La storia di Padmè

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » mer ago 28, 2019 12:08 pm

Buongiorno a tutte ragazze,
allora forse mi sono espressa male, intendevo dire che anche se faccio regolarmente i kegel reverse e l'automassaggio a giorni alterni, in quel caso non erano bastati a calmare il bruciore, che alla fine se n'è andato da solo. Si, uso un cuscino, ma effettivamente ora che ci penso abbiamo l'aria condizionata a manetta, potrebbe aver contribuito alla contrattura. Ho dei cerotti auto riscaldanti che non uso da un po', ed in effetti potrei applicarli in bagno appena entro in ufficio.
Ancora grazie a tutte!

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » lun set 30, 2019 2:48 pm

Buongiorno ragazze,
come state? Qui tutto regolare, ma vi penso sempre
:thanks: :love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda 1PIMPI1 » lun set 30, 2019 4:37 pm

Ciao cara se tutto fila in modo regolare non possiamo essere contente :coool:
Benissimo :::::

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » mer nov 13, 2019 3:09 pm

Ciao ragazze,
è un bel po' che non scrivo ma siete sempre nel mio cuore.
Sul piano della salute fisica va quasi tutto bene, ma è la mia mente ed anima che soffrono. Sono colta da frequenti attacchi di angoscia, irritabilità, e da un profondo senso di inadeguatezza. Non so come affrontare questi fantasmi. Il fatto è che, anche se so che potrebbe essere la scelta giusta, mi sento restia a rivolgermi ad uno psicologo perché, non so come dire, ma dentro di me c'è una grande rabbia che si rifiuta di accettare qualsiasi aiuto. Non so come descriverlo meglio di così.
Vi abbraccio tutte :love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda LisaBetta » mer nov 13, 2019 5:32 pm

Mi spiace sentirti così… E' successo qualcosa in particolare che ha fatto scattare questa "molla"?
:potpot:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda 1PIMPI1 » mer nov 13, 2019 6:15 pm

Cara Pad ti sei spiegata benissimo, poi diciamocelo chiaro e tondo rivolgersi ad uno psicologo non è mai mai facile, richiede tantissimo coraggio, e credo che tu abbia solo bisogno di tempo. Ma che presto lo farai. Meriti la serenità e sai che solo superando questo, solo attraversando la rabbia la paura l'angoscia l'inadeguatezza la tua anima potrà finalmente tornare a sorridere. :consola:

Ti abbraccio forte e se hai voglia di parlare noi qui ci siamo sempre. Non dimenticarlo! :flower: :love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » mer nov 20, 2019 11:18 am

Ciao ragazze, innanzitutto grazie per il sostegno.
Prima di tutto, purtroppo anche se al momento la vulvodinia non mi dà sintomi, e quindi sto relativamente bene, sto avendo altri problemi di salute che riguardano questa volta gli occhi. Mi sento come se il mio corpo mi stesse tradendo, ogni volta ce n'è una... :bleha:
Poi sono scontenta del mio posto di lavoro: o meglio, diciamo che non sono né felice né triste, ma piuttosto mi sento grigia e annoiata. Eppure mi sento in colpa perché è un posto fisso e in tanti non hanno la mia stessa fortuna.
Ed in generale, mi sento una sconfitta dalla vita, e ammetto che provo molta invidia per le persone che, dal mio punto di vista, sono "vincenti". Ed anche qui mi sento in colpa perché l'invidia è moralmente sbagliata. Ecco tutto... Grazie a tutte

Re: La storia di Padmè

Messaggioda 1PIMPI1 » mer nov 20, 2019 1:00 pm

Che problemi hai agli occhi?

padmè ha scritto:Poi sono scontenta del mio posto di lavoro: o meglio, diciamo che non sono né felice né triste, ma piuttosto mi sento grigia e annoiata. Eppure mi sento in colpa perché è un posto fisso e in tanti non hanno la mia stessa fortuna.
Capisco perfettamente come ti senti, perché mi sento nello stesso modo. Il lavoro occupa gran parte della nostra giornata e non essere soddisfatti rende tutto più difficile. Le cose sono due o si cerca altro oppure si prova a trovare soddisfazioni in altri campi, in modo che il lavoro sia solo un contorno.

In tutto ciò che dici si capisce perfettamente che il problema di fondo è questo "maledetto" senso di colpa. E anche qui posso dirti di capirti appieno perché solo con la psicoterapia sono riuscita a capire da dove arrivasse il mio. Le cose sono molto migliorate. Devi trovare il coraggio di affrontare questa situazione pad. Non puoi spegnerti lentamente.

Hai già dato un 'occhiata a qualche psicologo? Non è una cosa immediata, ci vuole tempo per scegliere quello che può ispirarti fiducia, posso darti un compito da fare? Incomincia a fare una ricerca a scegliere... sarebbe già un piccolo passetto in avanti.

:potpot:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda zuzu » mer nov 20, 2019 1:03 pm

mi spiace Padmè leggerti così, e condivido quello che ti ha scritto Pimpi. Ma nell' immediato io voglio leggere il tuo messaggio dalla fine all' inizio: hai problemi, tanti senti di colpa, ma la VV non da sintomi. Non è tutto nero, una cosa positiva c'è.

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » mer nov 20, 2019 2:32 pm

Il problema agli occhi non è ancora chiaro, devo fare ulteriori controlli per lo stato di salute del nervo ottico. Mi hanno assicurato che non rischio di perdere la vista, ma che con l'avanzare dell'età potrei essere soggetta a riduzione del visus e - da vecchia - potrei effettivamente diventare ipovedente. Inoltre, nell'immediato, la mia miopia è peggiorata e la forma dei miei occhi (sono molto, molto miope) non consente l'intervento con il laser. Tutto ciò mi sconforta.
A dire il vero non ho ancora cercato un nominativo specifico per uno psicoterapeuta, ma devo farlo, avete ragione.
E, sì, non è tutto nero: la VV mi sta lasciando in pace :::::

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » mer gen 08, 2020 11:26 am

Buongiorno ragazze e buon anno :::::
Vi scrivo per darvi una bella notizia: sono stata autorizzata a ridurre e gradualmente sospendere il Cymbalta :::::
Invece il dottore mi ha prescritto di continuare ad assumere - almeno per 45 giorni per ora - il Pelvilen Dual Act e di continuare a tempo indefinito tutti gli accorgimenti e in particolare l'uso del calore e gli esercizi con i dilatatori per il vaginismo 1 volta a settimana.
:love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda Laulaura » mer gen 08, 2020 11:28 am

Bene! Una buonissima notizia! ::::: Non avere fretta di scalare, fallo lentamente e vedrai che non ci saranno problemi. Buon 2020!

Re: La storia di Padmè

Messaggioda 1PIMPI1 » gio gen 09, 2020 12:08 pm

Ottima Notizia :::::

padmè ha scritto:di continuare a tempo indefinito tutti gli accorgimenti
Esatto. Gli accorgimenti non si dovranno MAI abbandonare neanche quando si sarà guarite. Al massimo si potrà diminuire la frequenza.

Forza Pad! Buon anno Nuovo anche a te :flower:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » dom gen 12, 2020 11:07 pm

Care ragazze,
volevo condividere con voi uno sfogo perché credo che soltanto voi possiate capire. Vorrei parlarvi di sentimenti che sento dentro di me ormai da anni, da quando il dolore pelvico ha iniziato ad essere parte integrante della mia vita. Purtroppo non sono solo sentimenti positivi ma anche negativi… credo che la situazione di cui sto per parlarvi derivi da un misto di circostanze infelici e scelte sbagliate, tanto mie quanto delle altre persone… e come a breve vi spiegherò, la vulvodinia e il vaginismo hanno giocato un ruolo determinante.
In breve, io ormai da otto anni (e cioè da quando ho iniziato a soffrire di diversi tipi di dolore pelvico) sono una persona molto sola. Nella mia vita degli ultimi otto anni le uniche presenze costanti sono state i fidanzati (e anche lì potrei aprire un capitolo sulle mie relazioni disfunzionali, inutilmente lunghe e dolorose) e un paio di amici maschi. Ma non era stato sempre così.
Durante l’adolescenza avevo molte bellissime relazioni: avevo amiche del cuore, avevo amici e amiche della Parrocchia e avevo anche una bella compagnia di ragazzi e ragazze che avevo conosciuto tra le medie e le superiori. Lo ricordo come un periodo meraviglioso in cui avevo l’occasione di sviluppare tanti aspetti della mia personalità, avevo l’amica con cui andare al cinema, o l’amico con cui parlavo di politica, e via dicendo.
Ma poi… E’ iniziato tutto dalle amiche femmine, e non è difficile spiegare perché. Quando mi sono accorta di soffrire di vaginismo (avevo 18 anni), ci trovavamo tutte nel periodo in cui stavamo scoprendo la nostra sessualità. Senza entrare in dettagli, io soffrivo moltissimo nel confrontare le loro esperienze con la mia. Per tutte loro i primi rapporti sessuali erano stati normali, con pochissimo o nessun dolore, e associavano il sesso a gioia, curiosità, bellezza, piacere, trasgressione, o magari alle risate per qualche defaillance, il sesso per loro era sereno. Per me… quali parole e immagini potevo associare alla sessualità? Ci provo: Chiusura. Dolore. Paura. Senso di colpa per il “non riuscirci”. Angoscia. Serate passate a cercare su internet cosa potessi avere che non andava. Solitudine. E tanta rabbia.
Cominciai rapidamente a isolarmi e ad essere ossessionata dal dolore. Avevo smesso di truccarmi e al mattino mi buttavo addosso le prime cose che trovavo.
Era come se le ragazze intorno a me fossero boccioli di rosa e io un groviglio di spine. So che è imbarazzante dirlo, ma per molti anni quando vedevo una ragazza non potevo fare a meno di pensare “Ecco, lei sì che avrà sicuramente una vita sessuale normale, lei non è sbagliata come me!”. La mazzata finale fu quando una delle mie amiche di allora rimase incinta. Sapevo, dalle confidenze che ci eravamo scambiate, che era felicissima di avere il bambino e che aveva una relazione molto felice e piena di amore. Io, per lei, provavo solo invidia e rabbia. Mi dispiace dirlo, ma era tutto ciò che riuscivo a sentire.
Litigavo continuamente con il mio ragazzo di allora e non sapevo se odiavo di più me stessa o lui. Odiavo me stessa perché vedevo il mio corpo come uno strumento difettoso, e odiavo lui perché… non saprei. Onestamente è da quando ho memoria che nutro un profondo rancore verso gli uomini, e non so perché. Con TUTTI i miei partner ho sempre litigato furiosamente, e so che questo deriva da disfunzioni del mio carattere. Non riesco mai a credere che un uomo mi ami veramente, e nessuna dimostrazione d’amore mi basta mai. Sono uscita con uomini che mi trascuravano o con uomini che mi amavano alla follia, con uomini immaturi e con uomini realizzati, ma il modello è sempre stato lo stesso: io continuo a richiedere conferme del loro amore, a metterli alla prova, ad accusarli di non amarmi, fino al disastro finale.
Il punto però è che questa situazione mi isolava ancora di più, perché mi vergognavo a confidare a qualche amico/a che le mie relazioni d’amore erano una più infernale dell’altra. Mi sentivo uno straccio: problemi fisici e relazioni da incubo, praticamente non si salvava nulla. Ho smesso di rispondere alle telefonate delle mie amiche, non rispondevo agli inviti. Mi sono allontanata dalla Chiesa perché ero piena di rancore nei confronti di un dio che sembrava godere delle mie sofferenze. A poco a poco ho chiuso i contatti con quasi tutte le mie amicizie.
Questo è avvenuto non di colpo, ma nel corso degli anni. Amici che vedevo tutti i fine settimana… poi una volta al mese… e poi mi sono ritirata dai gruppi Whatsapp, ho smesso di uscire con la scusa dello studio… A questo si aggiungeva la mia fobia della guida, che era diventata – se devo essere schietta – un’altra scusa per non uscire. Ne soffro ancora oggi.
Dopo otto anni, con fatica, sto stringendo amicizia con una collega. È la prima amica donna dopo tanto tempo, e mi sento emozionata e spaventata perché sento che questa persona mi comprende davvero. Ma a parte questo, mi mancano tantissimo le mie amiche di allora. Mi sento una stupida per tutti i ponti che ho bruciato, mi sento profondamente in colpa, e al tempo stesso ho paura che magari tutte quelle persone non se ne sono nemmeno accorte, o che forse sono state addirittura contente di non vedermi più.
Ancora oggi mi chiedo, ma possibile che un problema sessuale possa aver causato tutto questo, oppure ero io che sono stata semplicemente stupida? Ammetto che soffro molto anche di vergogna per questa circostanza, per esempio vedo che le persone reagiscono con stupore quando si rendono conto che non ho amicizie di vecchia data, ho paura di non avere nessuno accanto nei momenti importanti (alla mia laurea avevo solo i parenti e il ragazzo con cui uscivo al momento, uno dei tanti che poi ovviamente mi ha scaricata per tutte le mie problematiche) e di invecchiare da sola… scusate se mi sono pianta addosso e grazie di avermi ascoltato.
:love1: :love1: :love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda 1PIMPI1 » mar gen 14, 2020 10:58 am

Ciao Pad, il prima passo per trovare una soluzione ad un problema è proprio accorgersene. Tu ti sei analizzata in pieno e sai adesso su cosa devi lavorare.
Non ricordo se hai mai chiesto aiuto ad un professionista, sarebbe davvero utile, perché di fondo c'è davvero un problema con te stessa. Devi imparare ad amarti, non sei sbagliata. Anche adesso dici
padmè ha scritto:oppure ero io che sono stata semplicemente stupida?
No non lo eri, non sminuire la tua sofferenza e ciò che provavi. Gli altri sapranno comprenderti solo se tu per prima imparerai a farlo.
padmè ha scritto:Dopo otto anni, con fatica, sto stringendo amicizia con una collega. È la prima amica donna dopo tanto tempo, e mi sento emozionata e spaventata perché sento che questa persona mi comprende davvero. Ma a parte questo, mi mancano tantissimo le mie amiche di allora. Mi sento una stupida per tutti i ponti che ho bruciato, mi sento profondamente in colpa,
E' già un piccolo passo, e poi le vecchie amiche se davvero ti mancano perché non provi con qualche scusa a ricontattarle? Con i social ben o male non è difficile trovare il modo.
padmè ha scritto:Ammetto che soffro molto anche di vergogna per questa circostanza, per esempio vedo che le persone reagiscono con stupore quando si rendono conto che non ho amicizie di vecchia data, ho paura di non avere nessuno accanto nei momenti importanti (alla mia laurea avevo solo i parenti e il ragazzo con cui uscivo al momento, uno dei tanti che poi ovviamente mi ha scaricata per tutte le mie problematiche) e di invecchiare da sola… scusate se mi sono pianta addosso e grazie di avermi ascoltato.
Non è piangersi addosso, capisco perfettamente come ti senti, sentirsi soli è davvero frustrante. Ma sono sicura che ora che hai capito qual è il problema, pian piano lavorandoci su, riuscirai anche tu ad avere delle buone relazioni. Non chiuderti, non allontanarti, datti la possibilità di vivere e di far vedere chi sei e cosa c'è di bello in te. E se hai dei dubbi, se ti senti sconfortata, se hai bisogno di essere compresa o anche solo spronata. Noi siamo qui, sempre. Non sei mai davvero da sola.

Ti abbraccio tanto :flower:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda LisaBetta » mar gen 14, 2020 4:43 pm

Buonasera, cara :consola:
Guarda, io non è che ti posso dare consigli perché sono stata uguale e comunque, a distanza di anni, ho accettato che le amicizie vanno e vengono. Alcune persone sono destinate a stare con noi un certo periodo e poi andarsene… e lasciare posto ad altre. Ho avuto amiche che, nel tempo, non mi sono mancate per niente, perché penso avessimo esaurito in un certo senso il nostro percorso assieme, altre che a distanza di anni ancora sento, saltuariamente, ed altre che ho incontrato da poco e non so dove mi porteranno. Penso che il segreto sia sempre e solo fare quello che l'istinto ci suggerisce, anche se a ragionarci sembrano scelte avventate o sbagliate… ma in quei momenti è così e basta. Ne va della propria onestà intellettuale.
Il fatto di aver "cristallizzato" questo momento che stai vivendo, è indice di una persona intelligente e desiderosa di migliorarsi. Ricordati che la vulvodinia è un sintomo, non sei tu e non è la tua interezza, tu sei molte altre cose che coesistono e che chiedono il loro giusto riconoscimento. Come ha detto Pimpi, se non sarai tu la prima a darti considerazione, difficilmente altri faranno il primo passo.
Hai fatto un grandissimo percorso, da quando sei arrivata qui, hai raggiunto traguardi importanti, quindi sei una persona determinata e che sa impegnarsi per superare gli ostacoli, devi solo essere meno dura con te stessa! Ok! Forza, che ce la farai!
:love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » mer gen 15, 2020 10:58 am

Ciao care vi ringrazio molto per le vostre risposte. :love1: :love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » ven gen 24, 2020 3:49 pm

Ciao ragazze,
scrivo questo post per condividere con voi alcune intuizioni che ho avuto in psicoterapia, volevo scrivere un messaggio nella sezione Psicologia ma non sono riuscita (avrò sbagliato sicuramente io qualcosa). Comunque, in breve, con la psicologa siamo arrivati alla conclusione che io per il 90% della mia vita ho vissuto come se la mia mente e il mio corpo non fossero realmente in contatto, e riguardo a ciascuno di essi ho sviluppato un atteggiamento poco sano.

Riguardo al corpo (inteso come fisico ma anche come sessualità, istinto, movimento, gioco...) ho sempre avuto forti complessi di inferiorità e svalutazione. Sin dalla primissima infanzia ero una bambina con problemi di coordinazione e motricità e inoltre ero paurosissima: paura di cadere, di farmi male, della velocità e dell'altezza. A scuola le ore di educazione fisica erano un incubo: ero molto impacciata, questo scatenava le critiche e le prese in giro dei compagni di classe, il che mi rendevano ancora più impacciata. Nuotare e andare in bicicletta sono per me una tortura che sopporto solo per "sembrare normale" quando sono in vacanza o nelle gite, ma appena posso evito. Non ho mai imparato a guidare e le poche volte che ci ho provato è stata un'esperienza di terrore paralizzante. Tuttora percepisco il mio corpo come un qualcosa che non obbedisce mai ai miei ordini. Dal punto di vista della bellezza, non mi piaccio e continuo a vedermi bruttissima anche quando sono in grande spolvero. E sul sesso... beh, sinceramente anche ora che sto meglio riguardo alla vulvodinia, continuo a vederlo come un qualcosa che devo fare per "dimostrare" a me stessa di essere "una vera donna".

E la mente? Allora, i miei genitori mi hanno allevato come una sorta di genio. Si vantavano di me con amici e parenti, esibivano i miei risultati. Effettivamente ho sempre avuto brillanti risultati a scuola, ma per loro ero addirittura "eccezionale" e "fuori dalla norma". Ovviamente questo aveva un prezzo: se portavo a casa un risultato meno che eccellente, erano urla e castighi perché non avevo raggiunto l'eccellenza. Non volevano che frequentassi persone che andavano male a scuola, e via dicendo. La conseguenza è stata che sono cresciuta odiando il mio corpo, ma con un ego smisurato riguardo alla mia mente, e tenendo le due cose totalmente distinte.

Così mi sono creata un'immagine di me come: quella brutta, imbranata, non-sexy ma almeno super-intelligente. Solo che, uscita dal mondo della scuola, mi trovo nell'ambiente lavorativo dove - ovviamente - ce ne sono a decine di colleghi molto più intelligenti, preparati e brillanti di me. E' come se fossero crollate le mura del mio piccolo mondo e avessi scoperto che non sono poi così intelligente, che non sono un granchè. E mi trovo senza più lo "scudo", l'immagine, della "migliore di tutti"... e ammetto che non so su che cosa basare il mio futuro. Ho ancora paura e soggezione di tutto ciò che è fisico (sport, sessualità, movimento in generale) e non so proprio da dove cominciare. E per quanto possa sembrare antipatico dirlo, ancora sono scossa all'idea che esista gente molto migliore di me (è una cosa molto brutta da dire ma è così), e che tutta la mia presunta "eccellenza" era una cavolata perché ero solo una persona come tante. Si può ristabilire una connessione tra mente e corpo? Come faccio a stimare me stessa senza essere "il top del top"? Sono domande difficili, intanto vi ringrazio per avermi letto :love1: :love1: :love1:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda LisaBetta » sab gen 25, 2020 1:15 pm

padmè ha scritto:Come faccio a stimare me stessa senza essere "il top del top"?

Neanche a farlo apposta, te l'ho scritto nel mio ultimo messaggio! :mrgreen:
LisaBetta ha scritto:devi solo essere meno dura con te stessa!


Tutti possediamo un valore intrinseco che non centra nulla con la percezione che hanno gli altri. Potrai anche apparire in un certo modo agli occhi dei tuoi genitori, ma questo non ti priva delle tue peculiarità e potenzialità. Devi tirare fuori queste capacità ed apprezzarti per quello che sei…. che sembra, o forse è, una frase fatta, ma è verissima!
Anche sbagliare o non essere in grado di fare qualcosa rientra nella tua unicità. Certo, puoi lavorarci. Puoi prendere lezioni di guida o di ballo o cominciare a fare sport.
Guarda, ti faccio ridere… io sono un ciocco di legno… a momenti manco so camminare e mi sono iscritta a pilates perché lì le posizioni sono predefinite, non c'è spazio per l'improvvisazione… e invece la nostra insegnante per farci fare uno' di cardio ci fa fare i balletti latinoamericani che ooooodio! Delle scene apocalittiche… ma il bello è che siamo TUTTE incapaci alla stessa maniera! E quindi non mi sento (troppo :risatona: ) in difetto.
Quindi non rimuginarci troppo, perché nel momento del bisogno l'istinto di autoconservazione avrà sempre la meglio! :mrgreen:
:ciao:

Re: La storia di Padmè

Messaggioda padmè » gio gen 30, 2020 9:42 am

Buongiorno ragazze,
ormai da tre settimane ho scalato il Cymbalta da 90 a 60 mg. Devo dire che mi aspettavo sintomi terribili, invece è andato tutto relativamente bene a parte i primi giorni in cui la diminuzione del dosaggio si è fatta sentire con delle forti sensazioni di spossatezza, vertigini e umore molto molto basso (e infatti i miei post anche sul forum erano abbastanza grigi). Ma sono sopravvissuta. A febbraio dovrò effettuare il passaggio da 60 a 30 e non posso negare che sono letteralmente terrorizzata: e se fosse stato tutto inutile? E se, tolto il farmaco, tutto il dolore della vulvodinia tornasse? Spesso sono colta da attacchi di ansia e di irrequietezza, anzi oserei dire vero e proprio panico, ho paura, sono sempre stata una fifona. Quando mi trovo in questa condizione mentale mi capita di sentirmi nervosa, aggressiva con gli altri, e con forti difficoltà a concentrarmi sul lavoro o su altre attività. Vi aggiorno...


PrecedenteProssimo

Torna a Storie di Vulvodinia

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 7 ospiti


ATTENZIONE! Cistite.info propone contenuti a solo scopo informativo e divulgativo. Spiegando le patologie uro-genitali in modo comprensibile a tutti, con attenzione e rigore, in accordo con le conoscenze attuali, validate e riconosciute ufficialmente.
Le informazioni riportate in questo sito in nessun caso vogliono e possono costituire la formulazione di una diagnosi medica o sostituire una visita specialistica. I consigli riportati sono il frutto di un costante confronto tra donne affette da patologie urogenitali, che in nessun caso vogliono e possono sostituire la prescrizione di un trattamento o il rapporto diretto con il proprio medico curante. Si raccomanda pertanto di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata


CISTITE.INFO aps Onlus - Associazione costituita ai sensi del Decreto Legislativo 4 dicembre 1997 n.460 - CF: 94130950218 - p.IVA: 02906520214