La storia di Astrid

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Re: La storia di Astrid

Messaggioda clio77 » ven gen 22, 2010 2:55 am

insomma, quando avevo bisogno di essere spensierata non lo ero completamente (da piccola), quando avevo necessità di essere un po' + attenta ai miei affari volevo vivere da bambina.
Parlando molto di me, magari ti può far riflettere, non lo so.
Io so che hai bisogno di renderti felie, che non può essere una felicità derivante dal ritorno che hai da Nikol. Hai bisogno di costruirtela dentro te stessa, per poi riuscire a vivere felice con gli altri.
Questo non vuol dire abbandonare Nikol, ci mankerebbe altro, non si può fare. Ma non si può fare nemmeno che lei ti vede che stai male..i innescano meccanismi da catena (quella di prima) che invece vanno spezzati per le donne di domani, almeno vanno migliorate le cose. Perdonami, sto solo cercando un senso , per me, per te e per tutte le donne che vivono situazioni conflittuali, prima di tutto, in se stesse.
Ti abbraccio, aspetto di sentirti :love1:

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Astrid78 » sab gen 23, 2010 12:47 am

grazie Clio, al tel hai una voce calmiissima rasicurante...altro io che sembro sempre agitata...ti augur una dolce notte...il titolo del libro che dicevi tu è Lettere di Donne che amano troppo? perchè c'è anche donne che mano troppo... :friend:
Lau...

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Rosanna » sab gen 23, 2010 1:21 am

Ti assicuro che non dai assolutamente l'idea di essere agitata al telefono, anzi!
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Astrid

Messaggioda clio77 » sab gen 23, 2010 3:29 am

Ciao tesoro prima di andare a nanna ti incollo qualche recensione-breve analisi. La psicoterapeuta è Robin Norwood. Hai una voce calma, per nulla agitata, confermo!
Dipendenza affettiva: Robin Norwood docet
Pubblicato da Martina Cecco in Primo Piano, Psicologia, Salute Donna, Sessualità.
Lunedì, 28 Luglio 2008.
Il 99% delle persone che soffrono di dipendenza affettiva sono donne e non lo sanno. Non se ne rende conto perche’ questa dinamica della psiche e’ considerata, nella maggioranza dei casi, un naturale prolungamento dell’istinto materno, o comunque un sentimento che, per i vantaggi che porta a livello sentimentale, derivanti dalla stabilita’ delle scelte sentimentali che ne conseguono, non sempre viene guardato di mal occhio: si tratta della dipendenza affettiva.

A guardare dai risultati dei dati che parlano di crisi dei matrimoni e di aumento di separazioni e divorzi, si capisce che e’ effettivamente perverso il meccanismo dei sentimenti, specie h, in cui non e’ mai chiaro quanto sia l’amore e quanto sia l’abitudine a comporre il sentimento nella coppia.


Il disturbo si individua quando, di fronte a un distacco o a un abbandono, la persona malata comincia a soffrire di disagio post-traumatico da stress, che consiste in manifestazioni che possono andare dal pianto eccessivo alla crisi nervosa, inappetenza, abusi di sostanze, comportamento di isolamento o agressivo verso il prossimo non controllati.

La dipendenza sentimentale si sviluppa specialmente nei casi in cui in giovane eta’ la persona abbia sofferto di abusi, maltrattamenti, abbandoni precoci e simili, che hanno causato una mancata maturazione del sentimento, che teme l’abbandono e il distacco, paura della solitudine o paura di rimanere senza protezione.


Tra uomo e donna la differenza nello sviluppo di questa sindrome e’ tanta, se nella donna diventa persecutorio atteggiamento di dipendenza, creando pesantezza nel rapporto, nell’uomo si manifesta con gelosia e prevaricazione.


Se per l’uomo la maturazione di un sentimento sano comporta una cancellazione del dolore e lo sviluppo di un nuovo atteggiamento di vita, nella donna tendenzialmente il dolore diventa sentimento di voglia di riscattarsi, il che non la libera completamente dalla negativita’ del sentimento passato.

Re: La storia di Astrid

Messaggioda clio77 » sab gen 23, 2010 3:31 am

"Donne che amano Troppo" è un libro scritto, negli anni '70, dalla Psicologa americana R. Norwood che ha fatto da apripista alla discussione sulle dipendenze affettive. Sul sito si potranno trovare diversi passaggi di questo libro e dei successivi scritti, sempre della Norwood.

I libri della Norwood sono i seguenti:

Donne che amano troppo
Lettere di donne che amano troppo
Un pensiero al giorno
Guarire coi perchè
In Italia tutte le opere di questa autrice sono Edite da Feltrinelli (vai al link )

Dott.Roberto Cavaliere


--------------------------------------------------------------------------------

Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.

Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un'infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.

Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.

Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.

Amare troppo è calpestare, annullare se stesse per dedicarsi completamente a cambiare un uomo "sbagliato" per noi che ci ossessiona, naturalmente senza riuscirci.

Amare in modo sano è imparare ad accettare e amare prima di tutto se stesse, per poter poi costruire un rapporto gratificante e sereno con un uomo "giusto" per noi.

Donne che amano troppo sono molto responsabili, impegante molto seriamente e con successo ma con poca stima di sé; hanno poco riguardo per la propria integrità personale e riversano tutte le loro energie in tentativi disperati di influenzare e controllare gli altri per farli diventare come loro desiderano.

Hanno un profondo timore dell'abbandono; pensano che è meglio stare con qualcuno che non soddisfi del tutto i loro bisogni ma che non le abbandoni, piuttosto che un'uomo più affettuoso e attraente che potrebbe anche lasciarle per un'altra donna.

Molte donne commettono l'errore di cercare un uomo con cui sviluppare una relazione senza aver sviluppato prima una relazione con se stesse; corrono da un uomo all'altro, alla ricerca di ciò che manca dentro di loro; la ricerca deve cominciare all'interno di sé. Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse, perchè quando nel nostro vuoto andiamo cercando l'amore, possiamo trovare solo altro vuoto.

Dobbiamo guarire dal bisogno di dare più amore di quanto se ne riceva; guarire dal continuare a estrarre amore dal buco vuoto che c'è dentro di noi.

Finchè continuiamo a comportarci così, cercando di sfuggire a noi stesse e al nostro dolore, non possiamo guarire.Più ci dibattiamo e cerchiamo altre vie di scampo, più peggioriamo , mentre cerchiamo di risolvere la dipendenza con l'ossessione. Alla fine, scopriamo che le nostre soluzioni sono diventate i nostri problemi più gravi. Cercando disperatamente un sollievo e non trovandone alcuno, a volte arriviamo sull'orlo della follia.

Ciò che manifestiamo esternamente è un riflesso di ciò che c'è nel più profondo di noi: ciò che pensiamo del nostro valore, del nostro diritto alla felicità, ciò che crediamo di meritare dalla vita.

Quando cambiano queste convinzioni, cambia anche la nostra vita.

LA VIA DELLA GUARIGIONE

-Andare a cercare aiuto

-Considerate la vostra guarigione una priorità che ha il diritto di precedenza su qualsiasi altra

-Trovate un gruppo di sostegno fatto da vostre pari che vi capiscano

-Sviluppate il vostro lato spirituale con esercizi quotidiani

-Smettete di dirigere e controllare gli altri

-Imparate a non lasciarvi invischiare nei giochi di interazione

-Affrontate coraggiosamente i vostri problemi e le vostre manchevolezze personali

-Coltivate qualsiasi bisogno che debba essere soddisfatto in voi stesse

-Diventate "egoiste"

-Spartite con altre donne quello che avete sperimentato e imparato

-Trovate affermazioni positive da ripetervi più volte nel corso del giornata: hanno il potere di eliminare i pensieri e i sentimenti distruttivi, anche quando la negatività dura da anni.

CARATTERISTICHE DI UNA DONNA GUARITA DALLA MALATTIA DI AMARE TROPPO

-Accetta pienamente se stessa, anche se desidera cambiare qualche aspetto della sua personalità.

Questo amore e rispetto di sé stessa è fondamentale e lei lo alimenta con affetto, e si propone di espanderlo

-Accetta gli altri come sono, senza cercare di cambiarli per soddisfare i suoi bisogni

-E' consapevole dei suoi sentimenti e del suo atteggiamento verso ogni aspetto della vita, compresa la sessualità

-Ama tutto di se stessa: la sua personalità, il suo aspetto, le sue convinzioni e i suoi valori, il suo corpo, i suoi interessi e i suoi talenti. Valorizza sé stessa invece di cercare di trovare il senso del proprio valore in una relazione

-La sua autostima è abbastanza profonda da consentirle di apprezzare il piacere di stare insieme ad altre persone e preferisce uomini che siano a posto così come sono. Non le necessita che qualcuno abbia bisogno di lei per avere l'impressione di valere qualcosa

-Si permette di essere aperta e fiduciosa con chi lo merita; non ha paura di lasciarsi conoscere a un livello personale profondo, ma non si espone al rischio di essere sfruttata da chi non ha riguardo per il suo benessere

-Si domanda. "Questa relazione va bene per me? Mi consente di sviluppare tutte le mie possibilità e diventare quello che sono capace di essere?"

-Quando una relazione è distruttiva, è capace di lasciarla perdere senza sprofondare nella depressione ha una cerchia di amiche che la sostengono e fanno del loro meglio per vederla uscire da una crisi.

-Apprezza più di ogni altra cosa la propria serenità; tutte le lotte, le tragedie e il caos del passato hanno perso il loro fascino; ha un atteggiamento protettivo verso sé stessa, la sua salute e il suo benessere.

-Sa che una relazione, per poter funzionare, deve essere tra due patner che condividono valori, interessi e fini, e che siano entrambi capaci di intimità.

-Sa anche di essere degna del meglio che la vita può offrirle.

AFORISMI TERAPEUTICI di ROBIN NORWOOD

Siamo in grado di dedicarci da sole amore e attenzioni: non è necessario aspettare, inerti, che arrivi un uomo a dispensarceli.

Cercare di guarire dalla dipendenza relazionale (o da qualsiasi altra forma di dipendenza) senza fede è come camminare in salita, all'indietro, su tacchi a spillo.

Se stiamo realmente guarendo, non telefoniamo certo a un uomo per dirgli che non abbiamo più intenzione di parlargli.

Il nostro compito su questa terra è di crescere, imparare e aprire gli occhi.

Non praticare la propria dipendenza richiede uno sforzo maggiore del semplice ripetere a se stesse di cambiare.

Quando le persone stanno veramente cercando di cambiare, non perdono tempo a parlarne. Sono troppo occupate nel farlo.

Il vero cambiamento richiede una resa che è simile, per certi versi, a una crocifissione.

La vita consiste, dopotutto, nel prendere coscienza e crescere. Rendiamo questi processi più dolorosi perché non li accettiamo di buon grado.

La guarigione ci permette due doni: la qualità della nostra vita migliorerà e saremo davvero d'aiuto.

Recupero significa scegliere solo ciò che favorisce la vostra serenità e il vostro benessere.

Amare se stesse abbastanza da vincere la dipendenza è un prerequisito essenziale per amare un'altra persona.

Il vero recupero avviene quando smettiamo di situare il problema fuori di noi e dentro qualcun altro.

Per superare il rancore, all'altra persona augurate solo il bene e pregate perché lo raggiunga

Quando proviamo invidia, siamo preda dell'errata convinzione che in questo mondo non vi sia bene sufficiente per tutti.

Riceviamo quel che auguriamo agli altri, dunque augurate tutto il bene possibile!

Qualsiasi comportamento tra esseri umani che non sia onesto, aperto e affettuoso, affonda le sue radici nella paura.

Di solito gli uomini temono maggiormente di essere soffocati dalla partner, mentre le donne hanno più paura di essere abbandonate.

Quando le nostre ferite non sono ancora rimarginate, tendiamo ad essere pericolose.

Uomini e donne con problemi relazionali tirano su figli e figlie destinati a soffrire allo stesso modo.

L'amore per una persona ha in sé la stabilità emotiva non il disordine.

La capacità di amare un'altra persona sboccia da un cuore pieno, non da uno vuoto.

Ogni giorno, guardatevi allo specchio, dite il vostro nome e aggiungete: "Ti voglio bene e ti accetto esattamente per quello che sei".

Se qualcosa non va bene per noi, in realtà non va bene per nessun altro.

Se davvero siete sulla via del recupero dell'amare troppo, sappiate di essere un miracolo.

Dovete considerare l'eventualità che, una volta smesso di amare troppo, la vostra relazione possa finire.

E' attraverso il perdono che impariamo la lezione per la quale la nostra anima ha scelto questa esistenza.

La dipendenza relazionale è il tipo di dipendenza che viene maggiormente idealizzato.

Noi tutte tendiamo a rimuovere ciò che è troppo doloroso da accettare o troppo spaventoso da immaginare.

Se tutto ciò che abbiamo fatto sinora avesse davvero funzionato, non avremmo bisogno di guarire.

Il dolore è il più saggio dei consiglieri che bussa alla nostra porta.

Alcuni rapporti caratterizzati da forte dipendenza sono tra persone dello stesso sesso.

Una delle caratteristiche primarie dell'amare troppo è un'assoluta dipendenza, spesso mascherata da forza apparente.

Imparate a vivere evitando di concentrarvi su un uomo come la fonte o la soluzione di tutti i vostri problemi.

Per molte di noi la chiave della guarigione sta nell'imparare a fare esattamente il contrario di ciò che abbiamo sempre fatto.

Quando rinunciamo a fare la nostra parte di battaglia, la battaglia è perduta.

Non fate minacce che non siete in grado di mettere in pratica; anzi, meglio non farne affatto.

TESTIMONIANZE

Nicol, 33. Sarò breve perchè non mi sento sinceramente pronta o adeguata ad annoverarmi tra le vostre fila. Non è un giudizio, ma solo un temporeggiare per capire se posso ritenermi una cd. "donna che ama troppo". Scrivo perchè, alla luce di ciò che leggo, mi risulta difficile capire quale sia il confine tra l'atteggiamento patologico o autodistruttivo e la fisologica sofferenza che si prova durante lo sviluppo di un amore, magari pasionale, magari contrastato, magari tra due persone di indole problematica. Mi pare di intuire che il discrimine si riveli per l'unilateralità dell'elargizione dell'amore o sulla mancanza di equilibrio. Ma se due persone sono di per se stesse atipiche, ed il loro incontro dipende anche da ciò, e se la propria vita è già naturalmente accompagnata da una certa sofferenza esistenziale, si può parlare lo stesso di dipendenza affettiva? Non so, vorrei confrontarmi con voi. Grazie. Nicol

Re: La storia di Astrid

Messaggioda clio77 » sab gen 23, 2010 3:32 am


Re: La storia di Astrid

Messaggioda clio77 » sab gen 23, 2010 3:34 am


Re: La storia di Astrid

Messaggioda fittina70 » sab gen 23, 2010 12:26 pm

CLIO SEI UNA GRANDISSIMA!!!!!!
Ho letto tutto d'un fiato e mi sono ritovato in tante cose che hai detto ad Astrid...Vi abbraccio tutte e due :friend:
«Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte.»
(K. Gibran)

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Rosanna » sab gen 23, 2010 2:42 pm

Io avevo letto "Guarire coi perchè" della Norwood. Molto illuminante. La cosa strana è che l'ho letto 10 anni fa nella speranza che mi potesse aiutare in un dilemma tremendo (magari un giorno ve ne parlerò). Non mi ha aiutato, ma lo sta facendo ora a distanza di un decennio dalla lettura. I suoi contenuti rimangono impressi e all'occorrenza tornano utili. Ora sto rivedendo il rapporto con mia madre attraverso la chiave di lettura offertami dalla Norwood in quel libro (mai riletto da allora).
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Astrid78 » sab gen 23, 2010 4:08 pm

grazie clio per tutto il tempo che mi hai dedicato....oggi mi compro i libri che hai detto...
Non ve l'ho mai detto ma quando parlo ho sempre paura di parlare troppo, delle volte mi accorgo di parlare sopra agli altri così mi fermo di colpo,mi faccio prender da una specie di delirio di parole e ho paura di dare fastidio, vivo sempre nell'ansia di sbagliare anche quando sembro convinta. Faccio veramente fatica a capir tante...per questo sento di avere bisogno di una guida, penso che la cosa mi possa ranquillizzare anche un po'. Mi preoccupo troppo di dire o fare la cosa al momento sbagliato.
Riguardo alla settimana di paus, Ros ci ho pensato, ma Nikol devo portarla a scuola, lui fa i turni, e comunque senza di lei mi sento persa, sola, ho bisogno di averla vcina anche se magari voglio stare in silenzio e magari in una altra stanza....
Credo porprio che Clio abbia ragione su moltissime cose che mi ha scritto, in effetti lo star sola a me fa paura a volte però riesco aplacare questa ansia da solitudine appiccicandomi al gatto e al cane, poi invece a volte non voglio nessuno intorno, er questo credo di essere molto confusa e di avere estrema necesità di uno pasicolgo.
Scusate, non prendetemi per una persona pericolosa e folle, ma queste cose non so proprio a chi raccontarle, se non a voi che siete diventate le mie amiche intime.
Inontre mi sono resa conto che cerco attenione in qualsiasi mondo...non fraintendetemi nonin senso cattivo...ma è come se l'attenzione di qualcuno, mi facese star così bene da cambiarmi la giornata... :oops:
Lau...

Re: La storia di Astrid

Messaggioda sere24 » sab gen 23, 2010 7:21 pm

e perchè mai dovremmo prenderti er folle?una persona che ha bisogno di attenzioni,che ha desiderio di sfogarsi o che vuole un supporto pscologico è scambiabile per folle?no,mai.....vedi che quello che è successo a te può in forma più o meno lieve capitare a tutte noi qui e proprio per questo che nessuno da mai giudizi.Tu in questo momento della tua vita,vuoi x caso o x volotnà ti trovi in una brutta storia me aiutando te stessa ne esci fuori.....il primo passo anche a mio avviso è l'aiuto di un medico analista che ti sblocchi e poi da li inizierai a maturare che forse qualcosa di serio va cambiato............. ;)

Re: La storia di Astrid

Messaggioda fittina70 » sab gen 23, 2010 8:16 pm

Carissima Astrid, mi ha impressionato molto quello che hai scritto. Grazie per esserti fidata dinoi e di aver aperto il tuo cuore.
Mi sono commossa perchè mi ritrovo in tante cose che hai detto: anch'io vivo perennemente nella paura di sbagliare e così facendo non prendo mai decisioneie e NON VIVO ripeto non vivo ma sopravvivo..e come te la mia paura più grande è la solitudine.
Credo che l'esserne consapevoli però sia già un bell'inizio e ti auguro di trovare le risposte che cerchi.
P:s. scrivimi quando vuoi, la mia mail ce l'hai. Mi farebbe molto piacere :friend:
Un abbraccio :love1: :love1:
«Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte.»
(K. Gibran)

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Rosanna » sab gen 23, 2010 11:47 pm

La paura di sbagliare, di non essere accettati dagli altri, la necessità di avere sempre un giudizio positivo dagli altri, credo che sia un sintomo di scarsa autostima. Non siamo assolutamente sicure di noi stessi e non riusciamo a riconoscere nessun valore in noi. Quindi abbiamo sempre bisogno di conferme esterne che possano accrescere quel valore che senza di questi riscontri esterni non riusciamo a riconoscere. Il nostro valore di conseguenza non sarà assoluto, ma sempre dipendente dalle reazioni altrui.
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Astrid

Messaggioda StregaNoite » dom gen 24, 2010 11:05 am

Clio ho letto quel libro, vi era descritta mia sorella, tanto che ho deciso di regalarglielo.
Io per fortuna non rientro nella categoria (mi amo all'inverosimile ... ), ma lei era dentro fino al collo, e non sono ancora certa che ne sia uscita.

Re: La storia di Astrid

Messaggioda kohrel » dom gen 24, 2010 11:43 am

Grande Clio :t :t !!Anch'io ho letto quel libro e fu l'inizio della mia dolorosissima rinascita..

Re: La storia di Astrid

Messaggioda clio77 » dom gen 24, 2010 11:47 pm

bene. Anche io ero soddisfatta di averlo letto.Poi mi imbattei x caso in un altro suo saggio, s'intitola "Guarire coi perché". Leggendolo, rimasi sconvolta. Ancora oggi non so come classificare questo mutamento avvenuto in lei. Comunque, leggere e farsi un'idea critica è fondamentale. Mi limito a passarvi letture, che spero siano costruttive e diano lo spunto x riflessioni che facciano bene alla psiche.
Altro libricino interessante:
Aiuto! Vivo con un uomo/ragazzo
Betty McLellan, Baldini & Castoldi
Prezzo: 14,00 €
Aiuto! Vivo con un uomo/ragazzo

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Astrid78 » mar gen 26, 2010 1:24 am

Aggiornamento:
Oggi sono stata da Ostardo ha visto gli esami negativi, così mi ha programmato l'esame urodinamico per il 25 di febbraio....in tale data valuterà anche l'ipotesi di farmi fare una risonanza per l'endometriosi.
Io come sto?
Non al massimo:
Dolori lombari ( renali o lombari ho rinunciato a capire cosa sono di solito mi limito a dire ho male lì....)
Fine ciclo, topa rossa molto, però potrebbe essere anche l'alimentazione...., vediamo come va nei prossimi giorni...per il momento l'applicazione del Sanigyl non ha dato grossi risultati...vorrei fibnire il tupo e poi passare al lubrygin per vedere la differenza.
Effetto del vobis per ora nessuno: però sarei intenzionata a continuare almeno per un altro po, credo sia presto per arrendersi....
Effetto tisane: alla malve mi ero abituata: un litro riesco al giorno riesco a farlo fuori, l'equiseto oggi è il primo giorno ed è stato un po' drammatico mi fa nadare al bagno molto di più della malva...
Per il resto la crisi post rapporto l'ho gestita con l'auxilium, credo tutto sommato di averne preso meno di quante pastiglie di mannosio invece dovevo prendere....
Vedremo gli eventi sucessivi... :)
Lau...

Re: La storia di Astrid

Messaggioda Rosanna » mar gen 26, 2010 12:44 pm

Io allora ti direi di sospenderlo subito il sagynil e di provare il lubrygin. Di solito l'effetto è quasi immediato e se non hai ancora avuto benefici mi sa che il problema non era dovuto ai mastociti.
Per il vobis prova a finire la confezione e se non riscontri miglioramenti lascia perdere anche quello.
Quindi nessun beneficio tra succo di noni, vobis, sagynil e D-Mannosio (a parte il post rapporto)?
Ma Ostardo alla fine che diagnosi ti ha fatto? O quanto meno che sospetto ha?
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Astrid

Messaggioda fittina70 » mar gen 26, 2010 2:47 pm

Astrid, come sai sono un'esperta degli esami dell'endometriosi...Non esiste risonanza o tac che possa evidenziarla purtroppo! Secondo me la risonanza non ti darà un responso sull'endometriosi comunque è importante che tu la faccia, almeno ti togli un pensiero... :love1:
«Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte.»
(K. Gibran)

Re: La storia di Astrid

Messaggioda sere24 » mar gen 26, 2010 2:59 pm

fittina70 ha scritto:Astrid, come sai sono un'esperta degli esami dell'endometriosi...Non esiste risonanza o tac che possa evidenziarla purtroppo! Secondo me la risonanza non ti darà un responso sull'endometriosi comunque è importante che tu la faccia, almeno ti togli un pensiero... :love1:


pardon fitty :O.O: e come si ha la certezzA che si tratti di quella?


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