Avrei bisogno di un consiglio sui prossimi passi

Buongiorno a tutte,
avrei bisogno di un consiglio su come muovermi, vi riassumo la mia storia.
Ho avuto il primo episodio di cistite circa dodici anni fa, con i primi rapporti.
Per anni si è manifestata una sola volta l'anno con il primo caldo estivo (una volta avevo la brutta abitudine di bere poco).
Nel 2019 però il tutto è peggiorato: quell'anno ho avuto episodi in estate, ad ottobre, novembre e il successivo gennaio 2020.
Inizialmente ho assunto il Monuril, poi l'antibiotico che mi aveva prescritto il medico di base (non ricordo quale fosse, è passato parecchio).
Urinocolture fino a quel momento a volte positive (Escherichia Coli) a volte negative, forse anche perché il mio medico mi dava subito l'antibiotico e un paio di settimane dopo mi faceva fare gli esami.
Dato che gli episodi si erano fatti molto frequenti mi sono rivolta ad un urologo che mi ha fatto fare l'ecografia e non ha riscontrato nulla di anomalo: niente residuo, vescica apparentemente non infiammata, reni liberi. Scopro solo in quel momento che è possibile fare l'urinocoltura anche privatamente, senza impegnativa del medico.
Mi dà Utibix per un mese e per i successivi due mesi un ciclo ciascuno di 15 giorni.
Terminati questi cicli la cistite si presenta immediatamente ma a causa del Covid non riesco a fare le analisi.
Continuo a prendere Utibix fino a maggio, quando finalmente riaprono i laboratori di analisi.
Non appena spetto di assumere l'integratore la cistite torna, faccio l'urinocoltura e risulta positiva all'Escherichia Coli.
L'urologo mi fa fare un ciclo di neo furadantin con probiotici.
A giugno di nuovo cistite, questa volta dato che soffro anche di intestino irritabile mi rivolgo a un omeopata e nutrizionista.
Inizio una dieta molto restrittiva nella quale mi tolgono di tutto. Inizialmente il problema migliora, appena sgarro torna la cistite, ma siccome sono in vacanza non riesco a fare le analisi.
L'urologo prima di proseguire con altre terapie mi chiede di rifare l'urinocoltura al prossimo attacco (perché a quanto pare risulto positiva solo in presenza di attacco acuto) che puntualmente si ripresenta a inizio ottobre, di nuovo Escherichia Coli.
A novembre 2020, ormai stremata, inizio un nuovo percorso con una biologa nutrizionista e un'ostetrica.
La biologa mi fa fare il Gut Screening e ne emerge una probabile intolleranza al lattosio, oltre a batteri vari che hanno tra i vari sintomi anche la cistite.
Ho due strade: o faccio una cura a base di aromatoil (di 60 giorni circa) + seconda fase con fermenti, oppure con uno degli antibiotici a cui risulto sensibile.
Scelgo la prima strada.
Contemporaneamente l'ostetrica mi diagnostica ipertono del pavimento pelvico e mi da degli esercizi da fare.
Il mio problema principale in questo senso è dato dal fatto che lavoro 12 ore al giorno seduta (da lunedì a domenica), torno a casa tardissimo e ho a malapena il tempo di mangiare una cosa al volo e farmi la doccia. Non ho quindi il tempo di provare vapori, scaldini ecc... Gli esercizi li faccio un po' di fretta, fatico a rilassarmi perché sono perennemente di corsa.
Non riesco quindi ad affrontare con la giusta serietà ciò che mi è stato indicato, almeno per il momento.
In più io sono un tecnico e non posso andare in bagno quando voglio, per cui a volte mi trovo a dovermi trattenere.
Qualche miglioramento c'è stato: niente più pancia gonfia (e sono super regolare), niente più dolore ai rapporti che affronto quindi molto più serena.
Da ottobre dell'anno scorso seguo le schede indicate dall'associazione, il problema è che appena diminuisco la dose di D-Mannosio torno quella di prima.
Nel frattempo ho avuto la cistite di nuovo a gennaio, febbraio e oggi (se riesco a resistere senza monuril domani mattina vado a fare le analisi, anche se il monuril dovrò comunque prenderlo, altrimenti fino alle 20.30 al lavoro non so come arrivarci).
Non so veramente più come venirne fuori, starei pensando di chiedere consiglio a uno dei medici consigliati dall'Associazione, come Porru o Galizia.
Volevo quindi chiedere se qualcuno con storie simili alla mia potrebbe indicarmi se è meglio l'uno o l'altro (non sono riuscita bene a capire se sono specializzati in cose diverse) e se ci sono altre cose che posso fare per risolvere. Vorrei tanto metter su famiglia ma fino ad ora non ci ho provato perché sto male troppo spesso.
Ah dimenticavo: ho assunto la pillola per 12 anni, l'ho smessa l'anno scorso perché pensavo potesse c'entrare qualcosa ma niente.
avrei bisogno di un consiglio su come muovermi, vi riassumo la mia storia.
Ho avuto il primo episodio di cistite circa dodici anni fa, con i primi rapporti.
Per anni si è manifestata una sola volta l'anno con il primo caldo estivo (una volta avevo la brutta abitudine di bere poco).
Nel 2019 però il tutto è peggiorato: quell'anno ho avuto episodi in estate, ad ottobre, novembre e il successivo gennaio 2020.
Inizialmente ho assunto il Monuril, poi l'antibiotico che mi aveva prescritto il medico di base (non ricordo quale fosse, è passato parecchio).
Urinocolture fino a quel momento a volte positive (Escherichia Coli) a volte negative, forse anche perché il mio medico mi dava subito l'antibiotico e un paio di settimane dopo mi faceva fare gli esami.
Dato che gli episodi si erano fatti molto frequenti mi sono rivolta ad un urologo che mi ha fatto fare l'ecografia e non ha riscontrato nulla di anomalo: niente residuo, vescica apparentemente non infiammata, reni liberi. Scopro solo in quel momento che è possibile fare l'urinocoltura anche privatamente, senza impegnativa del medico.
Mi dà Utibix per un mese e per i successivi due mesi un ciclo ciascuno di 15 giorni.
Terminati questi cicli la cistite si presenta immediatamente ma a causa del Covid non riesco a fare le analisi.
Continuo a prendere Utibix fino a maggio, quando finalmente riaprono i laboratori di analisi.
Non appena spetto di assumere l'integratore la cistite torna, faccio l'urinocoltura e risulta positiva all'Escherichia Coli.
L'urologo mi fa fare un ciclo di neo furadantin con probiotici.
A giugno di nuovo cistite, questa volta dato che soffro anche di intestino irritabile mi rivolgo a un omeopata e nutrizionista.
Inizio una dieta molto restrittiva nella quale mi tolgono di tutto. Inizialmente il problema migliora, appena sgarro torna la cistite, ma siccome sono in vacanza non riesco a fare le analisi.
L'urologo prima di proseguire con altre terapie mi chiede di rifare l'urinocoltura al prossimo attacco (perché a quanto pare risulto positiva solo in presenza di attacco acuto) che puntualmente si ripresenta a inizio ottobre, di nuovo Escherichia Coli.
A novembre 2020, ormai stremata, inizio un nuovo percorso con una biologa nutrizionista e un'ostetrica.
La biologa mi fa fare il Gut Screening e ne emerge una probabile intolleranza al lattosio, oltre a batteri vari che hanno tra i vari sintomi anche la cistite.
Ho due strade: o faccio una cura a base di aromatoil (di 60 giorni circa) + seconda fase con fermenti, oppure con uno degli antibiotici a cui risulto sensibile.
Scelgo la prima strada.
Contemporaneamente l'ostetrica mi diagnostica ipertono del pavimento pelvico e mi da degli esercizi da fare.
Il mio problema principale in questo senso è dato dal fatto che lavoro 12 ore al giorno seduta (da lunedì a domenica), torno a casa tardissimo e ho a malapena il tempo di mangiare una cosa al volo e farmi la doccia. Non ho quindi il tempo di provare vapori, scaldini ecc... Gli esercizi li faccio un po' di fretta, fatico a rilassarmi perché sono perennemente di corsa.
Non riesco quindi ad affrontare con la giusta serietà ciò che mi è stato indicato, almeno per il momento.
In più io sono un tecnico e non posso andare in bagno quando voglio, per cui a volte mi trovo a dovermi trattenere.
Qualche miglioramento c'è stato: niente più pancia gonfia (e sono super regolare), niente più dolore ai rapporti che affronto quindi molto più serena.
Da ottobre dell'anno scorso seguo le schede indicate dall'associazione, il problema è che appena diminuisco la dose di D-Mannosio torno quella di prima.
Nel frattempo ho avuto la cistite di nuovo a gennaio, febbraio e oggi (se riesco a resistere senza monuril domani mattina vado a fare le analisi, anche se il monuril dovrò comunque prenderlo, altrimenti fino alle 20.30 al lavoro non so come arrivarci).
Non so veramente più come venirne fuori, starei pensando di chiedere consiglio a uno dei medici consigliati dall'Associazione, come Porru o Galizia.
Volevo quindi chiedere se qualcuno con storie simili alla mia potrebbe indicarmi se è meglio l'uno o l'altro (non sono riuscita bene a capire se sono specializzati in cose diverse) e se ci sono altre cose che posso fare per risolvere. Vorrei tanto metter su famiglia ma fino ad ora non ci ho provato perché sto male troppo spesso.
Ah dimenticavo: ho assunto la pillola per 12 anni, l'ho smessa l'anno scorso perché pensavo potesse c'entrare qualcosa ma niente.