La storia di Alina

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Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » gio giu 21, 2012 1:28 pm

SofiaF ha scritto:Posso dire una cosa banale? Perchè non glielo dici?


No, no Sofia, forse mi sono espressa male... Non é che io non voglia essere trattata così! é bellissimo il rispetto che ha per noi!
E' solo che ti fa capire che se vuoi guarire devi inominciare a prenderti cura di te stessa. E non é che questo io non voglia farlo... razionalmente so che questa é la strada... ma emotivamente questo é un limite e io, sembre emotivamente, non voglio limiti!

ma lo farò, lo farò, devo imparare ad aver rispetto per me stessa, più di quanto non abbia fatto con (oddio quani sono!) 18 anni di PT.

SofiaF ha scritto:PS. Posso chiederti come hai reagito al "no rapporti"? (Per quanto?)


Lo sapevo già. Me ne sono fatta una ragione alla visita. Comnsidera che non ne ho da un bel po'. Prima i puntini di mio marito... poi non potevo rimanere incinta prima dei trattamenti... Mi dico che prima devo guarire e poi se dovrà succedere siccederà... Funziona quasi sempre... Poi quando scopro che qualche altra amica o conoscente è incinta arriva un attimo di :-::::, ma poi vengo qui e ritrovo la forza...

Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » gio giu 21, 2012 4:42 pm

Che significa prendersi cura di sè?
Per esempio in ogni stanza in cui vado con l'aria condizionata sparata a mille devo imporre una temperatura più congrua per le mie pelvi? Posso?

Cosa faccio con la mia compagna di stanza che accende l'aria ogni volta che esco? Io rientro, le chiedo scusa e la abbasso/spengo, ma lei appena esco la rialza/accende ( :-... :-... :-... ). E' giusto che io le imponga lo spegnimento dell'aria?

Questo cavolo di condizionatore non ha una funzione di raffreddamento modesto (della serie respiro ma non crepo di freddo) e mi sta venendo l'ansia che questo freddo mi possa far male.

che faccio?

Re: La storia di Alina

Messaggioda SofiaF » gio giu 21, 2012 5:00 pm

alina75 ha scritto:No, no Sofia, forse mi sono espressa male... Non é che io non voglia essere trattata così! é bellissimo il rispetto che ha per noi!
E' solo che ti fa capire che se vuoi guarire devi inominciare a prenderti cura di te stessa. E non é che questo io non voglia farlo... razionalmente so che questa é la strada... ma emotivamente questo é un limite e io, sembre emotivamente, non voglio limiti!
ma lo farò, lo farò, devo imparare ad aver rispetto per me stessa, più di quanto non abbia fatto con (oddio quani sono!) 18 anni di PT.

In effetti non avevo proprio capito quello che volevi dire, a sto punto tocca a te farti forza e cercare di avere rispetto per te stessa, peraltro è una cosa così bella, vedrai che ci prendi gusto! Immagino che PT stia per psicoterapia.. facevi la comportamentale o psicoanalisi? La fai ancora?

alina75 ha scritto:Oltre a scaricare sulle pelvi io evidentimente scarico anche sul diaframma!

Dico un'altra banalità: prendere un miorilassante che rilassi un po' tutto, in modo da prendere due piccioni con una fava?
Sbaglio o esiste qualcosa della ditta per il reflusso? O forse confondo con la gastrite? :humm:

alina75 ha scritto:Non dici per niente cavolate... ho svariate idee e mi ritrovo tantissimo con quello che ti ha scritto Laura. Devo imparare a vivere e gestire le emozioni... questo é!

Fa parte dell'essere nata donna, ahimè!

alina75 ha scritto:Per esempio in ogni stanza in cui vado con l'aria condizionata sparata a mille devo imporre una temperatura più congrua per le mie pelvi? Posso?
Cosa faccio con la mia compagna di stanza che accende l'aria ogni volta che esco? Io rientro, le chiedo scusa e la abbasso/spengo, ma lei appena esco la rialza/accende ( ). E' giusto che io le imponga lo spegnimento dell'aria?

Io non me ne farei una malattia sennò non ne esci più: alla tua compagna di stanza, con la quale immagino tu debba convivere giornalmente, spiegherei che hai un problema per cui l'aria troppo forte ti fa male, provate a cercare un compromesso. Nelle altre stanze non ci puoi fare molto, certo se l'aria è eccessiva puoi chiedere di abbassarla un po', ma penso anche che con il caldo che c'è fuori in questi giorni non si possa star senza. Come al solito, in medio stat virtus.
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’ inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore.

Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » gio giu 21, 2012 5:06 pm

SofiaF ha scritto:Immagino che PT stia per psicoterapia.. facevi la comportamentale o psicoanalisi? La fai ancora?


cognitivo-comportamentale. Da un paio d'anni ho appuntamenti una volta ogni mese/mese e mezzo, ma quando ci sono vacanze sto anche tre mesi senza vederla.

Quell'unico incontro mensile mi aiuta ancora. Credo che il mio problea sia il metabolismo delle cose... Ho proprio bisogno di una persona che mi aiuti ad elaborare...

Re: La storia di Alina

Messaggioda patrina » gio giu 21, 2012 5:12 pm

Come ti capisco sull'aria condizionata :evil:
io la odio e non solo per le mie pelvi, ma proprio per tutto il corpo.Tutti e tre noi fratelli abbiamo questo in comune... :D (l'unica cosa in comune peraltro).
Sai che mi riconosco in te e nella tua definizione di wonder woman? Anche io ho lo stesso approccio al lavoro e alla vita privata: devo fare tutto, non devo mollare nulla...con tutto quello che ciò comporta su diversi piani.
Anche io ho diversi anni di psicoterapia alle spalle :D
Mi piacerebbe capire perchè in questo froum sia così diffusa la tendenza a usare l'abbreviazione "pt"... :humm: è interessante....
non sarà come dice Ros di altre parole come "le mie cose" che è una parola "indicibile" o di cui in parte vergognarsi inconsciamente perchè implica il retaggio di un vecchio stigma: la pazzia... vabbè bando alle pippe psicologiche...in fondo tiro acqua al mio mulino.

Sulla Spano anche io ho avuto un'esperienza ambivalente che ha avuto aspetti molto positivi e molto negativi.
Quello che è certo è che è molto umana e rispettosa, ma non mi pare affatto la paladina dell'ottimismo. Ma anche questo è facilmente comprensibile :| come non comprenderla...
un'altra cosa che è vera è che è forte come una roccia e anche qui gli eventi parlano da soli.
Secondo me quello che noi dovremmo emulare come esempio e insegnamento è la sua tenace, incorruttibile, miracolosa volontà di farcela. :t
"Ah che sara' che sara', quel che non ha governo né mai ce l'avra', quel che non ha vergogna né mai ce l'avra', quel che non ha giudizio...."

Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » gio giu 21, 2012 5:17 pm

Dimenticavo:

SofiaF ha scritto:Dico un'altra banalità: prendere un miorilassante che rilassi un po' tutto, in modo da prendere due piccioni con una fava?
Sbaglio o esiste qualcosa della ditta per il reflusso? O forse confondo con la gastrite?


Sto prendendo il magnesio. Miorilassanti più forti tipo muscoril, non so. Ho sempre paura che in quanto farmaco mi faccia male allo stomaco.

Alla ditta hanno il Vitabat. Mi ha aiutato molto, ma non é risolutivo. Io sto molto meglio, ma vorrei tornare a poter essere una persona normale e questo miracolo Vitabat non lo fa... (forse perché il miracolo deve avvenire nella mia testa prima??? :humm: )

Nel frattempo mi ha scritto Pat: non so perché non riesco a citarti. Sì PT è un'abbreviazione, ma inconsciamente c'è sicuramente un po' di disagio ad ammetterlo... non é razionale assolutamente... sento ancora persone(che su altri fronti reputo intelligenti) dire: "quella é matta! pensa che va dallo psicologo!"
:fifi:

Re: La storia di Alina

Messaggioda SofiaF » gio giu 21, 2012 5:33 pm

Io ho fatto qualche mese di psicoanalisi e qualche mese di comportamentale, ma lo raccontavo tranquillamente perchè io lo vedo come un qualcosa di cui vantarsi, significa semplicemente mettersi in discussione, e poca gente purtroppo ne è capace! Ho fatto pochi mesi perchè nessuna delle due mi ha convinta, magari in futuro ne cerco un'altra!!
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
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Re: La storia di Alina

Messaggioda Ceychan » gio giu 21, 2012 5:34 pm

Io non mi sento wonderwoman, sono troppo piccoletta e incasinata, però quando dici che non vuoi essere di porcellana mi ci riconosco un sacco. Io voglio non aver paura di cadere, voglio cadere, voglio sbucciarmi le ginocchia come facevo da bambina e rialzarmi, con le piccole cicatrici addosso, con gli occhi anche un po' rossi ma sempre cazzuta. E' bello ricevere attenzioni, ed è bello che un medico si preoccupi di farti il meno male possibile però penso che nell'affrontare questa malattia la maggior parte di noi sia come dei bambini piccoli quando iniziano a camminare, dobbiamo provare, cadere, farci male anche ma imparare a prendere le misure. Io non ho il vostro approccio da wonderwoman alle cose, anche perchè ci rimarrei malissimo visto che mica sono così brava nella vita di tutti i giorni, ma mi rendo conto che sono più le volte in cui sto meglio se prendo una facciata, di quelle in cui non ci provo nemmeno per senso di autoprotezione, perchè "sono malata". Non sarò di ferro, me lo ripete sempre la mia più cara amica che non abbiamo il ferro e basta nelle vene e dobbiamo accettarlo, ma non sono neanche di porcellana. Forse è tutta questione di trovare il proprio materiale, non so ancora quale sia il mio ma sono sicura che è uno che può cadere, rompersi e ricominciare a esistere in un'altra forma.

Re: La storia di Alina

Messaggioda Natina » gio giu 21, 2012 5:36 pm

SofiaF ha scritto:lo vedo come un qualcosa di cui vantarsi, significa semplicemente mettersi in discussione, e poca gente purtroppo ne è capace!


Son daccordo con Sofia!

Re: La storia di Alina

Messaggioda Rosanna » ven giu 22, 2012 4:01 pm

Io credo che si usa l'abbreviazione PT (almeno in questo forum), solo perchè è una di quelle parole che si scrivono spesso, come BDS, come AF, come VV, TTO, CI e tante altre.
Certo, poi sorge spontanea la domanda: e come mai la cistite batterica, parola in assoluto più utilizzata in questo contesto, non viene mai abbreviata con CB? :humm:
Forse il tutto nasce da qualcuno che per primo comincia ad utilizzare un abbreviazione diventando l'antesignano di una nuova consuetudine che viene subito imitata per comodità dal gruppo.
Perchè però quel promotore ha abbreviato proprio psicoterapia e non Kegel reverse?
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » sab giu 23, 2012 3:32 pm

Sono d'accordo con Ros. Per me è una semplice abbreviazione ma forse qualcosina sotto c'è... Come vi dicevo non avverto disagio nel parlarne solo se sono straconvinta di parlare con persone che capiscono e non giudicano. Ne conosco di persone che non sono in grado di capire cosa significhi fare psicoterapia, non per cattiveria, ma solo per ignoranza o semplice mancanza di sensibilità sull'argomento. E comunque per me la PT è un fatto intimo, solo mio, che riguarda la mia conoscenza di me, quindi, in generale, non ne parlo proprio...

Ieri ho fatto la seconda seduta dalla Spano. Tono passato da 120 a 100. Solo che oggi non sto bene. Avverto la solita sensazione di dolore nella zona perineale/anale, come dopo passeggiata di ore in bici... Mi sembra però un pochino più forte del solito (mi dà fastidio anche camminare!). Mi sta venendo l'ansia che gli impulsi durante la seduta siano stati troppo forti. È una paturnia? Vi prego ditemi di sì! È solo che lei mi ha chiesto píù volte di comunicarle se l'impulso fosse fastidioso. Io, in uno dei tre tipi di cicli, ho avvertito n fastidio che però ho attribuito alla presenza della sonda più che all'impulso elettrico in sè e non le ho detto nulla. Mi sto facendo un po' di pippe...

O forse è perchè ieri sera mentre mio marito guardava la partita (dddupalle sti Europei!) io mi sono addormentata sul divano come una pera cotta e mi sono risvegliata dopo più di un'ora con le gambe piegate (piede sotto il ginocchio) e un dolore pazzesco agli inguini... :-zzz devo aver tenuto quella brutta posizione per tutto il tempo che ho dormito senza rendermene conto...

O forse sarà che sto elaborando la questione "cura di me" nel senso che intende la Spano (le ho promesso che mi sarei riposata nel week end). Mi ha fatto una testa così sul riposo. Mi ha detto che se non mi riposo posso compomettere l'esito della terapia... Così oggi mi sto autoimponendo una giornata di quasi pura nullafacenza. Ho paura però che così facendo il cervello mi si stia posizionando sulla funzione "malata"... Sono sola in casa (mio marito lavora sia oggi che domani) a fare nulla. L'inattivitá ti fa sentire di più il dolore e il cervello se ne parte per la tangente. Stamattina avevo paura di portare le buste della spesa... :-tt

O forse sará semplicemente che sono in fase premestruale...

Tra l'altro stanotte ho avuto una notte emotivamente impegnativa. Quando mi sono risvegliata ho beccato su la7d un film di Almodovar che si chiama Legami, che mi ha messo di cattivo umore. Non per chissà quale motivo, ma solo perchè ad un certo punto c'è un amplesso pazzesco tra i due protagonisti che mi ha fatto deprimere... Mi sono ricordata del dolore, della mancanza di orgasmi, del fatto che una cosa bella in questo momento sia per me fonte di dolore e paura e... Ecco sì mi sono depressa per questo...

Scusate lo sfogo...

Re: La storia di Alina

Messaggioda SofiaF » sab giu 23, 2012 3:49 pm

Tesoro ti scrivo due righe dal cell solo per dirti che vorrei esserti vicina e vorrei aver io stessa qualcuno accanto che possa capirmi. Anch'io da ieri sera ho mille paranoie e quando c'è anche il minimo bruciore tutto attorno diventa nero, pessimismo e fastidio! Mio marito stamattina se n'è uscito con un "sei insoddisfatta di tutto" che avrebbe potuto causare un omicidio, ma ho scelto il silenzio. Per quanto riguarda la terapia della Spano non so aiutarti, non riesci a contattarla per chiederglielo?
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’ inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore.

Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » sab giu 23, 2012 5:29 pm

Ciao Sofia,
Grazie ci sei sempre!
Nel frattempo ho fatto un pisolino e mi sento decisamente meglio. Lunedì ho la terza seduta e le parlerò di queste sensazioni.
Io ti abbraccio forte te e ti sono vicina ... sai che ti capisco. :consola:
Stiamo lottando insieme... Dobbiamo farcela!
Un bacio

Re: La storia di Alina

Messaggioda SofiaF » sab giu 23, 2012 6:38 pm

Certo che ce la faremo, dopo tanta sofferenza ci mancherebbe altro!!! Avevi provato a mettere calore? Magari funziona..
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’ inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore.

Re: La storia di Alina

Messaggioda SofiaF » sab giu 23, 2012 6:40 pm

E comunque a me con il sonno passa sempre qualsiasi bruciore o fastidio, è davvero una panacea!! È stato questo il motivo per cui - grazie a Laura - ho scoperto che non si trattava di cistiti ma di contrattura.
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’ inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore.

Re: La storia di Alina

Messaggioda Ceychan » sab giu 23, 2012 6:57 pm

Il sonno è una manna anche per me soprattutto per la contrattura. Infatti quando ho bruciori alla sera mi metto nel letto, chiedo a Fabri di leggermi un pezzo di un libro [sono come i bambini che vogliono la storia per la buonanotte], respiro, faccio i kegel e mi dico che anche in quel momento che ho malissimo e non ce la faccio più sto continuando il mio processo di guarigione e devo solo aspettare che il dolore passi. Poi mi addormento e al risveglio le cose sono più facili. E' forse una delle poche cose rassicuranti di questa malattia, la mancanza di dolore al risveglio.

Re: La storia di Alina

Messaggioda Laura69 » dom giu 24, 2012 12:16 am

Ciao Alina... mi sono letta gli ultimi aggiornamenti... purtroppo me li ero persi.
Perché? Perché ero (in parte lo sono ancora) una persona precisissima, organizzatissima... e non mi perdonavo mai nulla. Questo ad esempio non me lo sarei perdonato... avrei voluto scrivere qualcosa dopo ogni tuo post.
Solo che... da un po' di tempo a questa parte sto cercando, con un certo successo devo dire, di non essere così. Sto cercando di "perdere i colpi".. di essere più umana, meno wonder woman. Eh già... anch'io come voi afflitta da questa "malattia". Quella di essere (inutilmente) perfetta.
Se ci pensi la ricerca della perfezione è più che altro nutrimento del senso di colpa. Ogni volta che qualcosa ti sfugge, eccolo lì, dietro l'angolo, pronto a rimproverarti. E quando lo fa ripetutamente nel tempo... il catigo diventa - anche - qualcosa di fisico.
Poi quando sei sempre attenta a dare il massimo, quando dai 1000 in ogni circostanza (anche quando 100 sarebbe più che sufficiente) la tua mente ed il tuo corpo si tendono. Non sei mai pienamente rilassata. Sei sempre di corsa. Il respiro diventa corto. E solo "di petto". Tutti gli organi soffrono.
Ora, la visita dalla Spano.
La prima sensazione che ho avuto, leggendoti, è stata la tua.
Troppe limitazioni. Già ci sentiamo malate... figurarsi se ci piace essere trattate come tali.
Poi mi sono detta: forse queste limitazioni servono a farti scalare la marcia... a farti rallentare... e "respirare".
Tu non sei più malata... sei la stessa persona che eri prima di andare da lei. Porta le borse della spesa. Quando arrivi a casa, fermati un attimo. E respira profondamente, 10 minuti. Stenditi. Qualsiasi cosa tu abbia da fare: tu vieni prima di quella cosa.
Anche il non fare sesso. A volte ci imponiamo di farlo per sentirci meno malate. Bene, lei ti dice: non farlo. Ti impone di pensare prima alla tua salute, a te stessa.
Non so se il suo obiettivo è veramente questo ma se così non fosse tu cerca di pensarlo e fartelo andare bene in questa maniera. Cerca di usarlo come una crescita personale. Perché ti rivelo un segreto: non sei Wonder Woman più di quanto lo sia io o Cey (che dice di non esserlo) o chiunque di noi. Siamo esserini limitati. E dei nostri limiti dobbiamo prenderci cura e amarli. Io dico sempre che quando amiamo veramente qualcuno lo amiamo anche e soprattutto per i suoi limiti e non perché è perfetto. Così deve essere anche per i nostri.
Per il cibo non mi trova d'accordo ma chiaramente non posso che dirti di metterti nelle sue mani. Evidentemente ha avuto riscontri. E in fondo non è per sempre.
Rosanna ha scritto:Perchè però quel promotore ha abbreviato proprio psicoterapia e non Kegel reverse?

Con i Kegel reverse l'ho fatto io... chiamandoli KR ma poi mi hanno chiesto cosa fossero :mrgreen:

Dimenticavo... per l'aria condizionata: c'è una finestra? Io nel mio ufficio, con grande disappunto dei miei colleghi ne ho una bella grande alle spalle e la spalanco! Entra il calore dall'esterno. E' l'unico modo per non sentirmi un quarto di mucca che sta refrigerando! E se loro quando non ci sono la chiudono io la riapro appena rientro e il sollievo è immediato.

Re: La storia di Alina

Messaggioda alina75 » dom giu 24, 2012 4:04 pm

Laura, Cey, Sofia, grazie mille!
Le vostre parole mi hanno fatto un gran bene!

Ceychan ha scritto:Poi mi addormento e al risveglio le cose sono più facili. E' forse una delle poche cose rassicuranti di questa malattia, la mancanza di dolore al risveglio.


E' vero... E questa che mi date è proprio una bella prospettiva.

Laura69 ha scritto:Se ci pensi la ricerca della perfezione è più che altro nutrimento del senso di colpa.


Lau, come sempre, hai fatto centro! Io sono un senso di colpa vivente...

Laura69 ha scritto:Poi mi sono detta: forse queste limitazioni servono a farti scalare la marcia... a farti rallentare... e "respirare".


Laura69 ha scritto:Ti impone di pensare prima alla tua salute, a te stessa.


Sì, probabilmente è questo il motivo per cui insiste molto. E, almeno il fine settimana, me la sto imponendo questa marcia più bassa. Sto cercando di ascoltarmi, di sentire il mio limite e di farmi qualche concessione... volevo andare in studio oggi, ma mi sono detta che in fondo quello che volevo fare oggi posso farlo anche domani...
solo che devo capire come tararla questa marcia, cioè è per me difficile, come vi dicevo ieri, capire se è un limite vero (sono stanca non mi va), oppure cerebrale, autoimposto (sono malata quindi non posso farlo)... Se riuscirò a non cadere in questa rete ed imparerò finalmente ad ascoltarmi e ad avere rispetto dei miei reali bisogni, potrò dire che questa esperienza mi avrà fatto cveramente rescere.

Laura69 ha scritto:Dimenticavo... per l'aria condizionata: c'è una finestra? Io nel mio ufficio, con grande disappunto dei miei colleghi ne ho una bella grande alle spalle e la spalanco! Entra il calore dall'esterno. E' l'unico modo per non sentirmi un quarto di mucca che sta refrigerando! E se loro quando non ci sono la chiudono io la riapro appena rientro e il sollievo è immediato


Proverò con la finestra. Ho nel frattempo escogitato un rimedio che alla Spano è piaciuto moltissimo: ho preso un top a fascia di cento anni fa (cento anni fa ero decisamente più in carne) e l'ho tirato giù in modo da coprire la zona pelvica (l'effetto è una minigonna di cotone tipo quelle che andavano negli anni 80, da portare sotto gonne e vestitini svolazzanti). Non fa lo stesso caldo di una canottiera (non la sopporto in questo periodo), ma tiene in caldo la pancia e così quando vado nelle stanze cella frigorifera mi sento protetta!

un bacio a tutte
:baci:

Re: La storia di Alina

Messaggioda antonietta57 » dom giu 24, 2012 5:18 pm

ciao Alina, seguo con interesse la tua storia e vorrei portari la mia esperienza. Prima di ammalarmi ero una donna perfettina e anche wonder a detta dei miei figli. Dovevo avere tutto sotto controllo e tutto al suo posto, in ordine. La mia giornata credo fosse più di 24 ore se penso a tutto quello che facevo. Al lavoro davo il massimo, la mia casa era linda e in ordine non c'era un granello di polvere, i mei figli sempre a posto, poverini quante urla :-... affinchè non sporcassero la loro camera, li aiutavo nei compiti, li accompagnavo a fare sport e li portavo sempre fuori, mi ritagliavo il tempo anche per la palestra, anche nei rapporti con gli altri, colleghi e amici dovevo essere sempre al posto giusto nel momento giusto. Ma quanta fatica fisica mi è costato questo fino al giorno che sono crollata e mi sono ammalata. Avessi incontrato io una Spano in quel momento a prendersi cura di me!..No, solo imbecilli che mi dicevano che i sintomi erano nella mia testa, insomma pazza! Poi piano piano da sola ho imparato a prendermi cura di me stessa, poi il forum mi ha dato tanto e tutto, sopratutto la consapevolezza del mio corpo ed ho imparato a vivere a ritmi più lenti a misura d'uomo. Casa mia non è più quella di una volta,non me ne frega niente se c'è il disordine, io ozio se questo mi fa stare bene, infatti mi basta solo passare lo straccio per terra e mi accorgo che i miei muscoli pelvici si contraggono, per non dire dello stress emotivo. E non è vero che il cervello si posiziona sulla funzione malata, anzi basta dargli del nutrimento creativo, sai cosa mi sono inventata? il cucito, mi creo i vestiti e me li cucio da sola naturalmente come hobby senza affaticarmi troppo qualche oretta al giorno e quando faccio questo i miei disturbi spariscono per incanto, e poi leggo, navigo su internet, mi documento molto e vengo a conoscenza di tante cose che minimamente sospettavo, mi rendo conto che faccio più cose adesso che prima . Al lavoro? faccio lostesso il mio dovere mandando avanti le urgenze il resto un pò alla volta, e non c'è pezza che nel mio ufficio faccia gestire l'aria condizionata alla mia collega!...Quando non c'è non l'accendo e tengo la finestra aperta, quando è in ufficio l'aria condizionata si tiene ugualmente spenta se proprio si inizia a soffocare l'accendiamo al minimo e poi la si rispegne.Penserai che sono una despota, si lo sono :mrgreen: ma è per il mio bene e anche per quello della mia collega. Insomma cerco di fare tutte quelle cose che mi danno riposo e allo stesso momento mi allettano, infatti sono ingrassata quasi dieci chili, ma preferisco così piuttosto che essere una wonder frustrata e con cistiti frequenti come lo ero allora. A proposito dei limiti, perchè non ce li dobbiamo porre? Non siamo essere invincibili come la ricerca scientifica o la tecnologia vogliono farci credere ( e anche certe pubblicità!), se non ce li poniamo noi i limiti alla fine ce li pone il nostro corpo, comincia a urlare e sono grida d'aiuto. Alina, non so se sono uscita fuori tema però voglio dirti vivi con più leggerezza, fatti accompagnare in questo cammino di guarigione, anche dalla Spano se in questo momento è l'unica che può condurti. Immagina di essere una nuova Alina più consapevole e tutto ciò che farai sarà esclusivamente per il tuo bene
Ti abbraccio cara e ti seguo sempre :love1:

Re: La storia di Alina

Messaggioda SofiaF » mar giu 26, 2012 11:06 am

Tesoro, come stai?
Quando torni dalla Spano?
:love1:
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’ inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore.


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