da patrina » dom ago 21, 2011 1:14 pm
Riemergo dalla foschia ristoratrice delle mie 3 settimane in puglia.
La prima molto pesante, in condivisione con il mio ex, per il bene della bambina.
Le due restanti, con Max, per la prima volta dopo 3 anni, accolto a casa dei miei per pranzi e cene di "benvenuto" perchè mi trascini via dalla palude emotiva in cui mi sono cacciata negli ultimi 7 anni, nel tentativo mio e di Ale (il mio ex) di "separarci" nel senso più Kleininano del termine. La SEPARAZIONE che come dice benissimo Steph è prima di tutto INDIVIDUAZIONE DEL PROPRIO SE' distinto da quello dell'altro.
Amare e idealizzare qualcuno a partire dai 14 anni e sentire quei sentimenti quasi intatti a 40 anni, non è un'esperienza semplice da superare.
In questi 3 anni ho imparato che riesco ad essere altro dalla coppia primaria in cui ho vissuto. Posso essere altro di buono e di vivo... Stephanie non sai quanto capisca e condivida il tuo breve racconto di una separazione "impossibile" ma necessaria. Beh è proprio quello che sto vivendo io da anni!
La differenza è che in questi ultimi 6 mesi si è invertita la prospettiva:
finora mi preoccupavo di aiutare e spingere lui a provare la vita senza di me e senza la presenza continua di noi (me e Greta). Da gennaio invece - quando cominciavo ad arrendermi al mio bisogno di tornare sui miei passi e nella nostra consolante e familiare vita a 3 - scopro che è lui che non vuole più tornare indietro... lui quello più debole, che vive in un limbo di totale solitudine e isolamento, senza amici o nuove conoscenze, che non cerca consolazioni. Proprio lui sceglie di andare via definitivamente.
Ma senza avere il coraggio di chiedermi di ufficializzare...
Bene, adesso, come sempre, toccherà a me prendere l'appuntamento con la nostra amica avvocato, che da sempre aspetta quella telefonata. Sarò io a fare l'acting out, rendendo tangibile a tutti la chiusura. Io che da un anno quasi sarei tornata indietro.
So che sembro un'ingrata, senza cuore verso l'uomo che da molto tempo mi sta accanto nel modo che sa e che può, nonostante questa nebbia di intenzioni...
l'uomo che davvero mi ha fatto venire il coraggio di vivere da sola con la mia bambina, perchè si è offerto di esserci anche a distanza o da vicino, in relazione ai miei bisogni..
L'uomo che persino mio padre - l'uomo peggiore e più egoista della terra - pensa che abbia il diritto di restarmi accanto.
Un uomo che credo di amare e stimare fortemente, con cui c'è forte intimità e affiatamento totale, lavoro e vita privata, ma che non sarà mai tutta la storia che mi porto dentro. La storia che Ale conosce bene e ha condiviso amaramente con me.
E' proprio vero che il dolore cementa i rapporti più della felicità (noi in questo forum ne siamo un esempio tangibile)
Si Ros, se scriverò un libro, quello sarà il titolo, una storia terribile nella quale la relazione con Ale è solo uno dei piani esistenti. Una storia che pensavo avrebbe ucciso tutti quelli che amavo e invece no. Alla fine nessuno è morto
Eccomi quindi alla vigilia dei primi accordi precisi di separazione (tempi e modi con la bambina, casa nostra che gli ho ceduto senza pensarci perchè la voleva, ecc..), stasera forse ci vedremo a cena per cominciare a parlarne (così gli ho chiesto...), ma so che lui - ancor prima di me - preferirebbe morire prima di iniziare questo calvario.
Certamente e inevitabilemente nessuno morirà, nemmeno per questo.
Non è fissata alcuna data, aspettiamo che ce la fissi la nostra amica.
"Ah che sara' che sara', quel che non ha governo né mai ce l'avra', quel che non ha vergogna né mai ce l'avra', quel che non ha giudizio...."
