Ammazza che avventura rispondere stavolta.
Ciao Daniela, ti anticipo che sono ben lontana dal ritenere improprio o invadente il tuo messaggio, anzi lo considero un gesto d’altruismo e, se mi passi il termine, di affetto, per il quale non posso far altro che ringraziarti di cuore. Non dev’essere stato affatto facile ripercorrere le tue esperienze a favore di un’estranea. Quindi ancora grazie.
Ho detto che vorrei che fosse l’inverno più felice della mia vita perché in quei venti giorni di gravidanza ho provato delle sensazioni ultraterrene, che non credevo esistessero in una vita. Raccoglievo felicità ed entusiasmo senza freni a mani basse ed avevo tutto il giorno un’espressione da ebete. E se per caso prima di quel momento mi fossi chiesta qualche volta se veramente volevo un figlio, quei giorni mi hanno dato la risposta. E la risposta è si. Detto questo, anche io odio la parte di me che ne fa un’ossessione e tutti quelli che mi ripetono che non deve diventarlo, ancor di più quando l’osservazione proviene da chi li ha già. Il rapporto con il mio compagno per fortuna non ne risente, almeno non ancora, anche perché per fortuna lui ha già due figlie.
Sul vivere senza figli…. Che dire? A volte ci penso e non mi sembra così terribile. Abbiamo pensato che al limite potremmo prendere un labrador e un golden retriver….
Ma finchè posso (ossia finchè ovulo) ci vorrei provare.
Ho combattuto sempre duramente per tutto quello che volevo nella mia vita, a cominciare dal mio lavoro (e sono riuscita, alla “tenera” età di 37 anni, ad entrare nella P.A. che al giorno d’oggi è una certezza) e a finire dal mio compagno (che era sposato con due figlie, non separato). Ho versato parecchie lacrime in tutt’e due le occasioni, ho pensato varie volte all’analisi, ma ho tenuto duro e ho realizzato i miei sogni, di cui ora sono molto orgogliosa. Forse è per questo che adesso mi sento proiettata verso il terzo ed ultimo sogno della mia vita, con tutto l’entusiasmo del caso. E se non dovesse essere, me ne farò una ragione. Ricontestualizzerò la mia vita e farò in modo di essere felice lo stesso. Quando mi proietto nel futuro insieme a questa eventualità, credo di esserne capace. Magari con un po’ di analisi, se non dovessi riuscirci da sola.
E, ci tengo a precisarlo, non concordo con la definizione di “possibilità impopolare”, è solo una “possibilità realistica”. Sarebbe probabilmente impopolare agli occhi di tutti coloro i quali ti condannano per non volerci neanche provare, per tutte le amiche che tengono in braccio il loro bambino e dal loro pulpito ti chiedono sprezzanti: “ma tu quanto te lo fai un figlio?”, non prendendo neanche in considerazione l’ipotesi che magari potresti avere delle difficoltà a riuscirci. Ecco, per tutta questa gente la possibilità è impopolare, ma non certo per chi ha un cervello pensante accoppiato ad una buona dose di sensibilità.
Grazie ancora Dany per il tuo pensiero. E complimenti per tutto quello che sei e che hai. Ci sentiamo presto, sempre su questa linea!
