Il mio inferno personale

Salve a tutte e tutti,
mi sono iscritto da poco a questo forum anche se, negli anni, mi è capitato più volte di leggervi. Cercherò di raccontarvi nel modo più breve possibile la mia storia, sperando di poter ricevere un po' di supporto (quello morale serve sempre), ma soprattutto consigli.
Sono un under 30, ma praticamente da sempre soffro di problematiche urinarie.
Partiamo proprio dal principio: sono nato con una lieve ipospadia balanica, che vuol dire che il mio meato è posto leggermente sotto al punto in cui dovrebbe trovarsi. E cosa probabilmente più rilevante, è un meato puntiforme e quindi più "piccolo" del normale.
Fin da bambino, dunque, sono stato sottoposto a diverse visite urologiche per capire se fosse meglio subire un intervento o meno. Passa la linea di non intervenire, complice il fatto che mia madre (non so quanto saggiamente) aveva paura di farmi questo tipo di intervento.
Passano gli anni con niente più che qualche dolorino localizzato che passa con creme varie e qualche ciclo di antibiotici.
Divento adolescente e - come tanti a quella età - un accanito masturbatore. Mi vivo, per fortuna, quegli anni in cui tutti noi impariamo a familiarizzare col nostro corpo in maniera piuttosto serena.
Già allora è chiaro, però, che la mia uretra e il mio glande tendono ad infiammarsi facilmente.
Andando avanti - e iniziando ad avere una vita sessuale piuttosto attiva - ho dovuto fare ancora di più i coni con la cosa ed è ricominciata la trafila dagli urologi.
Negli ultimi dieci anni mi è stato detto di tutto. Dalla diagnosi di prostatite che è stata la più accreditata (oggi magari è possibile che la mia infiammazione abbia provocato delle prostatiti, ma quando ero poco più che maggiorenne mi sembra molto improbabile) fino ad arrivare al "non hai niente, è tutto nella tua testa".
Provo dunque tutte quelle terapie che vedo sono piuttosto battute in qualsiasi tipo di patologia uro-genitale, a prescindere se si sia uomini o donne.
E scopro pure quella frustrazione che si ha, quando ci si sente "abbandonati" dai medici che non sanno più come curarti e se fosse per loro prenderesti cicli di antibiotici a vita.
Oggi sono più vicino ad una diagnosi rispetto a qualche anno fa: i miei fastidi derivano molto probabilmente dal fatto di avere il meato più stretto del normale.
Lo sapevamo fin dall'inizio, direte voi, e invece questa consapevolezza è arrivata dopo anni e anni di visite in cui mi si diceva tutt'altro.
I miei sintomi sono: bruciore localizzato sul meato, spesso rossore e bruciore a seguito della prima urina del mattino (spesso anche l'ultima della giornata). Poi ci sono tutta un'altra serie di sintomi che rientrano nel pacchetto che però non ci sono sempre, credo di poterli racchiudere tutti nel pacchetto uretrite/prostatite a seconda dei casi.
Specifico una cosa: non mi sono praticamente mai stati trovati sei batteri nelle indagini colturali se non un paio di volte lo Streptococcus Agalactiae. Che dopo litri e litri di acqua non si è mai più ripresentato.
Per fortuna, già da qualche anno ho capito quanto stile di vita, d-mannosio e altre cose che anche voi consigliate possano avere un impatto positivo su questo tipo di problematiche.
Il problema è che comunque i fastidi si ripresentano ormai troppo spesso, soprattutto a seguito dei rapporti sessuali. E mi condizionano non poco la vita e l'umore. Anche perché, se sai che il giorno dopo devi stare male, succede che talvolta di avere un rapporto manco ti viene la voglia.
Al momento sono fermo a un bivio. Il percorso diagnostico fatto finora mi ha portato da uno dei più famosi esperti di chirurgia uretrale che mi consiglia di andare a fare un'uretrografia retrograda e minzionale. Dopodiché, molto probabilmente, tentare un intervento: una meatotomia.
Io sono molto spaventato, innanzitutto dall'esame, ma soprattutto dall'intervento. Non tanto per il l'intervento in sé, ma perché leggendo in giro mi pare che tante persone finiscono per subire recidive e doverne subire di altri.
E onestamente, prima di fare un passo del genere, vorrei essere perlomeno convinto che la strada che sto seguendo sia quella giusta.
Voi avete consigli da darmi? Se avete bisogno di altre informazioni sono a disposizione.
Se possibile, mi piacerebbe sentire qualche parere anche di altri uomini che si sono sottoposti ad uretrografia retrograda e minzionale. Come spesso succede, i medici minimizzano. Però la mia paura più grande è quella di andare a rompere quell'equilibrio, per quanto molto precario, che mi sono creato negli anni con piccole attenzioni allo stile di vita e fitoterapia.
Nonostante questo "equilibrio", io davvero sono stremato da questa situazione e mi piacerebbe poter vivere una vita in cui non devo essere costantemente concentrato su come non far infiammare il mio meato e la mia uretra.
Vi ringrazio in anticipo se siete arrivati fin qui.
mi sono iscritto da poco a questo forum anche se, negli anni, mi è capitato più volte di leggervi. Cercherò di raccontarvi nel modo più breve possibile la mia storia, sperando di poter ricevere un po' di supporto (quello morale serve sempre), ma soprattutto consigli.
Sono un under 30, ma praticamente da sempre soffro di problematiche urinarie.
Partiamo proprio dal principio: sono nato con una lieve ipospadia balanica, che vuol dire che il mio meato è posto leggermente sotto al punto in cui dovrebbe trovarsi. E cosa probabilmente più rilevante, è un meato puntiforme e quindi più "piccolo" del normale.
Fin da bambino, dunque, sono stato sottoposto a diverse visite urologiche per capire se fosse meglio subire un intervento o meno. Passa la linea di non intervenire, complice il fatto che mia madre (non so quanto saggiamente) aveva paura di farmi questo tipo di intervento.
Passano gli anni con niente più che qualche dolorino localizzato che passa con creme varie e qualche ciclo di antibiotici.
Divento adolescente e - come tanti a quella età - un accanito masturbatore. Mi vivo, per fortuna, quegli anni in cui tutti noi impariamo a familiarizzare col nostro corpo in maniera piuttosto serena.
Già allora è chiaro, però, che la mia uretra e il mio glande tendono ad infiammarsi facilmente.
Andando avanti - e iniziando ad avere una vita sessuale piuttosto attiva - ho dovuto fare ancora di più i coni con la cosa ed è ricominciata la trafila dagli urologi.
Negli ultimi dieci anni mi è stato detto di tutto. Dalla diagnosi di prostatite che è stata la più accreditata (oggi magari è possibile che la mia infiammazione abbia provocato delle prostatiti, ma quando ero poco più che maggiorenne mi sembra molto improbabile) fino ad arrivare al "non hai niente, è tutto nella tua testa".
Provo dunque tutte quelle terapie che vedo sono piuttosto battute in qualsiasi tipo di patologia uro-genitale, a prescindere se si sia uomini o donne.
E scopro pure quella frustrazione che si ha, quando ci si sente "abbandonati" dai medici che non sanno più come curarti e se fosse per loro prenderesti cicli di antibiotici a vita.
Oggi sono più vicino ad una diagnosi rispetto a qualche anno fa: i miei fastidi derivano molto probabilmente dal fatto di avere il meato più stretto del normale.
Lo sapevamo fin dall'inizio, direte voi, e invece questa consapevolezza è arrivata dopo anni e anni di visite in cui mi si diceva tutt'altro.
I miei sintomi sono: bruciore localizzato sul meato, spesso rossore e bruciore a seguito della prima urina del mattino (spesso anche l'ultima della giornata). Poi ci sono tutta un'altra serie di sintomi che rientrano nel pacchetto che però non ci sono sempre, credo di poterli racchiudere tutti nel pacchetto uretrite/prostatite a seconda dei casi.
Specifico una cosa: non mi sono praticamente mai stati trovati sei batteri nelle indagini colturali se non un paio di volte lo Streptococcus Agalactiae. Che dopo litri e litri di acqua non si è mai più ripresentato.
Per fortuna, già da qualche anno ho capito quanto stile di vita, d-mannosio e altre cose che anche voi consigliate possano avere un impatto positivo su questo tipo di problematiche.
Il problema è che comunque i fastidi si ripresentano ormai troppo spesso, soprattutto a seguito dei rapporti sessuali. E mi condizionano non poco la vita e l'umore. Anche perché, se sai che il giorno dopo devi stare male, succede che talvolta di avere un rapporto manco ti viene la voglia.
Al momento sono fermo a un bivio. Il percorso diagnostico fatto finora mi ha portato da uno dei più famosi esperti di chirurgia uretrale che mi consiglia di andare a fare un'uretrografia retrograda e minzionale. Dopodiché, molto probabilmente, tentare un intervento: una meatotomia.
Io sono molto spaventato, innanzitutto dall'esame, ma soprattutto dall'intervento. Non tanto per il l'intervento in sé, ma perché leggendo in giro mi pare che tante persone finiscono per subire recidive e doverne subire di altri.
E onestamente, prima di fare un passo del genere, vorrei essere perlomeno convinto che la strada che sto seguendo sia quella giusta.
Voi avete consigli da darmi? Se avete bisogno di altre informazioni sono a disposizione.
Se possibile, mi piacerebbe sentire qualche parere anche di altri uomini che si sono sottoposti ad uretrografia retrograda e minzionale. Come spesso succede, i medici minimizzano. Però la mia paura più grande è quella di andare a rompere quell'equilibrio, per quanto molto precario, che mi sono creato negli anni con piccole attenzioni allo stile di vita e fitoterapia.
Nonostante questo "equilibrio", io davvero sono stremato da questa situazione e mi piacerebbe poter vivere una vita in cui non devo essere costantemente concentrato su come non far infiammare il mio meato e la mia uretra.
Vi ringrazio in anticipo se siete arrivati fin qui.