Escherichia coli O157:H7

Escherichia coli O157:H7

Messaggioda clio77 » ven set 10, 2010 2:59 am

Escherichia coli O157:H7 e altri sierotipi enteroemorragici. - Nel 1982 si verificarono negli Stati Uniti alcuni casi di colite emorragica, apparentemente connessi al consumo di hamburgers insufficientemente cotti. Analisi di laboratorio rivelarono che l'agente eziologico era un nuovo sierotipo di Escherichia coli, denominato O157:H7 (v. Riley e altri, 1983). Nel decennio successivo lo studio di numerosi casi sporadici ed episodi epidemici ha dimostrato che l'infezione da E. coli O157:H7 è responsabile di diverse manifestazioni cliniche, talvolta difficili da diagnosticare (v. Boyce e altri, 1995). Negli adulti il quadro clinico di più frequente osservazione è una severa colite emorragica, con crampi addominali, nausea e vomito, raramente con febbre, sintomi che normalmente scompaiono in una settimana, senza lasciare sequele; nei bambini la manifestazione più frequente è una persistente diarrea. Tuttavia, nel 10% circa dei pazienti minori di dieci anni, e più raramente negli anziani, la colite evolve nella gravissima sindrome uremica emolitica, caratterizzata da anemia emolitica, trombocitopenia, blocco renale e lesioni al sistema nervoso. Questa sindrome risulta letale in circa il 6% dei casi ed è causa di persistenti danni renali o cerebrali in circa il 30% delle persone affette (v. Tarr, 1995).
Il ceppo E. coli O157:H7 è patogeno in quanto esprime fattori di virulenza, tra cui le intimine, proteine che aderiscono alla membrana delle cellule, e fattori di patogenicità, in particolare una delle due vero-citotossine SLT (Shiga-Like Toxin) I e II, o entrambe. Le manifestazioni cliniche sono causate dalle citotossine che agiscono sulla mucosa intestinale provocando lesioni attraverso le quali possono poi diffondere nel circolo sanguigno; in particolare la sindrome uremica emolitica appare associata a ceppi produttori di SLT II (v. Louise e Obrig, 1995). La produzione di queste tossine da parte di un ceppo microbico è una condizione necessaria ma non sufficiente per l'instaurarsi della enterocolite emorragica: numerosi sierotipi di E. coli, oltre allo O157:H7, producono tossine del tipo Shiga, ma solo i sierotipi O26, O111 e pochissimi altri sono stati sicuramente identificati come agenti eziologici della malattia. Questi ceppi vengono collettivamente indicati come Escherichia coli enteroemorragico (v. Tarr e Neill, 1996).
Fino al 1991 la diffusione di E. coli O157:H7 era quasi esclusivamente limitata al Nordamerica e alla Gran Bretagna (v. Griffin e Tauxe, 1991), dove erano stati riscontrati casi sporadici o modesti episodi epidemici di colite emorragica. Negli anni successivi, nonostante gli avvertimenti delle autorità sanitarie, gli episodi di infezione si sono moltiplicati (v. Cannon e altri, 1996). Dal gennaio 1993 al settembre 1995 si sono verificati negli Stati Uniti 63 episodi epidemici che hanno coinvolto oltre 1.700 persone. Nella maggior parte dei casi (tipico l'episodio epidemico che ha colpito cinquecento persone nello Stato di Washington) la fonte dell'infezione è stata individuata nel consumo di cibi a base di carne bovina tritata; in altri casi l'infezione è risultata trasmessa attraverso il contatto di carne cruda con le mani o con altri cibi, oppure per contatto da persona a persona, specialmente tra i bambini negli asili nido (v. Boyce e altri, 1995).
Nell'Europa continentale le infezioni da E. coli enteroemorragico sono più rare. In quest'area, infatti, anche se l'agente eziologico più comune dell'enterocolite emorragica rimane il sierotipo O157:H7, la presenza di sierotipi diversi è più frequente che nel Nordamerica (v. Tarr e Neill, 1996). In Italia l'incidenza dell'infezione sembra minore che in altre nazioni: i casi di sindrome uremica emolitica verificati dal 1988 al 1992 sono stati circa venti per anno, con una frequenza annua di circa 0,2 per 100.000 residenti di età inferiore ai quindici anni. Tuttavia, un episodio infettivo causato dal sierotipo O111 è stato riscontrato nel 1993 nella Lombardia orientale, dove per nove bambini che presentavano gravi sintomi si è reso necessario il ricovero in ospedale (v. Caprioli e altri, 1994).
Il serbatoio dell'infezione è costituito dai bovini, nei quali E. coli enteroemorragico può far parte della normale flora microbica. Occasionalmente le feci di questi animali possono inquinare le acque che riforniscono i sistemi idrici, o più frequentemente nella loro macellazione tagli di carne possono essere contaminati in superficie; la cottura elimina facilmente il microrganismo, ma la temperatura, all'interno delle preparazioni a base di carne tritata, deve raggiungere almeno 70 °C. Il contagio può inoltre avvenire per via oro-fecale, particolarmente tra bambini o in comunità per anziani (v. Armstrong e altri, 1996).
Il trattamento con antibiotici dei casi di enterocolite emorragica è oggetto di dibattito, ma viene generalmente sconsigliato in quanto, provocando la lisi delle cellule batteriche, potrebbe favorire il rilascio delle tossine. È anche sconsigliato l'uso di farmaci inibenti la motilità intestinale, mentre può essere utile la reidratazione per via endovenosa. Nei casi che evolvono in sindrome uremica emolitica può essere necessaria la dialisi e la trasfusione di eritrociti e piastrine (v. Tarr, 1995).

http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Enciclopedia_del_Novecento_-_II_Supplemento/VOL11/ENCICLOPEDIA_DEL_NOVECENTO_VOL_11_000426.xml&idOrigine=a1d5af13-91c6-11dc-a78c-0016357eee

Re: Escherichia coli O157:H7

Messaggioda Rosanna » lun set 13, 2010 7:46 pm

Vorrei precisare però che questi batteri non sono quelli responsabili delle nostre cistiti.
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.

Re: Escherichia coli O157:H7

Messaggioda clio77 » lun set 13, 2010 8:17 pm

grazie :coool:

Re: Escherichia coli O157:H7

Messaggioda silvana » gio set 16, 2010 12:15 pm

No infatti. Avevo già letto quanto sopra ed era riferito alla possibilità che questo batterio potesse essere presente nel latte crudo. Sinceramente un po' mi ha fatto spaventare e da allora il latte lo faccio bollire sempre, anche se purtroppo non è la stessa cosa. :?
Michel de Certeau: Come l'ostrica, anche le donne più dure, a volte, nascondono una perla.

Re: Escherichia coli O157:H7

Messaggioda clio77 » gio set 16, 2010 11:12 pm

ormai il latte lo bevo, ma raramente..ma non l'ho mai bollito..avevo trovato interessante postare l'articolo anche per via del fatto che gli antibiotici non fanno altro che creare resistenze etc etc

Re: Escherichia coli O157:H7

Messaggioda StregaNoite » gio set 16, 2010 11:19 pm

L'ho letto proprio 2 sere fa nel libro di Spurlock, è spiegato alla perfezione :shock:
Queste forti resistenze si sono create perchè danno ai bovini gli antibiotici, quando questi muoiono mischiano le carcasse al mangime per gli altri bovini che si nutrono degli escherichia sopravvissuti agli antibiotici e perciò mutati e più resistenti ... e noi ci nutriamo a nostra volta delle successive carcasse.
( MMMh, buoni gli escherichia!)

Re: Escherichia coli O157:H7

Messaggioda clio77 » ven set 17, 2010 12:24 am

già e nn solo x i bovini, questi casini li fannno x tt gli animali, è tt la catena alimentare che è distorta..e chiaramente si creano resistenze sempre + forti! E anche per i funghi sarà la stessa cosa :?



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