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Cannabis terapeutica

FL Group

 

Scritto dal Dott.  Alberto Vana Farmacista
-
MSL FL-Group srl (di TilrayMedical)

Nuove forme farmaceutiche a base di cannabis e l’importanza di un’adeguata formazione.
L'articolo di oggi vuole far luce su quelle che sono le forme farmaceutiche che stanno rapidamente cambiando la terapia con cannabis, e su quanto sia importante un’adeguata conoscenza sulle loro caratteristiche

 

 

La produzione

Gli estratti a base di cannabis vengono prodotti industrialmente, a partire dalla coltivazione della pianta fino alla produzione dell’estratto finale. La produzione industriale segue standard quali-quantitativi ben precisi e definiti, e garantisce un titolo costante dei principi attivi nel prodotto finale. Infatti, il processo di produzione standardizzato certifica e rende costante il titolo dei principi attivi in tutti i lotti prodotti: questa è una delle principali differenze rispetto all’estratto vegetale di cannabis prodotto in farmacia, poiché quest’ultimo dovrà essere titolato attraverso un laboratorio analisi che indicherà il titolo esatto dei principi attivi.  
Come è facile immaginare, questa operazione, in farmacia, richiede tempo, denaro e attrezzature da laboratorio specifiche; Attraverso l’utilizzo degli estratti industriali non è necessario effettuare l’analisi tramite HPLC, e ciò permette di risparmiare tempo e denaro, rispetto alla produzione in farmacia, per la dispensazione al paziente.
La costanza del titolo di principi attivi è un aspetto molto importante, perché questo garantisce una continuità di efficacia nella terapia, oltre che permette di poter conoscere esattamente il quantitativo di principi attivi assunti dal paziente. Infatti, conoscendo precisamente la quantità assunta, si può eventualmente dosare con miglior precisione la posologia fino a trovare la dose di mantenimento, ovvero la dose alla quale il paziente ha efficacia terapeutica e non presenta effetti collaterali o, se presenti, sono gestibili.
Il prodotto finale, quindi l’estratto vegetale prodotto attraverso un processo industriale, è un fitocomplesso: questo significa che rappresenta la pianta di origine per quanto riguarda il profilo cannabinoide, terpenoide, flavonoide e di altri metaboliti secondari. Questo prodotto poi, è costituito da olio MCT, quindi trigliceridi a media catena, il quale è utilizzato per le sue capacità di trasporto dei principi attivi nel flusso sanguigno, aumentandone la biodisponibilità.   Il prodotto finale è fornito in quantità di 25 ml, in flaconi da 30 ml a vetro ambrato con tappo a vite. Anche il formato è stato studiato ad hoc per le esigenze terapeutiche del paziente, e per una gestione ottimale del prodotto da parte del farmacista. Gli estratti industriali, inoltre, garantiscono una continuità di prodotto sul mercato. Spesso si è verificata la carenza di prodotto, soprattutto per quanto riguarda le infiorescenze, ma gli estratti industriali garantiscono una disponibilità immediata e illimitata. Inoltre, seguendo una produzione industriale e quindi standardizzata, si ha la certezza delle materie prime utilizzate, in termini di origine e qualità.

 

L'assunzione

Per quanto riguarda l’assunzione, gli estratti vengono assunti per via orale tramite un contagocce oppure tramite una siringa graduata. Anche in questo caso l’assunzione è semplificata, rispetto all’utilizzo di forme farmaceutiche come per esempio le cartine.  
Tutte queste caratteristiche e tutti questi vantaggi, quindi, garantiscono la possibilità di continuità di terapia, e permettono al medico prescrittore di conoscere precisamente la quantità di principio attivo assunta dal paziente, permettendo così una gestione ottimale della terapia stessa.

 

Vantaggi degli estratti industriali

Anche dal punto di vista del farmacista queste tipologie di estratti industriali presentano importanti vantaggi. Infatti, in farmacia è possibile produrre estratti oleosi di cannabis tramite un processo estrattivo analogo a quello industriale, ma questo richiede degli strumenti costosi e delicati, oltre che una manualità non indifferente. Bisogna aggiungere che le tempistiche di estrazione sono relativamente lunghe, e possono impegnare anche diversi giorni, dopodiché è necessario effettuare l’analisi tramite HPLC presso un centro di analisi, prolungando ulteriormente la dispensazione.  
Inoltre, ogni qualvolta si faccia un’estrazione in farmacia per l’ottenimento di estratti a base di cannabis, il titolo del prodotto finale è tendenzialmente diverso volta per volta, e ciò influisce sulla terapia del paziente, il quale ogni mese dovrà seguire una terapia che potrebbe anche risultare meno efficacie del mese precedente. 
Questo però deve essere supportato da un’adeguata formazione, necessaria per comprendere nel dettaglio le caratteristiche più intrinseche di questi prodotti e della loro gestione a livello regionale. È molto importante la formazione e la divulgazione delle specifiche di questi nuovi prodotti, poichè è necessario che chi ha il diritto di gestire e quindi prescrivere una terapia con cannabis, sappia esattamente come comportarsi, in modo da supportare in modo ottimale il paziente e diventare per lui un punto di riferimento.

 

Legislazione italiana

Questo aspetto sicuramente non è agevolato dall’ambito regolatorio italiano, che ad oggi genera non poca confusione ed insicurezza nell’ambito della gestione della cannabis terapeutica.
Infatti, in Italia, si fa riferimento al Decreto Lorenzin del 9 novembre 2015, il quale stabilisce le competenze del ministero della salute in ambito di coltivazione e produzione, e specifica le disposizioni reginali di dispensazione e gestione del prodotto. Riassumendo il decreto Lorenzin ha l’obbiettivo di stabilire un quadro normativo per la gestione della cannabis a fini terapeutici in Italia, con l’intento di controllare la produzione e l’uso di questa sostanza.  Questo però si è verificato solo in parte, infatti la gestione demandata ad ogni singola regione ha creato non poca confusione e insicurezze che riguardano sia la fase di prescrizione, che la fase di supporto al paziente da parte del medico, anche per mancanza di una formazione adeguata. Bisogna aggiungere poi che la diversità regionale ha generato anche delle differenze territoriali di rimborsabilità, e questo crea un inconveniente non da poco per il paziente.

 

Conclusioni

Si può capire quindi quanto sia importante l’informazione e la cultura scientifica a riguardo. Ad oggi il ruolo dell’azienda è fondamentale per garantire divulgazione a riguardo, partecipando ad eventi, convegni, corsi, e anche tramite webinar e articoli, in modo da diffondere e stimolare l’attenzione di tutti.

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Cannabinoidi

La cannabis (canapa sativa) può contenere più di 100 cannabinoidi (CBD, CBN, CBG, THC, CBDA, CBNA, CBGA, ...), 100 terpenoidi, 20 flavonoidi, vitamine, cere, ecc. Ognuna di queste sostanze ha proprietà specifiche.
I vari cannabinoidi uniti ai terpeni e ai flavonoidi creano una sinergia che massimizza i benefici terapeutici (Effetto Entourage). Per questo è preferibile l’utilizzo della pianta integrale o del suo fitocomplesso (un estratto composto da tutti gli elementi che compongono la pianta originale). Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il potenziale dei cannabinoidi, i suoi effetti e le sue possibili applicazioni. 

 

 

Cannabidiolo – CBD

Il cannabidiolo (CBD) è un composto chimico derivato dalla pianta di cannabis (canapa sativa). Il CBD è uno dei più di 100 cannabinoidi presenti nella cannabis, ma si differenzia dal THC (tetraidrocannabinolo) per l'assenza di effetti psicoattivi.

Indicazioni

Il CBD ha attirato notevole attenzione negli ultimi anni per i suoi potenziali benefici terapeutici su:

  • dolore: alcune persone utilizzano il CBD per alleviare il dolore cronico, compreso il dolore associato a condizioni come l'artrite e la sclerosi multipla. In base alla nostra esperienza le pazienti della nostra associazione lo utilizzano anche per il dolore associato alla vulvodinia, alla fibromialgia, al dolore pelvico cronico, alla neuropatia del pudendo, all'endometriosi;
  • ansia e depressione: vi sono alcune evidenze che suggeriscono che il CBD possa avere effetti ansiolitici (riduzione dell'ansia) e antidepressivi, anche se sono necessarie ulteriori ricerche in questo campo;
  • sonno: il CBD viene talvolta utilizzato per migliorare l'insonnia e la qualità del sonno;
  • epilessia: la FDA ha approvato un medicinale a base di CBD per il trattamento di determinati tipi di epilessia, in particolare nei bambini;
  • disturbi Neurologici: alcune ricerche suggeriscono che il CBD possa avere proprietà neuroprotettive, beneficiando potenzialmente condizioni come la malattia di Parkinson, la sclerosi multipla e l'Alzheimer;
  • acne: le proprietà anti-infiammatorie del CBD possono renderlo utile per ridurre l'acne e migliorare la salute della pelle;
  • diverse persone assumono il CBD per trattare molti problemi di salute, tra cui: disturbo bipolare, schizofrenia, Morbo di Crohn, diabete.

Il CBD, da solo o in combinazione con altri cannabinoidi o altri ingredienti è disponibile in softgel, compresse, capsule, oli, gomme, estratti liquidi e succo di vape (sigarette elettroniche ricaricabili).

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Controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali

Il CBD assunto fino a 1.500 mg al giorno (una dose molto elevata!) per via orale per 4 settimane non ha mostrato effetti collaterali significativi, ma solo disturbi transitori minori (bocca secca, alterazione della pressione arteriosa, diarrea, inappetenza, alterazioni dell’umore, stordimento e sonnolenza) pertanto può essere considerato una sostanza sicura e non tossica per l’organismo.

Particolare cautela tuttavia dovrebbe essere utilizzata dalle donne gravide, da chi ha disturbi al fegato e da chi assume determinati farmaci in quanto potrebbe incrementarne l’effetto: brivaracetam, carbamazepina, clobazam e topiramato, Everolimus, ciclosporina, tacrolimus, Metadone, amitriptilina (un antidepressivo triciclico talvolta utilizzato per il trattamento del dolore cronico), warfarin, omeprazolo, nicotina, litio, ketamina, benzodiazepine, fenobarbital, morfina, Levotiroxina, warfarin, alcuni farmaci anticonvulsivanti e l’alcool.
La Fenitoina e la rifampicina possono invece ridurre i livelli di CBD.
La combinazione di CBD e acido valproico o paracetamolo potrebbe aumentare la probabilità di lesioni al fegato.

Per tali motivi è consigliabile consultare un professionista sanitario prima di utilizzare il CBD se si stanno assumendo questi farmaci o si hanno le suddette condizioni di salute.

Alcuni studi mostrano come l’uso della pianta integrale o le preparazioni con fitocomplessi mostrino per molti versi maggiore efficacia rispetto alle molecole isolate oltre ad effetti collaterali ridotti poiché i vari componenti della cannabis naturale interagendo tra loro hanno un’azione sinergica che autoequilibra e limita i potenziali danni (effetto entourage, dove la sinergia tra i vari componenti potenzia gli effetti terapeutici).

Lo studio: La cannabis nel trattamento del dolore pelvico e uro-genitale

 

Cannabinolo – CBN

Il cannabinolo (CBN) è un cannabinoide presente nella pianta di cannabis (canapa sativa). Si forma quando il THC viene esposto all'ossidazione e al calore. Per questo il CBN è generalmente presente in quantità molto limitate nella cannabis fresca, ma può aumentare con il tempo a causa del processo di ossidazione del THC. A differenza del THC, il CBN non produce gli effetti euforici comunemente associati al consumo di cannabis, ma al contrario effetti sedativi.

Indicazioni

Anche se sono stati condotti studi limitati, il CBN è stato oggetto di interesse per alcune sue potenziali proprietà, tra cui:

  • sedativa: alcuni studi preliminari suggeriscono che il CBN potrebbe avere un effetto sedativo e favorire il sonno (é stato virtualmente stimato che 5 mg di CBN corrispondano a 10 mg di Diazepam - Valium -);
  • antibatterica: alcune ricerche indicano che il CBN potrebbe avere proprietà antibatteriche, sebbene siano necessari ulteriori studi per confermarne l'efficacia;
  • antinfiammatoria: sono state esplorate le proprietà antinfiammatorie del CBN, anche se la ricerca è ancora limitata;
  • stimolante dell'appetito: alcuni studi suggeriscono che il CBN possa avere un effetto stimolante sull'appetito.
  • immunomodulante: per via della sua discreta selettività come agonista nel recettore CB2, è usato sperimentalmente come immunomodulatore.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali specifici possono variare da persona a persona e dipendono anche dalla dose, dalla forma di somministrazione e da altri fattori individuali. Poiché il CBN è meno comune del THC e del CBD nella cannabis, sono necessarie ulteriori ricerche specifiche per comprendere appieno i suoi potenziali effetti collaterali. L’uso della pianta integrale o le preparazioni con diversi cannabinoidi vegetali mostrano per molti versi maggiore efficacia rispetto alle molecole isolate oltre ad effetti collaterali ridotti (effetto entourage).

 Approfondimento: l'Effetto Entourage

 

Cannabigerolo – CBG

Il cannabigerolo (CBG) è un cannabinoide presente nella pianta di cannabis. È considerato il precursore degli altri cannabinoidi come il THC e il CBD, poiché è il primo che si forma (come acido cannabigerolico – CBGA) per poi trasformarsi in altri cannabinoidi (CBD, THC e infine CBN). Durante la fioritura infatti, il cannabinoide più abbondante è proprio il CBG. Ma quando la sostanza si essicca, la sua concentrazione è solitamente inferiore all’1%.
Poiché il cannabigerolo non ha proprietà psicotrope, nella maggior parte dei Paesi questo fitocannabinoide e i suoi derivati sono legali.

Indicazioni

Il CBG è stato oggetto di interesse per la sua potenziale attività farmacologica. Sebbene la ricerca sia ancora in fase preliminare, si ritiene che il CBG possa avere proprietà miorilassanti, ansiolitiche, antidepressive, aniemetiche, antinfiammatorie, analgesiche, antimicotiche, antiossidanti, antitumorali, antipsoriasiche e neuroprotettive.
Altri usi potenziali del CBG sono stati individuati nel trattamento del glaucoma (dato che riduce la pressione intraoculare), nella cura di malattie infiammatorie gastrointestinali (data la sua azione sui recettori CB1 e CB2) e nel trattamento di disfunzioni vescicali.
Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i suoi effetti e il suo potenziale terapeutico.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali e la sicurezza a lungo termine del CBG non sono ancora completamente compresi e richiedono ulteriori studi. Come sempre, è consigliabile consultare un professionista sanitario prima di utilizzare prodotti contenenti CBG o altri cannabinoidi, specialmente se si è in gravidanza o se si stanno assumendo altri farmaci.

Come per gli altri cannabinoidi, anche il CBG ha un'azione maggiore e meno effetti collaterali se unito ad altri cannabinoidi vegetali.

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Tetraidrocannabinolo - THC

Il THC è il principale agente psicoattivo estratto dai fiori femminili (marijuana) e dalla resina (hashish) della cannabis.
Il THC è stato solato per la prima volta nel 1964 dagli scienziati israeliani Raphael Mechoulam, Yechiel Gaoni, e Habib Edery . Proprio grazie a questi studi si è arrivati alla scoperta del Sistema Endocannabinoide, un sistema presente in tutti gli animali che regola la cosiddetta “omeostasi” dell’organismo.

Scopri cos'è il sistema endocannabinoide

Legge italiana e concentrazioni

In base al tipo di pianta di cannabis si può ricavare una quantità di THC mediamente compresa tra lo 0,5 e il 30%. Nella pianta il THC si trova sotto forma di THC acido (THCA). La temperatura elevata raggiunta durante la cottura o la combustione provoca la decarbossilazione dell'acido tetraidrocannabinoico (THCa) in delta-9 THC, aumentandone la capacità di assorbimento. Da quet’ultimo vengono prodotti derivati semi-sintetici utilizzati per la terapia con Cannabis terapeutica, prescrivibile dal medico con ricetta galenica.

La legge italiana ed europea prevedono che al di sopra di una concentrazione di THC dello 0,2% la sostanza sia da considerare stupefacente. Nei prodotti di libera vendita quindi la concentrazione du THC deve essere inferiore allo 0,2%, mentre nella cannabis terapeutica prescrivibile solo dal medico, questo valore può aumentare a discrezione del prescrittore.

Nelle farmacie italiane possiamo quindi trovare dosaggi diversi:

  • Bedrocan (22%)
  • Billy Buttons (17-19%)
  • Bedrobinol (13.5%)
  • Bedica (14%)
  • FM1 (13-20%)
  • Sativex®, uno spray contenente 2,7 mg di THC e 2,5 mg di CBD ogni 100 μL.

Modalità di assunzione e assorbimento

Il THC può essere assunto in vari modi:

  • oralmente sotto forma di capsule, compresse, gocce o alimenti contenenti estratti di cannabis
    (10-20% di assorbimento poiché la molecola deve essere metabolizzata dal fegato prima di entrare nella circolazione sanguigna, quindi l’effetto può richiedere più tempo per manifestarsi),
  • inalato tramite fumo di cannabis o vaporizzatori
    (20-30%, consente al THC di raggiungere rapidamente i polmoni e poi essere assorbito nella circolazione sanguigna, producendo un effetto più rapido),
  • sub-linguale mediante gocce di estratti o tinture di cannabis
    (entrano direttamente nella circolazione sanguigna con azione veloce),
  • topica sotto forma di creme, unguenti o oli viene applicato localmente per trattare dolore o affezioni cutanee
    (l'azione è locale è non c'è assorbimento nel circolo sanguigno).

Distribuzione ed eliminazione

Dopo essere stato assorbito il THC si distribuisce ampiamente nel corpo (ad esclusione dell’applicazione topica).
La molecola del THC si lega principalmente ai recettori CB1, che si trovano soprattutto nel cervello e nel sistema nervoso centrale, oltre che in vari organi periferici, producendo effetti psicoattivi e influenzando vari processi fisiologici. Ha minore affinità per i recettori CB2, che si trovano principalmente nel sistema immunitario e nei tessuti periferici nei quali modula le risposte immunitarie e i processi infiammatori. Agisce inoltre su altri recettori che modulano il dolore, la densità ossea, i processi metabolici, l’umore, la cognizione e la percezione, i cicli sonno-veglia.

Una volta metabolizzato produce metaboliti inattivi (THC-COOH). Il THC e i suoi metaboliti vengono eliminati principalmente attraverso l’urina e le feci con tracce che possono essere rilevate anche dopo diverse giornate dall’ultima assunzione.

Indicazioni

Poichè il THC agisce su una pletora di recettori ed enzimi espressi in innumerevoli cellule, localizzate praticamente ovunque nel nostro organismo, la sua efficacia (più o meno dimostrata) è riscontrabile in un gran numero di patologie e disturbi: dolore cronico, nausea e vomito, perdita di appetito e cachessia, spasticità muscolare, sindrome di Tourette, glaucoma, fibromialgia, epilessia e convulsioni, disturbi del sonno, disturbi dell’umore, ansia, depressione, disturbi dell’apprendimento e del deficit di attenzione, disturbi del controllo motorio, artrite reumatoide, morbo di Crohn, sindrome dell’intestino irritabile (IBS), disturbo da stress post-traumatico (PTSD), malattia di Alzheimer, autismo, sindromi da astinenza, cancro.

Effetti collaterali

Gli effetti del THC sono estremamente individuali e possono variare in base alla persona, alla dose, alla via di somministrazione, alla tolleranza individuale e all’ambiente in cui viene consumato. Per questo la Cannabis Terapeutica deve essere “cucita addosso” al paziente.
Se infatti il THC (al di là degli effetti terapeutici) da una parte genera la tipica sensazione di benessere, euforia, ilarità, socializzazione, relax e piacere, dall’altra ha anche un effetto "dispercettivo" che amplifica non solo le sensazioni positive ma anche quelle negative.

Gli effetti più comunemente descritti sono: alterazioni della memoria, dell’attenzione, del pensiero, della concentrazione, delle funzioni cognitive complesse, della percezione del tempo, della coordinazione motoria e dell’equilibrio, secchezza orale e oculare, aumento dell’appetito, aumento della frequenza cardiaca, alterazione della pressione sanguigna, aumento o soppressione della risposta immunitaria, sonnolenza, riduzione della fase REM, alterazione dei cicli del sonno, riduzione della pressione intraoculare, allucinazioni, deliri e paranoia (soprattutto negli adolescenti), stati fortemente ansiosi, atteggiamenti e pensieri paranoici, fino ai pensieri suicidi.

Ad ogni modo poiché il THC ha una tossicità estremamente bassa non esistono casi documentati di overdose anche per via dei metodi di assunzione utilizzati che non consentono di assorbirne una quantità elevata. A tal riguardo il professor David Nutt dell'Università di Bristol, in uno studio conferma la minore pericolosità della cannabis rispetto ad alcool e tabacco.

Alcuni studi mostrano come L’uso della pianta integrale o le preparazioni con fitocomplessi mostrino per molti versi maggiore efficacia rispetto alle molecole isolate oltre ad effetti collaterali ridotti poiché i vari componenti della cannabis naturale interagendo tra loro hanno un’azione sinergica che autoequilibrante e limitante dei potenziali danni (effetto entourage, dove la sinergia tra i vari componenti potenzia gli effetti terapeutici).

 

Bibliografia

  1. United Nations Office on Drugs and Crime., Recommended methods for the identification and analysis of cannabis and cannabis products : manual for use by national drug analysis laboratories (PDF), Rev. and updated, United Nations, 2009, ISBN 9789210555890, OCLC 589299598. URL consultato il 23 gennaio 2019.
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  7. Balachandran P, Elsohly M, Hill KP: Cannabidiol interactions with medications, illicit substances, and alcohol: a comprehensive review. J Gen Intern Med 36(7):2074-2084, 2021. doi:10.1007/s11606-020-06504-8
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  15. Studio del professor David Nutt (29/10/09)

 

Sistema endocannabinoide

 

Il sistema endocannabinoide (SEC) è un sistema biologico di comunicazione tra cellule.
Si tratta di uno dei più complessi ed importanti sistemi del nostro corpo, che contribuisce a regolare gran parte delle funzioni vitali. Il suo compito è quello di mantenere l’omeostasi dell’organismo, cioè il suo delicato equilibrio interno, che viene messo a repentaglio dalle condizioni esterne dell’ambiente.

 

 

Il sistema endocannabinoide (SEC)

Il sistema endocannabinoide (SEC) è presente in diverse specie, dai mammiferi ai rettili fino agli invertebrati.
L'animale più primitivo in cui è stata trovata questa “segnaletica” è lo schiavo marino, evolutosi oltre 600 milioni di anni fa. Questo fa pensare che il sistema biologico fosse già presente, prima dell’arrivo della cannabis sulla Terra.

Il SEC è il risultato dell'interazione tra endocannabinoidi ed enzimi. Gli endocannabinoidi sono cannabinoidi endogeni, ossia composti chimici prodotti dal corpo umano. Insieme agli enzimi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'equilibrio interno del corpo (omeostasi), regolando una varietà di funzioni fisiologiche, tra cui la risposta al dolore, l'appetito, l'umore, la memoria, il sonno e il controllo motorio. Quando si verifica uno squilibrio, gli endocannabinoidi vengono attivati o disattivati dagli enzimi per ripristinare la normalità.

I due endocannabinoidi più conosciuti sono l’Anandamide e il 2- Arachidonoilglicerolo (2-Ag), che sono prodotti dal nostro organismo e vengono rilasciati “su richiesta”. Una volta eseguita la propria funzione, gli endocannabinoidi vengono distrutti grazie all'azione di specifici enzimi del SEC.

Fondamentale è la funzione di neuroprotezione, che regola il rilascio dei neurotrasmettitori, evitando la sovrastimolazione del Sistema Nervoso: quando un neurone è molto attivo rilascia endocannabinoidi, che reprimono l’impulso di eccitazione e di inibizione sul neurone.

Un altro ruolo importante del sistema riguarda i processi dello sviluppo neurologico: gli endocannabinoidi, infatti, influenzano la plasticità sinaptica, che consente al Sistema Nervoso di modificare le connessioni tra neuroni e crearne di nuove.

I cannabinoidi endogeni sono anche immunomodulatori, svolgono un’azione antinfiammatoria e immunomodulante.

 

I fitocannabinoidi

I fitocannabinoidi sono cannabinoidi estratti dalla pianta della cannabis e simulano gli effetti degli endocannabinoidi umani.

I principali fitocannabinoidi sono: il CBD, CBN, CBG. Ma la pianta è ricca di tante altre sostanze benefiche tra cui i terpeni, i flavonoidi e le vitamine.

Esse sono sostanze non stupefacenti che agiscono proprio sul sistema endocannabinoide.

E' importante sottolineare la barriera culturale che avvolge l'argomento cannabis. Tutti noi infatti associamo alla parola cannabis un altro cannabinoide presente nella pianta: il THC.

Il THC è un cannabinoide stupefacente, presente in grandi quantità in alcune varietà di cannabis, ma in bassissime quantita nella cannabis sativa (la canapa).
Negli anni infatti l'uomo, grazie alla genetica, ha cercato di aumentare la concentrazione di THC nelle infiorescenze per sfruttarne il potere stupefacente a scopo ludico-ricreativo, il cui utilizzo e' per giunta illegale.
Le coltivazioni originali di canapa hanno un contenuto molto basso il THC, pari allo 0,1% a differenza delle varieta' stupefacenti che ne hanno dal 22% fino ad arrivare al 40% nelle infiorescenze che vengono vendute illegalmente.
A queste concentrazioni,elevatissime, e' normale che possano esserci delle complicazioni.

La pianta di canapa da cui si estraggono i fitocannabinoidi sono in realta' molto povere di THC tanto da non avere nessun effetto stupefacente.
A differenza del THC quindi, il CBD rappresenta un fitocannabinode non stupefacente molto utile per molte patologie.

 

Benefici dei cannabinoidi

Se dovessimo elencare tutti i benefici del CBD per la nostra salute non ci basterebbero le pagine di una grande enciclopedia. In questo articolo ci limiteremo a dirvi che molti consumatori usano questo
cannabinoide per alleviare dolori ed infiammazioni croniche
.

Oltre all'azione antifiammatoria e antidolorofica la sua azione rilassante sia a livello centrale che direttamente sulla muscolatura contratta fa del CBD un ottimo alleato per tutte le pazienti che soffrono di dolore pelvico cronico. Basti pensare ai benefici che si possono avere riducendo l'ipertono del pavimento pelvico: dal migliorare l'aspetto del dorore neuropatico a tutti quei fastidi dati da una forte clonia muscolare come la vulvodinia e altre tesioni molto presenti anche nei quadri di stipsi.

Per comprendere l'importanza di queste sostanze e' affascinante notare come negli ultimi 10 anni la quantità di studi condotti sui fitocannabinoidi e' aumentata vertiginosamente, confermandone sempre il loro ottimo potere terapeutico.

Oltre all'aspetto antinfiammatorio, antidolororifico e miorilassante i fitocannabinoidi migliorano la qualità del sonno. Un effetto che non passa per una sedazione (nel vero senso della parola) tipica delle
benzodiazepine, ma proprio attraverso la stimolazione del sistema endocannabinoide nel riequilibrare quei processi biochimici cerebrali alterati per via degli effetti stressogeni dell'ambente esterno.
L'effetto di rilassamento dato dai fitocannabinoidi permette di scivolare in un sonno molto ristoratore.
Il sonno è una componente fondamentale per della nostra vita.
Durante il sonno avvengono quei processi di pulizia, immaganizzamento e riorganizzazione che permettono al nostro SNC di tornare ad essere pulito e funzionante per il giorno dopo.
Siamo animali diurni, quindi soggetti ad un ritmo circadiano, ed anche il sonno ha il suo ritmo. Il CBD e gli altri fitocannabinoidi come CBG ed il CBN, attraverso la loro interazione con i recettori del sistema endocannabinoide, aiutano a migliorare la qualita del sono.

 

Quale prodotto scegliere?

Un ultima riflessione va posta sui prodotti che sono sul mercato. Fondamentele e' affidarsi a ditte serie che coltivano la canapa in terreni incontaminati e curino molto bene il processi di estrazione.

Agronomicamente la canapa era coltivata per moltissimi utilizzi, ricordo che l'italia era leader mondiale in questa coltivazione (...ma qui divagheremo in argomenti non inerenti all'articolo).
Uno dei motivi per cui era coltivata era proprio perche' era un ottimo bonificatore di terreno “succhiando” da esso matalli pesanti ed altri inquinanti che poi si accumulano nella sua biomassa.

Detto questo utilizzare prodotti di aziende serie permette di avere un prodotto di buona qualità in termini di concentrazione di fitocannabinoidi e terpeni senza contaminanti organici ed inorganici.

Approfondimento: scopri i prodotti della linea Puro: Puro CBDay e Puro CBNight

 

Dr Pietro Brandimarti
(Farmacista presso la farmacia Perini di Bolzano)

Pietro BrandimartiIl Dr Pietro Brandimarti, farmacista presso la Farmacia Perini di Bolzano, laureato alla facoltà di farmacia presso l'università degli studi di Urbino e specializzato in preparazioni galeniche e fitoterapiche, da anni tratta preparati a base di cannabis.

Nell'ultimo decennio sempre più medici e pazienti si stanno rendendo conto dei benefici della cannabis come alternativa o supporto ai farmaci per trattare disturbi in diverse patologie. Da qui l'interesse da parte del Dott. Brandimarti di approfondire l'argomento studiandone, osservandone e testandone I benefici.

Come ci spiega il farmacista, un cannabinoide in particolare il CBD, potrebbe avere una potenziale applicazione nelle terapie contro molteplici disturbi del tratto gastrointestinale.
Gli oli CBD sono stati applicati in recenti terapie come agenti batteriostatici e i risultati sono stati promettenti. Infatti il CBD ha inibito la crescita batterica senza uccidere la flora intestinale, questo significa che potrebbe essere la soluzione ideale per il trattamento delle malattie intestinali croniche. Questo equilibrio è una condizione fondamentale per il trattamento terapeutico di tali malattie.

Inoltre i cannabinodi oltre ad avere proprietà batteriostatiche sono degli ottimi antibiotici battericidi poiché uccidono i batteri cattivi presenti nel tratto gastrointestinale.

Cannabis

La cannabis è una pianta che contiene numerosi composti chimici, tra cui più di 100 cannabinoidi in forma attiva e inattiva, 140 terpenoidi, 23 flavonoidi. Oltre a questi composti, la cannabis contiene anche una varietà di altri composti chimici che possono contribuire alle sue proprietà e agli effetti complessivi. La composizione chimica esatta della cannabis può variare notevolmente tra le varietà e può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui il ceppo, il metodo di coltivazione, l'ambiente di crescita e la manipolazione post-raccolta.

Alcuni studi mostrano come l’uso della pianta integrale o gli estratti completi vegetali (fitocomplessi) mostrino per molti versi maggiore efficacia rispetto alle singole molecole isolate. La sinergia dei vari componenti della pianta riduce inoltre gli effetti collaterali poiché hanno un’azione autoequilibrante che limita i potenziali danni e potenzia gli effetti terapeutici (effetto entourage).

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Cannabinoidi

I cannabinoidi finora riscontrati sono molteplici e hanno funzioni diverse che si integrano tra loro:

 Le forme aminoacidiche sono contenute nella pianta e nei fiotocomplessi estratti a freddo e non sottoposti a calore. Questi cannabinoidi aminoacidici, sebbene ritenuti inattivi, hanno un ruolo fondamentale nella regolazione degli effetti terapeutici della cannabis: incrementano l'efficacia e diminuiscono gli effetti collaterali. Solo i fitocomplessi estratti a freddo contengono questi cannabinoidi aminoacidici.

Approfondimento: il fitocomplesso

 

Terpeni e terpenoidi

I terpeni e i terpenoidi sono biomolecole presenti in piante e fiori che conferiscono il particolare odore alla pianta.
La cannabis produce oltre 140 di queste molecole che oltre ad avere riconosciute proprietà antiossidanti, antidolorifiche, antinfiammatorie, miorilassanti, antibatteriche ed antimicotiche, interagiscono con i principi attivi della cannabis potenziando l’effetto del CBD e contemporaneamente alleviando l’effetto psicoattivo del THC (effetto entourage).

I principali terpeni presenti nella pianta di canapa sono: mircene, cariofillene, limonene, linalolo; pulegone, cineolo, pinene, terpineolo, terpinen-4-olo, cimene, borneolo, carene, farnesen, selinene, fellandrene, piperidina, terpinolene.

Approfondimento: effetto entourage

 

Flavonoidi

I flavonoidi sono una vasta classe di composti presenti nel mondo vegetale che comprende più di 6.000 differenti molecole.
I bioflavonoidi sono in grado di esercitare svariate attività biologiche utili al benessere dell’organismo e al mantenimento della salute.
Fra le attività attribuite ai flavonoidi le più importanti sono: l'azione antiossidante, l'azione protettiva sul microcircolo, l'azione simil-estrogenica e quella antinfiammatoria. Indagate anche le potenziali attività antitumorali e quelle preventivo/terapeutiche su diverse malattie.

Nella diverse piante di canapa se ne sono ritrovati comunemente almeno 23. I principali flavonoidi presenti nella pianta di Canapa sono: apigenina; quercetina; cannaflavina, dalle proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali scientificamente riconosciute.

 

Altre sostanze

Oltre ai cannabinoidi, ai terpeni e ai flavonoidi la cannabis contiene altre sostanze dalle importanti proprietà: clorofilla, aminoacidi essenziali tra cui l'arginina, minerali quali potassio, magnesio, manganese, zinco, ferro e calcio, antiossidanti come Omega 3, 6 e 9, acidi grassi, principalmente insaturi, tra cui l’acido linoleico, l’alfa linoleico e l’acido oleico, vitamine quali vitamina A, vitamine del gruppo B (come B1, B2, B3, B6, e B9), vitamina C, vitamina E e vitamina K.

Tuttavia, è importante notare che la concentrazione e la disponibilità di queste sostanze possono variare notevolmente a seconda del ceppo di cannabis e delle condizioni di crescita.

Solo nella pianta integrale e nel fitocomplesso estratto a freddo è possibile ritrovare l'intero spettro di queste sostanze attive.

 Il fitocomplesso scelto da Cistite.info APS

 

Bibliografia

  1. Brenneisen R. (2007) Chemistry and analysis of phytocannabinoids and other cannabis costituents. In “Marijuana and the Cannabinoids”. Marijuana and the Cannabinoids; Forensic Science And Medicine, 2007, 17-49, DOI: 10.1007/978-1-59259-947-9_2 Editedby Mahmoud A.ElSohly. Humana Press Inc.
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  3. Mechoulam R. Chapter 2 Alkaloids in Cannabis Sativa L. The Alkaloids: Chemistry andPharmacology. Volume 34, 1989, Pages 77-93.
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fitocomplesso cannabis

Alcuni studi mostrano come L’uso della pianta integrale o del suo estratto completo (fitocomplesso) mostrino da una parte maggiore efficacia rispetto alle molecole isolate e dall'altra effetti collaterali ridotti. I vari componenti della cannabis naturale infatti, interagendo tra loro hanno un’azione sinergica ed autoequilibrante (effetto entourage).

 

 

Fitocomplesso

Il termine "fitocomplesso della cannabis" si riferisce alla combinazione di composti chimici con proprietà specifiche, naturalmente presenti nella pianta di canapa sativa:

  • cannabidiolo (CBD): ha dimostrato proprietà antinfiammatorie, ansiolitiche e analgesiche,
  • tetraidrocannabidiolo (THC): è l’elemento meno rappresentato nella cannabis light in quanto è il responsabile degli effetti psicotropi e per legge non deve superare lo 0,2%,
  • Cannabigerolo (CBG): è potenzialmente utile in ambito oftalmico, neurologico e gastrointestinale,
  • Cannabinolo (CBN): ha proprietà sedative che possono migliorare la qualità del sonno,
  • CBD in forma aminoacidica (CBDA): può avere proprietà antiemetiche e anti-infiammatorie,
  • terpeni: composti aromatici che caratterizzano odore e gusto e che regolano l’azione dei cannabinoidi,
  • flavonoidi: hanno effetti antiossidanti e anti-infiammatori,
  • THC, CBD, CBG e CBN in forma aminoacidica inattiva (THCA, CBDA, CBGA e CBNA)
  • e molti altri.

La combinazione e la proporzione di questi composti nel fitocomplesso della cannabis possono variare a seconda della varietà della pianta, del metodo di coltivazione, di altri fattori ambientali, nonché degli scopi per il quale viene estratto. Questo è il motivo per cui le diverse varietà di cannabis possono avere effetti diversi sul corpo e sulla mente umana.

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica si è concentrata sempre più sull'efficacia e sugli usi terapeutici dei fitocomplessi della cannabis per una varietà di condizioni mediche, compresi il dolore cronico, le convulsioni, le contrazioni muscolari, l'ansia e altro ancora.
Tuttavia, è importante notare che l'uso della cannabis a fini terapeutici è ancora oggetto di ricerca e discussione, e la legislazione che regola l'uso della cannabis varia da paese a paese.

 Approfondimento: il PhytoComplete contenuto nel PuroCB

 

Effetto Entourage

L'effetto entourage è un concetto che si riferisce alla sinergia tra i vari composti presenti nella cannabis, come i cannabinoidi, i terpeni e i flavonoidi, che lavorano insieme per produrre effetti più potenti o benèfici rispetto a quelli prodotti dai singoli elementi isolati. Questo significa che la combinazione di tutti questi composti, piuttosto che uno specifico composto da solo, può avere un impatto più significativo sul corpo e sulla mente umana.

Ad esempio, si è scoperto che il CBD, quando viene consumato insieme al CBN e al mircene (un terpene) può migliorare il sonno potenziando quindi gli effetti di tutti i composti. Allo stesso modo, alcuni terpeni possono influenzare la percezione e gli effetti del THC modulando il loro impatto psicotropo sul sistema nervoso centrale.

Uno studio pubblicato sull'European journal of pharmacology suggerisce che alcuni composti inattivi presenti nella cannabis (THCA, CBDA, CBGA e CBNA) possono potenziare l'attività dei cannabinoidi attivi, contribuendo così all'effetto entourage.

L'effetto entourage suggerisce che la pianta integrale di cannabis o il suo intero fitocomplesso possano offrire una gamma più ampia di benefici terapeutici rispetto all'uso di singoli composti isolati. Questo concetto è stato supportato da diverse ricerche scientifiche che hanno evidenziato l'importanza della combinazione di cannabinoidi, terpeni e altri composti presenti nella cannabis per la massimizzazione dei benefici terapeutici e riduzione degli effetti collaterali indesiderati.

Tuttavia, è importante notare che l'effetto entourage è ancora oggetto di studio e ricerca e che la comprensione dei meccanismi sottostanti e delle interazioni tra i vari composti nella cannabis è in continua evoluzione.

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Bibliografia

  1. Russo, E. B. (2011). Taming THC: potential cannabis synergy and phytocannabinoid-terpenoid entourage effects. British Journal of Pharmacology, 163(7), 1344-1364.
  2. Russo, E. B. (2019). The Case for the Entourage Effect and Conventional Breeding of Clinical Cannabis: No “Strain,” No Gain. Frontiers in Plant Science, 9, 1969.
  3. Ben-Shabat, S., Fride, E., Sheskin, T., Tamiri, T., Rhee, M. H., Vogel, Z., & Mechoulam, R. (1998). An entourage effect: inactive endogenous fatty acid glycerol esters enhance 2-arachidonoyl-glycerol cannabinoid activity. European journal of pharmacology, 353(1), 23-31.
  4. Gallily, R., Yekhtin, Z., & Hanuš, L. O. (2015). Overcoming the bell-shaped dose-response of cannabidiol by using cannabis extract enriched in cannabidiol. Pharmacology & Pharmacy, 6(02), 75.
  5. Blasco‐Benito, S., Seijo‐Vila, M., Caro‐Villalobos, M., Tundidor, I., Andradas, C., García‐Taboada, E., ... & Guzmán, M. (2018). Appraising the “entourage effect”: Antitumor action of a pure cannabinoid versus a botanical drug preparation in preclinical models of breast cancer. Biochemical pharmacology, 157, 285-293.
  6. Andre, C. M., Hausman, J. F., & Guerriero, G. (2016). Cannabis sativa: The Plant of the Thousand and One Molecules. Frontiers in plant science, 7, 19.Elsohly, M. A., Slade, D. (2005). Chemical constituents of marijuana: the complex mixture of natural cannabinoids. Life Sciences, 78(5), 539-548.
  7. Pellati, F., Borgonetti, V., Brighenti, V., Biagi, M., Benvenuti, S., Corsi, L. (2018). Cannabis sativa L. and Nonpsychoactive Cannabinoids: Their Chemistry and Role against Oxidative Stress, Inflammation, and Cancer. BioMed Research International, 2018.
comunicazione ipnotica

Il dolore pelvico cronico, la vulvodinia e il dolore cronico sono condizioni che influenzano profondamente la vita quotidiana delle persone. Nella continua ricerca di approcci terapeutici innovativi, la Comunicazione Ipnotica emerge come una risorsa promettente. Con questo articolo vorrei proprio portarvi ad esplorare come questa tecnica può rivoluzionare la gestione del dolore in pazienti affetti da queste patologie.

 

 

Cos’è la Comunicazione Ipnotica

La Comunicazione Ipnotica è una tecnica di comunicazione che applica consapevolmente i meccanismi neurolinguistici implicati in alcune funzioni della mente (Asieci).
La Comunicazione Ipnotica può essere utilizzata per ridurre il dolore in diverse procedure diagnostico-terapeutiche, come l’endoscopia, la broncoscopia, il Pap-Test con un effetto antidolorifico o antinocicettivo.
E può essere utilizzata anche come terapia complementare o alternativa per ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie in cui la componente dolorosa è molto importante o invalidante.

Approfondimento: il dolore cronico pelvico

 

Come si esegue la comunicazione ipnotica

Entriamo ora nel merito più pratico, come si svolge una seduta di Comunicazione Ipnotica?
Innanzitutto spesso, la Comunicazione Ipnotica inizia già nel momento in cui l’operatore si approccia al paziente, proprio perchè è un modo di comunicare, ma se vogliamo schematizzare grossolanamente possiamo individuare 4 fasi:

  1. Introduzione e Creazione di un Contesto Sicuro:
    l’operatore spiega il processo e istituisce un ambiente rassicurante per il paziente.
  2. Induzione dell’Ipnosi:
    iIl paziente viene guidato a raggiungere uno stato di rilassamento profondo attraverso suggerimenti verbali o visivi.
  3. Focus sul Benessere:
    durante lo stato ipnotico, l’operatore introduce suggestioni positive e strategie di gestione del dolore.
  4. Ritorno Graduale alla Consapevolezza:
    la sessione si conclude con una transizione graduale al pieno stato di veglia.

In sintesi, la Comunicazione Ipnotica è una tecnica terapeutica promettente per la gestione del dolore pelvico cronico, la vulvodinia e il dolore cronico. La pratica sfrutta uno stato di rilassamento profondo per influenzare positivamente la mente e il corpo, e può essere utilizzata come terapia complementare o alternativa aprendo nuove strade nella cura di queste condizioni complesse, offrendo un sollievo sostenibile e migliorando la qualità della vita dei pazienti.

 

Lo studio sulla comunicazione ipnotica

Alla fine del mio percorso formativo come ipnologo clinico (nel senso definito dall’Istituto Franco Granone C.I.I.C.S.) ho effettuato uno studio oggetto poi della tesi in cui la comunicazione Ipnotica è stata utilizzata in  nel contesto della riabilitazione del pavimento pelvico. La tesi ha coinvolto 30 partecipanti, donne che affrontavano disturbi come dispareunia, vaginismo e vulvodinia.
A tutte queste pazienti è stata aggiunta la Comunicazione Ipnotica durante le normale sedute di riabilitazione del pavimento pelvico. I risultati, dopo solo 3 trattamenti, hanno rivelato miglioramenti notevoli nella percezione del dolore e nella funzione sessuale, suggerendo che la Comunicazione Ipnotica è un'aggiunta significativa alla terapia di questi disturbi.

Leggi lo studio completo sulla comunicazione ipnotica in caso di vulvodinia

Rita Anna di Molfetta
Ostetrica esperta in comunicazione ipnotica e riabilitazione del pavimento pelvico

Il CBD è una molecola sempre più studiata dai ricercatori e utilizzata a livello clinico. Con una rapida ricerca su PubMed della parola “cbd”, risultano più di 11mila ricerche scientifiche.

Viene prescritto come coadiuvante in diverse patologie, anche molto invalidanti, che vanno dal dolore cronico (per esempio quello della vulvodinia o della neuropatia pelvica) al cancro. Quello che va evidenziato è che il CBD non viene prescritto per curare la patologia in sé, ma per la gestione dei sintomi che spaziano dal dolore all’insonnia, passando per ansia e depressione, permettendo al paziente di migliorare la propria qualità della vita, gestendo la propria patologia come prima non accadeva.

Ecco perché è importante che il governo si concentri su una regolamentazione chiara che possa favorire i pazienti: ci sono migliaia di persone che magari non sono guarite dalla patologia che li affligge ma che, grazie a questa molecola, sono riuscite a condurre di nuovo una vita dignitosa, con il dolore sotto controllo, un sonno ristoratore, e meno ansia, che hanno il terrore di non riuscire più ad avere accesso a un farmaco di fondamentale importanza.

 sondaggio CBD

 (Clicca sull'immagine a sinistra  per vedere i risultati del sondaggio)

Il sondaggio

 In un momento davvero delicato per migliaia di pazienti abituati ad utilizzare CBD per la propria patologia, abbiamo pensato che la cosa migliore fosse sentire direttamente la loro voce, per capire le loro preoccupazioni nel caso il decreto entrasse in vigore.
Per farlo abbiamo deciso di affidare un sondaggio a SWG, principale istituto italiano nel settore delle indagini demoscopiche, che, con diverse domande restituisce una fotografia chiara della situazione.

Per la realizzazione di questo sondaggio, effettuato da SWG, sono stati intervistati 1601 persone che utilizzano oli, estratti o farmaci a base di CBD con interviste raccolte tra l’8 e il 18 settembre 2023 con la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview).
L’iniziativa è stata patrocinata dalle associazioni di CFU Italia e Cistite.info APS e alla diffusione del sondaggio hanno collaborato l’Associazione Luca Coscioni, A.I.R.A. ODV, Dolce Vita, BeLeaf, e il centro medico CLINN.

Le questioni infatti sono diverse e variegate e riguardano principalmente i problemi che i pazienti che oggi assumono CBD incontrerebbero nel dare continuità alla propria terapia.

Innanzitutto si evince che l’impatto del nuovo decreto appare potenzialmente molto forte. Solo il 10% degli intervistati ritiene che non ci sarà alcun effetto, mente la gran parte degli intervistati teme che non potrà più acquistare i prodotti dai canali abituali o che, in ogni caso, aumenteranno significativamente la difficoltà di reperimento sulla quasi totalità dei prodotti (galenici compresi).

Cannabis nell'autogestione del dolore pelvico

 

Peggioramento della qualità della vita e delle condizioni di salute

Secondo 9 intervistati su 10 la difficoltà di reperimento dei prodotti comporterà un peggioramento della qualità della vita e delle condizioni di salute. Ciò potrebbe portare a cercare nuovi canali di approvvigionamento, rivolgendosi maggiormente al web o a canali non ufficiali, con la certezza di un significativo aumento dei costi.

Non si può infatti non tenere conto di un dato molto importante: per il 40% dei soggetti intervistati i prodotti utilizzati rappresentano una parte della propria terapia e in oltre la metà dei casi sono stati prescritti o consigliati dal proprio medico curante.

Perché i pazienti utilizzano il CBD

L’utilizzo dei prodotti (primi tra tutti gli oli, seguiti da prodotti galenici ed estratti) è legato ad una pluralità di cause: il contrasto a stati infiammatori, disturbi del sonno, gestione del dolore, ansia. Nella quasi totalità dei casi evidenziano un utilizzo consolidato ed abituale a cadenza giornaliera o comunque con più somministrazioni alla settimana, a conferma di un utilizzo intenso, principalmente mirato a dare sollievo a particolari situazioni croniche in cui l’utilizzo di altre tipologie di farmaco appare più problematico.

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L’approvvigionamento

L’approvvigionamento di questi prodotti non era semplice già prima, e gli intervistati evidenziano l’utilizzo di una pluralità di canali che vanno dalle farmacie (soprattutto per i galenici) all’online, fino ai cannabis shop, molto spesso su suggerimento degli stessi medici prescrittori. Il canale online si rivela particolarmente importante per una questione di economicità, di disponibilità e di comodità (il fatto di poterli ricevere direttamente a casa è un grosso vantaggio soprattutto per chi è in condizioni di maggiore difficoltà).

In questo scenario l’impatto del nuovo decreto appare potenzialmente molto forte. Solo il 10% degli intervistati ritiene che non ci sarà alcun effetto, mente gran parte degli intervistati temono che non potranno più acquistare i prodotti dai canali abituali o che, in ogni caso, aumenteranno significativamente la difficoltà di reperimento sulla quasi totalità dei prodotti (galenici compresi).

Il ruolo del CBD nelle patologie uro-genitali

 

La situazione italiana: i possibili scenari

Il Ministero potrebbe creare un tavolo ministeriale o inter-ministeriale con medici, pazienti e aziende produttrici per trovare una quadra. Una soluzione possibile, già ventilata in passato, potrebbe essere quella di indicare delle percentuali per le quali al di sotto l’olio è considerato integratore e al di sopra farmaco (indicativamente il 10%).

Il Ministero potrebbe semplicemente prendere atto che il CBD è un principio farmacologico (visto che è presente in almeno due farmaci registrati in Europa) e andare avanti a farli distribuire senza dichiarare il CBD stupefacente, come è successo agli altri Paesi europei. A quel punto si dovrà decidere di conseguenza come inquadrare gli altri oli.

Il ministero potrebbe confermare la propria decisione di inserire i preparati al CBD nel testo unico sugli stupefacenti e agire di conseguenza. A questo punto la probabilità è che gli altri oli ad oggi in commercio sarebbero ritenuti illegali.

 

La situazione Europea

La Commissione europea aveva stabilito che i prodotti alimentari contenenti CBD (compresi dunque gli integratori) andassero iscritti nell'elenco dei Novel Food. Il processo però ha subito diversi rallentamenti. L’ultima novità è del giugno 2022, quando l’EFSA aveva pubblicato un documento nel quale, pur sottolineando di non aver concluso che il consumo di CBD sia pericoloso, aveva sottolineato la necessità di eseguire nuovi studi perché le ricerche attualmente disponibili degli effetti del CBD sul fegato, sul tratto gastrointestinale, sul sistema endocrino, sul sistema nervoso e sul benessere psicologico “sono insufficienti”.

A questa problematica se ne aggiunge un’altra: intraprendere il percorso per iscrivere un prodotto tra i Novel Food è un’operazione molto costosa ed è evidente che serva una regolamentazione europea anche sugli oli, perché altrimenti nessuna azienda avrebbe interesse a depositare le domande se continuerà ad esistere un mercato “parallelo”.

Alla fine del 2020 la Corte di Giustizia Europea si è espressa sul CBD, in un caso che aveva visto un commerciante francese importare ricariche di CBD per le sigarette elettroniche dalla Repubblica Ceca, andando a processo. Il caso è certamente diverso da quello italiano, ma, ad ogni modo, la sentenza della corte aveva messo nero su bianco che: “Uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi”, anche se viene specificato che: “Tale divieto, tuttavia, può essere giustificato da un obiettivo di tutela della salute pubblica ma non deve eccedere quanto necessario per il suo raggiungimento”.

Infine ci sono le raccomandazioni dell’OMS che, nel processo storico in cui ha riconosciuto il valore medico della cannabis, aveva raccomandato ai Paesi membri che i prodotti con CBD e THC sotto allo 0,2%, non venissero inseriti in nessuna tabella.

 

Piante contro ansia, stress, insonnia

Scritto dalla Dr.ssa Franca Grossi

La situazione contingente in questi ultimi anni ha portato molte persone a provare stati d'ansia, stress, stanchezza, difficoltà di concentrazione e di conseguenza a difficoltà nel sonno.

In questi casi, la soluzione più utile può davvero essere a portata di mano ma, spesso, la sottovalutiamo! La Natura è in grado di darci tutto (o quasi) ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra salute! L’importante è muoversi con cognizione di causa sapendo che nelle Medicine complementari molte sono le strategie per affrontare le problematiche ansiose: l’utilizzo di piante medicinali o di integratori o l’impiego di rimedi oligoterapici e floriterapici.

Vi invito quindi a leggere con attenzione la descrizione delle piante che possono aiutarci per affrontare con maggior serenità i tempi che ci aspettano, partendo dalle definizioni di Ansia, perché ci serviranno nella scelta del rimedio più corretto; ve le trascrivo dal vocabolario Devoto, che spesso mi trovo a consultare.

 

Ansia

Affannosa agitazione interiore provocata da bramosia o incertezza.

Sempre più spesso ci troviamo in una situazione ansiosa: l'ansia provocata dal desiderio di ottenere una determinata cosa come un oggetto che tutti hanno tranne me, una promozione che non è arrivata, un viaggio sempre agognato e rimandato, ma anche ansia data dalla paura di quello che ci può succedere, dalle incertezze lavorative e dalle preoccupazioni economiche che ne possono derivare.
Vogliamo poi parlare dello stato ansioso derivato dalle incertezze nelle relazioni sia amorose che familiari?

Scrive ancora il Devoto rispetto all'ansia: preoccupazione persistente.
In psichiatria: senso di oppressione simile all'angoscia
Vocabolario della lingua italiana: stato di affannosa incertezza, oppressione del respiro, affanno...

Penso che tutti noi in questi anni covid abbiamo provato questo tipo di stato ansioso, chi più chi meno direi che ha vissuto sulla propria pelle anche la definizione che si utilizza in psichiatria senza essere un malato psichiatrico.
Quante persone finiscono al pronto soccorso con questi sintomi che vengono spesso scambiati per prodromi di un infarto? Esse poi vengono rimandate a casa con la diagnosi di stato ansioso e un bel farmaco ansiolitico.
L'ansia sempre più spesso si riverbera sul nostro sistema gastro intestinale, quanti di voi hanno avuto la sensazione del “nodo in gola”? Anche in questo caso dopo esami su esami la diagnosi è spesso quella vista prima: ansia!

Queste differenti manifestazioni dello stato ansioso possono essere affrontate nello stesso modo? Possiamo utilizzare sempre le stesse piante? O come immagino sia adesso più chiaro per tutti voi ogni ambito va affrontato con il rimedio più efficace per quel sintomo?
Io posso essere ansiosa e avere come segnale l'affanno respiratorio, oppure la tachicardia, piuttosto che il nodo in gola o una difficoltà di digestione, tutti sintomi differenti!

Di seguito trovate una descrizione delle piante utilizzabili per la gestione di questi disturbi; utilizzando gocce di macerato delle gemme e di Tintura Madre, si possono comporre le miscele più indicate per il paziente. Una buona pratica può essere quella di mettere le gocce all'interno delle Tisane per abbinare l'efficacia delle erbe officinali in taglio tisana alla loro attività in estratto.

 

Ficus carica Macerato delle Gemme

 Il M.G. (macerato delle gemme) di Ficus carica è un rimedio eccellente per la sua azione calmante ed è ottimo anche per contrastare lo stato di stress che si fa sentire soprattutto a livello gastrointestinale come, ad esempio, nella Sindrome del Colon irritabile.
La sua preparazione in gocce, dunque, lo rende utile sia negli stati d’ansia che causano la sensazione di “nodo in gola”; sia quando ci si sente il così detto “pugno sullo stomaco” con difficoltà anche nel digerire, grazie alla sua azione rilassante e lenitiva a livello della mucosa gastrointestinale.

 

Tilia Tomentosa Macerato delle Gemme

Molti conoscono queste gocce per il loro uso nelle coliche dei neonati e nelle problematiche del riposo notturno dei bambini.
La Tilia, in effetti, è ottima per rilassare la muscolatura liscia, aiutando quindi il Ficus quando c’è la sensazione di tensione addominale causata anche dalla produzione di gas.
L’infuso di Tilia è molto utile anche per contrastare la sensazione di stress. Se l'infuso è efficace, la forma in macerato delle gemme lo è ancora di più; infatti, la scelta migliore è quella di abbinarli!
La Tilia è, inoltre, indicata in caso di difficoltà del sonno, in quanto aiuta ad avere un sonno più rilassato senza interferire sulla capacità onirica; la sua azione delicata ne consente l'uso anche nelle creature più giovani.

 

Biancospino Macerato delle Gemme

Il Crataegus monogyna (biancospino) Macerato delle Gemme è da sempre considerato il rimedio del cuoricino in sofferenza, che si manifesta con respiro affannoso.
Questo è il rimedio perfetto perché è un regolatore del battito, è quindi la prima scelta quando ci siano palpitazioni, extrasistoli e tachicardie dovute all'ansia.
Viene definito “sedativo cardiaco” nei testi di fitoterapia, quando si parla di ansia e stress, perché ha un effetto sedativo a livello del sistema nervoso centrale, con un'azione ansiolitica che non crea né dipendenza né sonnolenza.
E' inoltre utile in associazione alle terapie farmacologiche, come sostegno nelle forme di bulimia, insieme a Melissa e Valeriana, proprio perché la sua azione sedativa si esplica anche a livello mentale.
Peraltro è un rimedio che si può utilizzare per lunghi periodi senza effetti collaterali.

Attenzione perché qui si parla del macerato delle gemme, mentre integratori che lo contengano come estratto secco o fluido hanno altre indicazioni e il loro utilizzo va concordato con il medico curante se ci sono patologie cardiache o se si soffre di ipertensione.

 

Melissa officinalis Tintura madre

La melissa è il rimedio prediletto dell'ansia che si fa sentire con irrequietezza, malessere, che prende anche l'addome.
La sua attività è non solo ansiolitica e sedativa ma anche spasmolitica e carminativa, ovvero rilassa e ti infonde una sensazione di tranquillità anche intestinale.
Veniva spesso utilizzata in passato sotto forma di tisana negli stati di “palpitazioni nervose, emicranie, isteria e malinconia” ma la sua efficacia si ha anche quando sia necessario diminuire lo stress mentale per favorire la concentrazione e la memorizzazione. Pianta utile quindi per gli studenti che non devono farsi prendere dall'ansia e devono mantenere la concentrazione!

 

Passiflora incarnata Tintura Madre

Molte recinzioni e muri delle nostre case si abbelliscono di questa pianta i cui fiori sono un vero capolavoro della natura e le cui azioni per il problema ansia sono veramente efficaci!
Da utilizzare in associazione alle altre piante quando sia necessaria un'attività ansiolitica abbinata ad un'azione rilassante sulla muscolatura del tratto genito urinario, ovvero anche nelle cistiti e contratture del pavimento pelvico.
Le sue proprietà di ansiolitico sul sistema nervoso centrale la rendono utile anche nell'insonnia di tipo cerebrale dove aiuta ad avere un sonno simile al fisiologico senza sensazione di torpore mentale al risveglio.

 

Valeriana officinalis Tintura Madre

Chi non conosce l'effetto ansiolitico ed ipnotico della Valeriana? Ma perché essa esplichi le sue funzioni in modo efficace in che forma va assunta?
Spesso inserita all'interno delle tisane, è però presente in quantità molto basse perché la Valeriana, pianta potente per l'ansia ed il sonno, è tuttavia estremamente sgradevole!
Meglio utilizzarla come Tintura Madre oppure in estratto secco.
La sua azione si esplica molto bene per il sonno infatti come l'Escholtzia essa è tra le poche piante in grado di indurre il sonno!
Quindi pianta utile in associazione alle piante ad azione rilassante anche da assumere durante il giorno, quando sia necessaria un'azione ansiolitica più marcata, quando l'ansia vi prenda la testa, vi faccia sentire contratti e in forte tensione non solo nervosa ma anche fisica.

 

Eschscholtzia Californiana Tintura Madre

Fantastica pianta indicata per ottenere un sonno fisiologico di almeno sei ore, senza residui diurni di stordimento, ma anche per un risveglio con sensazione di “buon umore”, che in questo momento è importante per molti di noi.
Per ottenere il massimo del risultato in un paziente che riposa male è necessario abbinare alcune delle piante viste prima per ridimensionare anche lo stress e l'ansia.
Questa pianta è da associare alla melatonina quando ci sia la sindrome del Jet lag, ovvero quando non solo ci siano risvegli notturni che disturbano il sonno ma non si riesca proprio ad addormentarsi; in questo caso sarà da valutare se abbinare una melatonina a rilascio prolungato o a rapido assorbimento.
In dosi minori di quelle usate per indurre il sonno può essere associata agli altri rimedi per l'ansia e stress anche da prendere durante la giornata, quando si voglia cercare di diminuire l'utilizzo di farmaci ansiolitici, ovviamente sotto controllo del medico curante.

Questo sono solo alcune delle piante utilizzate e se siete arrivate a leggere fino alla fine vi aspetto durante la diretta per fornirvi maggiori informazioni e per rispondere alle vostre domande.

Franca Grossi

 

Bibliografia

  • Tinture madri in fitoterapia M.Rossi Studio Edizioni
  • Monografie ESCOP Le basi scientifiche dei Prodotti Fitoterapici Planta Medica Edizioni
  • Manuale di Gemmo terapia Edizioni Amyris- Bruxelles
  • Guida Bibliografica ai più noti Fitoterapici E.Boncompagni-E.Bianchi-C.Guidi Aboca edizioni
  • Fitoembrioterapia dalla A alla Z. B.Brigo Librisalus.it

 

Funghi medicinali

 

Scritto dalla Dr.ssa Franca Grossi

Per le patologie del tratto uro-genitale si utilizzano soprattutto fitofarmaci ed integratori, ma nella mia pratica di lavoro abbino spesso la Micoterapia.

I Funghi Medicinali non sono ancora molto conosciuti in Italia e pochi sono gli specialisti che li consigliano. Molte volte, come per altri attivi naturali, essi vengono associati ad altri principi attivi risultando non molto efficaci.
Perché? Perché esite una dose giornaliera correlata agli studi di efficacia, per cui spesso integratori che contengono molti attivi dovrebbero avere dimensioni inaccettabili per riuscire ad avere la concentrazione corretta ed essere veramente efficaci!

Anche se naturali gli integratori devono necessariamente rispondere a criteri scientifici di efficacia, altrimenti non è scienza! Come avete capito la micoterapia è una medicina complementare che bene può integrare la medicina allopatica per sostenere una guarigione ed una vita migliore. 

 

 

Introduzione ai funghi

Per le patologie di vostro interesse ho selezionato i funghi che spesso abbino ai miei protocolli del trattamento delle cistiti, delle infiammazioni delle vie urinarie e genitali ma anche delle problematiche intestinali spesso intimamente connesse.

Dobbiamo fare però attenzione a quali scegliere, perché i preparati a base di funghi medicinali devono essere valutati molto attentamente per evitare di utilizzare materie prime contaminate.

Il fungo è uno spazzino del terreno dove vive e questa sua caratteristica è importante anche per noi proprio per pulire il nostro intestino, esso non deve assolutamente portare dentro di noi quanto ha assorbito dal terreno di cultura o raccolta. Quindi i funghi medicinali debbono avere certificazioni europee, che sono le più restrittive, ed essere possibilmente biologici.

La micoterapia vanta più di 6000 lavori pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche che ne dimostrano l'efficacia per il sostegno di molte patologie, quindi sono attivi molto studiati cosa che ci conforta nell'utilizzarli.
Quali sono i motivi per cui la micoterapia è interessante?

  • Perchè i funghi sostengono il sistema immunitario
  • Detossificano l'organismo da metalli pesanti e residui tossici
  • Disinfiammano le mucose gastro intestinali, spesso coinvolte nelle patologie uro-genitali
  • Agiscono attivamente sul drenaggio dei liquidi corporei.

 I 4 funghi da me più utilizzati in caso di cistiti e infezioni vaginali sono:

  • Shiitake: parola chiave pulizia!
  • Ganoderma lucidum reishi: Parola chiave immortalità!
  • Polyporus umbrellatus: Parola chiave ristagno!
  • Hericium erinaceus: Parola chiave ricostruzione!

 

Shiitake

Questo “re dei Funghi” come viene definito in Asia, viene normalmente utilizzato per la sua cura delle malattie di raffreddamento, quindi perfetto per il periodo invernale, proprio perchè molto ricco di beta e alfa glucani e polisaccardi tra cui il Lentiniano, che hanno un'azione di attivazione del nostro sistema immunitario.

Esso contiene anche minerali come lo Zinco, quindi indicato proprio per sostenere il nostro esercito che deve combattere con virus e batteri. Ci sono studi molto interessanti rispetto alla sua capacità di eliminare microrganismi patogeni intestinali come gli Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Enterococcus faecalis e la Candida albicans. (Bae, 1997; Kuznetsov, 2004)

Inoltre la presenza del tealosio lo rende cibo prediletto per i batteri della nostra flora intestinale, diminuendo quindi anche le problematiche di gonfiore e tensione addominale.
Un'azione capite bene, estremamente interessante per chi di voi possa avere anche problematiche intestinali.

Questo fungo oltre che come integratore può essere consumato come alimento anche nelle zuppe di legumi, lo si trova infatti in vendita essiccato.

 

Ganoderma lucidum reishi

Uno dei funghi più conosciuti al mondo, chiamato il FUNGO DELL'IMMORTALITÀ proprio per le sue straordinarie qualità. Il Reishi è oggi considerato dalla tradizione asiatica uno dei dieci prodotti naturali più efficaci, ovvero una vera e propria panacea; anch'esso lo si trova fresco o il polvere da aggiungere al cibo ma il nostro palato occidentale non lo gradisce molto.

E' ricchissimo di minerali e vitamine tra cui C, E, complesso B, amminoacidi essenziali, proteine ma non solo, esso infatti sostiene il nostro sistema immunitario grazie a ben 400 sostanze bioattive presenti nelle sue spore, tra cui il Germanio, oligoelemento fondamentale per l'eliminazione dei metalli tossici presenti nel nostro corpo.

Si può quindi definire il Reishi un fungo adattogeno, perchè migliora le prestazione del sistema neurovegetativo e nello stesso tempo calma la tensione nervosa. Personalmente è un fungo che assumo e consiglio anche quando ci sia la necessità di avere una mente pronta e vivace. Durante i cambi stagione è quello che ci vuole. Interessante è la sua efficacia che non comporta quella componente ansiosa tipica di altri attivatori della memoria. Ottimo quindi da abbinare a qualsiasi terapia in atto voi stiate facendo per aiutarvi ad essere più toniche in tutti i sensi e nello stesso tempo sostenere il sistema immunitario e fare le pulizie di fondo a livello intestinale.

 

Polyporus umbrellatus

Questo fungo sembra un insieme di piccoli ombrelli, da cui il nome ed è utilizzato nella MTC (Medicina Tradizione Cinese) soprattutto quando ci siano problematiche legate al ristagno. Esso contiene delle acquaporine che aiutano ad eliminare l'eccesso di liquido con un'azione diuretica che però non porta ad una eliminazione di potassio ma solo di sodio e cloro, tanto da essere indicato anche per la regolazione della pressione sanguigna e per gli edemi presenti nelle borsiti. (Yuan et al., 2004; Zhang et al., 2010).

Sapete bene che il primo e fondamentale consiglio di un protocollo per le problematiche legate alle cistiti ma anche nelle difficoltà intestinali è “bere bere e bere” ma a volte mi sento rispondere che “più bevo più mi gonfio”.

Ci sono poi situazioni in cui la persona assume farmaci dove è sconsigliato utilizzare altri diuretici, anche se naturali. In questi casi io abbino questo fungo proprio per promuovere un lavaggio dei batteri patogeni presenti nelle vie urinarie e nello stesso tempo fare un'azione di sblocco dei ristagni. Esso infatti contiene anche un principio attivo che voi conoscete bene che è il mannitolo!

Ma questo fungo, perché diciamolo il ristagno è donna, non solo ci aiuta a drenare i liquidi in eccesso, non solo ci aiuta a buttar fuori le bestie che ci provocano non pochi problemi ma addirittura ha un'azione a livello della nostra chioma.

Esso contiene infatti delle molecole polyporusterone A e B, Acetosyringone ed Ergosterolo che sono attivi che si sono dimostrati utili per la bellezza della nostra chioma non solo bloccando la caduta dei capelli ma rendendoli più resistenti. (Inaoka et al., 1994; Ishida et al., 1999).

Direi quindi che questo fungo può essere di supporto in parecchi momenti della nostra vita.

 

Hericium erinaceus

Tra i funghi medicinali utilizzo molto spesso e, soprattutto nei cambi di stagione, per la sua azione diretta sulla mucosa gastrointestinale l'Hericium o chiamato, per la sua forma “cappellona”, testa di scimmia.
L'Hericium è speciale perchè non solo agisce “ristrutturando” la mucosa del nostro secondo cervello, l'intestino, ma anche per la sua azione rigenerante a livello neuronale. Possiamo quindi proprio dire che prendiamo due cervelli con un fungo!

Le sue molecole attive, come l'erinacina e alfa-beta Dglucani, nonché la richezza di minerali come ferro zinco potassio fosforo e selenio, lo rendono il fungo più studiato per le problematiche gastriche. Studi infatti ne affermano la validità nel trattamento lenitivo del danno alla mucosa gastrica, paragonandone la sua azione a quella dell'omeprazolo. Si è ottenuto una riduzione addirittura di ulcere gastriche e gastriti croniche. (Whong et al., 2013).

La capacità di stimolare la produzione intestinale di acidi grassi a catena corta come il butirrato lo rendono fungo di prima scelta quando ci si trovi davanti ad una disbiosi del microbiota intestinale (Liu et al.,2016; Jayachandran et al., 2018).

Quindi nel trattamento di cistiti recidivanti con interessamento di infiammazione intestinale e disbiosi, prima di assumere i soliti “fermenti” preparare loro il terreno con l'Hericium è fondamentale.

Ritengo che spesso che è inutile prendere migliai di batteri, di probiotici, di fibre quando il terreno su cui essi si devono ripopolare e fare il loro lavoro, non è pronto a riceverli.

Ma quante volte nei vostri post si legge stanchezza, sfiducia, stress e ansia? Allora sicuramente la Natura ci aiuta in molti modi, con le piante adattogene, ma anche con la micoterapia.

L'Hericium può essere un ottimo supporto a chi di voi sta lottando con la vulvodinia e le patologie che coinvolgono nervi e tensione muscolare in generale. Studi molto interessanti anche se al momento in vitro (I Chen Li et al., 2018), hanno dimostrato che questo estratto ha un effetto regolatore sul processo di genesi della mielina, che dobbiamo immaginare come componente del manicotto che avvolge e protegge le fibre nervose.

Spesso nei trattamenti di vulvodinia si utilizza l'acido alfa lipoico proprio per disinfiammare la guaina dei nervi. Io ho inserito nel protocollo, a rotazione, anche l'Hericium ottendo ottimi risultati.

Il suo utilizzo è importante anche nelle patologie legate alla senilità e alla malattia di Alzhaimer, per promuovere e migliorare la risposta muscolare e le funzioni cognitive. Esso non sostituisce i farmaci dati ma può sostenere il paziente mantenendolo in una situazione di miglior vivacità anche mentale, oltre che fisica.

 

Di seguito il video della diretta fatta dalla Dr.ssa Grossi riguardante la micoterapia.

 

Dott.ssa Franca

Per contattare la Dott.ssa Franca visita la sua scheda dedicata

Magnetoterapia TOP Flat Magnetic Stimulation

Scritto dal Dr. Biondo Andrea

La vulvodinia non e' una malattia congenita. Le donne che ne sono affette subiscono una variazione nella composizione delle fibre nervose dei nervi pudendi a causa di stimoli infiammatori ripetuti nel tempo.

Tutti questi fattori concorrono come una sorta di effetto sommatorio ad innescare un processo che ad un certo punto si automantiene, cioè una volta che è stato rimosso l'effetto scatenante la percezione anomala del dolore e del bruciore persiste.

L'altro elemento determinante di questa malattia è l'ipertono della muscolatura del pavimento pelvico: a seguito della percezione anomala del dolore questi fasci muscolari si irrigidiscono, si contraggono e rendono ancora più ampia la percezione dolorosa stessa. Questo si concretizza soprattutto nel momento della penetrazione al rapporto sessuale, ove il muscolo si irrigidisce il dolore aumenta ulteriormente e la memoria di ciò tende a perpetuarsi anche nei rapporti successivi.

 

Esistono vari modi per curare questo ipertono: terapia medica, riabilitazione pelvica, terapie fisiche. La magnetoterapia è una delle terapie fisiche a nostra disposizione.

Oggi disponiamo anche di una metodica innovativa, un nuovo tipo di magnetoterapia ideata dal Dr. Arnold. Questa tecnica utilizza una stimolazione magnetica selettiva e unica nella sua forma (profilo TOP Flat Magnetic Stimulation), che interagisce con i tessuti neuromuscolari inducendo contrazioni intense e omogenee, maggiori di quelle che qualsiasi individuo potrebbe ottenere naturalmente, senza dolore o disagio.

Questo terapia prevede un numero di 10 sedute da effettuare 2 volte alla settimana comodamente sedute su una poltrona dedicata ed assicura la risoluzione dell'ipertono nei casi di vulvodinia o dolore pelvico cronico.

 

Per info telefonare al numero 091 306762 o visitare la scheda del Dr. Biondo Andrea

 

Studi a supporto dell'efficacia della magnetoterapia

Sono stati recentemente pubblicati due interessanti studi sull'efficacia della magnetoterapia nel trattamento della contrattura pelvica (ipertono pelvico), della vulvodinia e dell'incontinenza urinaria sul Journal of Women’s Health and Development e sul World Journal of Nephrology & Urology, a cura del Dr. Andrea Biondo.

Scarica lo studio completo completo Trattamento dei disturbi ipertonici del pavimento pelvico con Top Flat. Stimolazione magnetica nelle donne con vestibolodinia: uno studio pilota

Scarica lo studio completo Efficacia della tecnologia di stimolazione magnetica Top Flat per incontinenza urinaria da stress e da urgenza femminile: una valutazione clinica 

 

Studio sull'efficacia del trattamento dei disturbi ipertonici del pavimento pelvico con magnetoterapia Top Flat

Nel primo studio "Trattamento dei disturbi ipertonici del pavimento pelvico [...] donne con vestibolodinia: uno studio pilota" viene valuta l'efficacia e la sicurezza di un dispositivo basato sulla stimolazione magnetica Top Flat per gestire l'ipertono del pavimento pelvico (contrattura del pavimento pelvico) nelle donne affette da vulvodinia e dolore vulvare cronico. Il campione statistico comprendeva 34 donne maggiorenni affette da vulvodinia e disfunzioni del pavimento pelvico medie e gravi, accertate da un esaminatore esperto prima di effettuare la terapia. 

Al campione statistico è stato sottoposto un questionario (PISQ-12: Pelvic Organ Prolapse/Urinary Incontinence Sexual Function Questionnaire) relativo alla funzione sessuale pretrattamento basati su tre domini: comportamentale-emotivo, fisico, in relazione al partner. Ciò ha permesso di stilare un indice personale per ciascuna paziente relativo alla gravità e alla frequenza dei sintomi collegati alle disfunzioni del pavimento pelvico. Indici più alti evidenziano sintomatologie più gravi. Alcuni esempi di domande presenti nel questionario in base al dominio:

  • Dominio comportamentale-emotivo: Quanto spesso senti il ​​desiderio sessuale? Questa sensazione può includere il desiderio di fare sesso, il progettare di fare sesso a causa di una prolungata astinenza, ecc. Risposte: 0= Sempre; 1= Di solito; 2= ​​A volte; 3= Raramente; 4= Mai
  • Dominio comportamentale-emotivo: Hai un orgasmo quando hai rapporti sessuali con il tuo partner? Risposte: 0= Sempre; 1= Di solito; 2= ​​A volte; 3= Raramente; 4= Mai
  • Dominio fisico: Senti dolore durante i rapporti sessuali? Risposte: 0= Sempre; 1= Di solito; 2= ​​A volte; 3= Raramente; 4= Mai
  • Dominio fisico: Hai perdite di urina durante o dopo i rapporti sessuali? Risposte: 0= Sempre; 1= Di solito; 2= ​​A volte; 3= Raramente; 4= Mai
  • Dominio in relazione al partner: Quando fai sesso con il tuo partner, percepisci sensazioni emotive negative come paura, disgusto, vergogna o senso di colpa? Risposte: 0= Sempre; 1= Di solito; 2= ​​A volte; 3= Raramente; 4= Mai

Secondo le finalità del trattamento con Top Flat sono state effettuate lievi stimolazioni a bassa frequenza seguite da stimolazioni a più alta intensità al fine di rilassare la muscolatura pelvica e migliorare la condizione del pavimento pelvico delle pazienti. Tutte le pazienti hanno effettuato un totale di 10 trattamenti con magnetoterapia. Le sessioni di 28 minuti ciascuna sono state eseguite due volte a settimana per 5 settimane consecutive.

Al termine delle sedute di magnetoterapia è stato nuovamente presentato il questionario PISQ-12 ed è stato registrato un netto miglioramento (diminuzione) degli indici di gravità dei sintomi in tutti e tre gli ambiti.

 PISQ 12 aggregato
Media indici da questionari PISQ-12 prima delle sedute magnetoterapiche e al termine del ciclo di trattamenti

 

PISQ 12 per domini
Media indici per ciasun dominio (comportamentale-emotivo, fisico, in relazione al partner) da questionari PISQ-12 prima e al termine del ciclo di trattamenti

 

Studio sull'efficacia del trattamento dei disturbi da incontinenza urinaria da urgenza e incontinenza urinaria da sforzo con magnetoterapia Top Flat

Nel secondo studio "Efficacia della tecnologia[..] femminile: una valutazione clinica" viene valuta l'efficacia e la sicurezza di un dispositivo basato sulla stimolazione magnetica top flat per gestire le donne affette da incontinenza urinaria da urgenza (UUI) e incontinenza urinaria da sforzo (SUI). Allo studio hanno partecipato settantuno pazienti di sesso femminile (35 pazienti affetti da SUI e 46 pazienti affetti da UUI) che sono stati sottoposti ad un totale di otto sessioni di trattamento da 28 minuti eseguite due volte a settimana per 4 settimane consecutive. Immediatamente prima del primo trattamento e dopo 3 mesi (a trattamento terminato) le pazienti hanno risposto a due questionari relativi alla gravità e alla frequenza dei loro sintomi in base alla propria patologia. L'indice che è stato elaborato è una media che rappresenta la gravità dei sintomi delle pazienti. Più il valore è alto, più i sintomi sono gravi e impattanti nella vita quotidiana della paziente. 

I risultati aggregati dei questionari hanno evidenziato importanti miglioramenti nella sintomatologia delle patologie ed un progressivo e marcato miglioramento della qualità della vita dei pazienti. I grafici sotto riporati indicano quanto erano gravi e frequenti i sintominei due gruppi di pazienti prima del primo trattamento magnetoterapico e quanto lo fossero al termine del ciclo di trattamento dopo tre mesi.

UUI
Grafico relativo ai risultati ottenuti con il gruppo di pazienti affetti da incontinenza urinaria da urgenza

 

incontinenza urinaria da sforzo
Grafico relativo ai risultati ottenuti con il gruppo di pazienti affetti da incontinenza urinaria da sforzo

ATTENZIONE! Cistite.info propone contenuti a solo scopo informativo e divulgativo. Spiegando le patologie uro-genitali in modo comprensibile a tutti, con attenzione e rigore, in accordo con le conoscenze attuali, validate e riconosciute ufficialmente.
Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.