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La vulvodinia è una sindrome patologica caratterizzata da dolore, bruciore e ipersensibilizzazione della vulva (la parte esterna dei genitali femminili).

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Nonostante la vulvodinia sia piuttosto frequente, resta una patologia misconosciuta e i medici che la sanno riconoscere e curare sono ancora pochi. Cerca un professionista in grado di diagnosticare e trattare la vulvodinia fra i professionisti consigliati e i professionisti convenzionati con l'associazione.

Il medico esperto in vulvodinia segue un percorso terapeutico finalizzato al raggiungimento contemporaneo di 3 obiettivi terapeutici principali:

 

Regolarizzazione della trasmissione nervosa

Per regolarizzare il dolore neuropatico vulvare è possibile ricorrere a diversi approcci terapeutici che vanno a modulare il segnale nervoso:

 

Terapie locali

Esistono due forme di vulvodinia caratterizzate da sintomatologia differente: localizzata (vestibolodinia o sindrome vulvo-vestibolare) e generalizzata (o vulvodinia propriamente detta).

Le terapie locali sono utili nella forma di vulvodinia localizzata. Non hanno senso nella vulvodinia generalizzata, trattandosi di un problema che non è più locale, ma che coinvolge i nervi più centrali.
Ecco quali sostanze la donna può applicare localmente per ridurre il dolore vulvare.

  • Anestetici. Alcuni medici suggeriscono l’applicazione notturna a lungo termine di anestetici, come la lidocaina, che possono bloccare l’impulso doloroso e favorire la guarigione. Tuttavia la lidocaina può provocare sensibilizzazione sia sulla Paziente che sul partner con conseguenti dermatiti da contatto e intorpidimento del pene. La Benzocaina, anestetico utilizzato in creme genitali (come il Vagisil) può provocare reazioni allergiche e sensibilizzazione). Anche il Diphenhydramine, presente in molti preparati anestetici presenta alti rischi di sensibilizzazione. Per ovviare a tale problematica è possibile l'utilizzo di infiltrazioni di anestetici nei trigger point.

  • Amitriptilina. Nelle Pazienti con dolore provocato si è rivelata utile l'applicazione locale di amitriptilina (antidepressivo) in quanto modulatore del segnale nervoso.

  • Nitroglicerina e capsaicina. La nitroglicerina topica e la capsaicina applicate localmente aumentano la soglia del dolore diminuendo il segnale nervoso. L'effetto collaterale della nitroglicerina è il possibile mal di testa successivo all'applicazione. Quello della capsaicina è il bruciore all'applicazione.
    (Testimonianze sulla nitroglicerina dal Forum)

Terapie orali

Il dolore neuropatico va trattato con terapie che, come il sonno, riducano l'attività delle fibre nervose coinvolte e ne regolino l'attività. La trasmissione del messaggio dolorifico in condizioni normali è inibita da alcuni neurotrasmettitori presenti nel nostro corpo. Essi riportano in stato non eccitato la membrana dei recettori dolorifici stimolata dalla sostanza P. Nel dolore cronico vi è sia una diminuzione di questi nostri neurotrasmettitori inibitori, sia l'aumento dell'eccitabilità di membrana. Per regolarizzare la funzionalità di questi recettori saranno quindi necessarie terapie che simulino l'azione di questi neurotrasmettitori: antidepressivi, antiepilettici, oppioidi, endocannabinoidi.

    • Antidepressivi. Nel caso della vulvodinia si ricorre agli antidepressivi triciclici orali come l’amitriptilina (Laroxyl), la nortriptilina (Noritren) e la desipramina (Nortimil). Il 60% delle donne trattate con amitriptilina ha riscontrato una riduzione del dolore pari al 50%. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SSNRI), come venlafaxina (Efexor) e duloxetina (Cymbalta), hanno dimostrato efficacia terapeutica. I primi benefici vengono avvertiti a partire dalla quarta settimana di trattamento. (Leggi sul Forum: Antidepressivi Ansiolitici Antiepilettici)

    • Anticonvulsivanti. Tra i farmaci antiepilettici il Gabapentin (Neurontin) si è dimostrato molto efficace nel trattamento del dolore neuropatico nella vulvodinia generalizzata, così come nel trattamento della vulvodinia localizzata. Alcuni studi retrospettivi hanno evidenziato un’attenuazione del dolore pari anche all’80% in un numero di donne compreso tra il 64% e l’82% del campione. Il Pregabalin (Lyrica) ha un'azione simile a quella del gabapentin. (Leggi sul Forum: Antidepressivi Ansiolitici Antiepilettici)

    • Vitamine B. Nella pratica clinica si è visto che le vitamine del gruppo B, in particolare la B12 e la B6, sono efficaci contro la neuropatia vulvodinica, riducendo il dolore e la sensibilità locale.

    • Oppioidi. La morfina, l’ossicodone, il tramadolo hanno mostrato efficacia nella terapia della vulvodinia generalizzata. I possibili effetti collaterali e i falsi preconcetti sulle alterazioni cognitive e sulla possibilità di assuefazione limita l'uso degli oppioidi.

    • Cannabinoidi. Anche i cannabinoidi possono agire sul dolore vulvare neuropatico. Il fumo di cannabis ha dimostrato di alleviare la neuropatia in più studi. I cannabinoidi sono ben tollerati. Pochi i casi di effetti collaterali psichiatrici quali euforia e dissociazione.

Approfondimento: Neuromodulatori orali

 

Terapie elettriche

Nelle terapie basate sulla stimolazione elettrica i parametri impostati determinano il tipo di fibre nervose che vanno ad essere stimolate, e quindi il risultato ottenuto. E' fondamentale quindi che i voltaggi siano programmati da personale competente, altrimenti si rischia uno stimolo dell'impulso nervoso o muscolare anziché una sua attenuazione. Vi è una risposta positiva dopo 10 o 15 trattamenti, con un picco dopo le 25/ 36 sedute.

Le stimolazioni elettriche più utilizzate sono:

    • TENS (Stimolazione nervosa elettrica transcutanea).

    • SEF (Stimolazione Elettrica Funzionale).

    • VSNS (Stimolazione del nervo superficiale vulvare) metodo Spano.

    • PEMF (elettromagnetoterapia pulsata).

    • Agopuntura. (Testimonianze dal forum: Agopuntura)

Approfondimento: Terapie elettriche

 

Terapie invasive

    • Infiltrazioni nei trigger points. L'infiltrazione dei trigger point viene ottenuta attraverso l'introduzione di anestetici direttamente sotto la mucosa, laddove ha sede l’infiammazione neurogenica. Utile in caso di vestibulodinia provocata. Nei casi di vulvodinia generalizzata si infiltrano gli anestetici a livello più centrale, come ad esempio nel nervo pudendo.

    • Blocco dei gangli. Il blocco del centri nervosi direttamente coinvolti nella vulvodinia prevede l’iniezione nel ganglio impari, nel nervo pudendo, o nelle radici sacrali di un anestetico locale e talvolta di un corticosteroide.

    • NMS (neuromodulazione sacrale). La NMS consiste nell'applicazione sottocutanea di un apparecchio che stimola il nervo e modula il segnale in entrata e in uscita.

Approfondimento: Le terapie della neuropatia

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