La storia di Frens

Racconta qui il tuo percorso con la cistite

Re: La storia di Frens

Messaggioda Astrid78 » mar mar 09, 2010 2:05 pm

ho riflettuto molto e anche l'ultimo tuo mess Ros mi ha fatto capire delle cose...
Resta il fatto che devo imparare a mantenere la calma e a non urlare e ho ideato un piano che dovrebbe funzionare appena attuo la cosa vi dirò i risultati.
Il mio problema principale è che Nikol haquasi otto anni e anche se le spieghi le cose più volte fa di testa sua o meglio ome le hanno fatto vedere a casa i nonni....
Lau...

Re: La storia di Frens

Messaggioda dudu » mar mar 09, 2010 2:22 pm

Ho dimenticato però di dire che mi fa tanti disegni pieni di cuoricini, tutti per me, e me li fa gratis! :mrgreen: ...per il momento :humm:

Re: La storia di Frens

Messaggioda Rosanna » mar mar 09, 2010 2:46 pm

:risatona:
Rotolo!

Frens ha scritto:Che ne pensi del dormire nel lettone?

Morgana dorme ancora nel lettone! ...col papà!
Io invece, proprio perchè voglio la mia indipendenza e la mia vita dormo da sola in un'altra stanza. Ne avevo parlato nel mio diario a proposito della mia crisi familiare. Dopo molti giorni di crisi in cui volevo abbandonare famiglia e casa, sono arrivata, anche grazie al vostro aiuto a questa conclusione che riporto qui:
(la parte in neretto è quella relativa al lettone)
Approfitto del giorno di chiusura per lasciarvi un lungo post.
Ho letto e riletto i vostri commenti riguardo alla mia crisi familiare. Sono arrivata ad una importante conclusione. Non è vero che non sono nata per essere madre! Solo grazie ai vostri messaggi (tutti!) ho finalmente capito che finora ho sempre confuso l'istinto materno col ruolo socialmente stereotipato di madre. Ecco: io non sono nata per essere una madre canonica: dedita completamente alla famiglia, pronta al sacrificio e alla rinuncia, disposta a soppiantare se stessa per marito e figli in attesa di tempi migliori.
Ho sempre associato le due cose: se non riuscivo a conformarmi alle regole sociali di maternità voleva dire che non ero pronta per essere madre.
Ma cosa vuol dire essere madre? Chi può dire quale sia il modo giusto per essere madre?
Io ho sempre cercato di seguire l'istinto. Mi sono sempre basata su ciò che succede in natura tra gli animali o nelle popolazioni meno "evolute" (ma anche su questo termine ci sarebbe un lungo discorso da fare!).

Nelle popolazioni meno occidentalizzate e quindi più vicine al senso naturale della vita e della società come avviene la crescita di un figlio?
Un figlio viene allattato fino a 3 anni ed oltre e le donne non hanno orologi per poter calcolare le poppate ogni 3 ore e non prima. L'allattamento è a richiesta del figlio.
Non esiste latte artificiale (eppure i figli non muoiono certo per assenza di latte).
Un figlio passa direttamente dal latte materno alle pietanze degli adulti.
Un figlio viene trasportato appoggiandolo sull'addome o sulla schiena della madre, a stretto contatto.
Un figlio dorme accanto alla madre ed alla famiglia finchè non se ne crea una nuova.
Un figlio non prende medicinali sintetici, guarisce da solo, o al massimo con le cure vegetali dello sciamano.
Un figlio non toglie nessuno spazio alla madre, che può continuare a svolgere le attività che ha sempre svolto. Il bambino infatti finchè è piccolo resta sempre attaccato alla madre in questi grandi foulard, che ripropongono al neonato lo stesso movimento materno a cui è stato abituato nei 9 mesi di gestazione, ha sempre il seno a disposizione, è cullato dai movimenti della madre impegnata nelle sue attività, quando gli scappa pipì o popò la fa liberamente senza che queste gli restino a contatto con la pelle. Ha tutto e non ha bisogno di piangere e di richiamare le attenzioni materne.
Un figlio quando cresce ha tanti coetanei del villaggio con cui giocare, con cui è cresciuto e crescerà. Non subisce distacchi improvvisi e traumatici dalla famiglia.
Una madre del villaggio ha sempre supporto. Vive nel clan in cui madre, sorelle, cugine e conoscenti sono costantemente presenti, pronte a badare al suo piccolo lasciandole il suo spazio vitale, a confortarla e a sostenerla nei momenti più duri, a consigliarle come allevare il suo cucciolo. Non è mai sola e può delegare il peso e la responsabilità della maternità alle altre donne del gruppo.

Nella società occidentale ed industrializzata invece come avviene la crescita di un figlio?
E' programmata in base ad unico obiettivo: il denaro e quindi il lavoro che ne consente l'accumulo.
Un figlio nella maggior parte dei casi viene allattato con latte articiale vaccino (che per quanto buono possa essere non potrà mai sostituire tutte le sostanze benefiche che ha il latte materno) e nella migliore delle ipotesi ha la fortuna di ricevere latte naturale specie-specifico solo perun mese o poco più (vedi questionari del forum) e questo perchè le grandi aziendi produttrici di latte in polvere pur di guadagnare ci hanno fatto credere che l'allattamento sia una cosa difficilissima e dannosa per la madre (a livello fisico e mentale). L'allattamento viene proposto ad ore fisse (ogni 3 ore) e non in base ai reali bisogni del neonato (che per esempio in estate ne ha un bisogno più frequente perchè col caldo si disidrata). La madre ora non è necessaria. Non ha più questo pesante vincolo dell'allattamento. Può andare a lavorare perchè ora chiunque potrà dare il pappone artificiale al suo bambino, persino le maestre dell'asilo nido!
La società del consumo ha creato la necessità di un doppio svezzamento: dal latte alle pappine ed in seguito dalle pappine al cibo solido.
La società del distacco precoce (per consentire alle lavoratrici di riprendere subito a lavorare) ha creato mezzi di separazione quali: passeggini, carrozzine, box, girelli, ... Un figlio non deve stare attaccato a sua madre.
Il figlio viene subito allontanato dalla camera dei genitori, isolato in un ambiente buio e silezioso. Laddove una madre non lo faccia viene subito additata come se stesse perpetuando il sacrilegio dell'alcova matrimoniale. "Non è possibile che dorma ancora con mamma e papà", "non è giusto, ne' per lei, ne' per i suoi genitori", "Ad ognuno il suo giusto posto". ...Ma in base a quali canoni non è giusto?! E in base a quali invece è giusto che 2 persone adulte siano obbligate a dormire insieme sopportando i movimenti notturni del partner, la luce perchè uno dei 2 vuole leggere ed i continui calci dati affinchè l'altro smetta di russare? Un bimbo non legge, non russa ed ha bisogno del contatto umano. Razionalmente mi sembra più naturale e comodo per un genitore dormire col figlio e non col partner. Eppure se si dorme separati lo si deve tenere nascosto altrimenti il primo pensiero è: non si amano più.

Il figlio dell'industrializzazione è sottoposto a continue terapie farmacologiche. Già dal primo mese gli viene iniettata la sua prima dose di vaccino ESAvalente (sei vaccini in una volta!) per poi proseguire con innumerevoli terapie antibiotiche per il minimo problema. Ecco un figlio con un sistema immunitario così debole che non riuscirà a superare una malattia autonomamente senza l'aiuto farmacologico. Certo, vivrà fino a 90 anni contro i 50 del villaggio indigeno, ma saranno solo i farmaci a permetterglielo e probabilmente con una qualità di vita decisamente inferiore (vedo mio padre e vedo tutte le persone affette da malattie croniche). Dipendiamo dai farmaci per poter restare in vita e quindi dalle ditte farmaceutiche che di ciò gioiscono. Così i bimbi sono sempre malati e devi mandarli all'asilo ancora malati perchè il lavoro non ti consente di poterli accudire quanto sarebbe necessario. Ed è un circolo vizioso: quelli malaticci infetteranno i sani, che a loro volta infetteranno i genitori, che infetteranno i colleghi, che infetteranno i figli, che infetteranno i compagni, e così via per i primi anni in comunità. I risultati sono: assunzione di farmaci continua, aumento della ricchezza delle lobby farmaceutiche, aumento delle potenza dei batteri e dei virus, aumento delle allergie e delle resistenze ai farmaci, deficit uditivi per le otiti protratte, asportazioni di tonsille che non ce la fanno a stare dietro alle continue infezioni, alterazioni persistenti della flora batterica intestinale a causa delle continue gastroenteriti, aumento dei posti di lavoro nella sanità pubblica e privata...e la lista potrebbe essere infinita, ma tutto ciò porta all'obiettivo primario della noostra società: soldi!
Il figlio del consumismo piange. Piange per ogni cosa. In continuazione. Piange perchè ha fame (ma deve aspettare perchè non è ancora l'ora!), piange perchè ha bisogno del contatto con la madre (nel cui grembo c'è stato per 9 mesi, 24 ore su 24 e vuole vuole colmare questa improvvisa distanza da lei), piange perchè il pannolino sintetico intriso di urina o escrementi gli irrita la pelle. Il pianto del bambino irrita la madre, la tocca dentro, nel profondo e la fa sentira inadatta al ruolo materno quando invece è la legge occidentale del distacco ad essere inadatta alle esigenze di un neonato.
Il figlio occiddentale all'improvviso deve lasciare la famiglia per essere affidato a sconosciuti e più passano gli anni e più questo momento viene anticipato. Gli asili nido sono sempre più pieni di neonati di 8 mesi. Tutto ciò in nome del diritto della donna al lavoro. Bella conquista che abbiamo fatto! Invece che difendere e far emergere il nostro specifico femminile, ci siamo rese sempre più simili al maschio: dedito alla carriera, all'arrivismo lavorativo, allo sviluppo muscolare, alla lotta politica. E prese dalla stessa foga maschile o dall'esigenza di dover lavorare per poter campare consegnamo il nostro pargolo nelle mani di persone che non abbiamo mai visto prima e che, cosa ancor più importante, nostro figlio non ha mai visto prima! Niente zia, nonna, cugini, fratelli, amiche del clan, persone insomma note fin dalla nascita con cui si è sempre relazionato. Solo facce nuove e persone tra l'altro non sempre preparate e appassionate per questo lavoro. E il bambino piange ancora! Lo fa per qualche giorno, forse per settimane. Poi non gli resta che rassegnarsi e soccombere alla separazione.

Dopo questa analisi generale posso dire che io mi sento molto più simile ad una madre del villaggio, piuttosto che a quella della città. Ho sempre seguito l'istinto nell'approccio con mia figlia.
L'ho allattata a richiesta fino a 15 mesi ed ho smesso solo perchè lei non ha più voluto il mio latte.
L'ho tenuta in braccio finchè lei ha deciso di scendere. Se possibile evitavo carrozzina e passeggino prediligendo marsupi e fasce. A un anno e mezzo, quando ormai sapeva camminare bene si usciva solo a piedi, mano nella mano. Lei ora cammina per ore senza stancarsi.
L'abbiamo sempre tenuta nel lettone. A lei piace, a noi è comodo. Ma perchè mai dovremmo cambiare? Per il sesso? Quello se lo si vuole fare lo si riesce a fare comunque.
Non ha mai preso antibiotici in 3 anni e mezzo (tranne una volta per errore), ma la accudisco con pazienza e la tengo a casa a lungo fino alla completa guarigione prima di reinserirla in comunità.
Ma tutto ciò comporta fatica, enorme fatica, soprattutto se si è soli. Assecondare i bisogni (e parlo di bisogni, non di vizi, come ci vuol far credere la società) 24 ore su 24 è impegnativo.
Allora mi chiedo: sono io sprovvista di istinto materno? E' forse più madre di me chi rifiuta senza insistere l'allattamento al seno, chi lascia il figlio piangere finchè non si addormenta da solo nella sua camera, chi delega la crescita, l'educazione ed il gioco ad una baby sitter o ad una istituzione per l'infanzia a favore delle esigenze lavorative, chi è sordo al pianto del neonato che richiede l'attenzione della madre ("Tanto fra un po' smette. Mica bisogna accorrere ogni volta che piange!", diceva mia sorella riferendosi ai suoi figli)?
No, siamo madri entrambe.
La differenza è che il mio modo di essere madre è naturale e segue l'istinto della natura. Tuttavia è estremamente faticoso perchè non ha il supporto del clan del villaggio e del contesto naturale di cui avrebbe bisogno per poter essere messo in atto. Un approccio simile entra in conflitto nel momento in cui si devono fare i conti con le necessità imposte dalla società: il lavoro, i ritmi, il denaro, le regole, gli orari. E ciò si traduce in mancanza di tempo per se stessi, in negazione dei propri spazi, in stress, in repressione dei propri desideri. Entra in conflitto il mio istinto materno naturale e primordiale con le esigenze imposte dalla società, che non consentono di poter avere del tempo libero a disposizione per me stessa, per fare emergere il mio io e che rende questo approccio materno molto più faticoso di quanto sarebbe nel suo naturale contesto. Ne esce fuori una madre esausta, insoddisfatta, sola, che non vuole più essere madre.
Ma ciò che mi manca non è sicuramente l'istinto materno, bensì l'adattamento al "ruolo" materno stereotipato necessario per sopravvivere nella società commerciale. Un ruolo materno che al primo posto non mette i bisogni del figlio (che chiamerà vizi), ma i ritmi sociali e i bisogni del datore di lavoro, un ruolo materno che promuove a questo scopo il distacco precoce (dal seno, dal corpo materno, dal lettone, dalla casa). Questo distacco offre tuttavia alla madre i benefici della riappropriazione della sua indipendanza e individualità rendendola (forse) più serena e facendola sentire più realizzata nel suo ruolo genitoriale, cose che io non sono ancora riuscita a conquistare, che mi mancano e che rischiano di compromettere il rapporto con mia figlia e la mia famiglia.
Quali di queste due madri quindi è più idonea alla crescita di un figlio? Quella che segue l'istinto materno o quella che si adatta al ruolo sociale?
E chi lo può dire? Nessuno possiede la verità assoluta. Forse quella che soccombe (inconsciamente) alle leggi commerciali perchè sarà più inserita nella società e così anche suo figlio e non sentirà il mio stesso desiderio di fuga. Poi magari i figli svilupperanno da grandi una serie di malattie psicosomatiche da insoddisfazione dei bisogni primordiali: attacchi di panico, fobie incontrollabili e apparentemente immotivate, gastrite, cistite, sindromi e morbi sempre più strani e frequenti. ...Ma questo è un altro capitolo.
Da anni ho risolto i miei problemi di cistite, di depressione, di attacchi di panico, di coliche gassose, di psoriasi. Forse proprio in concomitanza della presa di coscienza dello schifo che mi circonda, che mi vincolava, che mi risucchiava, che mi annientava come individuo (a partire dalla mia stessa famiglia d'origine, vittima anche lei di tale meccanismo sociale).
Rifiuto di farmi risucchiare dal sistema e di ripiombare nelle mie vecchie patologie croniche!
Ringrazio tutte quante per avermi aiutato a fare luce su un punto ancora oscuro della mia vita e a prendere coscienza delle cause dalla mia crisi.
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Frens

Messaggioda Frens » mar mar 09, 2010 3:13 pm

all'epoca non avevo letto tutto, ma sapevo che avevate risolto la crisi..sono spunti molto interessanti i tuoi..quelli sul lettone..effettivamente quello che dici..è probabilmente la cosa migliore per il bambino..ricordo me da piccola..se nn stavo nel lettone nn dormivo, mi addormentavo sul divano alle 2 e mi svegliavo alle 6, spesso le ho prese forte perchè volevo andarci, poi da sola non ne ho più sentito il bisogno e sono diventata dormigliona
io sono molto attaccata a Marco e per me il fatto di dormire separati è inconcepibile..non è per il sesso, è proprio per la vicinanza.per quello mi preoccupo di come potrò organizzarmi. ma è vero che un figlio lo ami più di te stesso, e cambia tutto.
avevo pensato anche io ad evitare i passeggini più possibile, perchè poi può essere un problema staccarsene, se poi mi assicuri che anche a un anno e mezzo, possono camminare per ore... :coool: :coool:
avevo già letto in proposito delle tue opinioni riguardo ai vaccini..con Morgana come ti sei regolata? e voi altre che avete bambini, cosa avete deciso?

Re: La storia di Frens

Messaggioda Rosanna » mar mar 09, 2010 3:34 pm

Ma sbaglio o il desiderio di un figlio sta diventando sempre più forte? :yahoo:
Io le ho fatto solo i vaccini obbligatori, ma sinceramente ora sono molto indecisa se farle anche l'ultimo richiamo obbligatorio a 5-6 anni.
Anche per me fino a qualche anno fa era impensabile staccarmi dalla vicinanza di Sandro durante la notte. ...Si cambia, cambiamo noi e cambiano le nostre esigenze. L'importante è assecondare queste nuove esigenze senza reprimerle.
Frens ha scritto:se poi mi assicuri che anche a un anno e mezzo, possono camminare per ore...

Eccome! Loro si stancano molto meno di noi! Sono in movimento dal mattino alla sera, sono orologi con la carica automatica: più si muovono e più si ricaricano di energia! E' per quello che non riuscirai mai a tenerli (come accennavi in un messaggio precedente) 1-2 ore seduti al tavolo a pranzare. E' una tortura per loro e non è neanche giusto. Quello è ciò che vogliamo fare noi perchè abbiamo interessi nel farlo: mangiamo, discutiamo del più e del meno, assaporiamo prelibatezze culinarie, sorseggiamo vino, ecc, ma un bimbo non ha questi interessi. Il suo bisogno primario è il movimento attraverso il gioco. Crescendo cambierà da solo.
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Frens

Messaggioda Frens » mar mar 09, 2010 4:26 pm

dai..ci stiamo pensando..quindi sto pensando un pò a come organizzare e gestire il tutto..anche se ci vorranno ancora anni..e sperando di nn avere problemi a concepire..
quello che dici mi tranquillizza

Re: La storia di Frens

Messaggioda StregaNoite » mar mar 09, 2010 4:47 pm

Anche io ho fatto i vaccini obbligatori alle bimbe, ma ora credo che non continuerò a farglieli :roll: è un discorso lungo e già trattato.... ma basti pensare che i figli dei medici non vengono vaccinati :roll:

Re: La storia di Frens

Messaggioda dudu » mar mar 09, 2010 5:41 pm

Frens ha scritto:avevo pensato anche io ad evitare i passeggini più possibile, perchè poi può essere un problema staccarsene, se poi mi assicuri che anche a un anno e mezzo, possono camminare per ore... :coool: :coool:

Ciao Frens, mio figlio pesa 26 kg, quando siamo in giro, capita che dopo il viaggetto in auto si addormenti, che faccio? aspetto che faccia 1-2 ore di dormita? oppure me lo porto in braccio? soluzione: hanno inventato i passeggini, il mio è a tre ruote abbastanza capiente perchè il pupo in quelli semplici non ci sta più. Insomma, quando sarai mamma, ti accorgerai che i passeggini qualche utilità la possiedono.

Re: La storia di Frens

Messaggioda StregaNoite » mar mar 09, 2010 10:02 pm

oppure se ti arrivano due gemelli........... :mrgreen:

Re: La storia di Frens

Messaggioda clio77 » mar mar 09, 2010 10:03 pm

StregaNoite ha scritto:oppure se ti arrivano due gemelli........... :mrgreen:

!! :mrgreen:

Re: La storia di Frens

Messaggioda Frens » mar mar 09, 2010 10:10 pm

certo, infatti sono anche troppo utili che temo che poi non vogliano camminare e puntino i piedi per stare nel passeggino..certo però basta portarselo dietro solo in caso di viaggi lunghi o casi particolari, perchè credo che normalmente, nella vita di tutti i giorni, se non lo si porta dietro, possano cmq puntare i piedi fino a un certo punto

Re: La storia di Frens

Messaggioda StregaNoite » mer mar 10, 2010 9:15 am

Frens io per ovvie necessità ho stra-usato il passeggino... Se volevo uscire di casa potevo fare solo così!
Ma non ho avuto alcun problema a smettere di usarlo, i bambini VOGLIONO camminare, quando non lo prendevamo era una festa e hanno sempre camminato a lungo senza stancarsi, tanto che io portavo il passeggino per sicurezza (doppio, un armadio), loro si attaccavano ai lati con un sorriso gigante, e io avevo un sacco di spazio per appoggiare le buste con gli acquisti :D eh sì, perchè i passeggini sono comodissimi per appoggiare la spesa!
E poi se si stancavano avevano un posto dove sedersi. Ma non capitava spesso, semmai puntavano i piedi per camminare ;)
I passeggini sono una bella invenzione tutto sommato ;)

Re: La storia di Frens

Messaggioda Stefania 69 » mer mar 10, 2010 10:48 am

Frens ha scritto:Rosanna, vero..non ho fiducia in mè stessa..ogni successo per me è inaspettato..ma sono anche molto realista..quando penso ai miei lati positivi..non vedo chissà cosa..che dovrebbe spingere Marco a stare con me..si..sono coccolona, dolce, se ha bisogno accorro immediatamente, lo faccio ridere..invece in lui vedo tante cose buone, più che in me, e penso veramente sia una persona migliore,


Frens cara, ma i rapporti emotivi tra le persone per fortuna non si spiegano con una bilancia che pesi gli ipotetici pro e contro! E le caratteristiche personali non hanno mica tutte lo stesso peso tra loro e neppure lo hanno uguale per ogni partner! quello che ad uno piace di una persona puo' non piacere ad un'altro. Quindi non e' affatto detto che quei tuoi lati positivi che tu vedi come nulla di speciale non siano invece specialissimi per lui. L'amore non e' una scienza esatta.
Temo che il tuo trascorso familiare non aiuti l'autostima, ma cerca di aiutarla a crescere, e' importante.

Senza esagerare, eh? :mrgreen:

Re: La storia di Frens

Messaggioda clio77 » gio mar 11, 2010 2:56 am

Stefania 69 ha scritto:
Frens ha scritto:Rosanna, vero..non ho fiducia in mè stessa..ogni successo per me è inaspettato..ma sono anche molto realista..quando penso ai miei lati positivi..non vedo chissà cosa..che dovrebbe spingere Marco a stare con me..si..sono coccolona, dolce, se ha bisogno accorro immediatamente, lo faccio ridere..invece in lui vedo tante cose buone, più che in me, e penso veramente sia una persona migliore,


Frens cara, ma i rapporti emotivi tra le persone per fortuna non si spiegano con una bilancia che pesi gli ipotetici pro e contro! E le caratteristiche personali non hanno mica tutte lo stesso peso tra loro e neppure lo hanno uguale per ogni partner! quello che ad uno piace di una persona puo' non piacere ad un'altro. Quindi non e' affatto detto che quei tuoi lati positivi che tu vedi come nulla di speciale non siano invece specialissimi per lui. L'amore non e' una scienza esatta.
Temo che il tuo trascorso familiare non aiuti l'autostima, ma cerca di aiutarla a crescere, e' importante.

Senza esagerare, eh? :mrgreen:

ESATTO sacrosanto idimenticabile..quello di me che piaceva al mio ex non piace al mio attuale compagno, e x altre cose ilcontrario. Ma prima di tutto ci 6 TU! Allenati a pensare a nient'altro che a questo!!!

Re: La storia di Frens

Messaggioda Frens » gio mar 11, 2010 1:32 pm

Stef e Clio, avete ragione al 100%...è la stessa cosa che direi anche io a una persona che dicesse quello che ho detto ;) che idiota :lol:
cmq si...è vero..con 2 il passeggino ci vuole.. (tra l'altro sono a rischio di 2 :lol: )poi se dite che non ne diventano dipendenti e vogliono camminare il problema nn si pone..anzi..è davvero comodo per la spesa :)
tu Strega con 2 sei riuscita ad allattare? perchè leggo di molte mamme che non ci riescono

Re: La storia di Frens

Messaggioda StregaNoite » gio mar 11, 2010 1:47 pm

Per pochissimo, purtroppo :(
Considera che hanno fatto 22 giorni di incubatrice, quindi l'unico modo che avevo era usare il tiralatte, e il mio latte era proprio pochino... uscite da lì, non avevano comunque le forze per attaccarsi al seno, perciò ancora tiralatte.. ma avete idea di quanto tempo ci vuole per tirare il latte?? mi sentivo attaccata ad un mungi-mucca, e va bene, ci stavo 40 minuti, e va bene, e per quanto latte...? 10 ml????? 15???????! :lol:
non bastava nemmeno per una! Inoltre non avevo aiuti, non potevo permettermi di restare attaccata al mungitette tutto quel tempo, perchè intanto si svegliavano, si sporcavano, avevano fame,.. e ogni tanto pure io avevo fame, e dovevo lavarmi.... perciò quando sono tornata a casa è finita quasi subito l'esperienza del tiralatte. Inoltre Fede, piccolissima, aveva tanti problemi, per farle bere 20 ml ci voleva più di mezz'ora e dovevo tenerla un'altra mezz'ora sul petto perchè non rigurgitasse, e nonostante ciò succedeva spesso ....
Insomma, non ne ho avuto il tempo, anche se mi sarebbe piaciuto ;)

Re: La storia di Frens

Messaggioda Frens » gio mar 11, 2010 3:13 pm

certo...purtroppo il tiralatte ci mette molto e non è efficiente come la suzione del bambino (dicono eh? :| )
a quante settimane sono nate? quando avete scoperto che erano 2?

Re: La storia di Frens

Messaggioda StregaNoite » gio mar 11, 2010 3:28 pm

Sono nate alla fine del settimo mese di gravidanza....
Il tiralatte.... non lo so proprio! Io la suzione del bambino non l'ho mai provata :mrgreen: bisognerebbe chiedere a chi ha provato entrambi.
Abbiamo scoperto che erano 2 a tre mesi e mezzo di gravidanza, grazie ad una dottoressa dell'ospedale pubblico, perchè il costosissimo pluriefficientissimo e sempredifretta ginecologo privato non se ne era accorto ...!!!

Re: La storia di Frens

Messaggioda Frens » gio mar 11, 2010 6:51 pm

ah, simpatico il ginecologo privato!! immagino la sorpresa quando lo avete scoperto!
mia nonna ha scoperto che erano 2 alla nascita, ma erano ovviamente altri tempi


volevo aggiornare riguardo la vestibolite...mi sono finite le mestruazioni, il dolore c'è, ma è meno del solito..mah..come mi avevate detto però è normale che è volte sia più forte, e altre meno.. ieri avevo una paura boia di mettere rectogesic ma il bruciore era sopportabile.. possibile che un rapporto doloroso sia stato causa di 3-4 gg in cui mettere la crema era un supplizio?

Re: La storia di Frens

Messaggioda iri_sekane » gio mar 11, 2010 9:08 pm

Ciao Frens!
Ho letto per bene le ultime pagine delle tue storia che mi ero persa... :fifi: MAMMA MIA!O meglio BABBA BIA visto il raffredderrimo che mi è venuto! Ad ogni modo, mi sembra di capire da quello che scrivi, nonostante i tuoi trascorsi in famiglia, tu hai saputo elaborare una te stessa del tutto diversa e cosciente di certi errori gravi, e sono sicura che crescendo farai mille altri passi da gigante, e poi con tutta questa consulenza a dir poco ottima (le donne di questo forum sono persone virtuose altro che virtuali) vedrai che ogni giorno otterrai nuove prese di coscienza. Per quanto riguarda la tua autostima...non so se il discorso fila, però un esempio te lo vorrei portare. Io ho avuto un certo numero di relazioni con maschi più o meno preponderanti (con l termine intendo che volontariamente o involontariamente potevano sopraffare il mio bisogno di essere me stessa...povera scemina!) e ogni volta che ci cascavo mi rendevo conto che facevo l'errore di apprezzare certe cose di loro che non avrei mai tollerato, per, diciamo, una mia propensione a vedere il buono in tutte le persone (anche se non c'è! :O.O: ) e per evitare tensioni per il quieto vivere. Puntualmente ci ricadevo, e mi capita ancora di ricadere in questo circolo, sempre per le mie tendenze buoniste...che ora definirei più "acritiche": cioè, accontentati di quel che passa il convento e fattelo piacere... :ss . Ora come ora, lungi dall'aver risolto queste tendenze, ho fatto comunque i miei passi avanti. Tutte quelle esperienze mi sono servite (meno male) e,anche se capita di fraintendermi, poi mi aggiusto, trovo la spinta sacrosanta a dire che cosa penso in faccia alle persone di loro (quasi sempre, ehehe) perché finalmente mi faccio davvero l'idea di cosa penso di loro! E questo tu lo fai da mò col tuo uomo, e, come dice Silvana, i vostri litigi li vivete e li affrontate da coppia normale quale, a sto punto, siete. Farete anche i vostri errori (vedi chiusure, pedate, sfuriate) ma siete ancora tanto giovani! Parlare e dire sempre cosa succede dentro noi stessi è la base...mi sembra che voi ce la mettiate!!!Quindi continua così, spiegati e affermati. Questo discorso l'ho fatto perché l'autostima la vedo come una parte di noi che cresce in base alle capacità critiche e relazionali che acquisiamo, e, insomma, secondo il mio pensiero, la tua strada va verso quella direzione...Forse potresti provare a slegarti ancora di più dal tuo passato, come dice Strega, e pensare a costruire il tuo futuro. Non è facile, ma che gusto ci sarebbe ad ottenere qualcosa schioccando le dita? Entusiasmarsi di fronte alle difficoltà (certo non col sorriso da ebeti, ma con la grinta di una tigre!) e l'altra faccia di questa medaglia...boh forse saran cose ovvie, mi sentivo di dirti la mia... :): Con tutto ciò, ma forse s'è capito, non giudico la tua storia né tanto meno il tuo lui, lo conosci sicuramente meglio tu ehehe, voglio dire che secondo me è necessario mettere in atto tutti gli accorgimenti del caso per non sfociare in situazioni limite, e bisogna farlo in due...se tu evolvi anche lui lo deve fare, non puoi lavorare solo te, sbagliare va benissimo, purché gli errori sian sempre diversi.
Per quanto riguarda i bimbi e la violenza :n :na: ...non sono madre e non mi ci vedo molto, ma posso dire che di genitori alle prese con figli impossibili ne ho visti tanti e continuo a vederne troppi, e nella maggior parte dei casi, che magari per vicinanza parentale ho potuto seguire, il comportamento turbolento era sempre associato alla scarsità di dialogo che c'era nell'insegnar loro come comportarsi. Tante botte=pianti=ripicche dei figli e il cerchio continua all'infinto. Ricordo una scena in bar dai miei (lavoro con loro d'estate): un bambino tedesco che strilla perchè vuole il lecca lecca e la mamma "NEIN!"...lei in tono pacato gli dice una serie di strafalcioni a me incomprensibili e lui strilla ancora, si butta per terra. Lei dice ancora qualcosa tranquilla. Lui stessa solfa. Lei dice le ultime parole poi si volta e se ne va con calma marziale. AUmentano spaventosamente le grida, però appena la madre esce dalla porta, il bimbo si zittisce, si alza, tira su col naso e segue la madre...Mi colpì molto questa scena.

Tornando ai nostri disturbi (visto che praticamente siam messe uguali) ti confermo l'altalenare dei miglioramenti/peggioramenti. Rectogesic ancora non lo uso, però anche per me i rapporti se non lubrificati al massimo (roba da due dosi di lubrygin!!!! :wow: ) possono darmi 3/4 giorni di noie. Come va con l'expose? Io ho capito che devo prenderlo lontano dal Pelvilen sennò divento un cartone animato giapponese. Fra poco ciclo e temo la fase premestruale...l'ultima volta mi facevo paura!!! Vediamo se il magnesio aiuta...
un bacione spero di aver detto qualcosa di utile! E di non aver parlato a sporposito ;)


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