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La dietista Virginia Molinari, in collaborazione con la facoltà di Dietistica dell'Università degli studi di Torino ha effettuato uno studio sulla correlazione tra alimentazione e cistite. Lo studio è stato condotto su 952 utenti di Cistite.info APS, che hanno fornito i dati sulle loro abitudini alimentari e sulla loro patologia tramite la compilazione di un questionario on line.

 

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Università degli studi di Torino – A.A. 2017 - 2018 - Scuola di medicina
Tesi di laurea in Dietistica

“Approccio dietetico ed integrativo nelle infezioni ricorrenti alle vie urinari”

 

 

Introduzione

Le infezioni del tratto urinario sono al secondo posto nell’elenco delle patologie infettive più frequenti nella popolazione italiana. Oltre a costituire un pesante fardello per il sistema sanitario, sono una condizione estremamente impattante sulla qualità di vita dei pazienti. Nonostante siano comunemente risolvibili con la somministrazione di antibiotici, il loro ampio utilizzo ha portato ad un massivo aumento dell’antibiotico-resistenza degli organismi normalmente responsabili di queste infezioni. La resistenza agli antimicrobici è il fenomeno per il quale un microrganismo diventa resistente all’azione di un farmaco, originariamente efficacie per il trattamento delle infezioni da esso causate. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’antibiotico-resistenza costituisce, attualmente, una delle più grandi minacce per la salute pubblica. In un contesto sanitario nel quale si tende ad evitare la prescrizione di analisi biochimiche ritenute superflue, il ricorso ad una terapia non individualizzata vede un largo utilizzo con conseguenze devastanti, prima fra tutte, la recidività delle infezioni. Perciò, urge trovare nuove proposte terapeutiche non farmacologiche poiché la terapia antibiotica continua ad essere la via preferenziale, nonostante l’alimentazione e l’utilizzo di integratori alimentari sembrino costituire una potenziale via per fornire un supporto alla terapia tradizionale o, in certi casi, una vera e propria soluzione alternativa.

Questo lavoro di tesi nasce dalla volontà di indagare una possibile correlazione tra infezioni alle vie urinarie ed alimentazione ed il possibile impiego di alimenti ed integratori alimentari nella loro gestione.


Obiettivi

Ricercare una relazione tra abitudini alimentari e infezioni alle vie urinarie al fine di individuare un possibile impiego di alimenti ed integratori alimentari nella loro gestione. L’indagine verrà effettuata attraverso l’analisi dell’alimentazione e degli stili di vita di soggetti affetti dalla patologia.


Materiali e metodi

È stato formulato un questionario indirizzato a soggetti adulti affetti da patologie del tratto urinario in quel momento o in passato, con lo scopo di raccogliere informazioni in merito alle patologie stesse e alle abitudini alimentari degli individui che ne sono affetti. Il campione è stato reclutato attraverso la diffusione del questionario esclusivamente tra gli utenti dell’associazione ONLUS “Cistite.info APS Onlus” e, al termine della raccolta dati, il campione era costituito da 952 soggetti. Il questionario è stato costruito dopo un’accurata revisione della letteratura scientifica a riguardo. Esso era composto da 37 domande chiuse ed aperte e suddiviso in 5 sezioni riguardanti informazioni socio-demografiche, infezioni e patologie, evacuazione e stipsi, stress e stanchezza ed alimentazione e stili di vita.


Risultati

Le patologie più diffuse riscontrate sono: cistite batterica, cistite interstiziale e candidosi. Il patogeno maggiormente coinvolto, invece, E. Coli.*

*La somma delle percentuali non è uguale a 100 poiché uno stesso soggetto è affetto da più patologie o ha riscontrato più microrganismi diversi.

La popolazione in esame è prevalentemente normopeso (74%) mentre i soggetti sovrappeso ed obesi sono risultati essere solo il 14%. Per quanto concerne la presenza di stipsi o costipazione, essa è stata riscontrata in meno della metà del campione.

La terapia antibiotica è stata usata da quasi tutto il campione. Probiotici ed integratori alimentari sono ampiamente utilizzati, tuttavia, in concomitanza della terapia antimicrobica e, quasi mai, in via esclusiva. Il 62% ha assunto esclusivamente antibiotici.
Per quanto concerne le abitudini alimentari, è stata registrata una buona attenzione nei confronti di alimenti pro-infiammatori e/o stimolanti la patologia, mentre non è stato registrato un particolare consumo di alimenti vegetali e fermentati, attualmente oggetto di studio per l’ipotesi di un loro ruolo positivo. (Guarda il video sul miso fermentato)


Conclusioni

L’indagine ha permesso di raccogliere un buon numero di informazioni su un’ampia popolazione affetta da questo quadro clinico. Ciò che è emerso dimostra una certa consapevolezza di professionisti e pazienti in merito alla necessità di un ricorso a terapie alternative come integratori alimentari e probiotici, che sono stati visti essere assunti da buona parte del campione, spesso però in supporto alla terapia antibiotica. Oltre ciò, è stato registrato un marcato interesse riguardo l’aspetto nutrizionale di questo quadro patologico. Questo dato, unito alla forte incertezza che ancora caratterizza questo contesto, conferma l’esigenza di approfondire le ricerche a riguardo. Trattandosi di condizioni determinate da molteplici fattori, tra i quali spicca l’alimentazione, l’approccio migliore si configura essere quello multidisciplinare attraverso la collaborazione tra medico di base, urologo, psicologo, fisioterapista e dietista. Il dietista, infatti, sfruttando la propria conoscenza in merito agli alimenti e utilizzando le proprie capacità comunicative, può giocare un ruolo fondamentale nella gestione di queste condizioni cliniche attraverso la stesura di linee guida nutrizionali o nella formulazione di un percorso terapeutico integrato per la prevenzione delle recidive o ancora attraverso la formulazione di protocolli terapeutici alimentari volti al contenimento della sintomatologia tipica di queste condizioni.

Dott.ssa Virginia Molinari
Dietista

 

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