da Stephanie » gio apr 14, 2011 1:54 pm
Discorso dipendenze. Personalmente credo che ogni dipendenza sia diversa dall'altra, e che ogni persona con una dipendenza sia diversa dall'altra, anche se ci sono notevoli somiglianze e punti in comune. Probabilmente il nostro cervello necessita di dipendenze, però ci sono quelle positive tipo la dipendenza dal camminare, dal meditare (o socialmente riconosciute come tali, ad esempio la dipendenza dal troppo lavoro, o dal troppo esercizio fisico) e quelle che a lungo termine creano danni.
Tra droga e tabacco credo ci sia una grande differenza tra la forza chimica della sostanza stupefacente e quella del tabacco, la droga entra più a fondo nel sistema nervoso, mentre la nicotina, sebbene crei comunque crisi di astinenza, sono meno intense e meno durature di quelle delle droghe. Altra differenza sostanziale dal mio punto di vista tra nicotina/droghe e cibo o sesso è che il cibo ed il sesso fanno parte naturale della vita e ne sono la base a tutti i livelli, sigaretta e cocaina no. Parlo del cibo perché la dipendenza dal sesso non la conosco, i cibi non producono un'assessuefazione chimica così forte come droga e tabacco ma neanche così debole, perché il sono sostanze che inducono reazioni positive soprattutto se si tratta di zucchero e cioccolato e caffeina, inducendo rilassamento, abbassando la soglia del dolore fisico ed emotivo, obnubilando la mente, euforizzando, dando la carica, etc..
A parte il discorso chimico, il cibo ha dei legami molto profondi con l'emotività, l'affettività, la sessualità. Se sin da piccoli a qualsiasi situazione di stress emotivo si risponde con il cibo, la risposta viene memorizzata dal cervello, che la considera di minor danno, positiva a breve termine, e la ripete. Diventa uno schema di risposta. Più si alza il livello di stress, più si risponde nella stessa maniera, magari anche per anni, più collegamenti sinaptici si creano e più è difficile modificare il comportamento acquisito che diventa un automatismo.
Tutti nella vita mangiamo per stress ogni tanto per questioni emotive, persone snelle, normopeso, persone in sovrappeso, o mangiamo troppo in alcune situazioni, ad esempio durante le feste, al pranzo della domenica, ad un party, etc. il problema non è l'occasione una tantum ma la modalità in cui accade il fenomeno. Moltissime persone snelle mangiano in maniera emotiva, ma non acquisendo peso perché dotate di un metabolismo migliore o perché il loro cervello non riconosce senso di colpa o di privazione e quindi mantiene intatto il peso, non vengono riconosciute come problematiche e vivono tranquillamente (magari un giorno sviluppano diabete, o hanno problemi di pelle, o di stomaco, o altro, ma non di peso).
Se invece ingrassi farai la prima dieta, generalmente la prima volta molto ristretta. La prima dieta è un po' come la prima sigaretta. Immetti in te il 'mostriciattolo'. Cominci a mangiare con la mente e non più con il corpo, non segui più l'istinto di alimentarti quando hai fame con ciò che più desideri, ma inizi a vedere il cibo come calorie, nutrienti, grammi, quando senti fame cominci ad assumere sostanze che la inibiscano, anche naturali (a me il medico di base diede anfetamine, io poi provai in erboristeria il glucomannano), cominci a pensare solo al cibo, nella tua testa diventa una lotta tra continuo desiderio di cibo, fame, e sensazione di fallimento se mangi. Inizia tutta un serie di auto accuse, calo dell'autostima, perdita dell'immagine di sé, sempre maggior bisogno di protezione, e così via, tutte cose che non sai come risolvere se non con il solo modo che conosci per ora, cioè mangiando.
Per questo la risposta ad un problema di peso NON E' UN'ALTRA DIETA. NON E' LA RESTRIZIONE ALIMENTARE. La dieta è l'equivalente della sigaretta, è come dire ad un fumatore tu smetterai di fumare proprio assumento 20 sigarette al giorno e se non smetterai è perché sei tu a mancare di volontà e ti vuoi fare del male. Quando parlo di diete non mi riferisco alla sana alimentazione, ma quella ce ne vuole per recuperarla dopo che sei entrata nella mentalità della dieta. Devi ritrovare il vero appetito, capire di nuovo cosa è la fame, capire cosa tu desideri mangiare e poi devi risolvere i problemi emotivi alla base. Un lavoro enorme. Dimagrire con una dieta ipocalorica è facile, si perde peso e acqua, poi si arriva ad un punto che ci si ferma e si torna al principio. Oppure ci si costringe a vita a sottonutrirsi, passando attraverso bulimia, vomito auto indotto, uso di lassativi, anoressia, etc (io ho inventato una cosa nuova: la diarrea, l'auto bulimia intestinale praticamente), o ci si costringe a ritmi estenuanti di sport al solo scopo di consumare calorie.
Dato che provengo da una famiglia che ha creduto che per educare al bene, bisognasse umiliare le persone, offenderle, sottolineare la loro negatività per spronarle, invece che evidenzare ciò che di buono c'era nella persona, rifiuto catagoricamente ogni sistema che comporti l'auto-offesa o l'attacco esterno, cioè qualcuno che mi induca emozioni negative verso il fumo o la cioccolata per portarmi alla nausea. Io dall'auto offesa voglio guarire. Non mi direi mai drogata, perché se me lo dicessi affermerei qualcosa di offensivo, e sbagliato, e quel messaggio resterebbe impresso in me, come un'immagine negativa. Io sto lavorando con me stessa per un'auto immagine positiva, non perfetta, ma sostanzialmente positiva. Questo è ciò che io scelgo. Tutto il resto l'ho provato, non ha funzionato, e l'ho abbandonato.
Se c'è più gente che esce dalla droga, piuttosto che obesi che riescono a mantenere il peso forma un motivo ci deve essere e non lo vedo nella personalità (generalmente una persona obesa è molto costante, ha moltissima forza interiore, molta personalità, solo che è male indirizzata), io l'errore lo vedo nel metodo. Io ho già perso dai 10 ai 15 chili 4 volte. Alla prima dieta dovevo perderne solo 10, dovuti ad un grandissimo stress e ad un cambiamento di ritmi di vita, problematiche familiari, etc etc. Tutti gli altri chili sono stati a causa del dimagrimento con dieta ristretta, seguito da ripresa con interessi, come accade sempre. Ora sono dimagrita 10 chili, scelgo di perderne altri 10, ma sfruttando i miei punti di forza, non le mie debolezze. Un mio punto di forza ad esempio è la vanità. Sono molto vanitosa, in modo simpatico, ma comunque sono un'esteta. Ho smesso di mangiare le unghie a 15 anni solo per poter indossare lo smalto. E grazie alla vanità sono riuscita a fare anche altre cose. L'unica motivazione forte che mi può portare a persistere con buone azioni volte all'alleggerimento psico-fisico sono gli abiti.
Un guardaroba nuovo.