


Io cmq non ho ancora avuto nessun contatto dalle moderatrici.

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Rosanna ha scritto::thanks:![]()
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Io cmq non ho ancora avuto nessun contatto dalle moderatrici.
sere24 ha scritto:ma infatti sto forum è fatto benissimo!![]()
raffyna ha scritto:<Clio non avevo letto tutti i tuoi aggiornamenti!!! ora ho sbirciato ora un po'.....sei troppo una forza...ha ragione sina, abbiamo da imparare tutte da te! ma questo forum pullula di wonder woman!!!!![]()
sai ke penso? wonder woman si diventa quando la vita ti sfida....e a questo punto meglio essere state sfidate !!
fittina70 ha scritto:Volevo solo dirti che ho letto quello che hai scritto ad Astrid e ti ammiro tantissimo. Te l'ho già detto tante a volte ma sei un esempio e fonte d'ispirazione per me
.TERAPIA DEL DOLORE NEUROPATICO (Vulvodinia, Fibromialgia)
Prof. Claudio Torresani
Clinica Dermatologica
Università degli studi di Parma
In collaborazione con la Signora Giulia Mainoli a cui va il mio grazie di cuore. Il suo disinteressato ed appassionato sforzo mi ha insegnato cosa era utile per i pazienti e quali erano, invece, delle sterili discussioni accademiche
1. Fibromialgia: vecchi pregiudizi e nuove acquisizioni.
Fino a qualche anno, fra i medici, era diffusissima la convinzione che il paziente affetto da neuropatie, Fibromialgia in particolare, fosse, in realtà, un depresso. Tutti gli studi che abbiamo indicano esattamente il contrario: casomai è il dolore neuropatico a provocare depressione e non viceversa.
Questa non è una mia idea ma il risultato di studi pubblicati su riviste scientifiche di prima grandezza: La Tabella 1 illustra gli studi più importanti:
Questo fatto è ancora misconosciuto, tant'è che la psicoterapeuta del gruppo di reuatologia del Policlinico è convinta che la fibro sia una malattia da depresse (DONNE)
Tabella 1: depressione e dolore neuropatico
“Quando sono presenti ansia e depressione, queste sono, quasi sempre, il risultato e non la causa della fibromialgia.
I pazienti con fibromialgia non sono più depressi dei pazienti che soffrono di altre forme dolorose, come l’artrite reumatoide.
I livelli della sostanza P nel liquor sono quattro volte più elevati del normale….evidentemente il dolore non è immaginario!”
David Nye, Missouri University. A Physicians Guide to Fibromyalgia Syndrome, 1997.
“Le concentrazioni della sostanza P nel liquido cerebrospinale sono molto più elevate rispetto ai controlli, implicando un’origine periferica del dolore della Fibromialgia.”
Russell IJ et al. Arthritis Rheum. 1994;37:1593-601.
“A number of studies have established that FMS is neither a psychosomatic nor somatiform disorder and that when present, anxiety and depression are more likely to be the result than the cause of FMS.”
Goldenberg DL. Psychological symptoms and psychiatric diagnosis in patients with fibromyalgia. J Rheumatol 16(suppl 19): 127, 1989.
It has been suggested that the prevalence of depression may not be higher in patients with fibromyalgia than in patients with rheumatoid arthritis or in the population at large.
M.B. Yunus et al. Arthritis Rheum 34:15,1991.
" The common misconceptions that FMS is a psychosomatic or somatoform disorder, that it is untreatable, that it is a diagnosis of exclusion or a "wastebasket" diagnosis, and that most FMS patients are hypochondriacs or whiners are unfounded and insupportable."
(I comuni preconcetti che la fibromialgia è un disturbo psicosomatico o somatoforme, che non è curabile, che è una diagnosi di esclusione o un “cestino dei rifiuti” delle diagnosi e che la maggioranza dei pazienti fibromialgici sono degli ipocondriaci o dei “piagnoni” sono infondati e insopportabili!).
David A. Nye MD: A Physicians Guide to Fibromyalgia Syndrome, 1997.
Una ulteriore prova dell’origine organica, e non psicologica, della Fibromialgia è costituita dalla frequente familiarità. Viene, infatti, ammessa una trasmissione genetica “a penetranza variabile”.
Pellegrino MJ et al. Familial occurrence of primary fibromyalgia. Arch Phys Med Rehab 70:61, 1989.
La stesso dato (depressione come conseguenza e non causa della malattia è stato dimostrato, in particolare, anche per la vulvodinia (Tab. 2.)
Tabella 2. Depressione e vulvodinia.
“The level of psychiatric morbidity in 10 women with a diagnosis of vulvodynia was similar to that of 41 women with other vulval diagnoses.”
(Le pazienti affette da vulvodinia presentano lo stesso profilo psichiatrico delle pazienti affette da altre patologie vulvari.)
Jadresic D, Barton S, Neill S, Staughton R, Marwood R
Psychiatric morbidity in women attending a clinic for vulval problems--is there a higher rate in vulvodynia?
Int J STD AIDS. 1993 Jul-Aug;4(4):237-9.
…...However, the increased scores for depression in this case-control study were attributed to sexual disinterest and experience of chronic pain rather than to features of depressive disorder.
(In questo studio caso-controllo l’aumento dello “score” relativo a depressione è stato attribuito alle difficoltà sessuali e all’esperienza di dolore cronico e non alla presenza di una sindrome depressiva.)
Lotery HE, McClure N, Galask RP.
Vulvodynia. Lancet. 2004 Mar 27;363(9414):1058-60.
Nonostante ciò, i pregiudizi sono duri a morire e, ancor oggi, tale preconcetto, immotivato e sbagliato, è largamente presente nella classe medica.
Ciò è dovuto a vari fattori:
In primo luogo la malattia è caratterizzata da una sintomatologia dolorosa sproporzionata rispetto alla obiettività clinica (ciò che i medico può verificare). Il dolore neuropatico è un dolore invisibile: nessuno al mondo può sentire o valutare quello che avverte il paziente.
Esistono, infatti, due tipi di dolore (Tab. 3):
Tabella 3: Tipi di dolore
1. Il dolore nocicettivo: dolore legato ad un danno di un tessuto. Le fibre nervose dl tessuto danneggiato vengono stimolate e fanno avvertire dolore. Nel dolore nocicettivo si riesce sempre a “verificare” (direttamente con gli occhi o, indirettamente, con delle indagini) la causa.
2. Il dolore neuropatico: il tessuto non ha subito nessun danno e l’infiammazione riguarda le fibre nervose che portano il segnale di dolore senza alcun motivo. Il dolore è assolutamente reale anche se è chiaro che in questo tipo di dolore non è visibile assolutamente nulla.
In secondo luogo, l’equivoco depressione = dolore neuropatico, è legata al fatto che uno dei farmaci più efficaci è costituito dall’amitriptillina, molecola inizialmente (ed ancor oggi) utilizzata, ad alti dosaggi, come antidepressivo.
L’efficacia sul dolore dell’amitriptillina, fu dimostrata per primo da Woodford nel 1968 nei pazienti affetti da nevralgia post-erpetica (il cosiddetto fuoco di S. Antonio). Tuttavia Woodford stesso ha favorito l’equivoco dal momento che considerava i suoi pazienti dei depressi.
Il pregiudizio viene rafforzato anche dal fatto che un qualunque farmaco antidepressivo, migliorando il tono dell’umore, ha un effetto benefico su chiunque soffra di dolore cronico (dolore ai calli compreso).
[...]i microtraumi della mucosa del vestibolo vaginale subiti durante il rapporto sessuale. Queste
microlesioni, che danno alla donna la sensazione di "avere dei taglietti lì", si verificano
innanzitutto se il rapporto avviene in condizioni di scarsa o assente lubrificazione, e quindi con
secchezza vaginale. La secchezza, a sua volta, può dipendere da scarso desiderio e scarsa
eccitazione sessuale,[...]
l’iperattività dei muscoli che circondano la vagina: questa può essere presente prima
della vestibolite (6), come succede nei casi di vaginismo, oppure può essere determinata dal
dolore che la donna prova durante il rapporto. La contrazione può diventare essa stessa causa di
dolore ("mialgia"). Inoltre il muscolo contratto può concorrere a ridurre l'ossigenazione del
tessuto, causando ulteriore dolore
Al peggioramento della situazione concorre anche la comorbidità con disturbi urinari,
specialmente di tipo infiammatorio: cistiti ricorrenti, cistite interstiziale. Il 38,7 per cento delle
mie pazienti con vestibolite vulvare ha anche sintomi urinari di tipo cistitico: nelle forme
croniche, le due infiammazioni si sommano, principalmente a causa di interazioni fra le vie
nervose del dolore. Questo concorre al "dolore pelvico cronico", che finisce per mantenersi anche
indipendentemente dai rapporti sessuali.
Le cause possono essere molteplici. Interagiscono tra loro, specie quando il disturbo diventa
cronico. E’ importante capire che cosa provochi il dolore, perché solo così è possibile effettuare
una terapia che curi davvero questa patologia che sembra altrimenti misteriosa.
[...]i microtraumi della mucosa del vestibolo vaginale subiti durante il rapporto
sessuale. Queste microlesioni, che danno alla donna la sensazione di "avere dei taglietti lì", si
verificano se il rapporto avviene in condizioni di scarsa o assente lubrificazione, quindi con
secchezza vaginale, oppure se il muscolo che circonda la vagina è eccessivamente contratto[...]
Negli ultimi anni, faticosamente, la verità stava facendosi strada: la Fibromialgia NON è provocata da una depressione
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