Questo punto di vista mi sembra assolutamente condivisibile, salvo alcuni casi specifici, che riguraderanno molte di noi:
uno di questi è appunto l'essere separati, vivere e contare sostanzialmente su se stessi dovendo pensare anche ad una bambina (che vive con me). Al di là degli alimenti, non si può mollare un lavoro quando non si ha altro stipendio che entra in casa...
In altri momenti (1998) mi sono licenziata da un lavoro sicuro con contratto di assunzione nel ramo relazioni pubbliche senza avere altro lavoro sicuro davanti...solo perchè sentivo che non era la mia strada. In quel caso il mio compagno di allora lavorava e ha capito e sostenuto la mia scelta.
In pochi mesi per fortuna ho iniziato la mia attuale attività come libera professionista, e in questo frangente o potuto avere e crescere con me una bimba, finchè poi il lavoro scarseggiava, la depressione aumentava e quindi ho dinuovo cambiato la mia condizione....
Concluso da poche ore il mio intervento di docenza... è stato bello.
Soprattutto perchè anche senza essere paraculata e relativamente giovane, puoi arrivare a condividere un ruolo e un'investitura con i baroni della ricerca, che magari nemmeno si ricordano di averti fatto un colloquio 10 anni prima e di averti trattata come un moscerino...
E poi con questi baroni, nemmeno ci vai a pranzo!
torni alla tua scrivania a lavorare come sempre, già soddisfatta di essere arrivata fin qui con le tue sole gambe, senza cercare ulteriori agganci e connivenze..
Ecco questo può essere un piccolo e occasionale buon motivo per continuare a lavorare...

"Ah che sara' che sara', quel che non ha governo né mai ce l'avra', quel che non ha vergogna né mai ce l'avra', quel che non ha giudizio...."