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Neisseria

 

 

Il batterio

Chiamato anche gonococco, la Neisseria gonhorroeae è un batterio gram negativo della famiglia dei cocchi.

Molto fragile fuori dall'organismo umano, si trasmette per contatto diretto soprattutto sessuale. Per questo motivo l'infezione da Neisseria è considerata una malattia sessualmente trasmessa.

Provvisto pili adesivi ("zampette" con cui si attacca alle mucose), il gonococco nella donna può colonizzare la mucosa uretrale (raro), la cervice, le ghiandole del Bartolini e le ghiandole di Skene (le ghiandole ai lati dell'uretra), l'ano (in caso di rapporti anali). Nell'uomo si localizza nella mucosa uretrale, anale e rettale (in caso di omosessualità).

 

Sintomi

Una volta aderita alle mucose, la neisseria penetra in profondità e nel giro di 24-48 ore attiva un'intensa infiammazione con formazione di ascessi pieni di pus.
Pertanto il sintomo principale è costituito dalla formazione di abbondanti secrezioni purulente, che fuoriescono dalla sede dell'infezione (di solito l'uretra per gli uomini e la cervice per le donne).

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Questa produzione abnorme di pus viene chiamata gonorrea, blenorragia o più comunemente "scolo".

Le secrezioni abbondanti di solito sono accompagnate da altri sintomi caratteristici: disuria (disturbi urinari), stranguria (dolore quando si urina), pollachiuria (urinare poco e spesso), arrossamento del meato uretrale, bruciore rettale o anale.

Sia nell'uomo, che nella donna può essere presente anche faringite poichè in caso di rapporti orali tra infetti il batterio passa dagli organi genitali al cavo orale per colonizzare la faringe, provocando anche in questa sede ascessi purulenti.

L'infezione da Neisseria può anche restare asintomatica a lungo o dare una sintomatologia sfumata.

Le complicanze di un'infezione sintomatica non curata sono: le stenosi uretrali e tubariche (a causa della formazione di aderenze, di depositi fibrosi e di cicatrici nella sede di infezione) e la diffusione dell'infezione alle sedi vicine: le tube, le ghiandole di Bartolini, l'utero e le ovaie con possibili ulteriori complicanze quali la sterilità, la peritonite e la malattia infiammatoria pelvica.

In caso di gravidanza può provocare aborto, parto prematuro, infezione gonococcica degli occhi nel nascituro.

Nell'uomo la complicazione più temuta dovuta alla gonorrea è l'infezione dei testicoli con conseguente sterilità.

Insieme alla Neisseria gonhorrhoeae spesso sono presenti anche infezioni da Trichomonas vaginalis e Chlamydia trachomatis.

Fattori di rischio

La terapia anticoncezionale ormonale, il ph vaginale elevato, l'elevato numero di rapporti sessuali con partner diversi senza l'uso di preservativo e la precocità dei rapporti sessuali aumentano il rischio di contrarre infezione.

 

La diagnosi

La diagnosi viene fatta attraverso il tampone vaginale, cervicale o uretrale attraverso i quali viene prelevato il muco, che verrà poi osservato al microscopio: la Neisseria ha la forma inconfondibile di un chicco di caffè.

 Il muco e il sedimento delle urine possono essere messi in un terreno di coltura specifico per valutare se crescono colonie di gonococchi.

Infine si possono ricercare gli antigeni specifici tramite PCR.

Spesso la gonorrea, causando sintomi simili alla cistite, viene confusa con un'infezione urinaria e curata con terapie non mirate per la Neisseria. Ciò non consente ne' l'eradicazione del batterio, ne' la scomparsa dei sintomi che continueranno ad essere trattati come cistiti ad urine sterili con antibiotici a largo spettro d'azione, che altereranno la flora batterica vaginale, indeboliranno le difese vaginali e peggioreranno la malattia.

Inoltre il mancato riconoscimento della gonorrea non consente alla persona infettata di prendere le dovute precauzioni per evitare il contagio degli eventuali partner, contribuendo così alla diffusione della malattia.

 

Terapia

La neisseria è sensibile ad antibiotici come il ceftriaxone, la spectinomicina e la ciprofloxacina.

Nel tempo la neisseria ha invece sviluppato resistenze alle penicilline e alle tetracicline.

La terapia dovrà essere effettuata anche dal partner. Dopo 2 settimane circa dalla fine della terapia sarà utile effettuare un controllo per valutare l'effettiva eradicazione del batterio.

Il consiglio migliore resta comunque quello di prevenire l'infezione utilizzando sempre il preservativo durante i rapporti sessuali occasionali, mantenendo elevate le difese immunitarie locali e ripristinando l'equilibrio vaginale laddove alterato.

 Approfondimento
Come mantenere e ripristinare l'equilibrio vaginale.

 

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