Storia di una mancata guarigione

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Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda annablue1309 » sab dic 08, 2012 12:51 am

Ultimissa cosa: c'è un post di Rosanna nella sezione ""cosa annotare?" che io mi rileggo spesso.

So che la sezione in sè probabilmente viene visionata poco, ma io ho colto tantissimo dall'ultimo suo intervento.

Non ci leggo solo la preparazione professionale (della quale non dubitavo) ma l'intensità e l'umanità che l'hanno resa la donna bellissima che è.

In quel post, di cui vi dò le coordinate, viewtopic.php?f=19&t=60
lei parla delle sue esperienze con gli anziani.

Io sto vivendo anni terribili con mio padre ridotto in stato vegetativo, che sta trascinando con sè anche la mamma: a volte abbiamo trovato infermieri che miravano a prendere lo stipendio e basta, facevano il corso di operatori sanitari e trovavano un lavoro sicuro. Ma per loro, il paziente (anziano, e quindi inerme, sporco, da pulire , etc) era circa come un cagnolino lebbroso. Ricordo che mio padre, in un raro barlume di lucidità, ha guardato un infermiere negli occhi e gli ha detto "macellaio".

Quindi, vi prego di comprendere il motivo anche personale che mi porta a considerare Rosanna una donna straordinaria.
E, per l'appunto, bellissima.

Forse talvolta è dura negli interventi (che poi vengono compensati dalla dolcezza delle moderatrici .....) però io preferisco una donna diretta e determinata piuttosto di un altro "poverina" incosistente e vuoto.

Rosanna, ti devo moltissimo; e parlo anche a nome di tutti i parenti delle persone che hai aiutato nel corso della tua storia professionale: un'infermiera come te è una figura decisiva non solo per il paziente, ma anche per noi familiari. Non sai quanto.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda frizzina » sab dic 08, 2012 1:35 pm

:shock: :o :grin: :coool: :clap: e mi manca il commuov' : :-::::
Grande Annablue! bisognerebbe usare il tuo messaggio come "zerbino" sulla porta di casa di questo forum!
:clap:

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Cles » sab dic 08, 2012 2:17 pm

Capisco quello che dici riguardo all'importanza della figura professionale dell'infermiere.
La mia nonna che ora non c'è più ha passato gli ultimi anni in una casa di riposo per anziani, a causa di un ictus. Non riusciva a parlare, nè a muoversi, ma era perfettamente lucida. Non stava in una casa di riposo rinomata o prestigiosa, ma in quel posto le infermiere erano gentili e premurose.
Quando una persona è inerme, penso che l'umanità sia indispensabile. Il che non vuol dire per forza emotività da parte dell'infermiere, ma rispetto per il paziente e per il lavoro che si trova a svolgere con esso.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Laura69 » sab dic 08, 2012 3:58 pm

annablue1309 ha scritto:ROSANNA NON E' MICA UN SANTONE CHE CURA CON LA FORZA DEL PENSIERO! (MAGARI ....)

No, in effetti Ros non è un "santone".
Ma lei e il forum* hanno una straordinaria capacità taumaturgica: quella di farci ritrovare ciò che abbiamo perso nel lungo percorso che ci ha fatto approdare qui: la forza e la potenza guaritrice del nostro pensiero.

*il forum siamo noi, tutte noi, anche tu Anna

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Flami » sab dic 08, 2012 4:15 pm

Cara Annablue, vedere in tempo reale questa tua maturazione, è una cosa molto bella! Coraggio, so che è difficile, ma "smeccanizzare" dei meccanismi che ci intrappolano e la consapevolezza sono dei passi importantissimi soprattutto per noi.
Faccio il tifo per te!
Un abbraccio!

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Rosanna » lun dic 10, 2012 12:23 am

Ehi, ma qui si parla di me! ...E (incredibile!) se ne parla bene!! :yahoo:

Vedi, quando tu sei allieva di una professione sanitaria ed effettui i tuoi primi tirocinii ti vengono offerti principalmente due modelli a cui ispirarti. Da una parte quello sbrigativo, superficiale, che lavora per portare a casa lo stipendio e che considera un peso ogni gesto che compie durante le sue otto ore, così cerca di rendere il lavoro meno pesante scherzando sul paziente, parlando con la collega mentre effettua una medicazione, spostando il paziente senza tatto per poter finire prima e fare una lunga pausa. E' una persona divertente, si chiacchiera sempre e il tempo vola quando c'è lei in turno. Dall'altra parte hai il modello opposto, una persona che ama il suo lavoro, che non dimentica mai di avere un essere umano davanti, che vuole apprendere costantemente e progredire in ciò che fa, che dedica tutto il suo tempo lavorativo agli ammalati, lavoro tra l'altro per cui viene retribuita. Alla fine dei 3 anni di università sei libera dal vincolo del voto di tirocinio e puoi sceglier quale modello imitare. Io non ho avuto il minimo dubbio ed ho scelto il secondo. Ero incantata dalle infermiere che usavano tatto, rispetto e precisione nel loro operato. Così, una volta diventata infermiera lavavo i pazienti allettati al mattino (anche quelli in fase terminale o in coma) parlandogli e per ogni cosa che effettuavo su di loro spiegavo quello che avrei fatto ("Signor Gilberto, ora le friziono un po' la schiena. E' un po' freddo, ma vedrà che le darà molto sollievo"); non importa che fossero in coma, non possiamo avere la certezza che siano incoscienti e nel dubbio preferisco parlargli, se loro riescono a percepire la mia voce ricevono un tesoro che a me non è costato nulla donare.
Ho sempre dato del lei ad ogni anziano in casa di riposo; le mie colleghe le prime volte che mi sentivano ridevano, loro li chiamavano "Gilberto vieni!", o "Nonno vieni!", io "Gilberto, prego venga". Mi dicevano che dare del lei era come un voler mantenere il distacco. Non è mio nonno e non è mio amico ed ho sempre ritenuto il lei una forma di rispetto verso ciò che quell'uomo è stato e verso tutti gli obiettivi importanti che ha raggiunto nella sua vita. Il rispetto non è distacco, non è freddezza, ma stima e cortesia.
Una volta una collega disse ad un allieva infermiera: "Ogni volta che interagisci con un paziente o che effettui una manovra su di lui devi sempre immaginare di avere davanti un tuo caro parente". Io sono intervenuta incazzata: "E c'è bisogno di immaginare di avere a che fare con un parente per offrire qualità assistenziale? Cazzo! L'aver davanti un essere umano, unico e irripetibile, non è motivo sufficiente a far le cose come van fatte?".
Io sarò pure fredda, dura e spietata, ma mi ritengo anche precisa, corretta, responsabile, sincera e disponibile. Sono pronta a darti tutto se tu sei disposta a riceverlo, così come sono pronta a toglierti tutto se vedo totale chusura o spudorato sfruttamento. Siamo una comunità in cui la collaborazione porta a vantaggi reciproci. Una comunità sempre più grande e sempre più impegnativa da gestire, dove tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile, neppure io.

Anna, ora, e solo ora che puoi capire, posso (e devo) scusarmi con te per la durezza con cui ti ho trattata inizialmente. :t
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda frizzina » lun dic 10, 2012 2:15 pm

:wow: :clap:

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda annablue1309 » gio dic 13, 2012 1:45 am

Cara Rosanna, parto dalla fine:
Rosanna ha scritto:posso (e devo) scusarmi con te per la durezza con cui ti ho trattata inizialmente


Stavolta ti contraddico io! Non puoi e non devi scusarti di nulla .... Sulla base degli elementi che avevi a tua disposizione, quale quadro si profilava?
Una donna con la testa dura, annientata, disorientata e senza alcuno stimolo per curarsi seriamente. Anzi, con una strana (anche per me ...) aggressività verso tutto quello che cozzava col protocollo medico ormai assorbito (e maggiormente disorientante).

Se non fosse stata per quella durezza, per quelle parole semplici, schiette, dirette ... io sarei ancora lì a compiangermi e a farmi compiangere, ma non avrei tentato alcuna strada nuova. Ora, per quanto ci siano recidive in programma e per quanto sappia i rischi che corro (soprattutto quando - e se - ricomincerò a fare l'amore con Paolo) almeno so di aver tentato un percorso terapeutico valido, so di aver imparato a conoscere il mio corpo e i segnali che mi manda. Non ho più paura di esplorare la mia area genitale (il video è un gioiello!!!), ora quando faccio gli automassaggi sembro una bambina che esplora un territorio sconosciuto, con sorpresa ma non con paura.

Rosanna ha scritto:Ero incantata dalle infermiere che usavano tatto


Finora, con mio padre, incontrata solo una degna di nota ... le altre hanno fatto il corso di Operatore Socio Sanitario perchè è l'unico lavoro che ancora si trova in giro, cronometrano il tempo e trattando il papà come una pianta.

Rosanna ha scritto:parlandogli e per ogni cosa che effettuavo su di loro spiegavo quello che avrei fatto


Meraviglioso. Questa sensibilità è decisamente fuori dal comune; quando vado dal Prof., o da Silvia, noto che anche loro mi parlano, mi spiegano ... e io non sono in stato vegetativo. Però ho la certezza che mio padre, nonostante tutto, senta e voglia sapere cosa gli fanno, sia anche lavargli i capelli o cambiarlo.

Rosanna ha scritto: Il rispetto non è distacco, non è freddezza, ma stima e cortesia


Molti anni fa, prima di questi attacchi costanti, ero a Pronto Soccorso per un altro motivo, e accanto a me c'era un paziente (uomo) che aveva un problema urinario (diceva che faceva la pipì rosa). Era talmente agitato e nel panico che ha cominciato a raccontare all'infermiera moltissime cose che non c'entravano nulla, per esempio tutte le disgrazie che aveva subito negli ultimi tempi. Effettivamente era grottesco da sentire, ma io me ne sono stata zitta, mentre un paio di infermiere ridacchiavano e alla fine hanno cominciato a trattarlo come se fosse un mentecatto. Lui non lo era! Si sentiva spaventato e annichilito, cercava comprensione, non derisione. Ad un certo punto hanno cominciato a chiamarlo col nome di battesimo e, velatamente, a prenderlo in giro come se fosse matto. Mi chiedo quante volte anch'io sono stata ridicolizzata, soprattutto quando hai quegli attacchi di panico che ti tolgono il fiato e vai al PS per chiedere la morfina o qualcosa che ti faccia morire, pur di porre fine a quel dolore. Un infermiere, se ha fatto la scuola che hai fatto tu, Rosanna, dovrebbe avere un minimo di sensibilità e capire .... Io credo che questo lavoro sia una missione, un dono, altrimenti meglio andare in fabbrica, se il tuo solo obiettivo è quello di portare a casa i 1000 euro a fine mese.

Rosanna ha scritto: Sono pronta a darti tutto se tu sei disposta a riceverlo


Questo è il punto: io non ero disposta a ricevere. O meglio, una parte di me era qui alla ricerca di aiuto, ma l'altra lottava contro sè stessa. Un imprinting di 20 anni con specialisti di ogni tipo ti lascia le cicatrici.
Sono onesta, con me D-Mannosio non ha fatto grandi cose (eppure dal gennaio scorso continuo a prenderlo, perchè male non fa e seguo i consigli datimi) ma questo sito non è sponsorizzato dalla ditta, come tante persone che ho incontrato credono. Il D-mannoro è un consiglio che per molte donne si è rilevato eccezionale, per altre no; ma in questo vastissimo ambiente c'è scritto TUTTO, basta mettersi d'impegno e studiarlo.
Non c'è scritto qual'è la pozione magica perchè la cistite passi il giorno dopo, ma innanzitutto c'è un immediato sostegno psicologico di moltissime ragazze, e poi ci sono quei consigli pratici che dovresti sapere a menadito ma che quando stai male non ti vengono proprio in mente.

Ti ringrazio, Rosanna, di avermi autorizzata ad intervenire ogni tanto ... il punto è che quando sento uno stato d'animo simile al mio (passato o presente che sia) la cosa spontanea è quella di scrivere alla ragazza in difficoltà e cercare di dare una mano come posso. Raramente mi azzardo a dare consigli tecnici, ma sono contenta che comunque il mio intervento venga supervisionato e corretto, se necessario.
Io qui trovo una specie di oasi nella quale mi sento compresa, e soprattutto comprendo.

Ieri mattina in ufficio (ho trovato un lavoretto in un call center, in attesa di tempi migliori) ho cercato di dare qualche consiglio ad una ragazza con recidive, le ho persino regalato una dose di d-mannoro e due di Lubrigyn (tutto quello che avevo in borsa). Non mi ha riso in faccia, ma quasi. Si è presa il suo Monuril, il giorno dopo stava benissimo (a suo dire) e si è presa un caffè e una cioccolata dalla macchinetta. Ha 35 anni e si veste in maniera attillata, pancia fuori, possiede n. 1 cannottiera che le ho consigliato di mettere, niente in cotone.
Lo so che tutti questi piccoli accorgimenti magari non servono a molto (come nel mio caso, e mia sorella spesso me lo fa notare) però almeno cerco di non complicare la situazione.

Quindi, in un certo modo, mi sono rivista in lei. Convinta di essere nel giusto, convinta che certi accorgimenti siano inutili e che solo l'antibiotico possa far bene ..... non me la sono sentita di insistere più di tanto.

Voi invece, (e intendo tu Rosanna, ma anche diverse ragazze/moderatrici e non) non vi siete arrese con me. Ed ero dura, sono stata bannata, mi sono sentita un cesso .... incompresa .... afflitta .... basta, mi cancello da questo sito .....non mi serve a niente, mi angoscia soltanto ..... non guarirò mai .....
Grazie per essere stata dura Ros, e grazie a chi a ha avuto la pazienza di non mandarmi a quel paese ma di tendermi comunque un salvagente (anche se meritavo di affogare).
Magari affongherò lo stesso, ma in quel caso dovrò ringraziare solo me stessa! E almeno ne avrò la piena consapevolezza.

Il mio percorso di guarigione è lunghissimo e molto lento, pieno di paure e di incognite. Eppure qui posso finalmente esternare tutto quello che si agita nella mia anima, posso parlarvi con parole mie, che tanto mi capite al volo. Non siete i dottoroni da 500 euro a visita che però non capiscono una mazza di quello che sto dicendo (lo sanno solo in teoria).

Ho letto il trauma di Naty sulla cistoscopia e il mio non è stato migliore ... Ho letto di quanti modi ci siano per minare l'autostima di una giovane donna, soprattutto quelli celati dietro alla convizione che "la colpa" sia nostra.

Ognuna di voi lascia un pezzetto di sè dentro di me ... Ed è come essere allo specchio e riuscire (finalmente!) a vedermi.

Ho un debito enorme verso questo sito e verso tutto ciò che vi è legato (dal Dott. De Angelis al Prof. Pesce, all'Admin che deve essere un genio per tenere sotto controllo questo spazio gigantesco .... e soprattutto a voi ragazze, TUTTE, anche coloro che hanno il coraggio di raccontare la propria storia (e ci vuole molto coraggio per metterla giù, nero su bianco, perchè in un certo senso è come riviverla). Non si apprende solo dalle "storie di guarigione" ma anche dalle "new entry" che mettono a nudo sè stesse e chiedono aiuto. La consapevolezza di avere un problema di cui non si viene a capo, è l'unica partenza valida per cercare (SERIAMENTE) di guarire.

E la dimostrazione della vostra pazienza è tangibile quando vedete un post di Annablue e sapete di dovervi mettere comode, perchè il dono di sintesi le manca proprio.....

Un abbraccio a tutte e intanto buona notte . Domani aggiornamento con la Dr.ssa Di Maria, e poi, se avete voglia di ascoltarmi, vi racconto come sta andando con la mia povera patata (e annessi ....)

:thanks:

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda SofiaF » gio dic 13, 2012 1:02 pm

annablue1309 ha scritto:E la dimostrazione della vostra pazienza è tangibile quando vedete un post di Annablue e sapete di dovervi mettere comode, perchè il dono di sintesi le manca proprio.....

Perdonami Anna ma su questa frase mi è scappato da ridere perchè avevo lasciato il tuo post per ultimo proprio per poterlo leggere con calma :mrgreen:

Aspettiamo allora il resoconto sulla patata! :schifezze:

A proposito di infermieri volevo solo dire che il mondo è pieno di gente che non sa e non vuole fare il proprio mestiere, dalla centralinista alla commessa alla farmacista al responsabile di un ufficio.. è uno schifo generale! :bleha:
E’ impossibile, disse l’orgoglio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’ inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Rosanna » ven dic 14, 2012 9:03 am

:flower:
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda annablue1309 » sab dic 15, 2012 8:51 pm

SofiaF ha scritto:su questa frase mi è scappato da ridere perchè avevo lasciato il tuo post per ultimo proprio per poterlo leggere con calma


Adesso hai fatto ridere me!!!!

Sei seduta comoda??

Giovedi giornata non particolarmente "facile", il freddo è una brutta bestia (me lo confermava anche la Dott.ssa Di Maria....). Ho trovato un lavoretto in un call center (di meglio non c'è nulla, o , mi correggo, non c'è nulla in genere); siamo SENZA riscaldamento e abbiamo una stufetta sotto la scrivania, ma il bagno avrà una temperatura di 10 gradi, e comunque nessuna delle centraliniste di alza MAI (in 7 ore!!) per andarci. Ma come fanno ?????? Io vengo guardata male, ma quando rischio l'esplosione ci vado. Anche se appena abbasso i pantaloni la pipì si cristallizza (beh, non proprio, ma diventa difficilissimo espellerla, il freddo inibisce tantissimo. Non so spiegarmi: il freddo mi crea uno stimolo molto forte, ma di fatto poi non riesco a farne tanta ....). Sto pensando alle coulotte della Calida di cui si parla, ma alla fine diventano 50 euro per un paio di mutande che forse non vanno neppure bene (non sopporto nulla di stretto, attillato etc).

In riepilogo:
  • gennaio 2012: dopo un ulteriore attacco di cistite batterica, subito dopo i 5 giorni di Bactrim forte inizio a prendere D-Mannosio/D-Mannoro con costanza, seguo il protocollo post coitale in maniera ossessiva e tutte le istruzioni che traggo dal sito e da voi moderatrici;
    1 agosto 2012 attacco di cistite post coitale, tento di resistere un paio di giorni (dopo aver portato il campione di urine in laboratorio), mi imbottisco di D-Mannoro ma alla fine cedo all'Unidrox (come sempre, E. Coli oltre 1.000.000).
    settembre 2012: riesco a vedere la Dr.ssa Silvia di Maria (come suggerito da Ros) e fisso l'appuntamento con il Prof. Pesce. Iniziamo le terapie di manipolazione.
    ottobre 2012: vengo visitata dal Prof. Pesce (diagnosi di vv) e iniziamo la terapia farmacologica, unitamente a 1/2 sedute ogni 15 giorni con la Dr.ssa Di Maria (fino a novembre, 1 alla settimana). Inizio quindi ad assumere 16 gc di Rivotril e 16 gc di Laroxyl (sempre gradualmente). Etinerv per 45 gg, pausa di 15 gg, poi ricominciare
In questi 5 mesi, salta il mio matrimonio con Paolo (con il quale convivo) per vari motivi, ma anche questo ha una notevole rilevanza.
Non ho più rapporti sessuali, soltanto uno di "orale" dopo il quale vado fuori di testa .... (pur senza penetrazione!)

Tento di fare l'automassaggio, ma non ho dimestichezza (non mi sono mai "toccata" prima, per inserire un ovulo vaginale ho sempre sudato sette camicie! Comunque ci sto provando, grazie anche alla bravura della mia fisioterapeuta (e anche al video di Laura).

I trigger points continuano ad esserci, ma la dottoressa dice che il freddo è bastardo perchè fa contrarre i muscoli. Mi ha suggerito di comprare quelle strisce che si usano per i cervicali, quelle che puoi ritagliare e mettere nel punto dolente: il calore dura anche per 6 ore! Io potrei applicarle sulla pancia, nella zona sopra al pube. Certo non posso andare in ufficio con la borsa dell'acqua calda! (Cmq il calore non mi dà particolari benefici quando sono a casa).

In 6 mesi (quasi) molti miglioramenti, qualche fitta ogni tanto, qualche stimolo sovrapubico , ogni tanto bruciore quando faccio pipì (ma le mie urine sono acide, quindi cerco di alcalinizzarle quando me ne rendo conto).

Ho sempre tanto meteorismo ... mi sto chiedendo se possa essere l'Etinerv ...

Sono purtroppo ingrassata di oltre 6 chili (!!!!!) a causa del Laroyl, e per me è un trauma (sono sempre stata magra .... ora non entro in nessun paio di pantaloni), i rapporti interpersonali con il mio compagno sono tesissimi (lui si sente rifiutato ma io non riesco a venirne fuori .... sono troppo terrorizzata .... mi sogno anche di notte di fare l'amore con lui e qualcosa non va .... è un pensiero fisso, non sono mai rilassata, non ho nessuno stimolo ...)

Entro in panico facilmente (anche giovedi sera, dopo le manipolazioni e due ore di strada in macchina, sono andata in bagno pensando di scoppiare e invece poche gocce che bruciavano). Ho bevuto adeguatamente e ho cercato di non pensarci (in genere, bevo non più di 1.5 lt al giorno, ma neanche meno). Ho preso un D-Mannoro (di cui ho ampio rifornimento a casa) e sono stata qui con voi ..... se siete riuscite ad arrivare fino a qui!

SofiaF ha scritto:volevo solo dire che il mondo è pieno di gente che non sa e non vuole fare il proprio mestiere


Concordo in pieno, purtroppo :hurted:

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Laura69 » dom dic 16, 2012 1:54 pm

Anna... perché non puoi portare il coccolo il ufficio?
Non hai una presa elettrica sotto la scrivania o vicina a te?
Oppure perché ti imbarazza?
:ciao:

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda annablue1309 » dom dic 16, 2012 5:26 pm

Lavoro lì da un paio di settimane, Laura.
Tutte con tacco 12 e leggings (ecco perchè l'essere ingrassata mi fa stare maggiormente male!), usano rossetti che miracolosamente resistono 8 ore, e mi sembrano uscite da Vogue.
Come faccio a portarmi la borsa dell'acqua calda????

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda frizzina » dom dic 16, 2012 5:30 pm

la copri con una federa di cuscino da salotto e te lo metti sotto le chiappe. io al lavoro portavo il cuscinone a ferro di cavallo, e lo coprivo con una coperta. Era enorme,ma se mi dicevano qualcosa avrei semplicemente risposto: mi fa male il culo. me lo tengo.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda annablue1309 » dom dic 16, 2012 5:37 pm

Sono un po' meno temeraria , però ho la speranza che domani riaggiustino il riscaldamento.

Non riesco a far capire che dovrebbero tenerlo acceso anche in bagno, visto che non ci va nessuna (ma come fanno???? non bevono MAI ....per questo il bagno può essere anche gelido, ci vanno solo per fumare).

Pensa a quanto piacevole è abbassarsi i pantaloni etc e sentire il freddo che si insinua ... non riesco neppure a farla tutta, mi si congela prima di uscire!!!

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda frizzina » dom dic 16, 2012 5:41 pm

guarda, nemmeno io non comprendo il comportamento di queste bambolette "non bevo,non piscio, sto al freddo e fumo e la mia patata è sanissima",ma sinceramente, me ne frego. io devo pensare al mio benessere, mica a quello che pensano loro.

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda QuellaValelà » dom dic 16, 2012 6:59 pm

Anna,
portati un termos con la tisana e la offri....
Chiaramente dicendo che é l'unica bevanda che beve Anna Wintour...e ne beve 2 litri al giorno, come un elisir.
Vedrai che prima o poi al bagno dovranno andarci!
e se non riesci con la tisana, spaccia il coccolo come accessorio preferito della direttrice di Vogue! Magari del giornale guarderanno solo le figure.
Di sicuro seguendo il consiglio della dottoressa, quello delle strisce cervicali, avrai molto giovamento. Io avevo pensato anche a quelle fasce lombari (tipo lana-cotone elastiche), non so se sono utili e comode ma facendole scendere un po' potrebbero coprire i reni e parte del pube.
Comunque a me devono spiegarlo come si fa ad arrivare a lavoro con un make up degno di rivista magari alle 8 di mattina e come si fa a non conoscere l'uso della canottiera senza mai prendersi un raffreddore.boh :humm:
Il cambiamento è costante.
Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi.
Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita.
Se apriamo le dita, se allentiamo la presa, e lasciamo che ci trasporti.. possiamo sentirlo come adrenalina pura.Come se in ogni momento potessimo nascere ancora una volta

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda annablue1309 » dom dic 16, 2012 7:54 pm

QuellaValelà ha scritto:Io avevo pensato anche a quelle fasce lombari (tipo lana-cotone elastiche),


Mi leggi nel pensiero, come sempre! Già provato .... ma siccome ho la pancia di una donna al 7° mese (non so come mai tutto questo meteorismo, boh! ... non costante, per fortuna) quelle "panciere" comprimono molto e mi fanno sentire sul punto di esplodere.

Devo decidermi a comprare le mutande della Calida, ma mi rompe le scatole pagare 15 euro e rotti solo per le spese di spedizione! Non è giusto ...

QuellaValelà ha scritto:Comunque a me devono spiegarlo come si fa ad arrivare a lavoro con un make up degno di rivista magari alle 8 di mattina e come si fa a non conoscere l'uso della canottiera


Questo mistero l'ho riscontrato in ben due posti di lavoro! In quello precedente, avevo umilmente chiesto lumi: sveglia alle ore 6 (!!!!) per doccia, creme varie etc, poi trucco stratificato, colazione ipocalorica e rossetto waterproof. (Io per 5 minuti di letto al mattino posso uccidere ....).
Non bevono mai (sarà per non rovinare il rossetto waterproof?) e mi chiedo cosa ci sia di sensuale nel mostrare mezze chiappe quando cammini (specie con le temperature attuali). Oltretutto praticamente si siedono con i jeans che arrivano a metà sedere, e la cintura dovrebbe anche far male.
Io continuo a tenermi i miei bei pantaloni oversize e le mie doppie canotte di cotone.
Eppure loro stanno bene, e io sto di ....acca!!! :-zzz

Re: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda QuellaValelà » dom dic 16, 2012 8:12 pm

Anna,
utilizzare lo sconto del quale possiamo usufruire è un'ottima opportunità ma potresti sempre provare a chiedere nella tua città.
Non so quanto possa convenire sul prezzo della culotte ma visto che non ci sarebbero i costi di spedizione..
Come dire, tentar non nuoce...magari il punto vendita è sotto casa tua! http://www.calida.com/de-it/stores
abbracci e sbaraglia con il tuo charme le squinzie, portati una bella sciarpona da avvolgerti alla vita.
Sai che qnd lavoravo all'estero le mie colleghe erano solite togliersi le scarpe e portarsi il plaid? Faceva parte del benessere del personale e lì era la normalità.
Il cambiamento è costante.
Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi.
Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita.
Se apriamo le dita, se allentiamo la presa, e lasciamo che ci trasporti.. possiamo sentirlo come adrenalina pura.Come se in ogni momento potessimo nascere ancora una volta

Re: R: Storia di una mancata guarigione

Messaggioda Laura69 » dom dic 16, 2012 8:40 pm

Cles utilizza quelle della Lisanza. Dovresti reperirle più facilmente nella tua città...
Per quanto riguarda il coccolo capisco che possa essere imbarazzante ma credo che dovresti pensare a te stessa più che a quello che possano pensare loro.
Se non puoi competere con loro in fatto di look puoi sempre farlo in quanto a carattere. Io lo utilizzo per il mal di schiena e tra le gambe. E non mi faccio problemi. Mi serve. E lo uso. Non faccio male a nessuno e non lascio che altri ne facciano a me. Ora Anna, pensaci ... le persone che ci vivono accanto trovano sempre motivi per criticarci. Allora perché non sceglierne di validi per noi stesse? Cerca di farti scivolare addosso quel che pensano gli altri...


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