Ciao a tutte!
finalmente riesco a scrivere (il capo stamattina non smette di chiamarmi...).
Venerdì avrei avuto un gran bisogno di voi, ma il forum era chiuso ...
poi il fine settimana sono stata fuori e ora finalmente posso raccontarvi.
Allora venerdì la seduta con la Spano mi ha atterrato. All'inizio della seduta mi ha chiesto se stessi seguendo i suoi "consigli". Io le ho detto che non riesco a spezzare la giornata lavorativa in due come vorrebbe lei prendendomi ad un certo punto un'oretta per me per distendermi. ...Non gliel'avessi mai detto. Si è quasi trasfigurata! Ha iniziato un cazziatone biblico sulla mia scarsa collaborazione che evidentemente significa che non voglio guarire.
All'inizio ho tentato di ribattere, ma lei mi ha stoppato subito. Mi ha detto che ciò che non si riesce a fare non si vuole. Mi ha raccontato una serie di aneddoti della sua vita che dimostrano che quando si vuole una cosa in qualche modo la si riesce a fare (se la si vuole veramente, altrimenti vuol dire che non la si vuole... ). Mi ha detto che il protoccollo Spano prevede il riposo e se io non riesco a seguire il protocollo allora tanto vale che mi cerchi un altro terapeuta che segua un approccio che si adatta meglio al mio stile di vita, così lascio il posto ad altre persone che evidentemente hanno più voglia di me di guarire. Ha condito il tutto dicendomi che questa malattia in Inghilterra (e ha aggiunto "non in Ghana") é considerata incurabile, che l'ho presa sotto gamba e cose del genere...
Sono scoppiata in un pianto disperato, ma lei continuava imperterrita, con una durezza impressionante. Alla fine della seduta mi ha detto che preferisce questo pianto all'inizio della terapia che non un pianto alla fine perché non sono guarita.
Che dire... alla fine della seduta il tono muscolare é sceso ad 89, ma sono uscita di là devastata.
Ho pensato di scrivere in privato a Pat, che ha conosciuto tutti i medici consigliati qui nel forum per chiederle se veramente secondo lei dovevo stravolgere la mia vita lavorativa, pena la guarigione. Lei è stata carinissima, mi ha rassicurato molto e mi ha consigliato di adattare la terapia alla mia vita seppure evitando gli errori più macroscopici che tutte abbiamo imparato qui sul forum e che tutte stiamo mettendo in atto.
Le parole di Pat mi hanno fatto un gran bene. Fin da piccola sono sempre stata molto "ligia" a quello che mi veniva ordinato, per un senso del dovere innato che mi fa risultare molto difficile "fare di testa mia". [Alle elementari mio padre litigò con la maestra perché ci aveva dato l'ordine di andare a dormire massimo alle 8 e mezza, orario non compatibile con il lavoro dei miei... io, come superavo le 8 e mezza, cominciavo ad avere degli attacchi di ansia, perché stavo disobbedendo alla maestra, tanto che ad un certo punto mio padre, minacciando di farmi cambiare scuola, ha dovuto intimare alla maestra di smetterla con queste imposizioni su cose che non erano affar suo...]
Mi sono quindi rasserenata pensando che con questo caldo tornare a casa in pausa pranzo (esco, faccio un pezzo a piedi, aspetto il tram, prendo il tram, altro pezzo a piedi, arrivo a casa, mi stendo per un'ora, mangio qualcosina, riesco, rifaccio pezzo a piedi, riprendo il tram, rifaccio altro pezzo a piedi, arrivo in ufficio dove trovo capo imbufalito per mia sparizione due ore e mezzo circa) mi crea un tale stress che non può che aumentare la contrattura.
Poi il week end sono andata al mare. Non vi dico la sofferenza di non poter fare il bagno (+ il senso di colpa per aver violato il "consiglio" dato nel corso del cazziatone di non andare fuori nel week end per non strappazzarmi)... però sono riuscita a rilassarmi un sacco, a recuperare sonno e mi sono resa conto da sola che andare via da Milano mi ha fatto solo bene... in barba ai suoi "consigli".
Poi ieri mi è venuta un'idea geniale. Qui sotto c'è una palestra con termarium. Potrei iscrivermi solo per un mese e, in pausa pranzo, invece di fare ginnastica andarmi a rilassare per un'oretta in sauna (bagno turco no perché é caldo umido) o sui lettini dell'area relax. Mi sono informata sui costi... Dovrei cavarmela con poco. Penso che ce la posso fare.
Stamattina alle 8 quarta seduta dalla Spano. Le ho detto della mia idea ed é stata felicissima (a meno che non ci sia troppa umidità nell'aria però... devo verificare). Durante la terapia mi ha fatto tutto un discorso in cui si è quasi scusata per la durezza di venerdì. Ha detto che quelle che come me che non stanno "tanto" male non si rendono conto di quando sia infida questa malattia. Lei sa che a volte è molto dura, ma lo é quando vede che non abbiamo capito la gravità di questo disturbo. Mi ha raccontato quello che vede lei tutti i giorni (ha detto che ieri le hanno portato una ragazza in barella) e che, anche se non é un cancro e non si trasformerà mai in cancro, può essere invalidante ed avere delle conseguenze disastrose sulle nostre vite. Quindi, come quando si ha il cancro si molla tutto e si pensa solo a guarire, lei pensa che anche con questa patologia si debba fare lo stesso.
Poi le ho fatto un po' di domande sul mare (non voglio passarmi l'estate impanicata come questo week end) e mi ha detto che il bagno non é vietato se l'acqua non é fredda (neanche durante la terapia) [quindi questo divieto me l'ero inventato

] e che comunque con la mutina si può fare anche quando l'acqua é fredda. La cosa vietata é la piscina perché il cloro danneggia le mucose e peggiora le abrasioni che già abbiamo.
Alla fine della seduta il tono è sceso a 71.
Oggi sono più serena. Prima della seduta pensavo che comunque venerdì ha esagerato. Non si infierisce così su chi sta vivendo quello che stiamo vivendo noi. Il nostro equilibrio (almeno il mio) é precario e lottiamo con tutte le nostre forze per non farci sconfiggere da questa patologia, cercando anche di sdrammatizzare per non cadere nella trappola del "perché proprio a me?" [ed io sono particolarmente incline a questo pensiero, quando penso che, oltre i piaceri del sesso, da quasi due anni non so più cosa siano il piacere del cibo e del vino (che mi piaceva un sacco...) per via dei problemi di stomaco]
Con il discorso di oggi, però, l'ho capita un po' di più. Mi sono trovata nei suoi stessi panni all'indomani del terremoto, quando parlavo con i miei. Dall'esterno ho subito avuto, non solo la percezione del disastro, ma anche la consapevolezza che niente sarebbe più stato come prima e che avevamo perso per sempre la nostra bellissima città. Loro meno. Affrontavano le difficoltà e lottavano, ma non si rendevano realmente conto... Quando discutevo con loro sulla mancanza del miracolo che veniva mostrato agli italiani a reti unificate io ero molto dura. Dovevano vedere che la realtà era un'altra...
...E così, quando oggi ho capito che la durezza di venerdì era dattata da una conoscenza della patologia e da una coscienza di quanto può far male, ho capito che era solo una richiesta di collaborazione dettata dall'ansia di non vedermi guarire...
p.s. per Sof... credo che bisogna perseverare... come con gli uffici pubblici...
