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Il D-mannosio è la cura naturale ideale per prevenire e curare la cistite acuta e cronica.

Attaccandosi alle "zampe" dei batteri (Escherichia coli in particolare, ma non solo) impedisce loro di aderire alle pareti vescicali evitando così l'infezione batterica.

E' uno zucchero innocuo, che può essere assunto (soprattutto se puro) da donne in gravidanza, bambini, neonati, anziani e diabetici.

In commercio esistono svariate marche di prodotti contenenti D-mannosio che puoi acquistare (Dimann, Urogyn, Deakos, Melura, Delturil, Ausilium, Legnani, Waterfall, D-mannosio plus, Long life, ecc.).

Leggi nel forum le opinioni di chi assume D-mannosio.

Leggi gli approfondimenti sul D-mannosio:

L'infezione è la penetrazione e la riproduzione di microrganismi patogeni nell'organismo umano.
L'infezione quindi è sempre dovuta a microrganismi (batteri, virus, funghi) che sono riusciti a superare le difese esterne e a raggiungere l'organo bersaglio (la vescica per esempio). A questo punto intervengono le difese interne, che in condizioni normali sono più forti rispetto ai patogeni. In questo caso non si svilupperà malattia infettiva e quindi non si parlerà di cistite in quanto non ci sarà infiammazione, nè sintomi, ma si parlerà di batteriuria (letteralmente: batteri nelle urine).

Se invece le difese vescicali sono più deboli rispetto all'aggressività dei patogeni, questi ultimi aderiranno al tessuto vescicale, si riprodurranno, lesioneranno i tessuti, subentrerà quindi l'infiammazione e con essa i sintomi, ossia la cistite batterica.

L'infiammazione è caratterizzata da gonfiore, rossore, dolore, calore e funzionalità alterata. Questi sintomi sono il frutto di una serie di processi attivati dai mastociti (cellule infiammatorie) per consentire ai leucociti (cellule presenti nel nostro sangue, in grado di combattere l'agente estraneo) di fuoriuscire dal circolo sanguigno e raggiungere la sede in cui è avvenuta l'aggressione.

L'infiammazione rappresenta la normale ed efficace risposta difensiva contro l'agente estraneo (batteri, calcoli, acidità urinaria, cibi o farmaci irritanti o qualsiasi altro fattore irritante per la vescica), che termina con la neutralizzazione di quest'ultimo. Tuttavia se gli attacchi sono frequenti e costanti (come nella cistite ricorrente), i mastociti diventeranno ipersensibili, saranno molto più attivi di quanto sarebbe sufficiente e rilasceranno nei tessuti molte sostanze infiammatorie anche in assenza di cause scatenanti. Infiammazione e dolore si autoalimenteranno instaurando iperattivazione mastocitaria e neuropatia.

 tabella tipi cistite

 

Se soffri di cistite la prima cosa da fare è capire di quale tipo tipo di cistite soffri. Solo in questo modo potrai seguire la cura corretta che ti porterà alla guarigione.

 

Riassumendo

  • L'infezione è SEMPRE dovuta a microrganismi patogeni (batteri, funghi, virus, ecc).

  • L'infiammazione non sempre è dovuta a microrganismi patogeni.

  • Il termine cistite indica infiammazione (non infezione), quindi una sofferenza del tessuto, che non necessariamente è dovuta a batteri in vescica.

  • Ci può essere infiammazione (cistite, quindi danno vescicale) senza infezione (senza batteri nelle urine).

  • Ci possono essere batteri (batteriuria) senza infiammazione (senza alcun danno vescicale e quindi senza dolore).

  • Di conseguenza la batteriuria asintomatica non può essere considerata cistite.

  • L'infiammazione (e quindi la cistite) è sempre sintomatica, la batteriuria non lo è.

  • Nell'infiammazione vi sono leucociti, nella batteriuria sono assenti.

 

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Cos'è la CI o PBS?

La cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale (Painful Bladder Syndrome o PBS) è una sindrome cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dello strato più superficiale della vescica (strato di GAG e cellule ad ombrello), che la rende sempre più sensibile ad ogni stimolo: doloroso, acido, tattile, termico, alimentare, infettivo, ecc.
Questa distruzione non è dovuta ad infezioni batteriche.

La cistite interstiziale e la sindrome del dolore vescicale vengono spesso associate in quanto presentano la stessa causa scatenante, sintomatologia simile e simile trattamento, ma molti autori le considerano come due diverse patologie.

Nella classica CI la parete vescicale può presentare punti sanguinanti (glomerulations) e nel 10% di pazienti può anche vere e proprie lesioni (ulcere di Hunner). Nella PBS vi è un assottigliamento della parete vescicale, ma senza lesioni.
La sintomatologia è simile.

 

 

I sintomi

La cistite interstiziale e la sindrome del dolore vescicale sono caratterizzate da: elevata frequenza minzionale (intervalli medi di 30 minuti), urgenza (percepita come dolorosa, a comparsa improvvisa, che non può più essere rinviata), dolore sovrapubico (percepito come un senso di pressione, a volte come un vero e proprio dolore, che aumenta col riempimento vescicale e diminuisce con lo svuotamento), capacità vescicale molto limitata (50-55 ml), nicturia (8-10 minzioni notturne).
L'uomo può accusare anche sintomi come dolore allo scroto, al perineo e durante l'eiaculazione.

La sintomatologia tende ad aggravarsi in fase premestruale, in concomitanza all'assunzione di alimenti acidi, in correlazione alla concentrazione urinaria, all'attività fisica o alla prolungata posizione seduta.

“Non reggo molto.... la mia vescica si riempie subito e sento la pesantezza al basso ventre che sparisce come urino e poi mi lascia in pace per un’oretta…se bevo molto inizio a sentire il disturbo anche prima….La mia vescica ha un massimo di 250 quanto trattengo a un minimo di 90-100....la media è di 180cc circa..."
Sarissimap » 23 ott 2012 (Cistite.info)

Spesso nei Pazienti affetti da PBS/CI sono presenti disturbi e sindromi dolorose relativi ad altri apparati: contrattura muscolare pelvica, ciclo mestruale doloroso e invalidante, dispareunia, vulvodinia, allergie, Lupus eritematoso sistemico, sindrome dell'intestino irritabile, fibromialgia, sindrome da stanchezza cronica, mal di schiena, cefalee, disturbo temporo-mandibolare, endometriosi, sindrome della defecazione ostruita, cisti di Tarlov, sindrome di Sjogren, tiroidite di Hashimoto.

A causa di questi sintomi diminuisce la qualità di vita di chi ne è affetto; infatti molte donne lamentano diminuzione dell'energia, del numero di attività quotidiane effettuate, ritiro sociale, difficoltà nelle relazioni di coppia, alterazione dell'umore fino alla depressione e, in casi più rari, all'allettamento totale.

“Incoraggiatemi, ora che ho finito di scrivere mi sembra di non avere reso l'idea di quello che ho passato e passo .........Si può arrivare ad avere paura che suoni il citofono e non essere in grado di andare a rispondere, ho un pannolone ormai da anni, non posso più viaggiare in treno o bus, riesco a sedermi solo sopra a dei cuscini.”
31stAB12 , 08 12- 2015 (cistite.info)

 

Chi colpisce?

La cistite interstiziale colpisce tra i 10 e i 510 casi ogni 100.000 abitanti. La cifra così variabile dipende dal fatto che si tratti di CI (più rara) o di PBS (più comune).

Colpisce prevalentemente giovani donne in età fertile (gli uomini rappresentano solo il 10%).

E' classificata come malattia rara e ciò fa sì che i malati di CI, dopo aver ottenuto la diagnosi, abbiano diritto a servizi sanitari completamente gratuiti per monitorare e curare la malattia e prevenirne il peggioramento.

Approfondimento: Epidemiologia della cistite interstiziale

 

Le cause

Le ipotesi più accreditate sono 4.

Disfunzione epiteliale. Per cause ancora poco chiare la parete vescicale (urotelio) perde progressivamente i suoi GAG (cellule di rivestimento protettive) diventando più sensibile alle sostanze irritanti contenute nell'urina e a qualsiasi stimolo anche non doloroso.

Iperattivazione mastocitaria. Vi è una eccessiva risposta dei mastociti, cellule infiammatorie presenti nell'urotelio, che provocano vasodilatazione, richiamo di altre cellule infiammatorie, contrazioni della muscolatura, e alterazione neurologica.

Infiammazione neurogena. L'infiammazione protratta spostano l'origine del dolore dal tessuto vescicale a livelli neurologici sempre più profondi e centrali: il dolore e l'infiammazione non sono più causati da danni locali, ma dalla neuropatia.

Contrattura del pavimento pelvico. Uretra, vagina, intestino e nervo pudendo sono inseriti nella muscolatura pubo-coccigea. Questa contrattura pelvica compromette la funzionalità di questi organi in quanto ricevono meno sangue, ossigeno e sostanze nutritive.

Questi 4 fattori eziologici si influenzano reciprocamente ed uno diventa causa e conseguenza dell'altro instaurando un circolo vizioso sempre più complesso indipendente dalla causa che ha scatenato il tutto.

Approfondimento: Eziologia della cistite interstiziale

 

Diagnosi

A causa dei sintomi simili a malattie infettive urologiche o ginecologiche la diagnosi di CI/PBS di solito arriva dopo svariate visite specialistiche, esami invasivi e diagnosi di psicosomatizzazione.
Purtroppo la media di attesa tra i primi sintomi e la diagnosi di CI è di 5/7 anni dopo aver consultato una media di 4/5 specialisti tra urologi e ginecologi.

La diagnosi di CI viene effettuata attraverso la cistoscopia in idrodistensione. Consiste nella visione delle pareti vescicali attraverso cistoscopio, previa dilatazione della vescica tramite riempimento con acqua fisiologica, per evidenziare meglio eventuali ulcere di Hunner e glomerulation.
Viene effettuata in anestesia totale.

La diagnosi si può inoltre avvalere del test di Parson (o test del potassio), che consiste nell'instillazione di potassio in vescica. Se c'è un deficit di GAG il potassio riesce a passare nello strato interstiziale sottostante provocando forte irritazione e dolore.

Da poco la diagnosi di PBS/CI può essere effettuata esclusivamente sulla base di sintomi urinari caratteristici e sull'esclusione di patologie dalla sintomatologia simile.

Approfondimento: La diagnosi di cistite interstiziale

 

La cura

Secondo le raccomandazioni del SIU (società Italiana di Urologia), ci sono cinque livelli di intervento terapeutico. In prima linea ci sono le cure e le strategie terapeutiche meno invasive e prive di effetti collaterali. Man mano che i livelli aumentano, aumentano anche l'invasività terapeutica ed i rischi connessi.
Ogni livello successivo al primo andrebbe proposto solo qualora quello precedente non avesse prodotto risultati apprezzabili.

Terapia di prima linea

  • Educazione sanitaria (conoscenza dell'anatomia e fisiologia vescicale, spiegazione della malattia e delle sue opzioni terapeutiche)
  • Modifica dei comportamenti che possono provocare i sintomi (gestione dello stress, sport, dieta, educazione vescicale)
  • Eliminazione delle patologie concomitanti: candida, cistite e infezioni vulvo-vaginali, colon irritabile, stpsi, collagenopatie, ecc. Poiché gli antibiotici non hanno dimostrato effetti risolutivi, puoi provare a combattere le infezioni urinarie e genitali col D-mannosio ed il nostro Protocollo Miriam.

Terapia di seconda linea

Terapia di terza linea

Terapia di quarta linea

Terapia di quinta linea

  • Chirurgia della vescica con cistoplastica di sostituzione o diversione urinaria con o senza cistectomia (solo in pazienti ultraselezionate e quando qualsiasi altra terapia sia risultata fallimentare nel controllo dei sintomi e nel mantenimento di una minima sostenibile qualità di vita).

 La terapia della cistite interstiziale attualmente è solo sintomatica e non risolutiva, soprattutto se la diagnosi viene fatta con molto ritardo. Si è visto infatti che minore è la durata della patologia e maggiori sono i risultati terapeutici.

Tuttavia, benchè la CI sia una malattia cronica, sono possibili miglioramenti spontanei o remissioni della sintomatologia.

E' importante sapere che le terapie possono non dare risultati immediati; di solito i primi benefici si apprezzano solo dopo alcuni mesi. Inoltre la risposta alla terapia è del tutto soggettiva: ciò che è efficace per un soggetto potrebbe non esserlo per l'altro. Per questo è molto raro che il primo trattamento riesca ad essere efficace sul paziente; più facile che prima di ottenere un miglioramento apprezzabile debbano essere tentate diverse strade modulate a seconda dei risultati ottenuti. Questo perché la PBS/CI è provocata da differenti fattori che agiscono simultaneamente e sui quali bisognerà agire contemporaneamente con terapie multiple.

Anche in corso di terapia, la malattia può avere riacutizzazioni. Normale quindi l'alternanza di periodi di benessere a momenti di peggioramento.

Approfondimento: La terapia della cistite interstiziale

 

La terapia attualmente è solo sintomatica e non risolutiva, soprattutto se la diagnosi viene fatta con molto ritardo. Si è visto infatti che minore è la durata della patologia e maggiori sono i risultati terapeutici. Purtroppo la media di attesa tra i primi sintomi e la diagnosi di CI è di 5/7 anni dopo aver consultato una media di 4/5 specialisti tra urologi e ginecologi.

Tuttavia, benchè la CI sia una malattia cronica, sono possibili miglioramenti spontanei o remissioni della sintomatologia.

E' importante sapere che le terapie possono non dare risultati immediati; di solito i primi benefici si apprezzano solo dopo alcuni mesi. Inoltre la risposta alla terapia è del tutto soggettiva: ciò che è efficace per un soggetto potrebbe non esserlo per l'altro. Per questo è molto raro che il primo trattamento riesca ad essere efficace sul paziente; più facile che prima di ottenere un miglioramento apprezzabile debbano essere tentate diverse strade modulate a seconda dei risultati ottenuti. Questo perché la PBS/CI è provocata da differenti fattori che agiscono simultaneamente e sui quali bisognerà agire contemporaneamente con terapie multiple.

Anche in corso di terapia, la malattia può avere riacutizzazioni. Normale quindi l'alternanza di periodi di benessere a momenti di peggioramento.

In prima istanza bisogna agire riparando lo strato protettivo dell’epitelio vescicale sia attraverso la somministrazione vescicale ed orale di GAG, sia attraverso la disattivazione dei mastociti infiammatori tramite antistaminici e antinfiammatori, sia attraverso la somministrazione di GAG per via orale tramite instillazioni vescicali con catetere.

L'uso di integratori alimentari a base di GAG, quercetina ed isoflavoni si è dimostrato molto efficace nel contrastare i sintomi della PBS/CI.

Il rilassamento della muscolatura pelvica attraverso massaggi intravaginali e somministrazione orale di miorilassanti contribuisce a ridurre la sintomatologia.

Quando il dolore si sposta dal tessuto ai nervi gli anticonvulsivanti o gli antidepressivi possono essere più efficaci nel controllare il dolore neurogeno. In questo caso si è rivelata molto utile anche la stimolazione del nervo tibiale tramite agopuntura.

Strategie di modificazione comportamentale possono migliorare i sintomi: diluizione delle urine, aumento o diminuzione del volume delle urine (tramite rispettivamente restrizione dei liquidi o idratazione supplementare), applicazione locale di freddo o calore sulla vescica o sul perineo, esclusione di alcuni cibi irritanti determinati con una dieta ad eliminazione, strategie per controllare le riacutizzazioni della CI (meditazione), rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico e esercitazione della vescica con soppressione dell’urgenza.

Pazienti con gravi sintomi che non hanno risposto ai trattamenti standard possono trarre benefici da farmaci oppioidi.

Se tutto ciò non è sufficiente a rendere la vita accettabile, si ricorre a trattamenti più invasivi (neuromodulazione sacrale) o meno conservativi (cistectomia).

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