La storia di Irigaray

Buongiorno a tutte e grazie per avermi accolto in questa comunità :)
Ho 23 anni, e soffro di vestibolite vulvare dal 2011, quindi ormai da cinque anni. Seguo da molto tempo il vostro forum e quello di Aida Blanchett, ma è la prima volta che scrivo. Leggendo le altre storie personali, mi rendo conto che il mio percorso è stato un po' diverso dal modello prevalente, che vede un concatenarsi di cistiti, candidosi ed altre infezioni e infine l'esplodere della vulvodinia. Io ho avuto solo un episodio di Candida in fase prepuberale e una cistite un paio d'anni fa (siccome già vi leggevo, l'ho curata con d-mannosio e non con gli antibiotici).
Nel mio caso si è originato tutto dal vaginismo, che come saprete è una fobia della penetrazione che si manifesta con uno spasmo fortissimo dei muscoli vaginali. Tale spazio provoca un dolore intollerabile, fisico e psicologico, al tentativo della penetrazione. Si è manifestato sin dai primi rapporti sessuali a 18 anni (che ho avuto senza reale desiderio, ma solo per la fretta di "raggiungere" le mie amiche che lo avevano già fatto, e per paura di essere lasciata dal mio fidanzato di allora). Sin da piccola (ma me ne accorgo solo ora) per me i muscoli pelvici sono stati una sorta di "gabbia protettiva", anche se non ho mai subito abusi o violenze. Eppure mi contraevo, addirittura chiudendo materialmente le gambe, quando vedevo scene di violenza in televisione, quando avevo paura della maestra, e ovviamente durante le prime visite ginecologiche dopo il menarca. Avevo paura di toccarmi la vulva. Avevo sentito parlare di orgasmo ed era una cosa che mi spaventava più che incuriosirmi, e ho sempre immaginato la penetrazione come dolorosa. Nonostante il dolore e la paura ho commesso il gravissimo errore, per il quale ancora chiedo perdono a me stessa, di forzare il mio corpo ad avere rapporti.
La penetrazione è diventata possibile ma con grandissime sofferenze e sempre accompagnata da bruciore e dolore.
E mi sono ammalata di vulvodinia.
I miei sintomi non sono mai stati spontanei, il principale è bruciore e dolore sulla mucosa durante la penetrazione. Ci sono altri sintomi minori:
- durante la fase dell'eccitazione provo un dolore sordo su tutta l'area pelvica come se i miei muscoli si stessero "gonfiando"
- dopo la penetrazione sento un dolore sordo che non ha locazione nella vulva o nella vagina ma riguarda natica e gamba (solo a sinistra). ma io *so* che è collegato alla penetrazione
- non tollero lo sperma sulle mucose vulvari (ma non sono allergica perché durante la fellatio non mi crea alcun problema - scusate l'abbondanza di dettagli ma è per chiarire!)
Nel 2013 finalmente decido di recarmi da un ginecologo e psicoterapeuta milanese, che mi diagnostica iperalgesia del vestibolo vulvare e vaginismo primario.
Mi ha dato differenti terapie per la vulvodinia e per il vaginismo.
Per la vulvodinia:
- un ciclo di 20 sedute di TENS che non mi hanno fatto alcun effetto se non quello di provocarmi quel famoso dolore natica/gamba sinistra
- una pomata galenica di amitriptilina che non mi ha aiutata
Quindi gli interventi specifici per la SVV non hanno dato effetto.
Ma c'è un ma.
Ecco infatti la terapia per il vaginismo:
- psicoterapia comportamentale (12 sedute)
- automassaggio per rilassare la muscolatura pelvica, una sera sì e una no
- esercizi progressivi con dilatatori studiati per il vaginismo
Questo tipo di protocollo, mentre Tens e amitriptilina non mi hanno fatto un bel niente, ha migliorato molto il sintomo bruciore/dispareunia. Dal 2013 ad oggi ho fatto tali e tanti progressi che oggi riesco ad avere rapporti sessuali caratterizzati da bruciore iniziale - più o meno intenso - che scompare nel corso del rapporto. Nella fase ovulatoria ho rapporti completamente indolori. Da circa un annetto ho iniziato a provare piacere nei rapporti.
Sono molto contenta dei progressi fatti, il problema è che vorrei eliminare il bruciore iniziale e il dolore muscolare alla natica e alla gamba, che il mio ginecologo dice non essere collegato alla SVV. Vorrei poi indagare il dolore che provo durante l'eccitazione e l'intolleranza al liquido seminale.
Il mio ginecologo rimarrà sempre il mio punto di riferimento, ma di comune accordo con lui vorrei sentire altri pareri. Vorrei provare alla clinica Ginecea, ma ora come ora la cruda verità è che non me la posso permettere. Su consiglio del ginecologo ho prenotato una visita presso il Cnetro Medico S. Agostino.
Per il resto che dire? Mi sto laureando e sono innamorata, se non fosse per la SVV sarebbe un periodo davvero felice.
Irigaray
Ho 23 anni, e soffro di vestibolite vulvare dal 2011, quindi ormai da cinque anni. Seguo da molto tempo il vostro forum e quello di Aida Blanchett, ma è la prima volta che scrivo. Leggendo le altre storie personali, mi rendo conto che il mio percorso è stato un po' diverso dal modello prevalente, che vede un concatenarsi di cistiti, candidosi ed altre infezioni e infine l'esplodere della vulvodinia. Io ho avuto solo un episodio di Candida in fase prepuberale e una cistite un paio d'anni fa (siccome già vi leggevo, l'ho curata con d-mannosio e non con gli antibiotici).
Nel mio caso si è originato tutto dal vaginismo, che come saprete è una fobia della penetrazione che si manifesta con uno spasmo fortissimo dei muscoli vaginali. Tale spazio provoca un dolore intollerabile, fisico e psicologico, al tentativo della penetrazione. Si è manifestato sin dai primi rapporti sessuali a 18 anni (che ho avuto senza reale desiderio, ma solo per la fretta di "raggiungere" le mie amiche che lo avevano già fatto, e per paura di essere lasciata dal mio fidanzato di allora). Sin da piccola (ma me ne accorgo solo ora) per me i muscoli pelvici sono stati una sorta di "gabbia protettiva", anche se non ho mai subito abusi o violenze. Eppure mi contraevo, addirittura chiudendo materialmente le gambe, quando vedevo scene di violenza in televisione, quando avevo paura della maestra, e ovviamente durante le prime visite ginecologiche dopo il menarca. Avevo paura di toccarmi la vulva. Avevo sentito parlare di orgasmo ed era una cosa che mi spaventava più che incuriosirmi, e ho sempre immaginato la penetrazione come dolorosa. Nonostante il dolore e la paura ho commesso il gravissimo errore, per il quale ancora chiedo perdono a me stessa, di forzare il mio corpo ad avere rapporti.
La penetrazione è diventata possibile ma con grandissime sofferenze e sempre accompagnata da bruciore e dolore.
E mi sono ammalata di vulvodinia.
I miei sintomi non sono mai stati spontanei, il principale è bruciore e dolore sulla mucosa durante la penetrazione. Ci sono altri sintomi minori:
- durante la fase dell'eccitazione provo un dolore sordo su tutta l'area pelvica come se i miei muscoli si stessero "gonfiando"
- dopo la penetrazione sento un dolore sordo che non ha locazione nella vulva o nella vagina ma riguarda natica e gamba (solo a sinistra). ma io *so* che è collegato alla penetrazione
- non tollero lo sperma sulle mucose vulvari (ma non sono allergica perché durante la fellatio non mi crea alcun problema - scusate l'abbondanza di dettagli ma è per chiarire!)
Nel 2013 finalmente decido di recarmi da un ginecologo e psicoterapeuta milanese, che mi diagnostica iperalgesia del vestibolo vulvare e vaginismo primario.
Mi ha dato differenti terapie per la vulvodinia e per il vaginismo.
Per la vulvodinia:
- un ciclo di 20 sedute di TENS che non mi hanno fatto alcun effetto se non quello di provocarmi quel famoso dolore natica/gamba sinistra
- una pomata galenica di amitriptilina che non mi ha aiutata
Quindi gli interventi specifici per la SVV non hanno dato effetto.
Ma c'è un ma.
Ecco infatti la terapia per il vaginismo:
- psicoterapia comportamentale (12 sedute)
- automassaggio per rilassare la muscolatura pelvica, una sera sì e una no
- esercizi progressivi con dilatatori studiati per il vaginismo
Questo tipo di protocollo, mentre Tens e amitriptilina non mi hanno fatto un bel niente, ha migliorato molto il sintomo bruciore/dispareunia. Dal 2013 ad oggi ho fatto tali e tanti progressi che oggi riesco ad avere rapporti sessuali caratterizzati da bruciore iniziale - più o meno intenso - che scompare nel corso del rapporto. Nella fase ovulatoria ho rapporti completamente indolori. Da circa un annetto ho iniziato a provare piacere nei rapporti.
Sono molto contenta dei progressi fatti, il problema è che vorrei eliminare il bruciore iniziale e il dolore muscolare alla natica e alla gamba, che il mio ginecologo dice non essere collegato alla SVV. Vorrei poi indagare il dolore che provo durante l'eccitazione e l'intolleranza al liquido seminale.
Il mio ginecologo rimarrà sempre il mio punto di riferimento, ma di comune accordo con lui vorrei sentire altri pareri. Vorrei provare alla clinica Ginecea, ma ora come ora la cruda verità è che non me la posso permettere. Su consiglio del ginecologo ho prenotato una visita presso il Cnetro Medico S. Agostino.
Per il resto che dire? Mi sto laureando e sono innamorata, se non fosse per la SVV sarebbe un periodo davvero felice.
Irigaray