visto che siamo in tema sorelle...oggi una mia amica mi ha chiesto se voglio essere la sorella che non ha avuto, tanto mi vuole bene, ed io mi sono commossa e le ho detto: certo, e mi commuove il fatto che tu lo voglia essere mentre la mia pare non apprezzarmi molto, pur avendomi sempre vicina a sua disposizione. Questa mia amica ha un fratello, che quando lei è stata male in ospedale, quasi morta a causa di colite ulcerosa sanguinante, non si è degnato di darle una mano.
Con mia sorella le cose sono andate male sin all'inizio, cioè lei non mi ha accettata perché ero la seconda, non mi voleva e non voleva neanche mio padre, voleva un rapporto esclusivo con mia madre e basta. Io da piccola ho sempre pensato fosse lesbica, anche perché non manifestava tracce di femminilità, diceva di non volersi sposare e di non voler avere figli. Mi faceva molta paura, era dura, e rude, e ai miei occhi piuttosto brutta perché sciatta, con gusti diversi dai miei, e mi toccava però indossare qualche suo abito usato, perché si doveva risparmiare.
Lei mi odiava per il semplice fatto che esistevo. E me lo diceva. Ha tentato due volte a 4 anni di uccidermi (quando io ero neonata), una volta mi ha salvata mio padre perché lei appena lui si era distratto mi aveva presa e mi stava per lasciare cadere dal balcone, un'altra volta mi ha salvato il cuscino su cui sono caduta dopo che lei ha rivoltato la mia carrozzina. Siccome i primi due anni di vita sono stati difficili per me per problemi di salute (gastroentercolite infantile di quelle serie), in lei s'è accentuata la rabbia, credo, perché avrà sentito che non solo l'amore dei miei s'è dovuto dividere in due (non capendo che l'amore dei genitori raddoppia), ma che i miei avevano apprensione per la mia salute e quindi si dedicavano anche a me. Io però sono cresciuta e sono stata bene
Dopo un po' s'è accorta che oltre a non essermi riuscita ad eliminare, io continuavo non solo ad esistere, ma ero carina, avevo gli occhi azzurri, ero dolce, avevo un bel carattere, sapevo ballare, ero sveglia, indipendente, intelligente e vivace, andavo bene a scuola. Una vera rogna per lei. Allora siccome era molto intelligente (i compagni di classe la definivano 'genio', lei si vantava di leggere I Malavoglia a 9 anni, io a 9 anni volevo Topolino...) ha usato ogni strategia per annullarmi, dalle più rozze alle più raffinate: picchiandomi di nascosto ai miei, minacciandomi di ulteriori percosse se avessi parlato, dicendomi frase sadiche, ignorandomi come se non esistessi, rifiutando ogni mio gesto naturale di affetto, dicendomi che ero brutta, deformata, che avevo gli occhi grigi ed il naso con la gobba, che ero senza labbra e pochi capelli, che ero inutile. E che ero superficiale (a 5 anni avrei dovuto essere profonda

) e che mi avrebbe educata lei, dato che i miei secondo lei mi lasciavano troppa libertà (frase detta a 9 anni....). Infine che lei voleva un maschio, se proprio avesse dovuto avere un fratello almeno lo voleva più grande di lei e maschio, così l'avrebbe protetta, invece no ero nata io, più piccola, femmina e pure insulsa.
Le botte finirono quando a 12 anni la presi e la sbattei contro il frigo, minacciandola di massacrarla se avesse osato ancora un'altra volta alzare un dito su di me. Era così furba che non faceva mai nulla quando c'erano i miei e loro non si erano accorti di nulla.
Questa situazione mi ha creato tante insicurezze, cioè io credevo di essere davvero come lei mi diceva io fossi, e quindi brutta, insignificante, etc. anche se tutto questo spariva quando uscivo di casa, a scuola, lì mi sentivo a mio agio. Ad un certo punto diventai una signorina (stile Cenerentola...) e mi accorsi che piacevo un sacco ai ragazzi perché ero molto carina ma soprattutto ci sapevo comunicare, giocare e sapevo essere interessante, misteriosa e femmina, tutto in modo naturale. Per lei questo è stato uno choc, dato che nel periodo in cui accadde uscivamo insieme e frequentavamo le stesse persone.
Uscivamo insieme perché quando io avevo 16 anni e lei circa 19 la guardai e le dissi: sorella, hai bisogno di un aiuto, devi migliorare il tuo look e modo di fare, altrimenti così non hai una vita e non trovi un fidanzato! Lei era depressissima e non voleva uscire da questo stato, dormiva e basta, e come al solito io, invece di lasciarla nella sua merda a sguazzarci, l'ho presa per mano e trascinata fuori casa, dopo averla truccata, vestita e pettinata. Vedendomi insieme agli altri si rese conto che io ero spigliata, corteggiata, e che ero altrettanto colta ma più sensibile. E si innamorò del ragazzo che si innamorò di me e di cui io ero innamorata. Io mi accorsi che lei era presa da lui e scappai, lasciandole campo completamente libero con lui, lei usciva ed io rimanevo a casa a studiare, mentre lui chiedeva a lei di me, mi mandava baci tramite lei, mi mandava messaggi (che lei non mi ha mai consegnato).
Questo continuò per mesi, fino al giorno in cui io andai nel locale dove c'era anche lui, lui mi guardò arrabbiato, mi prese di lato e lui mi disse: "cosa ti ho fatto di male, non rispondi mai ai miei messaggi, ai miei baci, perché!?! io ti penso sempre! ogni volta chiedo a tua sorella cosa tu hai risposto ai miei messaggi lei mi dice che tu pensi solo a studiare e che a me non ci pensi proprio e che vuoi che ti lasci in pace!" Io caddi dalle nuvole...ancora mi ricordo il cuore che mi batteva: io amavo questo ragazzo e lui amava me, ma come poteva essere che amasse me? Perché non amava mia sorella? E perché mia sorella non mi aveva detto nulla?
Non era la prima volta che un ragazzo si innamorava di me ma questo era molto più grande, fico ai miei occhi, interessante, musicista, altarnatavo ma educatissimo (alternativo detto con la bocca larga), vissuto all'estero, con una famiglia molto simile alla mia, mi scriveva frasi di amore in francese, mi regalava quadri fatti da lui, parlava inglese perfettamente, aveva un odore buonissimo, uno sguardo vivo, suonava, era sexy in ogni cellula. Insomma dopo mesi che lo evitavo, io da perfetta idiota gli dissi: "ma tu piaci a mia sorella". Ma per fortuna lui non era il tipo che si faceva mettere da parte e rispose: "a me piaci tu, lei non mi piace, non mi interessa, io voglio te, e lei lo sa".
So che le parlò di nuovo a 4 occhi e che le rispiegò che io ero la persona che lui amava, che lei poteva essere solo un'amica, o mia sorella, perché non era il suo tipo, che lui usciva solo per riuscire ad incontrarmi e che ogni volta era deluso di trovare mia sorella e che si era stufato pure di parlarle per forza e di ritrovarsela davanti al posto mio. Poi trovò il modo di restare solo con me, mandando via tutti alla fine di una festa che aveva organizzato apposta per farmici andare, e quella sera ci baciammo, dopo ore bellissime di baci stupendi eterni, mia sorella capì come stavano andando le cose e quando tornai a casa la trovai a piangere al telefono con una sua amica. Cercai di parlarle e mi disse di andarmene. Io pensai: beh le ho lasciato campo libero per mesi, perché stessero soli loro due, ho bloccato il mio amore, ora lei si faccia da parte come ho fatto io e accetti che io e lui avremo una storia.
Ma lei non lo accettò, disse ai miei che lui era pessimo, pieno di difetti (stile volpe ed uva) e non contenta disse a mia madre che questo ragazzo, pur stando con me, le aveva proposto di andare a letto con lui, scatenando l'ira funesta di mia madre che a me non mi disse nulla, se non dopo qualche anno. Lui già non era il tipo che piace alle mamme (ma piace alle figlie), figuriamoci dopo questa frase di mia sorella. Poi per anni ha continuato a dire che lui era un uomo insulso, debole, sbagliato per me e così via ed io non ho mai avuto la prontezza di chiederle come mai lo trovava improvvisamente così tremendo, se a lei prima piaceva così tanto. Con lui siamo stati 12 anni insieme, quindi un grande amore, finito con mio grande dolore e anche suo. Ora con lui ci stiamo riparlando via lettera, ho dovuto smaltire tutta la rabbia verso di lui.
Mia sorella, nel frattempo lei s'è laureata a pieni voti, ha iniziato a lavorare, un bel posto di lavoro, s'è fidanzata a 30 anni la prima volta. Poi purtroppo ha avuto un incidente ed un lutto ed io l'ho aiutata, le sono stata vicino, fino a che un giorno mi ha sbattuto la porta in faccia e mi ha urlato 'stronzaaaaaaaaaaa' perché avevo difeso mia madre da una sua aggressione veramente gratuita. Da quel giorno non mi ha più riparlato per anni. Ora ci parlicchiamo, cioè mi parla quando ha bisogno di un consiglio in fatto di uomini o in fatto di casini al lavoro. Io non so cosa provo, un misto di rabbia, indifferenza, un senso di disagio, peso, fatica. Lei con me ora fa quella di successo e mi tratta da sfigata. Insomma il solito meccanismo...e mi sto chiedendo quanto questa persona abbia influito sulla mia autostima, sull'immagine di me stessa, sui miei insuccessi professionali, sulle mie insicurezze economiche, sul fatto che sia ingrassata come lei.