Tempo fa ho avuto uno scambio epistolare con un'utente del forum, che lavorava in laboratorio analisi, a cui avevo disapprovato un post in quanto difendeva la teoria della pericolosità dell'Ureaplasma e della clamydia. Ve lo riporto.
So bene cosa sono i micoplasmi, non sono necessarie le tue informazioni a riguardo. Conosco anche ogni statistica epidemiologica. Però conosco anche le casistiche non in vitro, quelle reali, le esperienze post terapia e le testimonianze vere che (ho ormai imparato) sono le più importanti. E su migliaia di casi seguiti ho potuto capire che:
- nella maggior parte dei casi in cui i sintomi sono stati associati ai mycoplasmi, raramente c'è stato un miglioramento della sintomatologia dopo terapia mirata (pur con scomparsa del patogeno).
- Raramente le terapie antibiotiche debellano l'infezione (spesso bisogna farne 2-3 consecutive e cmq non sono ancora sufficienti e molte volte, anche se il patogeno viene debellato ritorna a distanza di poco), segno che NON PUO' essere la strada giusta.
- Dopo queste terapie sono più i casi di peggioramento che quelli in cui si assiste ad un miglioramento.
- Ho visto più tamponi negativizzarsi con l'approccio ricostruttivo (ph, lattobacilli, ecc), che non con la terapia protocollare (e ti assicuro che spariscono, come sparisce anche l'hpv, se non continui ad abbassare le tue difese immunitarie con Bassado ed affini).
- Non c'è alcuna prova che la sterilità e i parti pretermine siano causati da questi microrganismi e gli ultimi studi stanno mettendo in luce la possibilità che tutto ciò sia provocato proprio dall'assenza di lattobacilli e non dalla presenza di patogeni.
Per tutti questi motivi lotterò a denti stretti contro chi tenterà di affibbiare agli agenti patogeni la stessa importanza che, per convenienza, danno loro i rappresentanti farmaceutici.
Il punto è proprio questo: tu (e cmq tutta la medicina ufficiale, tutta l'università, tutti i protocolli sanitari) sei convinta che le cause dei nostri problemi siano infettive, così cercate assiduamente di scovare patogeni nell'eziologia di ogni patologia (vedi il tumore della cervice, vedi la gastrite, vedi i problemi pelvici, la tonsillite da streptococco, ecc) per aggredirli con le classiche terapie demolitive (non solo del patogeno, ma dell'intero organismo). Quel che invece si fa enorme fatica a comprendere è che questi patogeni sono solo il sintomo di un equilibrio perso e che finchè cureremo il sintomo continueremo ad avere gli stessi problemi, che probabilmente cambieranno solo nome (dal coli alla klebsiella, dall'ureaplasma al thrycomonas, dalla candida alla gardnerella e così via). Nelle stesse testimonianze che hai riportato è evidente che queste donne hanno fatto terapie continue senza risolvere il problema di fondo. Tu stessa sei in questo forum perchè, nonostante le terapie fatte non hai risolto.
In un ambulatorio si vedono solo le acuzie, ma non si ha la minima idea del follow-up a sei mesi o a un anno (il paziente che non guarisce mica lo comunica; si limita a cambiare medico e voi non vedendolo più siete convinti che sia guarito. ...Magari!). Se lo si considerasse sono sicura che la medicina subirebbe notevoli cambiamenti.
Il nostro approccio (ti assicuro molto più risolutivo, definitivamente e senza effetti collaterali) parte da un punto di partenza totalmente contrario a quello che difendi tu. Tu dici: "perchè non avere un punto di partenza certo su cui poi costruire tutta la terapia...prima mirata a cercare di indebolire il batterio e poi o in contemporanea atta a ripristinare tutto l'equilibrio e il benessere psicofisico?". Ecco, noi invece prima di sottoporre le donne ad esami invasivi (e il tampone uretrale lo è in quanto se fatto bene provoca microlesioni che attivano le terminazioni nervose e cicatrizzando creano tessuto fibroso), a stress diagnostico e a terapie demolitive, proponiamo la ricostruzione naturale delle proprie difese (e non solo "DOPO" o al massimo "in contemporanea" alla terapia antibiotica) in modo tale da debellare non solo il micoplasma, ma anche tutti quelli che si sarebbero sostituiti ad esso in caso di terapia tradizionale. Ovvero andiamo a demolire direttamente la causa; i sintomi (i patogeni) scompariranno automaticamente da soli. SOLO, e SOLO SE, questo approccio non funziona, se non c'è alcun miglioramento o se nonostante tutto la situazione peggiora, siamo le prime a suggerire antibiotici, antimicotici e quant'altro, ma SOLO SE.
Per accettare questo approccio però ci vuole tempo, pazienza, costanza e caparbietà e non tutte ne sono provviste (viviamo nell'era dell'assenza del dolore, dell'incapacità di sopportarlo almeno per un po', del panico già solo se ne presagiamo l'insorgenza, della pastiglietta magica che ce lo toglie all'istante, ma che ti predispone a subirlo). Di solito solo quando si è proprio allo stremo, quando si è provato davvero tutto (quel tutto che alla fine è stata proprio la causa della nostra distruzione) si è disposti ad accettare un punto di vista diverso e opposto a quello tradizionale, ma finchè non si arriva allo stadio della disperazione, ho visto che ogni sforzo è totalmente inutile. Infatti io non mi affanno più a convincere il prossimo perchè so che saranno proprio le stesse persone che mi contestano ad avere poi bisogno di questo approccio, ...purtroppo. Mi limito quindi ad aspettare che i tempi siano maturi e solo allora mi faccio in quattro per quella persona. Prima è tempo e fatica sprecata.
Tengo a precisare che il mio non è un rifiuto assoluto degli antibiotici. Sono importantissimi, ma ritengo che vadano usati SOLO laddove siano davvero necessari, dove davvero non ci siano altri strumenti (meno dannosi) per curare la malattia e laddove senza di essi la stessa vita sarebbe minacciata.
Proprio oggi è arrivato nel forum Francesco, un nuovo utente che ci ha appena raccontato la sua esperienza con l'ureaplasma (storia, purtroppo, vista oramai innumerevoli volte). Mi fa piacere riportarti i passaggi più salienti.
A mio parere questo ragazzo aveva solo una contrattura muscolare che provocava la riduzione dell'afflusso ematico negli organi genitali, il ristagno venoso, l'alterazione della conduzione nervosa. Di conseguenza aveva una sofferenza dei tessuti genitali, il ristagno di scorie non eliminate per via della congestione ematica, un'ipoerettilità da ipossia arteriosa, un'infiammazione cronica abatterica, un abbassamento delle difese locali (un tessuto danneggiato non è in grado di difendersi, vedi per esempio le soluzioni di continuo sulla cute) e DI CONSEGUENZA un'infezione da ureaplasma (che sono sicura sia arrivata solo a posteriori della manifestazione sintomatologica!).
Sarebbe bastato lavorare subito sulla muscolatura pelvica contratta e Francesco si sarebbe evitato anni di dolori, anni di antibiotici, spese, ma soprattutto il danno spermatico. Ma i protocolli ufficiali prevedono tutt'altro....
Cordialmente
Rosanna