Che relazione c'è fra vestibolodinia e vulvodinia generalizzata?
Alcuni studi ritengono che le due patologie possano esprimere gradi di diversa severità dello stesso disturbo: il processo, in sostanza, partirebbe dal dolore localizzato della vestibolodinia e progredirebbe verso il dolore vulvare generalizzato e cronico.
La nostra esperienza, però, suggerisce che le due condizioni possono esprimere due distinti disturbi.
I due sottotipi di vulvodinia possono essere agevolmente distinti in base a caratteristiche come l'età, i sintomi e i fattori infiammatori scatenanti. Cionondimeno, la singola persona può presentare aspetti riconducibili sia alla vestibolodinia sia alla vulvodinia generalizzata, con sintomi sovrapposti.
Questa ipotesi pone molti problemi, perché pazienti con una prolungata vestibolodinia possono non sviluppare mai una vulvodinia generalizzata, e altre, affette da dolore vulvare generalizzato, possono non sviluppare mai una dispareunia introitale. [esattamente quello che è successo a me, mi riferisco al non sviluppo di una dispareunia introitale; suppongo inoltre, in base alla sintomatologia che ricordo, di essere partita con una vulvodinia, e il danno microtissutale al vestibolo abbia scatenato la vestibulodinia, esacerbando cmq i sintomi complessivi; io parlerei,a questo punto, di uno spettro di sensazioni algiche, la divisione essendo a titolo puramente didattico-esplicativo NdR]
L'elemento comune è che entrambe queste condizioni rappresentino una forma di dolore neuropatico simpatico riflesso con una sensibilizzazione delle fibre nocicettive C, cosicché la sensazione tattile è sostituita da una sensazione di dolore.
E' nostra opinione che possano esistere differenti sottotipi di vestibolodinia, distinguibili in base a caratteristiche come fattori scatenanti, età, disturbi del pavimento pelvico e comorbilità, piuttosto che due patologie classificate in base alla localizzazione dei sintomi vulvari e alle caratteristiche del dolore (provocato o spontaneo) [Ciò a cui appunto facevo riferimento, NdR].
Ibidem, p. 48