Ciao Flò,
meno male che mi hai risposto.
Sono un pò confusa.
L'ultima volta che sono stata dal neuropsichiatra, gli ho portato a leggere un articolo (pubblicato sul sito
https://www.aafp.org/afp/2006/0401/p1231.html) sulla Vulvodinia e ha letto un pò anche le terapie che vengono somministrate.
I protocolli di cura indicati nell'articolo erano quelli standard, con le varie opzioni terapeutiche, compresa la paroxetina.
Dopo averlo letto, mi ha suggerito di passare alla terapia dei blocchi antalgici, avendomi tenuto in cura per la depressione da maggio 2018 a settembre 2019 proprio con la paroxetina.
Subito dopo aver sentito queste parole, si è raggelato il sangue.
Dopo aver metabolizzato la notizia (diciamo metabolizzato), mi sono messa un pò alla ricerca dei vari Istituti che si occupano di terapia dei blocchi antalgici e ho visto che sul sito cistite.info c'è una pagina dedicata al Prof. Vincenti che prestava la propria opera all'Ospedale di Dolo (per me lontanissimo, abito in provincia di Napoli) e che per di più ora è in pensione ma continua a lavorare privatamente. Mentre all'ospedale, da quando è andato via lui, non effettuano più terapia per blocchi antalgici.
Ho inviato una mail a una dottoressa a Bologna, dopo aver letto questo manifesto informativo sul sito del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna:
https://www.aosp.bo.it/content/schiacci ... -il-dolore.
Ho contattato anche un amico di infanzia che lavora all'Ospedale di Parma e che si occupa della terapia antalgica alle partorienti. Mi ha spiegato che le infiltrazioni devono essere effettuate da personale esperto, inoltre devono essere ecoguidate e l'ago deve essere un tipo di ago particolare, capace di rilevare la radio frequenza del nervo.
E infine, come c'era da aspettarsi, la terapia dei blocchi antalgici per la nostra patologia la fanno soltanto in pochi centri specializzati al Nord.
A dir la verità, non me la sento proprio di fare questa terapia per blocchi antalgici. Non so, la vedo abbastanza rischiosa. Infilano un ago nel nervo ed è proprio finita. A questo punto poi penso che sia meglio tagliare la testa al toro e ricorrere ad un intervento di neuromodulazione.
Vorrei fare un ultimo tentativo con il laroxyl e/o con il Lyrica, perchè il Prof. Pesce provò a curarmi con il Cymbalta, ma il prurito e quella sensazione di scosse elettriche e di puntura di spilli non è mai andata via.
Ma non so a chi medico rivolgermi. Non so se rivolgermi a Negrotti (che però includerebbe nella terapia, da quanto mi ha detto, anche questo antimicotico che non si sa a cosa serve, a maggior ragione poi che soffro anche di colon irritabile) a Del Sorbo (il dermatologo) a Salerno, o tornare da Galizia a Roma.
Per quanto riguarda gli accorgimenti che sto adottando:
1) lavaggi solo con acqua;
2) molto calore, sia durante la giornata che a letto la sera;
3) respirazione diaframmatica come se non ci fosse un domani, quando sono a letto, mi metto nella posizione fetale con la pancia rivolta verso il letto e sento un pò di sollievo, ma non riesco a mantenere la posizione per troppo tempo perchè si addormentano le gambe.
4) ho ripreso la ciambella per sedermi;
5) ho eliminato anche i leggins morbidi e sto mettendo solo gonne con calze autoreggenti;
6) ho comprato gli slip in fibroina di seta bianchi che lavo solo con il sapone di marsiglia e poi li risciacquo in lavatrice (devo dire che non si attaccano alle mucose quando sono lacerate);
7) ho eliminato il caffè e tutte le sostanze irritanti e cerco di avere una alimentazione quanto più possibile poco elaborata. Ho tolto latte e derivati che mi infiammano il colon.
Ho letto nel forum che in tante utilizzano l'integratore "Fibro 24". Vorrei provarlo.
Un abbraccio a tutte, in attesa che si schiariscono un pò le idee.