Eccomi qua, a rapporto. Inizio dalla fine. Rifarei il dottorato? Sì. Perchè l'ho fatto? Uno per completare un percorso di studi interessante e che mi ha appassionata molto, due perchè volevo avere un titolo in più da spendere magari per le aziende, tre perchè in quel momento mi sembrava una valida alternativa alla disoccupazione.
Il mio prof era (ed è) ambizioso, preparato, stakanovista, dava e pretendeva molto. Ci sentiamo tuttora, lui è rimasto male quando io ho deciso di andare via, credo che l'abbia presa come un qualcosa di personale, ma la mia è stata una scelta di vita. Sapevo prima di iniziare che non avrei continuato in università vista la precarietà della condizione, almeno nell'ateneo in cui io ho fatto il dottorato, sebbene il mio prof abbia uno spin-off ed è davvero molto attivo sia in quanto a pubblicazioni che in quanto a ricerca fondi. E poi, lavorare a vita con solventi e sostanze chimiche, senza avere un ufficio o una stanza dopo poter respirare ogni tanto non mi piaceva per niente.
Il mio era in ambito scientifico. Orari? Dal lunedì al venerdì, quasi tutto il giorno, a volte finivo prima, altre dopo, altre ancora molto tardi, questo per lo più quando dovevamo scrivere qualche articolo. Non ho mai preparato presentazioni per il mio prof, ho partecipato a seminari, incontri, convegni ed il periodo all'estero è stato uno dei più belli della mia vita. Il fine settimana studiavo solo se ne avevo voglia o se dovevo preparare degli articoli, perchè il mio prof ci teneva tantissimo che fossi parte attiva nelle pubblicazioni, poi magari mi bocciava tutto, ma mi ha insegnato tanto. Non sempre siamo andati d'accordo, abbiamo passato periodi senza parlarci, testardo lui, convinta delle mie scelte io, ma non mi ha mai mancato di rispetto, nè io nei suoi confronti. Mi chiamava la dottoranda ribelle, un pò lo ero, ma a lui piaceva la sfida. Io precisa ed ordinata, volevo ottenere il prodotto puro (tipo met blu di Walter White), lui che se c'era un'impurezza andava bene lo stesso...
Il dottorato è un percorso di crescita, sarai tu a prenderne le misure, non farti spaventare o scoraggiare. Dipende dall'ateneo, dal prof, dall'ambiente ma anche da come tu ti approcci al prof e all'ambiente. Non fasciarti la testa prima di iniziare, sarà di sicuro faticoso, ma è un periodo di formazione, di stimolo, di crescita. E' anche vero che ti scontrerai con gerarchie difficili da digerire e che sarai sottopagata (rapporto soldi presi/ore spese in ateneo...spoporzionatissimo )ma una volta capito come funziona penserai solo al tuo percorso di crescita. Prendi tutto quello che puoi prendere da chiunque. Chiedi e sappi che il periodo all'estero ti arricchirà tantissimo. All'estero il dottorato ha perfino un peso maggiore e ti sentirai importante.
Sarai occupata e non avrai modo di pensare al dottore, neanche ti mancherà, garantito...ed in più. due settimane a Natale, tutto il mese di Agosto, una settimana a Pasqua, impagabile come ferie!
Buttati in questa avventura a cuor leggero e poi sappi che puoi anche andare via se vedrai che non fa per te. Maggio è arrivato...un in bocca al lupo gigantesco!
Si capisce che mi manca tantissimo l'università?
