Ciao Ros, ciao Flami!
Prima di tutto aggiorno, poi cerco di rispondere a Ros.
In questi giorni sto bene. Ho avuto un periodo lavorativo che definire agghiacciante è un eufemismo e se mi guardo indietro penso che in realtà ho avuto un solo giorno di bruciori. Lì per lì pure quel bruciore mi aveva dato fastidio, ma a mente fredda dico che meglio di così non poteva andare.
Più ci penso e più penso che sto meglio. Ho sospeso il peanase, continuo (quasi) tutte le sere con l’automassaggio, per cui ormai uso l’olio perineale weleda e al bisogno coccolo tra le gambe e 10 minuti di ammollo in acqua calda. Un toccasana. Tra l’altro poco fa sono andata in bagno ed ho visto che ho delle perdite pre-ciclo. Dopo 13 mesi quindi sembra che finalmente stiano tornando le mestruazioni, ma per il momento nessun fastidio. E non credo sia poco!
Non sono più stata da Anna. Conto di tornarci a giugno per farmi dare una controllatina perché quando mi massaggio sento qualche punto ancora un po’ duro, tirato e dolente (qualche sera più, qualche sera meno ed ovviamente quando è più è perché sono tesa ed ho più fastidi). Sono stata invece dall’osteopata un paio di volte per farmi “riassettare” a livello diaframma, schiena, pelvi e ho parlato a lungo con lei delle vulvodinia. Tra le varie manipolazioni ora quando mi tratta mi tocca dei punti nella zona inguinale (sempre dall’esterno) e devo dire che sento che anche queste manipolazioni hanno il loro perché.
E veniamo alla questione rapporto/eccitazione/lubrificazione/testa.
Ros, se ti dicessi che la tua risposta non mi ha lasciato interdetta mentirei.
Più la rileggo e meno la capisco, però, perché riesco a trovarci diversi significati, tutti negativi.
In particolare non capisco se in generale ti stai convincendo che alla base dei nostri problemi ci sia una componente emotiva data in qualche modo da una sorta di “distonia” col partner, o se supponi che quello che mi succede possa essere una spia di una crisi del mio rapporto di coppia, dato che in questo periodo è proprio l’eccitazione che non riesce a partire.
Anche se sono portata a rifiutare senza neanche pensarci un’ipotesi del genere, voglio rifletterci e voglio darti una risposta. Ho troppa stima di te per non pensare che se hai notato una cosa del genere in tutte le nostre testimonianze un qualche briciolo di logica in quello che affermi ci dovrà pur essere.
E allora cerco di descrivere quello che sento. E quello che sento non si può capire se non si parte dalla considerazione che spesso mi sento che sto vivendo come in una bolla d’aria compressa, sotto la spinta di mille e una pressione, e che, da una parte, vorrei mandare tutti a cagare [scusate il francesismo] e, dall’altra, vorrei mandare a cagare me (perché penso che a volte è proprio faticoso essere me) ed avere una quotidianità più leggera e stancarmi di meno… Ed il dualismo professionista/mamma che ogni giorno vivo (o meglio, la lotta quotidiana che ogni giorno faccio per riuscire a prendermi cura della piccola, nonostante i ritmi di lavoro che mi vengono imposti, che non tengono conto che ho una vita al di fuori del lavoro) mi toglie tante di quelle energie che mi riesce estremamente difficile inserirci un terzo polo, quello dell’intimità di coppia, che in questo momento ne esce per forza di cose sacrificata. E mio marito, che da un lato è nella morsa del ragno più di me e dall’altro cerca di aiutarmi come può (per quel che mi faccio aiutare), vive insieme a me questo momento in cui il sesso non è esattamente uno dei primi pensieri (per non dire l’ultimo, perché purtroppo siamo due persone abituate a sacrificare il “piacere” per il “dovere”). In tutto questo, in un barlume di “normalità” di qualche sera un po’ più tranquilla, per me il sesso è voglia di recuperare un’intimità che ha lasciato il posto a troppe cose (i bisogni, veri, della piccola, in primo luogo, ma anche il nostro bisogno, assoluto, di “goderci ” lei fino in fondo). Non il fuoco, quindi, dei primi anni insieme, in cui il solo sfiorarsi provocava una reazione chimica, ma un qualcosa di assolutamente più profondo, fatto di condivisione di un piccolo mondo che è solo nostro.
E’ qui che non comprendo allora il tuo discorso sul nuovo partner. Che i rapporti all’inizio siano diversi e che l’eccitazione sia a mille con un nuovo partner credo sia normale; e credo sia normale pure che quella stessa eccitazione sia per noi (donne in generale e con questi disturbi in particolare) protettiva e impareggiabile. Non credo però che non raggiungere quei livelli di eccitazione con un partner con cui sei insieme da tanti anni sia sinonimo di crisi di coppia. Forse per qualcuno è così, per me no.
Anche perché tra il fuoco “dei primi tempi” e quello che lamentavo io nel post sopra secondo me ci sono tante vie di mezzo, perché quello che lamentavo io (e leggendo tante storie mi sembra di essere in buona compagnia qui) è uno stato di stranissima dissociazione (testa, pancia e corpo) tra quello che vuoi, quello che senti e quello che si manifesta fisicamente. Esattamente come un uomo che vuole avere un rapporto, di testa e di pancia, ma non riesce ad avere l’erezione perché psicologicamente è bloccato. E che facciamo, attribuiamo alla “bravura” della donna questa disfunzione? Diciamo che è colpa di lei che non lo eccita abbastanza? No non sono d’accordo.
Io sento che dipende dalla mia (spero temporanea) incapacità di “vivere” il rapporto, perché ne rimango spettatrice e continuo a pensare che deve essere così o cosà e non in quell’altro modo, perché se no dopo mi viene la cistite...
E le remore che ho ad esternare a lui tutte le mie paure derivano solo dal fatto che l’ansia è la cosa che più facilmente si comunica e dato che il binomio rapporto/cistite fa parte anche del suo vissuto, ci manca solo che riesca a impanicare pure lui, che poi per paura di farmi male veramente non mi tocca più…
Un abbraccio a tutte
