Ciao amiche.
Eccomi, finalmente.
Complesso, molto complesso da scrivere quello che ho da dirvi, poco tempo e tanta voglia di condividere con voi.
Partiamo dalla base.
Rosanna ha scritto:Ma tu come stai? Tranquilla che non potresti mai passare per quellachesilamentasempreperlastessacosa. Che succede?
Che è successo?
Che tutto ciò che ho vissuto in questi ultimi anni a partire dalla cistite, passando per il mal di stomaco e per il diabete gestazionale, fino ad arrivare alla maternità, mi ha travolta e mi ha cambiata profondamente.
Forum, blog, persone. Letture, letture, letture. Sintonia con persone virtuali mai provate nella vita vera. Stimolo continuo a studiare, capire, domandarsi. E finalmente consapevolezza. Di quello che sono e di quello che voglio.
La maternità mi ha travolta. Insieme al senso di inadeguatezza, mi ha regalato (e mi regala tutti i giorni) il bisogno di trovare il senso di quello che faccio. E non lo trovo più nel lavoro che un tempo mi assorbiva tanto, troppo tempo di quest'esistenza che non possiamo sprecare a fare cose che non ci soddisfano.
Oggi compio 41 anni. E non ho più voglia di passare il tempo a fare cose che non mi va di fare. Voglio che il lavoro, che è sempre stato così importante per me, mi realizzi veramente. Voglio passare il tempo a fare ciò che mi appassiona.
Sì, è vero, il vecchio lavoro ancora non lo lascio, perché senza stipendio ancora non mi sento di starci, almeno finché qualcosa non si concretizza. Ma ho idee. Ah se ne ho. E qualcosa uscirà lo so. Presto o tardi uscirà.
Non mi perdo ora in chiacchiere su cosa, quando, come.
Mi preme ora raccontarvi che questa nuova forza che sento dentro l'ho trovata anche grazie ad nuovo percorso che sto seguendo che mi sta aiutando davvero e, se riuscirò a farvi capire che cosa meravigliosa è, spero possa aiutare tutte.
Metodo Grinberg si chiama.
Cerco di spiegare. Allora: scordatevi la classica ripartizione tra piano fisico e piano psicologico. Non c'è qualcosa che si vive nel mondo delle emozioni e qualcosa, seppure interconnesso (causa o effetto delle altre), che si vive sul piano fisico.
Noi siamo il nostro corpo.
Tutto quello che viviamo lo viviamo in quel modo per percorsi neurologici battuti nella prima infanzia (1-7 anni), nati per "salvarci" da situazioni di pericolo (spesso reazioni a paure), che, se ripetuti a sproposito, possono "ingabbiarci" e da un lato creare rigidità, tensioni, contratture (che alla lunga inevitabilmente portano malattie, più serie e meno serie) e dall'altro frenarci nell'espressione di noi, di quello che siamo e vogliamo.
In pratica sto imparando a riconoscere le emozioni e i meccanismi automatici alla base di quei comportamenti scorretti che mi fanno contrarre (fisicamente, creandomi reflusso, acidità, difficoltà digestive, vulvodinia, cistite) e chiudere al mondo (non permettendomi di esprimermi veramente con gli altri, creandomi frustrazione e facendomi sentire come "bloccata").
Ecco ho finito il poco tempo a disposizione. Ma ho rotto il ghiaccio (non sapevo da dove partire). Credo di non avervi fatto capire nulla. spero di riuscire a fare qualcosa di più la prossima puntata.
Un abbraccio
p.s. mi siete mancate
