da Rosanna » ven nov 27, 2009 4:42 pm
Astrid, ti copio il capitolo che ho scritto, relativo alla fibromialgia. Dagli un occhio e vedi se ti ci ritrovi.
FIBROMIALGIA
Il termine indica il dolore (algia) ai muscoli (mio) e ai tessuti fibrosi (fibro: tendini e legamenti). La fibromialgia (o sindrome fibromialgica) è' una sindrome piuttosto diffusa (6-7% della popolazione italiana femminile) caratterizzata dal dolore cronico ai muscoli, ai tendini, alle fasce, al tessuto adiposo, alla cute dovuto ad alterazioni neurologiche, che comportano una contrattura muscolare come risposta al dolore. Negli affetti da fibromialgia si sono osservati: diminuzione nel sangue di serotonina (un neurotrasmettitore implicato anche nella depressione), diminuzione della melatonina (che regola il ciclo sonno-veglia), diminuzione del triptofano (precursore della serotonina e della melatonina), aumento della sostanza P (il neurotrasmettitore coinvolto nella percezione del dolore), maggior afflusso di sangue in alcune zone corporee (tender points), diminuzione del flusso sanguigno nelle aree cerebrali responsabili della trasmissione e del controllo del dolore. Di conseguenza la malattia è caratterizzata da iperalgesia (sensazione molto dolorosa in seguito a stimoli lievemente dolorosi) e allodinia (sensazione dolorosa in seguito a stimoli non dolorosi, come il semplice tatto), contrattura muscolare e stanchezza.
I sintomi saranno i seguenti, elencati partendo dal più frequente (avvertiti da più del 75% dei fibromialgici) a quello più raro (meno del 50% di Pazienti):
dolore: può essere localizzato o diffuso a tutto il corpo, si sposta da un punto all'altro dando l'impressione di una persona che “non sta mai bene” o che “ne ha sempre una”, localizzato prevalentemente a livello cervicale e lombosacrale
disturbi del sonno: sensazione di sonno non ristoratore, risvegli continui spesso con lo stimolo di urinare, sonno leggero, che non raggiunge lo stadio profondo, che permetterebbe il recupero neuro-muscolare.
stanchezza (astenia): sia per il sonno perso, sia perchè il dolore e l'infiammazione comportano una costante contrattura muscolare, che, oltre a danneggiare gli organi presenti in essi, consumano l'energia del Paziente facendolo sentire costantemente stanco e affaticato
rigidità muscolare mattutina o dopo essere stati a lungo nella stessa posizione
intolleranze ed allergie alle sostanze chimiche: il fibromialgico diventa estremamente sensibile, sia a livello cutaneo, che a livello intestinale, a molte sostanze contenute nelle creme, nei detergenti, nelle terapie farmacologiche orali e locali, negli alimenti, nell'aria (Sindrome delle Intolleranze Chimiche Multiple)
Disturbi urinari: bruciore minzionale, frequenza, urgenza, cistiti ricorrenti batteriche e non
parestesie: cioè sensazioni di formicolio, di insensibilità, di spilli, di “addormentamento”, di gonfiore, in varie zone del corpo e soprattutto alle mani e ai piedi
Disturbi gastrointestinali: colon irritabile (stipsi, diarrea, meteorismo e dolore addominale), difficoltà digestive, acidità gastrica
disturbi psichici e cognitivi: ansia, depressione, attacchi di panico, difficoltà di concentrazione, perdita di memoria a breve termine, confusione mentale
cefalea (frontale o nucale), freddezza delle mani, dei piedi, del naso e dei glutei, pelle rossa dopo pressione, mestruazioni irregolari e dolorose, scarsa salivazione, lacrimazione e lubrificazione vaginale, respiro superficiale ed addominale, sensazione di non poter eseguire un respiro profondo, senso di oppressione al petto, fenomeno di Raynaud
ed ancora: febbre lieve serale, extrasistole, tachicardia, dolori intercostali, al torace o addome, senso di pesantezza pelvica, vertigini, fischi alle orecchie, forte dolore al coccige, bruciore anale, bruciore a bocca e gola, gambe doloranti, vestibolite vulvare e dispareunia. Orticaria, crampi e sindrome delle gambe senza riposo
La sintomatologia può regredire spontaneamente senza alcuna terapia, oppure avere solo momenti di remissione seguiti da riacutizzazione. Non è comunque una patologia ingravescente: resta nella maggior parte dei casi stabile senza peggioramenti nel tempo.
La causa è molto probabilmente una predisposizione genetica, che diventa sintomatica in seguito ad una serie di fattori scatenanti: infezioni (tipo epatite B), carenza di sonno, esposizione a rumori forti e continui, eventi o periodi molto stressanti, interventi chirurgici, gravidanza e parto, terapie ormonali, freddo, umidità, stanchezza, fase premestruale e cambiamento meteororologico, cambiamento di stagione, disfunzioni ormonali
Colpisce prevalentemente le donne in quanto sembra che gli estrogeni abbiano un ruolo importante nell'insorgenza della malattia.
Spessissimo è associata a malattie immunitarie quali il lupus eritematoso sistemico, la tiroidite di Hashimoto, l'artrite reumatoide, il diabete di tipo 2, la sindrome di Sjogren.
Come per altre patologie trattate in questo libro, anche per la fibromialgia non c'è corrispondenza tra sintomi e danni clinicamente rilevabili e ciò fa sì che spesso venga diagnosticata erroneamente come manifestazione psicosomatica. L'origine del dolore infatti non è un danno al tessuto, ma un'infiammazione delle terminazioni nervose, cioè di quei recettori che captano il messaggio dolorifico e lo trasmettono al cervello per renderlo cosciente. Quindi apparentemente il dolore non ha motivo di esistere.
Ciò porta il fibromialgico a continue visite specialistiche in base all'organo che in quel momento duole: il ginecologo, l'urologo, il neurologo, l'ortopedico, il cardiologo, il gastroenterologo, l'otorinolaringoiatra, ...sottoponendosi ad innumerevoli ed inutili esami diagnostici e terapie.
Non esistono esami di laboratorio e tests strumentali in grado di diagnosticare la fibromialgia. Essi possono servire solo ad escludere la presenza di altre patologie. La diagnosi viene fatta semplicemente ricercando i classici punti dolorosi (tender points) sul corpo del paziente. Se almeno 11 di questi 18 punti risultano dolorosi e c'è la presenza di dolore diffuso da almeno 3 mesi, può essere posta diagnosi di fibromialgia.
La terapia farmacologica è anche in questo caso quella tipica del dolore cronico: antidepressivi, antiepilettici, ansiolitici, miorilassanti, antistaminici, sali di magnesio (per la funzionalità muscolare), analgesici centrali (perchè quelli tradizionali ed il cortisone, che agiscono localmente, non servirebbero perchè il danno non è locale, ma nervoso), fitoterapia e omeopatia. Oltre a quella farmacologica ci si avvale della terapia fisica: tens, bio feedback elettromiografico, agopuntura, terapia dermoriflessa (che toglie il dolore applicando una pressione sui tender points), neuralterapia (inietta anestetici direttamente nei nervi coinvolti), strech and spray (consiste nell'applicare ghiaccio sul punto doloroso e successivamente allungare il muscolo contratto), iniezione nei tender points di soluzione fisiologica, compressione ischemica (si comprime il punto doloroso per ridurre l'afflusso di sangue e diminuirne così la sensibilità), ionoforesi, terapia di rilassamento muscolare profondo (training autogeno di Schultz, terapia cognitivo comportamentale, tecniche ericksoniane), esercizi motori e di stiramento graduali e moderati, yoga, dieta (che è del tutto simile a quella consigliata per le cistiti), supporto psicologico.
Il tipo di terapia ed il dosaggio è strettamente individuale in base alla storia del Paziente, alla durata della malattia, ai sintomi, all'età, alla risposta individuale ai vari farmaci. La prognosi è buona: molti fibromialgici migliorano e conducono una vita assolutamente soddisfacente.
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.