Mannaggia a te Rossa, hai detto tutto in tre paragrafi, splendidamente. E io che son qui a scrivere un pippone infinito da settimane. Eh vabbé, mo ve lo beccate comunque.
Parto da questo post che ho scritto nella storia di Nati e mi ricollego anche ad alcune cose che ho scritto nella storia di Aliruna.
A mio parere è importantissimo come prima cosa capire che anche noi donne, come gli uomini, dobbiamo raggiungere un certo grado di eccitazione, tale da apportare cambiamenti fisici, per essere pronte alla penetrazione.
Per gli uomini, il momento in cui sono fisicamente pronti è molto chiaro ed evidente: l'erezione è un segnale talmente palese che uno non ha neanche bisogno di essere nudo per mostrarlo. E noi donne invece? Qual è l'equivalente dell'erezione per noi? Molto spesso le donne non lo sanno, io per prima non lo sapevo finché non mi è stato spiegato durante le sedute con una sessuologa. Perché non lo sappiamo? Perché non è un qualcosa di evidente, a malapena si riesce a vedere, è un qualcosa che solamente noi possiamo sentire.
A pensarci bene, i maschi sono anatomicamente molto avvantaggiati per quello che riguarda la scoperta della propria sessualità. Fin da bambini possono esplorare il proprio corpo e i propri genitali liberamente, in fondo il pene e i testicoli sono due organi esterni, esposti, visibili e raggiungibili molto facilmente. Le femmine invece sono in un certo senso svantaggiate perché una parte dei loro genitali è interna, già solo per vederla serve uno specchio e anche così non si vede nella sua interezza. La parte esterna invece, la vulva, è sì facilmente esplorabile, ma è visibile solo parzialmente a meno che appunto non si usi uno specchio. Noi femmine diventiamo consapevoli della nostra vagina molto più difficilmente e molto dopo rispetto a come e quando i maschi diventano consapevoli dei loro genitali. In più, ci sono tanti tabù legati alla sessualità già a partire dall'infanzia. Pensiamo solo al fatto che è socialmente accettabile che un bambino piccolo si tocchi il pene e ci giochi, è considerato normale, una fase. Nessuno invece si sognerebbe mai di dire ad una bambina di esplorare la sua vagina suggerendole di provare ad inserire un suo dito. Perché? In fondo è il suo corpo...
Il rapporto con il proprio corpo e la propria sessualità dipende da tantissimi fattori, ma in generale si può dire che per tutta una serie di motivi anatomici, educativi, religiosi, sociali ecc, le donne hanno bisogno di fare un passo in più rispetto agli uomini nella scoperta della propria sessualità. Naturalmente questa è una tendenza e non una regola, per cui non diamo mai per scontato che anche gli uomini non possano avere tanti tipi di difficoltà nel relazionarsi con la propria sessualità. Ma ora e in questo luogo parliamo di sesso e di piacere dal nostro punto di vista.
Quindi questa benedetta eccitazione femminile come si manifesta?
Prima di tutto con la lubrificazione. Questo è forse il segnale più ovvio e più facilmente riconoscibile. Ma non è l'unico e soprattutto da solo non è affatto sufficiente.
Il vero segnale che siamo FISICAMENTE pronte alla penetrazione si ha quando la vulva, il clitoride e le piccole labbra si gonfiano (esattamente per lo stesso meccanismo dell'eccitazione maschile, ma naturalmente "l'erezione" dei nostri organi è nettamente minore) e i muscoli pelvici diventano morbidi grazie all'azione degli ormoni. La sensazione che si prova può essere diversa da donna a donna. Ad esempio Stefania, nella storia di Aliruna, ha descritto questa sensazione come una sorta di kr fatto autonomamente dalla sua vagina. Personalmente, descriverei questa sensazione come una pulsazione. Ma al di là delle proprie impressioni, quello che fondamentalmente si deve sentire è un fortissimo desiderio di essere penetrate A LIVELLO FISICO. Non si tratta assolutamente del nostro desiderio razionale e cosciente di voler passare alla penetrazione, è una sensazione e un desiderio che il nostro corpo prova, specificatamente la nostra vulva/entrata vaginale.
Sempre nella storia di Aliruna, Laura69 ha detto che quando le capita di sentire questa sensazione è come se ci fosse una mezza tempesta nella sua testa. Infatti per raggiungere quello stato di eccitazione bisogna essere in grado di entrare in una sorta di trance. E solo entrando in questa sorta di trance, possiamo, come dice Rossa, lasciarci guidare dalla nostra vagina e permetterle di esprimere il suo vastissimo potenziale erotico.
Per spiegare questo stato mentale vi cito una parte di un testo tratto da un sito che promuove il parto naturale in casa e possibilmente senza interventi medici invasivi. Ok può sembrare strano che vi citi questo, ma secondo me il meccanismo di base è quello (al di là che condividiate o meno le loro opinioni sul parto, di cui se volete si può discutere altrove):
Come si svolge il parto
Per partorire una donna ha bisogno di secernere una particolare combinazione di ormoni. I principali sono la prolattina, l’adrenalina (a intermittenza), le endorfine (che attenuano il dolore!), e soprattutto l’ossitocina.È fondamentale ricordare che quando una donna è in travaglio la parte più attiva del suo corpo è il suo “cervello primitivo”, ossia le strutture cerebrali arcaiche (ipotalamo, la ghiandola pituitaria...) che abbiamo in comune con tutti gli altri mammiferi. Affinché questa parte del cervello possa lavorare correttamente, l'altra parte del cervello, la neocorteccia (la parte più “razionale”, specifica della specie umana) deve essere assolutamente “disattivata”. Questo permette il necessario cambiamento nel livello di coscienza della donna, il noto fenomeno grazie al quale la madre si comporta come se fosse “su un altro pianeta”, estraniandosi dall’ambiente che la circonda per intraprendere una sorta di viaggio interiore (dove potrebbe anche emettere suoni e parole per lei inconsuete).
È quindi importante ricordare che occorre evitare ogni stimolazione neocorticale, ogni sollecitazione dell'intelletto, perché interferisce con l'avanzamento del travaglio. Questo è l'aspetto fondamentale della fisiologia del travaglio e se è compreso profondamente non si cadrà nell'errore di cercare di “far tornare in sé” la donna, di stimolarla o di intrattenerla. Riepilogando
Per permettere ad una nascita di avvenire in modo fisiologico vanno dunque rispettate 5 semplici regole fondamentali:
SILENZIO
Il linguaggio razionale è il fattore che più stimola la neocorteccia degli esseri umani.
LUCI SOFFUSE – BUIO
La stimolazione visiva sollecita la neocorteccia.INTIMITÀ
La donna non deve sentirsi osservata. La reazione fisiologica alla presenza di un osservatore è stata oggetto di studi scientifici. Osservando gli altri mammiferi, si è scoperto che per favorire l’intimità e isolarsi dai propri simili, quelli attivi nelle ore notturne tendono a partorire durante il giorno e al contrario, i mammiferi attivi durante il giorno, tendono a partorire di notte. La presenza di videocamere e di persone che “guardano” o “controllano” è dunque controproducente.
PROTEZIONE, SENSO DI SICUREZZA
Per permettere la variazione del livello di coscienza che caratterizza il processo del parto sentirsi al sicuro è un requisito fondamentale. Ogni situazione di ansia o paura provoca il rilascio di adrenalina che stimola la neocorteccia inibendo il processo del parto. Per sentirsi al sicuro le donne scelgono ad esempio di avere accanto una figura materna (la levatrice e/o la doula) per sentirsi al sicuro senza sentirsi osservate e giudicate.
Un basso livello di adrenalina è un presupposto fondamentale per l'inizio del travaglio e perché la prima fase si svolga senza complicazioni; mentre nei minuti che precedono la nascita è necessaria una scarica di adrenalina che permette il riflesso di eiezione del feto (stesso meccanismo che permette di raggiungere l'orgasmo durante un rapporto sessuale). CALORE
Soprattutto nella fase del secondamento (nascita della placenta) è necessario che madre e bambino siano pelle-a-pelle e al caldo affinché la donna possa liberare il picco di ossitocina più importante di tutta la sua vita. Questo permette alla placenta di nascere spontaneamente e senza interventi e permette l'innamoramento tra madre e bambino.
Il processo di un parto fisiologico non si esaurisce con la semplice espulsione del neonato, ma continua per almeno l’ora successiva alla nascita. Occorre dunque continuare a rispettare tutte quelle condizioni che favoriscono lo stato di trance, di sonno, della madre. Solo così possono avvenire i processi fisiologici indispensabili per preservare il delicato e complicatissimo meccanismo dell’interazione madre-bambino sotto molteplici punti di vista.
Il parto è un processo involontario che non si può controllare. L'unica cosa da fare è non disturbarlo, esattamente come avviene quando si sta per abbandonarsi al sonno o a un rapporto sessuale! (tratto da
http://www.nascerebene.ch/il-parto/la-f ... dettaglio/)
Il sesso funzione esattamente con gli stessi meccanismi: per questi motivi durante il sesso non si parla (o ci si dice lo stretto necessario), lo si fa in luoghi in cui ci sentiamo a nostro agio e non riusciamo a farlo se abbiamo delle preoccupazioni o ansie!
La prima volta che ho fatto sesso con il mio ragazzo raggiungendo sia questa sorta di trance, sia la massima eccitazione fisica, mi sono sentita come se fossi stata fuori dal mio corpo. Ed è stato il sesso più bello e soddisfacente e stupefacente che entrambi avessimo mai fatto in assoluto. Per di più, l'avevamo fatto nella posizione del missionario, una posizione che io ho sempre trovato molto noiosa e veramente poco piacevole, sia con il mio ragazzo sia con partner precedenti. Questo a mio parere dimostra che è importantissimo arrivare alla penetrazione nelle condizioni giuste per poter fare del sesso veramente soddisfacente.
Raggiungere questo stato mentale in cui ci abbandoniamo totalmente al nostro corpo (attenzione: al nostro corpo, non al partner!) è fondamentale e agevola il raggiungimento dell'eccitazione vera e propria.
È vero, anche senza questi due fattori, ma con solo la lubrificazione è possibile per le donne fare sesso. Così come un uomo con una scarsa erezione con un po' di insistenza magari riesce anche a penetrare la sua partner, ma che senso avrebbe fare sesso in questa maniera?
Gli uomini non iniziano il coito senza erezione, perché dovremmo iniziarlo noi senza essere mentalmente e fisicamente pronte?
È chiaro che noi vulvodiniche con la mucosa ipersensibile proviamo dolore alla penetrazione se non raggiungiamo quello stato. Anzi, la vulvodinia e la contrattura ci impongono proprio di raggiungere quello stato perché senza il nostro vestibolo delicato non reggerebbe un rapporto. Ma non è che dobbiamo raggiungerlo solo noi perché siamo malate, dobbiamo raggiungerlo tutte, sane, malate, giovani, anziane, donne esperte e donne che si approcciano al sesso per la prima volta. Tutte! Una donna sana, senza vulvodinia e problematiche pelviche magari non prova dolore se non è correttamente eccitata, ma sicuramente prova fastidio, oppure semplicemente non prova niente. Ed è vero che non provare niente è sempre meglio che provare dolore, ma ripeto: che senso avrebbe fare sesso in questa maniera?
Allora come si fa raggiungere la nostra massima eccitazione? Si impara con l'esercizio! Tutto il sesso si impara con l'esperienza
Bisogna però iniziare da soli. Prendere contatto con la propria sessualità è un passo fondamentale se la si vuole condividere con il partner, ma non solo. Quindi il primo passo è la masturbazione: se non si sa cosa ci piace, non possiamo aspettarci che lo sappiano altre persone per noi. Bisogna dunque partire alla scoperta e sperimentare un po' per capire: cosa ci piace? Dove esattamente? Con che tipo di pressione? Media/più forte? Per quanto tempo? E in quali altre parti del corpo?
Un'altra cosa importantissima è da stata detta da Laura69 qualche post fa: immaginazione. Come ho detto all'inizio, le donne per questioni ormonali sentono il desiderio sessuale molto meno spesso e meno intensamente degli uomini. In genere le donne lo sentono in concomitanza dell'ovulazione, ma non è detto che questo avvenga. E comunque si tratta solo di 24 ore in un mese intero! Quindi noi donne, se vogliamo incrementare il nostro desiderio e migliorare la nostra vita sessuale, dobbiamo attivamente e consciamente coltivarle, dobbiamo quindi crearci un nostro personalissimo immaginario erotico, un luogo nella nostra mente da cui possiamo attingere quando siamo in cerca di stimoli erotici.
Per fare ciò, la mia sessuologa consigliava di leggere racconti erotici. In giro ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti, internet ne è pieno pure di gratuiti. Ma perché tra tutto il materiale pornografico proprio i racconti? Perché a quanto pare, gli uomini e le donne funzionano diversamente e rispondono agli svariati stimoli sessuali in maniera differente. Generalmente, gli uomini sono più sensibili agli stimoli visivi e tattili (nel senso di toccare, non di farsi toccare); le donne sono più sensibili agli stimoli non visibili, cioè a tutto quello che riguarda le fantasie sessuali. I video porno invece sono quasi sempre pensati per un pubblico maschile e in genere stimolano di più erotismo degli uomini. In questo caso bisognerebbe andarsi a cercare il porno fatto e pensato per le donne (esiste davvero!).
I romanzi e i racconti erotici andranno a sommarsi nell'immaginario erotico a tutte le proprie esperienze personali positive e costituiranno un validissimo bagaglio di desiderio di cui potremo disporre a nostra volontà. Vi è mai capitato di vedere un film oppure leggere un testo di una scena erotica e di pensarci qualche giorno dopo provando eccitazione? Vi è mai capitato di ripensare ad un rapporto sessuale avvenuto qualche giorno prima e di eccitarvi solo al pensiero? Ecco, funziona esattamente così. Più roba ci buttate dentro, più il vostro bagaglio diventerà inesauribile.
Una volta sperimentato e raggiunto tutto questo, come tradurre tutto ciò nella coppia? E come fare per raggiungere l'eccitazione fisica e mentale ottimale?
La mia sessuologa consiglia il seguente esercizio:
in un momento di intimità, a letto o dove preferite, chiedete al vostro partner di accarezzarvi tutto il corpo, tutto ma proprio tutto, ad eccezione dei genitali, che per adesso sono off limit. Vi può accarezzare con un tocco leggero, oppure con un tocco più deciso, oppure può provare ad alternare i due tipi di tocco in varie parti del corpo. Ricordate però: vi può toccare dappertutto tranne che la vulva! Ricordate anche che lo scopo ultimo di questo esercizio non è assolutamente la penetrazione, quindi la cosa può anche morire lì, anzi deve!
Il vostro compito invece è quello di chiudere gli occhi, di ascoltare ogni sensazione che il tocco del vostro partner vi da, e di comunicargli cosa sentite tassativamente senza parole, ma con suoni, movimenti del corpo e in qualsiasi maniera vi venga naturale comunicare in quel momento. Le parole però sono bandite!
Quando l'ho messo in pratica, non ho detto al mio ragazzo che era un compito datomi dalla sessuologa, perché non volevo che quel momento mancasse di spontaneità e di naturalezza. Gli ho solo chiesto di accarezzarmi ovunque. Inoltre io ci ho aggiunto i baci da parte sua, per cercare ulteriormente di non vivere la cosa come un obbligo.
Questo esercizio è molto importante perché rappresenta in un certo senso la base da cui parte un rapporto sessuale. Vi farà capire quanto la stimolazione di tutto il vostro corpo accenda il desiderio.
È anche importante che non perdiate tempo a fare questo esercizio scambiandovi i ruoli. Semplicemente non fatelo, perché non c'è alcun bisogno. Gli uomini infatti sono poco sensibili alla stimolazione sessuale nel resto del corpo, loro traggono la maggior eccitazione ad essere toccati direttamente nei genitali, mentre ne traggono pochissima o quasi zero nell'essere accarezzati nel resto del corpo. Inoltre sono molto sensibili agli stimoli visivi, ma soprattutto quello che eccita di più gli uomini è vedere la propria partner eccitarsi e godere grazie a loro stessi!
Per le donne il discorso è inverso: loro hanno bisogno di essere stimolate a partire da tutto il resto del corpo, per arrivare ai genitali solo dopo, quando già ci sarà una forte eccitazione in corso.
Se ci pensate queste differenze tra uomini e donne (che, ripeto, sono considerazioni generali, non verità assolute - ognuno è fatto a modo suo!), si combinano perfettamente.
Questo però non vuol dire che non dovrete mai più toccare, accarezzare e baciare il vostro partner! Vuol dire semplicemente che questo momento, che Rossa ha ben definito come uno spazio di sano egoismo, non deve MAI mancare nei preliminari, perché è proprio questo tipo di scambio che vi porterà all'intensa eccitazione di cui abbiamo parlato prima. E infatti io non lo chiamerei neanche momento egoistico, perché è appunto uno scambio: il vostro partner vi fa eccitare toccandovi e baciandovi come piace a voi, voi invece, con i vostri gemiti, sospiri, esclamazioni di piacere eccetera, stimolate la sua eccitazione gratificandolo e facendolo sentire un "re del sesso".
Una volta sperimentato questo esercizio, prendetelo come "modello-base" dei preliminari. Ad esempio, la volta successiva ho chiesto al mio ragazzo: "Facciamo come l'ultima volta?" e da lì il tutto si è evoluto molto spontaneamente in un rapporto sessuale.
Per quello che riguarda la penetrazione, troverete una discussione più ampia nel prossimo post. Volevo però riprendere il consiglio che ho dato a Nati nella sua storia: bandire la penetrazione, per il momento, perché molto spesso è la parte più critica di un rapporto. Soprattutto chi soffre di cistiti post coitali, ma anche di svv e contrattura, la penetrazione spesso è una cosa, se non impossibile, fonte di molta ansia.
La cosa più utile da fare secondo me è la seguente: bandire appunto la penetrazione e parlarne apertamente col proprio partner spiegandogli perché non ve la sentite. Nel frattempo però tutto quello che riguarda il sesso non penetrativo non deve essere bandito, anzi! Deve essere sperimentato e potenziato! In questo modo, lasciandovi andare alla scoperta reciproca e di voi stesse, sarete voi a decidere quando sarà il momento di provare la penetrazione, perché ne sentirete il desiderio. Anzi, come ha ben detto Rossa, sarà la vostra vagina a chiedervelo! Dite al vostro partner che sarete voi a decidere quando sarà il momento e tutto quello che loro devono fare nel frattempo è farvi eccitare come se non ci fosse un domani. Questo non solo vi permette di vivere il sesso allontanando un'importante fonte di ansia, ma potrebbe essere un sollievo anche per il vostro compagno. Ad esempio, quando ho detto al mio ragazzo che alla penetrazione ci avrei pensato io, nel senso che avrei deciso io il momento giusto e avrei fatto io tutto quanto non appena lo avessi desiderato fortemente, lui si è sentito molto più tranquillo perché ha sempre avuto timore di farmi male. Prendendo il controllo di quel momento l'ho sollevato anche dalle sue paure e ansie.