da padmè » mar giu 16, 2020 4:47 pm
Ciao ragazze,
oggi devo farvi un aggiornamento non proprio felice e non so nemmeno da dove iniziare.
Prima di tutto, Albarossa: no, non è sessuologo clinico e sì, penso tu abbia ragione.
Ho sospeso Cymbalta e sono tornati, seppur in forma molto lieve, alcuni sintomi della vulvodinia (nulla di paragonabile all'inizio, ovvio), ma questo mi ha gettato nello sconforto. Murina mi ha rassicurato dicendomi che bisogna dare tempo alle terminazioni nervose e che, nella peggiore delle ipotesi, visto che con 30 mg stavo bene e non avevo effetti collaterali non sta scritto da nessuna parte che non possa in futuro riprenderlo. Poi mi ha detto che ci sono nuove tecnologie come l'EPV, che insomma non devo mollare... Eppure negli ultimi giorni vado in giro piangendo come una disperata... e questo anche perchè Cymbalta mi ha sempre fatto anche da antidepressivo.
Ovviamente come potete immaginare non è solo il ritorno dei sintomi che ha scatenato questo panico. Allora, vediamo: io da quasi un anno ho un posto a tempo indeterminato nella Pubblica Amministrazione e devo ammettere che guadagno bene. I miei vorrebbero che io "lasciassi il nido" e mi cercassi una casa mia, considerando anche che ho un fidanzato da tre anni. E diciamo che i miei nelle ultime settimane sono passati dal darmi dei gentili incoraggiamenti al dirmi senza mezzi termini che ormai il loro lavoro con me lo hanno fatto e che devo togliermi dal groppone. Legittimo, per carità. Solo che io la sto vivendo veramente male ed ecco perchè....
Dunque, nell'aprile 2018 mio zio mi ha offerto la possibilità di vivere in affitto in un appartamento di sua proprietà pagando un prezzo molto vantaggioso. Già in quel periodo cominciavo a sentire l'insofferenza dei miei genitori verso di me (già lavoravo anche se erano lavoretti precari), quindi ho accettato. E' stata un'esperienza devastante. Non conoscevo nessuno nè nel condominio nè nel quartiere, nessuno veniva mai a trovarmi (fidanzato lontano in quel periodo) ma soprattutto in quel periodo ho vissuto la fase più grave e più acuta dei dolori da vulvodinia. I dolori erano letteralmente ingestibili. Insomma per farla breve sono finita in una spirale di pensieri depressivi tanto da scrivere a delle mie amiche dei messaggi molto inquietanti. Loro hanno avvisato i miei genitori che sono venuti immediatamente a prendermi (per fortuna).
Purtroppo fui riaccolta in casa come una perdente, una lagnosa, una fallita; mia madre (che sostiene la natura di "malattia immaginaria" della depressione) sostiene tuttora che quell'episodio sia stato un (cito) "banale attacco d'ansia perchè non sei capace di gestire una casa". Okay.
Vedete come si sta ripetendo tutto? Riacutizzazione dei sintomi (seppur in forma lieve) e pressione per andarmene via di casa. Le differenze sono invece che, stavolta, andrei a vivere con il mio fidanzato e che ho una base economica molto più sicura di quella dell'epoca. Ma la mia mente è convinta che sarà un'esperienza orribile. Senza antidepressivo, poi, ho degli scoppi incontrollabili di pianto; litigo di continuo con il mio fidanzato che mi rirmprovera di non essere abbastanza felice della futura convivenza... insomma mi sembra di essere precipitata in un buco nero. Ho annullato una seduta con lo psicologo perchè il dolore non riuscivo proprio a esprimerlo nei giorni passati (adesso, almeno, riesco a scrivere).
Scusate per l'allegria incontenibile.....