Cenni anatomofisiopatologici

Cenni anatomofisiopatologici

Messaggioda clio77 » ven set 10, 2010 1:17 am

Cercando per la struttura dell'epitelio vaginale ho trovato questo articolo, metto in grassetto la parte interessante.
CENNI DI ANATOMIA E FISIOPATOLOGIA DEL PIANO PERINEALE FEMMINILE, VESCICA ED URETRA.
A cura del Dott. Enrico Caraceni, Specialista in Urologia,
Direttore Responsabile Unità Operativa di Urologia, Ospedale di Civitanova


L’Apparato Urinario è costituito dai Reni la cui funzione è di produrre l’urina e da una serie di condotti che servono per portare all’esterno l’urina da loro prodotta denominati Via Escretrice Urinaria.
Quest’ultima viene generalmente suddivisa in due parti, denominate Superiore ed Inferiore, con funzioni differenziate:
La prima, costituita dai calici renali, dalla pelvi renale e dagli ureteri ha una semplice funzione di trasporto dell’urina prodotta dai reni; la via escretrice superiore è generalmente doppia poiché due sono i reni e confluisce sempre nella via escretrice inferiore.
Quest’ultima è invece generalmente unica ed è costituita dalla Vescica e dall’Uretra, separabili dal punto di vista anatomico, anche se in continuità tra loro, ma costituenti dal punto di vista della funzione una singola unità denominata Complesso Vescico Uretrale con la funzione di immagazzinare l’urina prodotta ed espellerla, non continuamente, ma solo dopo che ne sia stato prodotto un certo volume.
In altre parole la vescica serve da “serbatoio” in cui l’urina viene accumulata prima di essere eliminata. Se così non fosse perderemmo urina continuamente, con la stessa velocità con la quale viene prodotta dai reni vale a dire 1-4 millilitri il minuto.
La vescica è un organo cavo costituita da un muscolo denominato “Detrusore” rivestito al suo interno da una mucosa, simile a quella della bocca. Quando è vuota al suo interno tutte le pareti collabiscono senza lasciare nessuno spazio e la cavità in essa contenuta diviene una cavità virtuale. Man mano che gli ureteri convogliano l’urina prodotta dai reni il Detrusore si distende rilassandosi e la cavità al suo interno diviene reale riempiendosi di urina fino ad un volume di circa 200 – 500 centimetri cubi senza alcun aumento di pressione.
Quando decidiamo di urinare?
Solo ed esclusivamente quando ci troviamo in condizioni di poter assolvere a questa funzione, vale a dire in luoghi e tempi appropriati: lo stimolo minzionale ha avvertito il nostro cervello che la vescica è piena ed è necessario vuotarla. Ci siamo isolati in un ambiente idoneo (in genere il bagno) e ci siamo preparati per urinare; a questo punto e solo allora il nostro cervello fa partire l’ordine che fa contrarre il muscolo detrusore e solo allora l’urina viene convogliata all’esterno attraverso l’uretra con una contrazione attiva.
Tutto questo succede sia nei soggetti di sesso maschile che femminile, unica differenza sta nel fatto che il muscolo detrusore della donna è notevolmente più sottile e che la minzione avviene con pressioni endovescicali sensibilmente inferiori.
Il canale che convoglia all’esterno l’urina si chiama Uretra ed è notevolmente diverso nei due sessi.
Nella donna è un tubicino della lunghezza di 4-6 centimetri che si origina dalla parte più bassa della vescica detta “collo vescicale” e si porta in basso, davanti all parete vaginale anteriore e, attraversando i muscoli del piano perineale, si porta fino al suo orificio esterno, denominato meato uretrale, situato tra le piccole labbra della vulva 1-2 centimetri dietro al clitoride e un centimetro davanti all’introito vaginale.
L’uretra femminile è un organo molto importane nella dinamica della minzione e della continenza urinaria: è infatti circondata da una serie di muscoli in parte volontari ed in parte involontari che tutti insieme costituiscono il Meccanismo Sfinterico.
La contrazione di questi muscoli mantiene chiusa l’uretra ed impedisce all’urina di “cadere” all’esterno per gravità. In altre parole l’Apparato Sfinterico con le sue due componenti prossimale e distale garantisce da un lato la continenza urinaria quando è contratto e dall’altro consente, con il proprio rilasciamento, l’attivazione del riflesso minzionale.
Nella donna la minzione viene iniziata proprio grazie al rilasciamento di questi muscoli essendo la contrazione del detrusore attivata per via riflessa dopo questo evento.
Riassumendo, dal punto di vista fisiologico affinché l’urina possa essere immagazzinata all’interno della vescica è necessario che nell’uretra esista un regime pressorio più elevato rispetto a quello endovescicale altrimenti la continenza urinaria non si potrebbe verificare. I regimi pressori invece si invertono quando l’uretra si apre come normalmente avviene durante la minzione o, patologicamente, quando si verifica l’incontinenza urinaria (la perdita involontaria di urina attraverso l’uretra).
Da ciò si evince la fondamentale rilevanza del Meccanismo Sfinterico che circonda è vero l’uretra ma è talmente intimamente connesso con essa da risultarne difficilmente separabile anche dal punto di vista anatomico oltre che da quello funzionale.
Nel Meccanismo Sfinterico non tutti i muscoli hanno la stessa funzione; ve ne sono alcuni (Collo Vescicale e Rabdosfintere detti meccanismo sfinterico intrinseco) che hanno una contrazione tonica pressoché continua rilasciandosi solo durante la minzione ed altri come i muscoli del Piano Perineale che contribuiscono al Meccanismo Sfinterico soprattutto in modo “Fasico” aumentando bruscamente la pressione all’interno dell’uretra in particolari situazioni bilanciando l’aumento della pressione addominale come durante i colpi di tosse, gli starnuti, gli sforzi fisici in generale.
Il Piano Perineale è costituito da diversi muscoli il più importante dei quali prende il nome di Elevatore dell’Ano. Essi formano una specie di amaca che chiude in basso il Bacino, la struttura ossea che contiene tutti visceri addominali ed è attraversato da tutti gli orifizi esterni di essi: dall’avanti all’indietro lo attraversano infatti l’uretra, la vagina che poi diviene vulva ed il retto che poi diviene ano. Come già detto svolge un ruolo importante non solo nel meccanismo della continenza urinaria ma anche nell’impedire agli organi contenuti nella cavità addominale di scivolare al di fuori di essa come avviene nel prolasso genitale.




CISTITE RECIDIVANTE


Disturbi come bruciore durante la minzione (Stranguria); minzione molto frequente sia di giorno che di notte (pollachiuria diurna e\o notturna); dolore sovrapubico; sensazione di incompleto svuotamento vescicale tanto da dover andare quasi continuamente ad urinare anche se la vescica è completamente vuota (Tenesmo vescicale): insomma, il quadro clinico della cistite fa parte dell’esperienza di ogni donna. In altre parole la cistite nelle donne è molto più comune che nel sesso maschile, tanto che si può dire che quasi tutte le donne sperimentano almeno due o tre volte nell’arco della loro vita un episodio di cistite. Questo è dovuto a ragioni anatomiche, infatti l’uretra femminile è sensibilmente più breve di quella maschile ed è situata molto vicino all’introito vaginale . Per tali motivi è relativamente facile che germi comunemente presenti in vagina colonizzino l’uretra e talvolta anche la vescica dando luogo a sporadici episodi di cistite batterica, che richiedono come ulteriore trattamento la terapia antibiotica.[ :O.O: :evil: ]
Il ruolo dei rapporti sessuali in queste cistiti occasionali è controverso; sembra però logico pensare che in presenza di una vaginite, sintomatica o meno, il rapporto sessuale possa favorire la risalita dei germi lungo l’uretra. [ :humm: non è esaustivo sull meccanismo]
Dopo la menopausa e soprattutto dopo diversi anni da questo evento senza terapia estrogenica sostitutiva, le pazienti spesso sperimentano con frequenza molto più elevata episodi di cistite o anche episodi di infezioni urinarie asintomatiche. Se questo si verifica più di due volte l’anno si parla di “cistite recidivante” o, rispettivamente, di Infezione delle vie Urinarie (I.V.U.) recidivante.
Di sovente a questi sintomi si associa prurito o dolore perineale o vulvare con o senza incontinenza urinaria e\o prolasso genitale.
Edit: La spiegazione del quadro richiede un piccolo passo indietro.
Nell’embrione fino ad una certa fase della vita intrauterina non esistono ancora né la vagina né l’uretra; al loro posto si trova una unica cavità denominata Cloaca in cui si raccolgono l’urina ed anche le feci.
Solo dopo tale periodo i diversi organi si differenziano ma sia il collo vescicale che l’uretra conservano, anche nella vita adulta, il ricordo della comune origine che è differente da quella della via escretrice urinaria derivata da un altro organo fetale denominato “Dotto di Wolf “.
Infatti, l’epitelio (la mucosa) che riveste l’uretra ed il collo vescicale è identico a quello vaginale ( Epitelio Pavimentoso ) e differente da quello che riveste la restante parte della vescica che, a sua volta, è invece identico a quello della via escretrice superiore (Epitelio di Transizione).
Tutto questo è molto importante ; infatti se si tiene conto che il trofismo dell’epitelio vaginale è sotto controllo estrogenico se ne deduce in base alla comune derivazione embriologica che anche il trofismo dell’epitelio del collo vescicale e dell’uretra deve essere sotto controllo estrogenico. Pertanto quello che si verifica nella vagina quando mancano gli estrogeni succede anche nell’uretra.

La vagina, dopo periodi lunghi di deprivazione estrogenica, va incontro ad una atrofia epiteliale importante che prende il nome di Distrofia Vaginale Senile. In pratica diviene più sottile e la sua superficie diviene più ruvida e friabile . In queste condizione diventa molto più probabile che germi normalmente non patogeni divengano aggressivi od anche che germi patogeni che normalmente sarebbero stati eliminati possano invece colonizzare l’epitelio determinando degli episodi di Vaginite che possono essere così frequenti da cronicizzarsi (Vaginite Cronica Atrofica).
Anche l’uretra ed il collo vescicale si comportano in modo del tutto simile tanto che si parla di Cistopatia Disendocrina proprio per indicare queste forme di cistite recidivante postmenopausale che sono frequentemente associate con un grado più o meno marcato di Distrofia Vaginale.
Controprova di quanto affermato è il fatto che queste pazienti ,in assenza di altre concause, guariscono con terapia estrogenica topica (in pomata)se protratta per periodi di tempo sufficienti.

http://www.salutedonna.it/problemi%20urologici%20in%20menopausa.htm

Re: Cenni anatomofisiopatologici

Messaggioda Viv. » ven set 10, 2010 11:31 am

:wow: :wow:
Ahi voglia a metter rhum... nù strunz n'addivventa mai babà!

Forse per qualcuno rimarrà il dilemma ma, per quel che ci riguarda, noi speriamo che sia femmina

Re: Cenni anatomofisiopatologici

Messaggioda clio77 » ven set 10, 2010 6:44 pm

Aperto OT ormai sono ca. 16h su 24 web navigante. kiuso OT :mrgreen:



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