute successive si allunga progressivamente, fino a quando il dolore non ricompare più, indice che il sistema nervoso è stato rimodulato. Infatti l’intervallo tra una seduta e la successiva si allunga progressivamente, fino a quando il dolore non si ripresenta più e non c'è più bisogno di ulteriori sedute.
Il trattamento prevede un ciclo di sedute che va da un minimo di tre ad un massimo di 7-8. Le sedute si effettuano ogni 3-4 settimane. La durata della cura è soggettiva.
Testimonianze
“Vi devo dire che è una terapia abbastanza dolorosetta, ma lui ha una mano velocissima e delicata dunque diventa sopportabile, ve lo dice una che ha il terrore di tutti i tipi di punture.... ma per guarire mi sottoporrei a qualsiasi trattamento. Questa terapia è per la vulvodinia e vestibolite, non ho testimonianze contro la cistite, poi è molto soggettiva, quello che si dice sopra che le sedute possono andare da un minimo di 3 ad un massimo di 8 non è del tutto vero, è molto personale, io vengo da una lunga storia, ne soffro da 15 anni oramai, dunque anche il dottore mi ha detto molto onestamente che sarà molto lunga, si può arrivare anche ai 2 anni, poi io soffro anche di fibromialgia.....anche questa è una cosa che porta una terapia molto più lunga, io per adesso credo di averlo già scritto ne ho fatte 8, devo dire ancora non ho avuto nessun risultato […] il costo è di euro 120”
Alupanel 29/11/2009 (cistite.info)
NMS - Neuro Modulazione Sacrale
La neuromodulazione sacrale consiste nell'applicazione sottocutanea di un apparecchio che stimola direttamente le fibre della radice del nervo sacrale modulandone il comportamento (evita che siano eccessivamente eccitate o eccessivamente inibite) in modo da riportare alla normalità le loro azioni su detrusore, sfinteri, genitali e pavimento pelvico, migliorando quindi il dolore, l'incontinenza, l'urgenza e la frequenza.
La NMS può eliminare non solo i sintomi della cistite interstiziale quindi, ma anche quelli della vulvodinia, delle neuropatie pelviche e del colon irritabile.
L'impianto dello stimolatore elettrico e degli elettrodi sotto la cute è piuttosto invasivo. Per questo motivo prima di procedere all'intervento viene effettuato un test di prova con stimolatori esterni provvisori. Solo se la Paziente avrà una diminuzione dei sintomi almeno del 50% e nessun effetto collaterale di varia natura, si procederà all'impianto definitivo sotto la cute.
La percentuale di successo media si attesta intorno al 62%, ma poiché poiché i risultati oggi sono discutibili, gli effetti collaterali relativamente frequenti e l'intervento piuttosto invasivo, questa terapia dovrebbe essere considerata solo per i pazienti con dolore pelvico resistente, quando tutte le alternative di trattamento non invasivo hanno fallito.
Testimonianze
“Per quanto riguarda il neuromodulatore mi hai fatto ricordare che nel mio profilo mi sono dimenticata di scrivere che nel 1998, sempre al S. Anna di Como (...) sono stata ricoverata 6 giorni per provare un neuromodulatore che però non mi è stato impiantato in modo definitivo perché non ha funzionato. L'elettromiografia pelvica fatta in seguito a Monza ha dato un esito scoraggiante, nonostante le mie spinte era tutto piatto, non funzionano però in compenso fanno male. ”
31stAB12 26/08/2015 (cistite.info)
Negli ultimi anni è stato sviluppato un sistema di neuromodulazione sacrale con tecnologia wireless. Si tratta di un apparecchio dalle dimensioni ridotte, che viene impiantato a livello sacrale tramite un singolo intervento di mezzora in day hospital (non serve più quello di prova preliminare). Questo apparecchio è collegato al generatore di impulsi esterno tramite radiofrequenza, quindi senza cavi attaccati al cormo del Paziente, come nella pratica tradizionale. Ciò rende il NMS molto più comodo per il Paziente, molto meno invasivo e molto più veloce da impiantare.
Il generatore di impulsi, dotato di batteria, non più collocato sottopelle, viene posto in una cintura da indossare costantemente, ma si sta studiando un modo per inserirlo in un braccialetto o in una maglietta, con notevole miglioramento della qualità della vita.
In Italia, i primi tre interventi per l’impianto del neurostimolatore wireless sono stati eseguiti alla Casa di Cura Le Betulle di Appiano Gentile, sede europea del Barolat Institute. Presso il Barolat Institute è inoltre attivo un call center dedicato alla neuromodulazione in italiano inglese e russo, con numero 342-0590517
- Scritto da Rosanna Piancone
- - Cistite.info APS Onlus
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Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.