ho veramente tanto sonno....stamane osteopata, poi Mr Fish, oggi ho appeso i miei adorati cappellini al sole, per rinfrescarli un po' dall'inverno umido oramai terminato. E' primavera (!)...non me ne è mai importato tanto della primavera, ho sempre guardato con sospetto la diffusa passione per la rinascita della natura, con il suo bagaglio di metafore ovvie al seguito (fiori, uccellini, sole, amore, bla bla bla), ma quest'anno la stavo aspettando anche io. Erano circa 20 anni che non la guardavo neanche più in faccia, cioè da quando ho scoperto l'autunno, ed ho dato un nome al mio sentore, era la malinconia...oggi sono riuscita a parlare con il Prof. di ciò che sono e di ciò che vorrei fare nella vita, è da molto che ho capito che potrebbe avere un nome la mia professione...autore...coach....oggi mi viene da dire "diffusore di idee profumate"...Il Prof. mi ha ascoltata, ho potuto parlargli della mia crisi dopo 10 anni di azienda, di aggressività quotidiana, di pesce colorato in mezzo agli squali assassini, da cui mi sono difesa bene,
ma con quale fatica,
non è così che voglio passare la mia vita
(visto che c'era la rima ne ho fatto un verso

usare la mia forza per pararmi il c*lo e poi trovarmi a combattere con le emorroidi...non sono nata per questo. Non vorrei proprio che la mia vita si riducesse ad un di dietro gonfio.
"Una che come la tocchi suona"

al mio swab tester umano piacerebbe come definizione, piace molto anche a me! E' musicale e visuale insieme. Di conoscenza ne ho tanta e poca, sono una consumatrice di tutto, e di niente. Sono onnivora. Non approfondisco quasi mai (quasi mai), perché delle cose mi attira magari solo un elemento, di un film il colore, o la colonna sonora, di un viaggio un odore, spesso non ricordo neanche i nomi dei luoghi dove sono stata, o delle cose che ho visto, perché le ho vissute, non memorizzate e sono state veramente tante. A volte ricordo il profumo della buccia di un mandarino, magari scopro che lo stavo mangiando il giorno di un tal compleanno, ma a me di tutta la festa è rimasto impresso solo il fatto che ci spruzzavamo il succo negli occhi strizzando le bucce, da un capo all'altro del tavolo. Non mi interessa il sapere, il registrare per farne vanto intellettuale, mi interessa il fare, il dare vita a qualcosa che sia visibile, udibile, assaggiabile, che se lo butti a terra si rompe o rotola, o dice aia, annusabile. Per questo l'università mi stava stretta, io credevo di essere entrata alla scuola per diventare una scrittrice, invece mi sono ritrovata nella scuola per diventare vivisezionatore di artisti, cioè una spietata saccente critica letteraria. Ma mi sono depurata, ci ho messo anni per cancellare l'analisi automatica dai miei processi di lettura, la castrazione di ogni forma di creatività.
Mi ritrovo tanto tanto nel dualismo che avete raccontato. Ci siamo tutte dentro a questa lotta tra due parti: luce ed ombra. Mentre vi leggevo dicevo: eureka! ci siamo! Abbiamo messo il dito in una bella ferita. Istinto e ragione, cuore e mente e pancia. Mi sono sempre sentita 'sbagliata', perché 'diversa', ma non in senso peggiorativo, nel senso che mi sentivo più completa, avevo (ho) tutte le emozioni, ma quando hai una gamma vasta di sensazioni ci vuole più capacità e tempo per imparare a gestirle. E non c'era nessuno ad insegnarmelo, l'unica cosa che mi veniva ripetuta era che dovevo sopprimere la mia paura, che dovevo sopprimere la mia ansia ('insegnamento' di mio padre, ansioso a livelli patologici, evidentemente il suo sistema di gestione delle emozioni non funziona molto bene

). A me la diarrea prima, la vestibolite con neuropatie terribili poi, ha dato il messaggio: "per quanto ancora pensi di poter soffocare la tua natura e sentirti in colpa per ciò che sei?". La mia paura ed il mio dolore è: io non voglio più essere ciò che non sono, e questo lo so da molti anni, ma che spazio ho nella società, io che non produco nulla tranne che sogni? Forse i sognatori servono proprio a far sognare, a dare la speranza e quella ci tiene in vita. Ma io non creo oggetti da vendere per sopravvivere, per ora solo un fiume di parole, che è servito a pulire il mio cuore lamentoso. Non è mica facile scrivere un libro, ho studiato tutti i testi americani (gli americani sono avanti in questo, nel loro pragmatismo) e tutti i testi europei di autori che spiegano come si può diventare scrittori. Di fatto non c'è modo, tranne: leggere e scrivere. C'è chi parte dai personaggi, chi dalla trama, chi ha talento innato. Non è facile trovare il proprio stile, il proprio filone, io mi sto auto osservando da molti anni, per scrivere bisogna prima essere. Il grosso del lavoro è fare di te una poesia, un romanzo, sei tu i tuoi versi. E forse a questo ci sto arrivando.
Greta, credo che non ci sia momento migliore del tuo per declutterare, capirai quanto sei legata ai tuoi luoghi e probabilmente riuscirai ad allegerirti dei pesi che ti tengono zavorrata dove sei. Mi sono ad esempio accorta che inconsciamente temevo di lasciare questa mia stanza perché non la sentivo sufficientemente sotto il mio controllo, perché avrei lasciato troppe cose mie in evidenza, di cui sono molto gelosa, perché sono pezzi della mia storia. Togliendo tutto quello che non mi serve, lasciando il necessario ed organizzandolo in belle scatole ikea bianche ed eleganti, ora so che fare un trasloco nel mio caso richiederebbe non più di 3 giorni. Dovrei mettere i centinaia di libri (sono davvero centinaia su centinaia, letti e riletti e letti e riletti e usati e riusati) dentro gli scatoloni, gli abiti nelle valigie, il portatile nello zaino e via. E' praticamente quasi tutto pronto e catalogato. So anche che potrei lasciare qui molte cose, voglio arrivare a sentirmi pronta di partire con una valigia-zaino ed un portatile, pronta ad abbandonare tutto. Voglio sentire che tutto è utile ed amato profondamente, ma che nulla è necessario, tranne veramente poche cose. Voglio sentire la leggerezza di sapermi sia organizzata bene nella mia quotidianità e non oppressa dal disordine di oggetti inutili, sia pronta a decidere di partire oggi per domani. Un tempo ero così, sempre pronta a partire. Che io sono comunque sempre pronta a partire l'ho capito qualche anno fa quando mi sono innamorata di una persona, che vive partendo, io ero pronta (anche se spaventata, ma pronta a lanciarmi) per vivere con lui. Non riesco ancora a pensare di fare un salto così da sola. Per molto tempo ho rimandato la mia vita Greta al momento che sarei andata a vivere con il mio ex, gli anni passavano, anno dopo anno, speranze, perdite di speranze, poi ne sono passati 12, non attendiamo, la vita è adesso, oggi, tu pulisci, poi andrai pure a vivere con il tuo ragazzo, avrai così meno caos da portarti dietro, metà del lavoro sarà già fatto. Lo spazio che vivi anche se è dei tuoi è tuo perché tu lo usi, è lo spazio in cui tu passi una certa parte della tua vita e deve essere degno di te.
Per quanto riguarda i passi avanti è un mix: indicazioni giuste ricevute qui immediatamente, che mi hanno evitato terapie sbagliate e mi hanno fatto avere il giusto contatto subito, giusta scelta di seguirle da parte mia (c'è pure gente scema che non ascolta gli altri e si suicida), terapia corretta del Prof e sua costante disponibilità e fiducia nella mia guarigione, più miei aggiunte sperimentali

alla terapia, supporto del forum continuo, mie azioni che compio costantemente tipo meditare per la guarigione, seguire dei programmi di auto guarigione, applicare la meta-medicina, fare ora il decluttering, l'atteggiamento mentale mio, l'impostazione mentale del forum, la scelta di parlare parlare parlare, il sapere che esistono persone che ci sono passate prima di me e che mi hanno aiutata ad accettare le ricadute (quella per me è stata la cosa più difficile, da sola con i genitori che mi dicevano 'ma che non guarisci!?!' come se fossi come al solito una macchina da guerra, da aggiustare tipo attrezzo meccanico, io non so come avrei fatto)
Per quanto riguarda ex: bloccherò il suo numero, deve sparire dalla mia vita. Gli ho dato 8 anni di tempo per comunicare, creare una rapporto migliore, non ne è stato capace, non ha voluto. Ora deve sparire del tutto, di lui oramai non c'è più nulla, ora non voglio più che abbia la possibilità di mandarmi un sms neanche per errore. Lui non deve più appartenere a me, io a lui. Se ne è andato lui, è stata la sua scelta. Deve andarsene veramente, del tutto. Se decidi di andartene, te ne devi andare. Manco le palle di andarsene del tutto ha avuto. Lui si nutriva di me. Lui ha bisogno di sapere che esisto nel mondo, in quanto essere speciale, è più una questione di fiore all'occhiello che di amore per lui ora. Ma io oggi non sono più nulla per lui, non mi sento nulla per lui. Lui mi vuole come vanto, si sente accresciuto dal fatto che una persona come me è stata sua. Ancora non sa, o finge di non sapere, che ha perso la mia stima. Che 'quella persona meravigliosa nel mondo', come mi ha definita lui, lo considera veramente zero. Mi ha quasi uccisa. Per fortuna non credo si possa morire per un non-amore. Altrimenti io non sarei più qui. Io per lui ora provo solo paura di vederlo per le emozioni orrende che mi dà, e rabbia per non averla espressa completamente al momento opportuno.