Carissime,
appena posso vengo qui , dove trovo, con vero piacere, costantemente, la testimonianza del vostro essermi vicine.
Mi sorprende e mi emoziona vedere che delle giovani ragazze mettono tanto impegno nel cercare di rassicurare, consigliare, accompagnare nel proprio percorso ognuna di noi.
Ve l’ho già scritto, ma lo voglio ripetere: mi sembra estremamente ingiusto che ragazze così giovani, debbano già affrontare problemi di salute di questo tipo.
L’ho provato io stessa e so bene quanto sia difficile affrontare il vivere quotidiano, quando il dolore ti accompagna costantemente. Un dolore che gli altri non conoscono e per questo non possono comprendere.
Un dolore perfido che a volte, sorprendentemente, ti lascia in pace per poi, ricomparire violentemente spazzando via la sicurezza che andavi ricostruendo.
Ma io sono una cinquantenne, con un lavoro stabile (quello che volevo e che svolgo con piacere) un marito e due figli già grandicelli che sono, per ora almeno , il mio orgoglio. Ho accanto le amiche di sempre che rappresentano un importante e stabile pilastro della mia vita. Sono una persona che ormai sa, per esperienza diretta ma anche indiretta, che la vita, può riservarti grandi gioie ma allo stesso tempo non ti risparmia i dolori. Insomma dovrei essere corazzata.
Nonostante questo, quando la malattia è venuta a trovare me, mi ha inginocchiata. Mi sono scoperta fragile, incapace di affrontare un qualcosa che mi spaventava enormemente. Poi siete arrivate voi e piano, piano, grazie al vostro aiuto, mi sono rialzata.
Per questo non mi capacito del perché, tutto questo, debba succedere a giovani donne, in un periodo della vita che dovrebbe essere caratterizzato dalla spensieratezza, dall’entusiasmo, e poi anche dall’impegno volto a perseguire i propri progetti, i desideri e perché no anche i sogni, dalla soddisfazione di vedere che i primi mattoni sono stati messi al posto giusto e si stanno creando le basi del proprio futuro.
A me sembra tremendamente ingiusto che tutto questo (che è già difficilissimo di questi tempi) sia inquinato dalla preoccupazione, dal dolore e dallo scoraggiamento. Per non parlare di quanto incida sulla nostra femminilità impedendoci di godere appieno della fisicità, che ritengo importantissima in una coppia, a maggior ragione in una giovane coppia.
Eppure io riscontro in voi tanto coraggio e forza, così tanto da riuscire a trasmetterlo anche alle altre .
Quando ho letto per la prima volta ciò che aveva spinto Rosanna a creare questo sito, ho pensato che solo una persona dalla generosità straordinaria poteva avere un simile pensiero .
Siete tutte delle straordinarie donne .
E’ per questo che appena posso torno qui e vi racconto i miei piccoli passi in avanti, perché è il minimo che io possa fare .
Perché è doveroso che abbiate almeno il ritorno concreto che il vostro impegno non è vano e che il vostro laborioso operare produce un importantissimo risultato.
Credo che tutte noi del forum, questo lo riconosciamo e la gratitudine verso Rosanna e tutte le moderatrici sia immensa da parte di tutte . Non sempre però manteniamo la lucidità per ricordarcelo e ricordarvelo .
La nostra non è una patologia mortale o talmente invalidante da non permetterci di lavorare, studiare, crescere i nostri figli ecc. ma ti mina piano, piano e ti toglie le forze .
Io sono stata fin ora, tra le più fortunate, ho intrapreso da subito la strada giusta che mi ha portato a stare meglio ….ma non per tutte è così (me lo ripete spesso anche il prof. Pesce )
Abbiamo la stessa malattia ma caratteri, vissuti e approcci diversi . Ma sono sicura, anzi super sicura che anche se non lo dimostriamo, tutte riconosciamo ed apprezziamo quello che fate.

Rita