Gariglio Giovanna - Genova - ostetrica osteopata sessuologa

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Gariglio Giovanna - Genova - ostetrica osteopata sessuologa

Messaggioda Rosanna » dom dic 21, 2014 12:26 pm

Ostetrica, osteopata, sessuologa, specialista in problematiche uro-genitali, colon-protcologiche, del pavimento pelvico e del perineo.

Per ulteriori informazioni vai alla PAGINA PERSONALE DELLA DR.SSA GIOVANNA GARIGLIO

Il suo curriculum:
Mi chiamo Giovanna Gariglio e sono ostetrica,osteopata Ho scelto di fare questo lavoro dopo aver

avuto una carriera scolastica molto difficile e travagliata a causa della mia dislessia, diagnosticata

troppo tardi. Questo però, nonostante le tante difficoltà, non mi ha impedito di intraprendere un

percorso professionale e personale in un ambito che da sempre mi affascinava molto. Infatti, da

bambina, ero rimasta stregata dal parto di mia mamma, avvenuto in casa con l’aiuto di un’ostetrica

mentre io osservavo dal buco della serratura: mi era piaciuto molto come lavorava e si muoveva la

donna che aveva fatto nascere mio fratello. Inoltre, essendo cresciuta in campagna, osservavo

spesso anche le bestie e la procreazione mi ha sempre interessata e così dopo tre anni di magistrali

ho potuto cominciare i miei studi presso la Scuola Infermieristica che mi ha poi dato accesso alla

Scuola di Ostetricia. Appena diplomata, ho iniziato a lavorare in ospedale come ostetrica ma presto,

tramite la parrocchia di Pinerolo, si è creata l’opportunità di fare un’esperienza in Africa e così sono

partita. Ho trascorso sei mesi in Zaire, ai piedi del Ruwensori, presso una maternità dove ho visto di

tutto, per tornare poi all’Ospedale civile di Pinerolo ricoprendo il ruolo di ostetrica ospedaliera.

Dopo alcuni anni ho capito che mi interessavano non solo la gravidanza ed il parto, ma tutti gli

aspetti della vita sessuale e fisiologica della donna dalla nascita fino alla menopausa. Quando

intorno al 1985-86, tramite l’incontro con un’ostetrica e osteopata francese, sono entrata in contatto

con gli studi e le pratiche relativi al pavimento pelvico mi si è aperto un mondo. Infatti, all’epoca

non si parlava mai di perineo o di pavimento pelvico in ambito formativo e neppure si conosceva

adeguatamente il ruolo di questa complessa area del corpo. Ho così cominciato a voler approfondire

questi studi, andando in Francia dove esistevano più esperienze in materia di riabilitazione

perineale. Nel tempo ho preso contatto con il fisiatra Paolo Di Benedetto e ho frequentato molti

corsi di formazione costruendomi piano piano un percorso.

È proprio alla metà degli anni Ottanta che, volendo intrecciare la mia pratica ospedaliera con un

discorso più ampio sulla sessualità femminile, ho intrapreso anche una collaborazione con il

consultorio. In tale ambito ho sperimentato il primo approccio con l’adolescenza, occupandomi per

tre o quattro anni di informazione sessuale nelle scuole. Intervenivo in seconda media, dopo che

l’insegnante di Scienze aveva portato a termine il programma relativo al corpo umano, il che mi

permetteva di riprendere alcuni concetti di anatomia e fisiologia e di reinserirli all’interno del lavoro

sulla sfera sessuale. È stata un’esperienza bellissima e un percorso davvero molto fruttuoso durante

il quale lavoravo fianco a fianco con gli insegnanti ma anche con l’assistente sanitaria o il

sociologo. C’era in primis il momento di formazione frontale, ma con i ragazzi si impostavano in

seguito delle simulazioni teatrali per ragionare insieme sulle relazioni interpersonali, sulla

contraccezione, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sull’hiv di cui allora si cominciava a

parlare sempre di più, e sulla gravidanza. Pinerolo era all’avanguardia nell’educazione sessuale

degli adolescenti ed è stato importante far comprendere a questi ragazzi che il consultorio era un

luogo aperto dove avrebbero potuto liberamente recarsi, volendo anche senza genitori, per

incontrare figure professionali pronte ad accoglierli. Lavoravamo cercando di coinvolgere il più

possibile anche i maschi che tendenzialmente erano molto spaventati e più disinformati rispetto alle

ragazze. Volevamo che diventassero partner consapevoli e responsabili. Anche oggi, quando lavoro

con pazienti adulte che soffrono di vaginismo , dispareunia o dolore pelvico cronico, dopo le sedute

di incontro individuale con la donna, se posso cerco di organizzare dei momenti di confronto con la

coppia in modo da coinvolgere l’uomo nel percorso terapeutico e creare così una complicità che

può favorire la paziente nel suo percorso di cura.

Dopo aver lavorato per diversi anni con gli adolescenti, ho cercato di estendere la mia prospettiva e

la mia formazione professionale occupandomi della salute della donna in tutte le fasi della vita.

Lavorando in consultorio con le donne, mi sono resa sempre più conto dell’importanza delle

problematiche relative al pavimento pelvico e in particolare al perineo.

Già venticinque anni fa mi resi conto che in Italia era necessario svilupppare una cultura della

prevenzione delle patologie perineali ma da allora continuo a occuparmi di patologia e quindi di

percorsi di terapia e cura perchè una cultura della prevenzione ancora stenta ad affermarsi.

Occuparsi delle patologie necessita di un sapere fisiologico che non può ignorare il contesto globale

in cui si inserisce il perineo e perciò deve tenere conto delle strette sinergie tra pavimento pelvico e

strutture fasciali, muscolari, ossee. Quando ho preso coscienza di questo, mi sono resa conto della

necessità di approfondire la mia formazione di ostetrica e quindi mi sono iscritta alla Scuola di

Osteopatia. Quel tipo di formazione mi ha fornito strumenti per conoscere il dolore pelvico, le

dispareunie, i vaginismi con un approccio del tutto diverso da quello che avevo e che mi ha poi dato

modo di ottenere ottimi risultati con le donne anche dal punto di vista della loro vita sessuale.

Grazie alle mie competenze e agli studi via via effettuati ho assunto competenze particolari nel

trattamento osteopatico con terapie manuali viscerali esterne ed interne, in un approccio olistico

globale e posturale.

Nel tempo ho inoltre maturato l’esigenza di ampliare le mie competenze nell’ambito delle

implicanze psico-sessuali dei disagi legati all’area perineale. Per questa ragione ho seguito il

percorso della Scuola di Sessuologia Clinica di Torino con l’obiettivo di approfondire questioni

legate alla parte più profonda della persona, diventando Consulente in Sessuologia, e per aiutare le

donne nel loro percorso clinico e non solo.

Parallelamente, ho deciso di dedicarmi al volontariato mettendo le mie competenze a disposizione

di una struttura pubblica. È così che ho preso contatti con il centro di colonproctologia del perineo

dell’Ospedale San Luigi di Orbassano dove per otto anni ho visto i pazienti per un intero giorno alla

settimana. Occuparsi del perineo vuol dire occuparsi per la maggior parte delle donne ma anche

degli uomini e delle persone in transizione da un sesso all’altro; ed è proprio per approfondire

quest’ultimo aspetto che ho poi lasciato il San Luigi per dedicarmi al transessualismo presso

l’Ospedale Molinette a Torino, dove col tempo abbiamo fatto nascere un centro sulla transessualità.

Oggi continuo a fare volontariato alle Molinette, due ore dedicate al transessualismo e due ore alla

colonproctologia.

Occupandomi di transessualismo ho compreso che la mia formazione non era ancora sufficiente e,

come ho già detto, anche per questo mi sono scritta a una scuola di sessuologia clinica, con

l’obiettivo di acquisire strumenti atti alla presa in considerazione della parte più profonda del

paziente, della persona. Per concludere vorrei esprimere un auspicio: sarebbe opportuno che si

pensasse di organizzare servizi di prevenzione primaria in materia perineale. Auspico che si aprano

in Italia centri sanitari che a tutto raggio si occupino di tematiche perineali insistendo sull’idea di

prevenzione a vari livelli. . Sarebbe un luogo in cui studiare teoria e fare pratica, anche perché

avvicinandosi alle persone che soffrono di patologie perineali, dal prolasso all’incontinenza, dal

vaginismo alla dispareunia al dolore pelvico cronico, si comprende che l’approccio terapeutico deve

essere olistico, cioè deve tenere conto di tutti i diversi livelli di cui si costituisce la complessità della

persona: fisiologico, psicologico, spirituale.



In Italia non abbiamo ancora una figura professionale di “perineologa” in grado di gestire in modo

puntuale e specifico quast’area, mentre ci sarebbe un gran bisogno di professionisti qualificati e

preparati, per prevenire e curare i danni perineali
Non sono un medico e ciò che condivido con voi è solo il frutto degli studi fatti come malata di cistite cronica alla disperata ricerca di una soluzione. Tutti i miei consigli devono essere intesi come tali, seguiti sotto la propria responsabilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli ed autorizzazioni può legalmente sostituirsi.


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