esiste una via di uscita non farmacologica?

Buongiorno e Buon Anno!
Prima di tutto vorrei ringraziarvi per il solo fatto di esistere e di guidarci verso la ricerca di soluzioni alle ns innumerevoli problematiche.
Ecco qui la mia domanda per voi: nel mese di settembre ho avuto la prima cistite della mia vita (eh, gia' ho appena compiuto 50 anni e fino ad allora l'avevo scampata!), dal mio ginecologo mi e' stato dato antibiotico che ho preso per i sei canonici giorni. Passata la fase acuta di sangue nelle urine e dolori pazzeschi ecc mi sono rimasti alcuni sintomi per me molto invalidanti: incontinenza da urgenza, spesso bruciore e dolori lomabari e anche spesso una sensazione di spamso nella vagina. La mattina al risveglio, appena mi metto in posizione verticale devo correre in bagno perche' sento come un peso che non mi fa trattenere le urine. In aggiunta sono diventata sensibilissima al sollevare pesi, al freddo e a jeans stretti.
Sono stata presa dal panico alla sola idea di rimanere incontinente a 50 anni e cercando in rete ho trovato voi e tramite voi il dott Galizia dal quale sono andata a Novembre.
Lui mi ha diagnosticato una contrattura e una discreta vestibulodinia da curare con una serie di farmaci: anticolinergico, miorilassante, ansiolin in vagina e vit B. Al momento mi ha detto di non fare ne' sport ne' fisioterapia ne' biofeedabck, eventualmente solo un leggero stretching. (Data la vs esperienza volevo anche chiedervi se sia normale fare una diagnosi di questo titpo senza aver fatto alcuna MR, eco per escludere altre cose).
Uno dei miei purtroppo numerosi problemi e' che io ho una intolleranza a farmaci e integratori (dovuta ad una Sindrome di Attivazione Mastocitaria) che mi rende la vita impossibile (non tollero neppure il DMannosio), dunque fino ad'ora non ho cominciato la terapia. Vivo all'estero, a Vienna, e mi sento perduta perche' qui non sono riuscita a trovare nessuno che si occupi di tutto cio', a parte medici che mi avrebbero solo imbottita di antibiotici.
Mi chiedo se, secondo voi,abbia un senso contattare una fisioterpaista esperta ed incollarmi viaggi a/r per venire in Italia a fare la terapia. A parte il lato economico, mi chiedo se dal punto di vista terapeutico abbia una sua logica voler affrontare un discorso senza dover ricorrere ai farmaci. Mi potete gentilemente aiutare? Sono davvero demoralizzata e non riesco a capire come mi sia potuto succede all'improvviso tutto cio'...
GRAZIE in anticipo per il vs prezioso aiuto,
Maria Elena
Prima di tutto vorrei ringraziarvi per il solo fatto di esistere e di guidarci verso la ricerca di soluzioni alle ns innumerevoli problematiche.
Ecco qui la mia domanda per voi: nel mese di settembre ho avuto la prima cistite della mia vita (eh, gia' ho appena compiuto 50 anni e fino ad allora l'avevo scampata!), dal mio ginecologo mi e' stato dato antibiotico che ho preso per i sei canonici giorni. Passata la fase acuta di sangue nelle urine e dolori pazzeschi ecc mi sono rimasti alcuni sintomi per me molto invalidanti: incontinenza da urgenza, spesso bruciore e dolori lomabari e anche spesso una sensazione di spamso nella vagina. La mattina al risveglio, appena mi metto in posizione verticale devo correre in bagno perche' sento come un peso che non mi fa trattenere le urine. In aggiunta sono diventata sensibilissima al sollevare pesi, al freddo e a jeans stretti.
Sono stata presa dal panico alla sola idea di rimanere incontinente a 50 anni e cercando in rete ho trovato voi e tramite voi il dott Galizia dal quale sono andata a Novembre.
Lui mi ha diagnosticato una contrattura e una discreta vestibulodinia da curare con una serie di farmaci: anticolinergico, miorilassante, ansiolin in vagina e vit B. Al momento mi ha detto di non fare ne' sport ne' fisioterapia ne' biofeedabck, eventualmente solo un leggero stretching. (Data la vs esperienza volevo anche chiedervi se sia normale fare una diagnosi di questo titpo senza aver fatto alcuna MR, eco per escludere altre cose).
Uno dei miei purtroppo numerosi problemi e' che io ho una intolleranza a farmaci e integratori (dovuta ad una Sindrome di Attivazione Mastocitaria) che mi rende la vita impossibile (non tollero neppure il DMannosio), dunque fino ad'ora non ho cominciato la terapia. Vivo all'estero, a Vienna, e mi sento perduta perche' qui non sono riuscita a trovare nessuno che si occupi di tutto cio', a parte medici che mi avrebbero solo imbottita di antibiotici.
Mi chiedo se, secondo voi,abbia un senso contattare una fisioterpaista esperta ed incollarmi viaggi a/r per venire in Italia a fare la terapia. A parte il lato economico, mi chiedo se dal punto di vista terapeutico abbia una sua logica voler affrontare un discorso senza dover ricorrere ai farmaci. Mi potete gentilemente aiutare? Sono davvero demoralizzata e non riesco a capire come mi sia potuto succede all'improvviso tutto cio'...
GRAZIE in anticipo per il vs prezioso aiuto,
Maria Elena