La storia di Padmè
Inviato: mer feb 28, 2018 10:00 pm
[align=justify]Ciao a tutte, mi chiamo Federica, seguo già da molto tempo il vostro forum. La mia storia di vulvodinia è molto lunga e, dopo anni, comincio a credere che per me non ci sia più niente da fare.
Ho iniziato a soffrire di vestibolite vulvare nel 2011, a seguito di un vaginismo risolto "forzatamente" nel senso che il mio ragazzo Luca mi forzava ad avere rapporti... minacciandomi che altrimenti mi avrebbe lasciata... e, alla fine, lo spasmo dei muscoli vaginali ha ceduto: da quel momento però, a seguito dei rapporti in condizione di dolore e bruciore, si è sviluppata l'infiammazione cronica che conosciamo tutte troppo bene.
Ho tenuto nascosta la mia patologia ai miei genitori per sette anni (non sono cattive persone, ma io mi vergognavo troppo di parlare di questi sintomi) durante i quali ho tentato diverse cure, tutte senza risultato: dal 2012 al 2013 ho tentato TENS e infiltrazioni di cortisone (mai più), Saginil, tutte cure "palliative" perchè non potevo permettermi una cura lunga e articolata dal punto di vista dei costi.
In quegli anni la mia sessualità l'ho vissuta sempre più male: il sesso era un dovere, doloroso, andava fatto tot volte a settimana (ero io che me lo autoimponevo per paura che altrimenti sarei stata lasciata) e non conoscevo forme di sessualità diverse dalla penetrazione. La relazione si era deteriorata, perchè io sfogavo il mio nervosismo e la mia rabbia per il dolore con litigate continue, e nel novembre 2013 mi sono lasciata con il mio moroso Luca. Da allora ho iniziato a... perdonatemi la sincerità... saltare da una relazione all'altra con uomini che mi costringevano ad avere rapporti, che non si occupavano di me, che mi trascuravano, che mi trattavano come amante e non come fidanzata e via dicendo.
Nel 2014, a seguito di un incontro particolare, scopro che cosa sia veramente la sessualità, e inizia un periodo in cui i sintomi della vestibolite vulvare scompaiono, regrediscono quasi a zero, salva la necessità di un po' di lubrificante a inizio rapporto.
Vi risparmio (per ora) la lista di relazioni distruttive e logoranti per entrambe le parti che ho vissuto nel 2015/2016. Posso dirvi che, da un lato, la vulvodinia è rimasta per tutto quel tempo relativamente stabile: bruciore all'inizio e a volte durante la penetrazione e niente altro.
Nel 2017 incontro un uomo che mi cambia la vita: Davide. Lui è praticamente il primo che non mi usa violenza psicologica o verbale nè nessun tipo di violenza tout court. Ci mettiamo insieme e però tutto ciò coincide con un periodo pesantissimo della mia vita in cui i sintomi della vulvodinia peggiorano. Appaiono cistiti abatteriche ricorrenti da ottobre, pruriti (nonostante il tampone pulito), spilli, "peso" nella zona pubica e sopra il clitoride (però non provo dolore al clitoride). Decido di prendere il toro per le corna e nel 2017, dopo aver conosciuto il dott. Felice Raffaele a Milano, inizio la terapia con Laroxyl 3 gtt a salire fino a 6 e Pelvilen.
Purtroppo l'idillio dura poco in quanto il Laroxyl a sole 4 gtt mi provoca ritenzione urinaria grave.
Si affastellano altri miei problemi personali e nel frattempo crollo e dico tutto ai miei genitori. Non potrò mai descrivere la sensazione di liberazione e di dolore che ho provato nel dirglielo.
Oggi avevo il controllo con Felice ma sui mezzi ho avuto quello che sembrava un attacco cardiaco (era una crisi di panico) e ho dovuto disdire la visita, andrò settimana prossima. Sono in uno stato di profonda frustrazione e grandissima agitazione, mi sento un caso incurabile. Mi sento sbagliata, in colpa per la mia patologia, vorrei lasciare Davide perchè credo che si meriti di stare con una persona migliore di me. Non ho appetito, non dormo e ho pruriti su tutto il corpo. Non riesco a lavorare o studiare. Mi sento impazzire tra mille medici ma mi rendo conto che non è la strategia giusta, bisogna fidarsi di uno solo. Comunque ho prenotato anche con l'ostetrica Coda che mi riceve a fine luglio e poi ho un appuntamento con l'osteopata Ileana Luglio il 15 marzo. E' già troppa carne al fuoco, vero...?
I miei sintomi: da sempre bruciore ad inizio penetrazione, più, da ottobre 2017, cistiti ricorrenti, ristagno urinario, prurito che va e viene, raramente spilli o scossette elettriche.
Mi lavo con sola acqua, uso solo mutandine bianche, assumo a cicli i fermenti AcidophiPlus della GSE e ogni tanto inserisco un ovulo Normogin quando sento che arriva prurito.
Non uso anticoncezionali, solo preservativo che a volte mi dà un po' fastidio.
Grazie a tutte, scusate se non uso toni allegri ma sono veramente a pezzi ed è già un grandissimo sforzo rimanere "pacata".
Ho iniziato a soffrire di vestibolite vulvare nel 2011, a seguito di un vaginismo risolto "forzatamente" nel senso che il mio ragazzo Luca mi forzava ad avere rapporti... minacciandomi che altrimenti mi avrebbe lasciata... e, alla fine, lo spasmo dei muscoli vaginali ha ceduto: da quel momento però, a seguito dei rapporti in condizione di dolore e bruciore, si è sviluppata l'infiammazione cronica che conosciamo tutte troppo bene.
Ho tenuto nascosta la mia patologia ai miei genitori per sette anni (non sono cattive persone, ma io mi vergognavo troppo di parlare di questi sintomi) durante i quali ho tentato diverse cure, tutte senza risultato: dal 2012 al 2013 ho tentato TENS e infiltrazioni di cortisone (mai più), Saginil, tutte cure "palliative" perchè non potevo permettermi una cura lunga e articolata dal punto di vista dei costi.
In quegli anni la mia sessualità l'ho vissuta sempre più male: il sesso era un dovere, doloroso, andava fatto tot volte a settimana (ero io che me lo autoimponevo per paura che altrimenti sarei stata lasciata) e non conoscevo forme di sessualità diverse dalla penetrazione. La relazione si era deteriorata, perchè io sfogavo il mio nervosismo e la mia rabbia per il dolore con litigate continue, e nel novembre 2013 mi sono lasciata con il mio moroso Luca. Da allora ho iniziato a... perdonatemi la sincerità... saltare da una relazione all'altra con uomini che mi costringevano ad avere rapporti, che non si occupavano di me, che mi trascuravano, che mi trattavano come amante e non come fidanzata e via dicendo.
Nel 2014, a seguito di un incontro particolare, scopro che cosa sia veramente la sessualità, e inizia un periodo in cui i sintomi della vestibolite vulvare scompaiono, regrediscono quasi a zero, salva la necessità di un po' di lubrificante a inizio rapporto.
Vi risparmio (per ora) la lista di relazioni distruttive e logoranti per entrambe le parti che ho vissuto nel 2015/2016. Posso dirvi che, da un lato, la vulvodinia è rimasta per tutto quel tempo relativamente stabile: bruciore all'inizio e a volte durante la penetrazione e niente altro.
Nel 2017 incontro un uomo che mi cambia la vita: Davide. Lui è praticamente il primo che non mi usa violenza psicologica o verbale nè nessun tipo di violenza tout court. Ci mettiamo insieme e però tutto ciò coincide con un periodo pesantissimo della mia vita in cui i sintomi della vulvodinia peggiorano. Appaiono cistiti abatteriche ricorrenti da ottobre, pruriti (nonostante il tampone pulito), spilli, "peso" nella zona pubica e sopra il clitoride (però non provo dolore al clitoride). Decido di prendere il toro per le corna e nel 2017, dopo aver conosciuto il dott. Felice Raffaele a Milano, inizio la terapia con Laroxyl 3 gtt a salire fino a 6 e Pelvilen.
Purtroppo l'idillio dura poco in quanto il Laroxyl a sole 4 gtt mi provoca ritenzione urinaria grave.
Si affastellano altri miei problemi personali e nel frattempo crollo e dico tutto ai miei genitori. Non potrò mai descrivere la sensazione di liberazione e di dolore che ho provato nel dirglielo.
Oggi avevo il controllo con Felice ma sui mezzi ho avuto quello che sembrava un attacco cardiaco (era una crisi di panico) e ho dovuto disdire la visita, andrò settimana prossima. Sono in uno stato di profonda frustrazione e grandissima agitazione, mi sento un caso incurabile. Mi sento sbagliata, in colpa per la mia patologia, vorrei lasciare Davide perchè credo che si meriti di stare con una persona migliore di me. Non ho appetito, non dormo e ho pruriti su tutto il corpo. Non riesco a lavorare o studiare. Mi sento impazzire tra mille medici ma mi rendo conto che non è la strategia giusta, bisogna fidarsi di uno solo. Comunque ho prenotato anche con l'ostetrica Coda che mi riceve a fine luglio e poi ho un appuntamento con l'osteopata Ileana Luglio il 15 marzo. E' già troppa carne al fuoco, vero...?
I miei sintomi: da sempre bruciore ad inizio penetrazione, più, da ottobre 2017, cistiti ricorrenti, ristagno urinario, prurito che va e viene, raramente spilli o scossette elettriche.
Mi lavo con sola acqua, uso solo mutandine bianche, assumo a cicli i fermenti AcidophiPlus della GSE e ogni tanto inserisco un ovulo Normogin quando sento che arriva prurito.
Non uso anticoncezionali, solo preservativo che a volte mi dà un po' fastidio.
Grazie a tutte, scusate se non uso toni allegri ma sono veramente a pezzi ed è già un grandissimo sforzo rimanere "pacata".