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Scritto da Giulia Asteggiano e Silvia Stringara

 

Circa il 30/50% delle donne presenta disfunzioni sessuali femminili: dolore durante i rapporti (dispareunia), disordini del desiderio sessuale, dell'eccitazione e dell'orgasmo. Disturbi che comportano un profondo impatto negativo nella vita della donna.

Spesso il parto rappresenta una causa di queste disfunzioni. In seguito al parto infatti molte donne lamentano difficoltà e dolore nei rapporti sessuali.

Asteggiano Giulia e Stringara Silvia (fisioterapiste e osteopate) hanno condotto uno studio pilota su donne affette da dispareunia post parto proponendo loro un trattamento osteopatico. Questo trattamento da una parte lavorava direttamente sui tessuti molli del pavimento pelvico stressato durante la gravidanza e dal parto e dall'altra riequilibrava l'innervazione pelvica e la trasmissione degli impulsi dolorosi.

Lo studio ha dimostrato l'efficacia del trattamento osteopatico nella gestione del dolore e nella riduzione delle disfunzioni sessuali.

 

Lo studio

Alla luce delle evidenze scientifiche e in seguito a colloqui con diversi ginecologi del panorama genovese, si è evidenziata la necessità di affrontare il problema della dispareunia nelle donne post-parto che hanno subito lacerazione di 1° e 2° grado poiché questa rappresenta una delle principali disfunzioni che limitano la qualità di vita della donna e la qualità del rapporto di coppia.

Coinvolte in prima persona da questa problematica e conoscendone la complessità e l'alta frequenza due fisioterapiste e osteopate D.O. Asteggiano Giulia e Stringara Silvia dello studio Moveos, hanno condotto uno studio pilota su donne affette da dispareunia post-parto proponendo un trattamento osteopatico volto sia a lavorare direttamente i tessuti molli del pavimento pelvico (struttura che durante la gravidanza viene stressata a seguito dell'aumento di peso, dei cambiamenti ormonali e del parto stesso soprattutto in seguito a lacerazione e sutura) sia a riequilibrare l'innervazione locale (responsabile della funzionalità dell'organo e della trasmissione degli impulsi dolorosi).

Le pazienti reclutate per lo studio sono state assegnate ad un gruppo/protocollo, ricevendo ciascuna 3 trattamenti a cadenza settimanale. I dati rilevati sono stati il Dolore, la Funzione Sessuale Femminile e il Distress Sessuale attraverso la somministrazione di 3 questionari specifici (Vas, FSFI, FSDS-R), prima del primo trattamento, dopo il terzo trattamento e ad un mese dall’inizio del protocollo come follow-up.

 

Risultati

Nonostante la ridotta dimensione del campione, che non ha permesso un’analisi statisticamente significativa, grazie ai dati raccolti è comunque possibile fare una serie di supposizioni e speculazioni sul tema oggetto di studio fornendo una base per alcuni spunti di riflessione.

  • Innanzi tutto con il presente studio si è evidenziato come la dispareunia, un’alterata funzione sessuale e il Distress sessuale interessino molte donne in seguito a parto  eutocico con associata lacerazione di primo e secondo grado;
  • Entrambi i protocolli utilizzati hanno portato miglioramenti nella sintomatologia delle pazienti
  • Ad un mese dal primo trattamento i risultati si sono dimostrati relativamente stabili.

Il protocollo fasciale, poi, si è dimostrato più efficace nella riduzione della sintomatologia dolorosa (outcome primario dello studio, Vas) e nella riduzione del distress sessuale (FSDS-R); mentre il protocollo pudendo ha riportato un miglioramento maggiore nella scala FSFI (Funzione Sessuale Femminile), in particolare nei domini del desiderio, della lubrificazione, della soddisfazione e del dolore sessuale.

Quindi, se consideriamo la dispareunia come disfunzione anatomo-patologica in senso stretto il trattamento dei tessuti fasciali consente una più efficace e stabile risoluzione della sintomatologia dolorosa; questo ad indicare l’importanza di questo approccio su un tessuto come quello del pavimento pelvico che ha subito una grande compromissione della sua funzionalità a causa dello stress subito durante la gravidanza, il parto, la lacerazione e successiva sutura dello stesso.

Il miglioramento ottenuto anche col protocollo pudendo però ci sottolinea l’importanza della liberazione della componente nervosa di questo tessuto nei rispettivi punti di intrappolamento indicati in letteratura, suggerendoci di accompagnare queste tecniche ad un lavoro fasciale. La dispareunia, infatti, fa parte di un quadro molto più complesso di patologie caratterizzato non solo da una componente anatomo-patologica ma legata anche ad aspetti psicologici e sociali.

Inoltre, vista la complessità dei pazienti e la forte componente emotiva che accompagna questo disturbo, una parte rilevante dell’approccio alle pazienti è dato dall’aspetto comunicativo per eliminare il più possibile l’ansia che le accompagna; non è da escludere, inoltre, che l’affiancamento nel percorso terapeutico della figura dello psicologo possa aumentare l’efficacia del trattamento ribadendo la necessità di un approccio verso questo tipo di pazienti a 360° con un team multidisciplinare (ginecologo, ostetrica, osteopata, psicologo).

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Conclusioni

Il risultato di tale studio ha messo in luce l'efficacia del trattamento osteopatico nella gestione di questo tipo di disturbi garantendo una riduzione del dolore e un pronto ritorno a una vita sessuale felice e priva di disturbi per la donna, con un significativo miglioramento della lubrificazione e un più facile raggiungimento dell'orgasmo.

Va sottolineato che l’intento dello studio non era quello di creare un protocollo ad hoc, ma piuttosto di identificare delle linee guida per il trattamento della dispareunia post-partum nelle donne che hanno subito una lacerazione di 1°-2° grado, portando l’attenzione sull’importanza di un percorso terapeutico personalizzato, successivo ad una valutazione specifica ed approfondita della paziente che consenta di predisporre delle tecniche e delle tempistiche più adeguate per la persona con l’obiettivo di accompagnarla alla completa risoluzione del problema.

 

Proposte per il futuro

Visto gli interessanti spunti dati dallo studio, nel futuro sarebbe interessante approfondire la raccolta dati per capire realmente quale possa essere la componente (fasciale o nervosa) maggiormente coinvolta nell’insorgenza della dispareunia e se ci possa essere qualche correlazione per l’efficacia e la stabilità del trattamento con i dati clinici ed epidemiologici delle pazienti partecipanti allo studio (induzione, tipo di lacerazione, età, presa in carico...). Indubbiamente il presente lavoro sottolinea la necessità e l’importanza della presa in carico di questa tipologia di soggetti per un loro ritorno ad una vita sessuale non dolorosa e piacevole.

 

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