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Il batterio

La Clamydia, pur essendo un batterio, si comporta come i virus, che non sono in grado di vivere al di fuori della cellula umana in quanto hanno bisogno di ciò che si trova al suo interno per poter sopravvivere. Come i batteri però, ha una capsula ed è sensibile agli antibiotici.
Il contagio quindi avviene per via diretta tra infetto e sano, attraverso i rapporti sessuali vaginali, anali ed orali o al momento del parto al neonato.
Per questo motivo l'infezione da Chlamydia è inclusa nella categoria delle malattie sessualmente trasmesse.

I tipi D, E, F, G, H, I, J, K sono quelli implicati nelle infezioni genitali.

L'infezione da Chlamydia è la più comune infezione a trasmissione sessuale.

 

Fattori predisponenti

Ogni alterazione dell'ambiente vaginale o della mucosa genitale comporta un aumentato rischio di sviluppare infezione da Chlamydia in quanto se il tessuto è sano, il patogeno non riesce a raggiungere le cellule più profonde, più immature, più fragiliI e più attaccabili e quindi non riesce a sviluppare infezione.

I fattori predisponenti all'infezione da chlamydia pertanto sono: i rapporti frequenti e promiscui senza preservativo, la precocità dei primi rapporti sessuali (più è giovane la donna e più immature e fragili sono le sue mucose), la diminuzione dei lattobacilli vaginali (con conseguente innalzamento del ph e diminuzione delle difese locali), l'uso della spirale e della pillola (che alterano la flora batterica vaginale), la presenza di altre infezioni vaginali da Trichomonas, Herpes simplex virus, HPV.

 

Sintomi

I sintomi manifestati sono: secrezioni anomale e infiammazione dolorosa dei genitali e dell'uretra.
Il batterio infatti inizialmente colonizza la cervice e l'uretra. L'esordio della malattia si manifesta dopo 1-3 settimane dal contagio con bruciore alla minzione, urgenza, frequenza e con “strane” perdite vaginali, con una sintomatologia che può essere scambiata per cistite.

Quando l'infezione si diffonde agli organi genitali più interni possono subentrare: febbricola, brividi, stanchezza, dolore addominale inferiore, dolore lombare, nausea, dispareunia, sanguinamento al di fuori della mestruazione o durante il rapporto sessuale.

Se l'infezione procede anche verso l'ano ci può essere anche secrezione anale, sanguinamento e dolore rettale.

Nell'uomo i sintomi sono: secrezione dal pene, stranguria, urgenza, frequenza, bruciore e prurito sull'orifizio del pene, dolore e gonfiore dei testicoli, dolore alla defecazione.

Tipica dell'infezione da chlamydia è la sindrome uretrale acuta, ovvero la presenza di sintomi simili all'uretrite ed alla cistite, ma con urine sterili (per i comuni batteri).

Il 70% delle donne infette ed il 50% degli uomini infetti non presentano sintomi e ciò rende la diagnosi estremamente casuale (oltre che allarmisticamente inutile).

Complicanze

A lungo andare l'infezione sintomatica da Chlamydia può provocare: ulcere genitali, cervicite, endometrite, infezione delle tube, infezione delle ovaie, malattia infiammatoria pelvica, dolore pelvico cronico (a causa delle aderenze sviluppate dall'infiammazione pelvica cronica), gravidanze extrauterine, infertilità, peritonite.

La chlamydia può essere inoltre responsabile di uretriti, prostatiti, infezione delle ghiandole del Bartolini.

Tramite rapporti orali la chlamydia può infettare anche le prime vie aeree.

Nell'uomo la conseguenza più temibile di un' infezione da chlamydia non trattata è la chiusura dei dotti deferenti (quelli in cui passa lo sperma) con conseguente sterilità.

L'infezione in gravidanza potrebbe provocare ritardo di crescita del feto, parti prematuri, endometrite post parto, e nei neonati congiuntiviti (fino al tracoma, una malattia che può portare a gravi danni visivi), polmoniti, infezioni urogenitali e rettali da Chlamydia, basso peso alla nascita.

 

Diagnosi

La diagnosi viene fatta principalmente attraverso il tampone uretrale ed il tampone vaginale-cervicale, con cui si ricerca direttamente la Chlamydia al microspopio o mettendola in coltura.

Nella richiesta del tampone andrà specificata la ricerca della Chlamydia.

Altri esami utili ad individuare la Chlamydia sono le ricerche del DNA (nelle urine), degli antigeni e degli anticorpi specifici per la Chlamydia.

 

Terapia

La terapia è antibiotica: azitromicina, doxiciclina, eritromicina, o ofloxacina sono i farmaci più usati.

La terapia dovrà essere effettuata anche dal partner per evitare reinfezioni e per lo stesso motivo andranno evitati i rapporti sessuali fino al completamento della terapia. Per verificare l'efficacia della terapia è consigliato ripetere il tampone o la PCR dopo almeno 3 settimane dall'antibiotico (5 settimane in caso di terapia con eritromicina).

Il consiglio migliore resta comunque quello di prevenire l'infezione utilizzando sempre il preservativo durante i rapporti sessuali occasionali, mantenendo elevate le difese immunitarie locali e ripristinando l'equilibrio vaginale laddove alterato.

 Approfondimento
Come mantenere e ripristinare l'equilibrio vaginale.

 

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