
Ragazze,
Ormai per me siete diventate come una grande famiglia.
Ho deciso di postare in questa sezione perché l'argomento è delicato e personale e vorrei condividerlo solo con chi è registrato qui. Con voi, la mia grande famiglia di donne con cui sto condividendo una guarigione, un percorso, la strada difficile e meravigliosa che porta alla rinascita. Non sono ancora guarita sulla "carta". Ma mi SENTO guarita. So di essere "più di là che di qua", questa volta in senso positivo. Molto più vicina, se non vicinissima, alla guarigione. E, senz'altro, "mentalmente" guarita. Non più schiava. Né di me stessa, né della paura, né della malattia. Io mi sono definitivamente riscattata da questa bestia infernale.
Mentalmente - e, di conseguenza, anche fisicamente - posso affrontarla ancora, e ancora, e ancora. Senza paura alcuna. Sconfiggerla del tutto. E' solo questione di tempo. Rido di fronte alla sua lenta agonia. Il mio corpo ormai è più forte di lei. L'ago ormai pende inesorabilmente dalla mia parte, anche se lei sta facendo di tutto, e morbosamente, per non perdermi. Ma, ormai da tempo, mi ha già persa. Ragazze, io mi sento guarita.
Ho deciso di scrivere qui per testimoniare sul lato forse più delicato che questa malattia distrugge di noi. Il sesso, il rapporto con il nostro corpo, la relazione fisica con l'amato. Con conseguenze spesso nefaste sul nostro equilibrio psicofisico già di per sé provato dalla sofferenza. Sul nostro bisogno di vivere appieno la nostra persona, la nostra esistenza, e quella dell'amato. Il sesso per me è sempre stato una parte importantissima; un modo di vivermi e di vivere l'altro. Non è e non deve essere per tutte così; ognuna lo vive in un modo squisitamente personale, e squisitamente diverso. Per me è così. E' un modo di esprimermi, un modo di essere. Un angolo della mia persona dove sono totalmente libera. E' vivere l'altro, ma anche vivere me stessa. Scoprire, ma anche scoprirmi. Apprezzare momenti, sensazioni, scambi, condivisione, interazione, livelli diversi di relazione. Una relazione esclusiva, da condividere rigorosamente con un uomo speciale. Il sesso come scambio di qualcosa di prezioso - la mia persona, la mia intimità, le pieghe più profonde del mio sentire, della mia interiorità e della mia coscienza - facendone dono a chi amo.
Ultimamente l'uomo di cui ero innamorata e che avevo lasciato - imponendomelo, non perché l'amore fosse finito - è tornato. Ci siamo ritrovati, lui mi ama ancora, non ha mai smesso di farlo. Così come io non ho mai smesso di amarlo. Abbiamo ripreso a frequentarci, dopo mesi di lontananza, in cui io non ho fatto altro che prendermi cura di me stessa. Lui oggi è presente nella mia vita concretamente, così come non lo era mai stato. Siamo ancora in una fase di ripresa; non so cosa succederà. Ma lentamente abbiamo riavviato un percorso insieme, su basi altre. Con lui il rapporto fisico è sempre stato come mai era stato con nessuno. Con una consapevolezza diversa, perché oggi sono diversa. Una donna che ha trovato in lui la sua perfetta compensazione. Per noi fare l'amore era un modo per incontrarci, fisicamente certo, ma in una relazione che trascendeva la fisicità. Un incontro della parte più profonda di noi. Incontro sublime, che conteneva in sé ogni sfaccettatura di un uomo e di una donna. Istinto animale che sapeva diventare in un attimo ineguagliabile tenerezza. Trasgressione che non trascendeva mai nella mancanza di rispetto, che non prescindeva mai da un'intrinseca fonte di dolcezza. Passione sempre condivisa, mai imposta, mai sollecitata né forzata, che in un momento si scioglieva in uno scambio di sguardi carichi dell'amore più intenso e profondo. Due corpi la cui bellezza stava nel loro incontro, nel loro compensarsi alla perfezione, nella sintesi armoniosa del maschile e del femminile, in una fisicità che scorreva sempre parallela a un profondo sentimento.
Ebbene ragazze, voglio che questa testimonianza resti per chi ora è nell'inferno e non pensa di poterne uscire.
Dopo 6 mesi di cura, e a guarigione ancora non completamente raggiunta, il sesso per me è tornato ad essere un sogno. O meglio, mai prima d'ora era stato così, neppure prima della malattia. E io so perché. Oggi sono più grande; sono diventata donna DAVVERO. Neppure una gravidanza era riuscita a sviluppare un'autocoscienza così profonda. Posso dire di essermi davvero trasformata in una donna GRAZIE a questa malattia. GRAZIE a questo difficile percorso di presa di coscienza. Sono oggi una donna TOTALMENTE consapevole del suo corpo. Paradossalmente, questa malattia mi ha fatto dono di me stessa. Oggi mi percepisco, mi sento, parlo con il mio corpo. ASCOLTO le mie sensazioni, le mie reazioni, nella coscienza più completa, nella consapevolezza più intima. Ecco il dono ineguagliabile che ho ricevuto dalla malattia. Una cosa impensabile, a maggior ragione se mi rivedo solo fino a pochi mesi fa, schiava del dolore, della paura, della patologia.
Oggi sono LIBERA.
Gli effetti della cura e di questa presa di coscienza sono tangibili.
Prima, alcune posizioni erano impraticabili per me. Le avevo ormai definitivamente accantonate, per la paura delle recidive. Io sopra e lui sotto, ormai per me era fuori discussione. Provavo dolore e quasi sempre avevo una recidiva il giorno dopo. Non so se per lo stato d'infiammazione cronica, se per la mia conformazione (ho anche utero retroverso... non so se significa qualcosa). Fatto sta che la paura anticipatoria di quel dolore mi aveva spinta a praticare solo alcune posizioni che io ritenevo "sicure". Ebbene, oggi non è più così. La mia psiche si è liberata, non ho più paura. Non ho più paura perché il mio corpo ha reagito. Non sento più dolore. E non ho paura di un ipotetico dolore che potrebbe presentarsi. Perché oggi posso gestirlo, fino ad annientarlo. Oggi posso trarre piacere dal mio amato e dargli piacere così come più desidero e desideriamo. Il mio corpo si difende, lo so, lo sento. La mia psiche, di conseguenza, si è liberata dalle paure.
Qualche notte fa ho avuto il piacere di addormentarmi tra le braccia del mio amato senza alcun genere di ansia: sentivo il mio corpo forte, sentivo il mio corpo stare bene. Mi sono abbandonata nelle sue braccia dopo aver fatto l'amore. Non mi sono alzata per lavarmi, per bere, per assumere D-Mannosio. Non ho provato paura, ho sentito ancora una volta che il mio corpo era pronto. Serenamente l'ho ascoltato, conscia che comunque avrei potuto affrontare ogni cosa. Ciò che per la maggior parte delle donne è una cosa normalissima, per me non lo era più da tempo immemore. Mi è stata donata la possibilità di godere del calore delle braccia del mio amato nella più totale naturalezza, senza ansia, senza dolore. Mi sono svegliata la mattina dopo senza alcun sintomo. Ho preso comunque le mie brave dosi di D-Mannosio a partire dalla mattina, ma nella tranquillità più assoluta, con nella mente e nel corpo il ricordo della sua vicinanza, della sua tenerezza. Ho "dimenticato" per una notte D-Mannosio. Un segno da non sottovalutare.
Il preservativo era diventato un'incubo: ora non lo è più. E' semplicemente un "intruso" a volte un po' scomodo ma che in nessun modo riesce più a intaccare il nostro piacere. Il mio corpo ha ripreso a funzionare, si è ripreso dal tilt in cui era precipitato. Continuo a usare la crema D-Mannosio ma solo come buona abitudine, non più perché sono preda di fobie e paure. Non più perché devo arginare qualcosa che so essere fuori dal mio controllo.
Una sola cosa resta a farmi ricordare che sono ancora dentro il mio percorso di guarigione: il contatto del suo sperma sulla mia vagina, che è bruciante. Brucia come se mi ustionasse. E' quello l'unico elemento che prendo con benevolenza, con pazienza, con tenerezza, per ricordarmi che devo continuare a prendermi cura di me stessa, che devo proseguire nel volermi bene, nel curare questo piccolo corpo oggi tanto ricco, tanto meraviglioso, che tanto ha sofferto, che tanto ho odiato, e che ora sta tornando alla vita, nella gioia di poter vivere ciò che per la maggior parte delle donne è normale, dando valore a momenti che solo chi ha sofferto forse può riuscire ad apprezzare davvero nella loro bellezza.
Ragazze, questa è solo una tappa. Continuo e persevero nel curarmi. Ma spero che questo racconto "in itinere" possa servire. A trarre speranza, forza, risorse.
Mi piace oggi di più raccontare il mio buono, il buono che posso darvi, anziché portarvi il "cattivo" che ancora devo risolvere.
Vi voglio bene.
Senza di voi tutto questo non sarebbe mai stato possibile.
GRAZIE
