Per ulteriori informazioni vai alla PAGINA PERSONALE DELLA DR.SSA GIOVANNA GARIGLIO
Il suo curriculum:
avuto una carriera scolastica molto difficile e travagliata a causa della mia dislessia, diagnosticata
troppo tardi. Questo però, nonostante le tante difficoltà, non mi ha impedito di intraprendere un
percorso professionale e personale in un ambito che da sempre mi affascinava molto. Infatti, da
bambina, ero rimasta stregata dal parto di mia mamma, avvenuto in casa con l’aiuto di un’ostetrica
mentre io osservavo dal buco della serratura: mi era piaciuto molto come lavorava e si muoveva la
donna che aveva fatto nascere mio fratello. Inoltre, essendo cresciuta in campagna, osservavo
spesso anche le bestie e la procreazione mi ha sempre interessata e così dopo tre anni di magistrali
ho potuto cominciare i miei studi presso la Scuola Infermieristica che mi ha poi dato accesso alla
Scuola di Ostetricia. Appena diplomata, ho iniziato a lavorare in ospedale come ostetrica ma presto,
tramite la parrocchia di Pinerolo, si è creata l’opportunità di fare un’esperienza in Africa e così sono
partita. Ho trascorso sei mesi in Zaire, ai piedi del Ruwensori, presso una maternità dove ho visto di
tutto, per tornare poi all’Ospedale civile di Pinerolo ricoprendo il ruolo di ostetrica ospedaliera.
Dopo alcuni anni ho capito che mi interessavano non solo la gravidanza ed il parto, ma tutti gli
aspetti della vita sessuale e fisiologica della donna dalla nascita fino alla menopausa. Quando
intorno al 1985-86, tramite l’incontro con un’ostetrica e osteopata francese, sono entrata in contatto
con gli studi e le pratiche relativi al pavimento pelvico mi si è aperto un mondo. Infatti, all’epoca
non si parlava mai di perineo o di pavimento pelvico in ambito formativo e neppure si conosceva
adeguatamente il ruolo di questa complessa area del corpo. Ho così cominciato a voler approfondire
questi studi, andando in Francia dove esistevano più esperienze in materia di riabilitazione
perineale. Nel tempo ho preso contatto con il fisiatra Paolo Di Benedetto e ho frequentato molti
corsi di formazione costruendomi piano piano un percorso.
È proprio alla metà degli anni Ottanta che, volendo intrecciare la mia pratica ospedaliera con un
discorso più ampio sulla sessualità femminile, ho intrapreso anche una collaborazione con il
consultorio. In tale ambito ho sperimentato il primo approccio con l’adolescenza, occupandomi per
tre o quattro anni di informazione sessuale nelle scuole. Intervenivo in seconda media, dopo che
l’insegnante di Scienze aveva portato a termine il programma relativo al corpo umano, il che mi
permetteva di riprendere alcuni concetti di anatomia e fisiologia e di reinserirli all’interno del lavoro
sulla sfera sessuale. È stata un’esperienza bellissima e un percorso davvero molto fruttuoso durante
il quale lavoravo fianco a fianco con gli insegnanti ma anche con l’assistente sanitaria o il
sociologo. C’era in primis il momento di formazione frontale, ma con i ragazzi si impostavano in
seguito delle simulazioni teatrali per ragionare insieme sulle relazioni interpersonali, sulla
contraccezione, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sull’hiv di cui allora si cominciava a
parlare sempre di più, e sulla gravidanza. Pinerolo era all’avanguardia nell’educazione sessuale
degli adolescenti ed è stato importante far comprendere a questi ragazzi che il consultorio era un
luogo aperto dove avrebbero potuto liberamente recarsi, volendo anche senza genitori, per
incontrare figure professionali pronte ad accoglierli. Lavoravamo cercando di coinvolgere il più
possibile anche i maschi che tendenzialmente erano molto spaventati e più disinformati rispetto alle
ragazze. Volevamo che diventassero partner consapevoli e responsabili. Anche oggi, quando lavoro
con pazienti adulte che soffrono di vaginismo , dispareunia o dolore pelvico cronico, dopo le sedute
di incontro individuale con la donna, se posso cerco di organizzare dei momenti di confronto con la
coppia in modo da coinvolgere l’uomo nel percorso terapeutico e creare così una complicità che
può favorire la paziente nel suo percorso di cura.
Dopo aver lavorato per diversi anni con gli adolescenti, ho cercato di estendere la mia prospettiva e
la mia formazione professionale occupandomi della salute della donna in tutte le fasi della vita.
Lavorando in consultorio con le donne, mi sono resa sempre più conto dell’importanza delle
problematiche relative al pavimento pelvico e in particolare al perineo.
Già venticinque anni fa mi resi conto che in Italia era necessario svilupppare una cultura della
prevenzione delle patologie perineali ma da allora continuo a occuparmi di patologia e quindi di
percorsi di terapia e cura perchè una cultura della prevenzione ancora stenta ad affermarsi.
Occuparsi delle patologie necessita di un sapere fisiologico che non può ignorare il contesto globale
in cui si inserisce il perineo e perciò deve tenere conto delle strette sinergie tra pavimento pelvico e
strutture fasciali, muscolari, ossee. Quando ho preso coscienza di questo, mi sono resa conto della
necessità di approfondire la mia formazione di ostetrica e quindi mi sono iscritta alla Scuola di
Osteopatia. Quel tipo di formazione mi ha fornito strumenti per conoscere il dolore pelvico, le
dispareunie, i vaginismi con un approccio del tutto diverso da quello che avevo e che mi ha poi dato
modo di ottenere ottimi risultati con le donne anche dal punto di vista della loro vita sessuale.
Grazie alle mie competenze e agli studi via via effettuati ho assunto competenze particolari nel
trattamento osteopatico con terapie manuali viscerali esterne ed interne, in un approccio olistico
globale e posturale.
Nel tempo ho inoltre maturato l’esigenza di ampliare le mie competenze nell’ambito delle
implicanze psico-sessuali dei disagi legati all’area perineale. Per questa ragione ho seguito il
percorso della Scuola di Sessuologia Clinica di Torino con l’obiettivo di approfondire questioni
legate alla parte più profonda della persona, diventando Consulente in Sessuologia, e per aiutare le
donne nel loro percorso clinico e non solo.
Parallelamente, ho deciso di dedicarmi al volontariato mettendo le mie competenze a disposizione
di una struttura pubblica. È così che ho preso contatti con il centro di colonproctologia del perineo
dell’Ospedale San Luigi di Orbassano dove per otto anni ho visto i pazienti per un intero giorno alla
settimana. Occuparsi del perineo vuol dire occuparsi per la maggior parte delle donne ma anche
degli uomini e delle persone in transizione da un sesso all’altro; ed è proprio per approfondire
quest’ultimo aspetto che ho poi lasciato il San Luigi per dedicarmi al transessualismo presso
l’Ospedale Molinette a Torino, dove col tempo abbiamo fatto nascere un centro sulla transessualità.
Oggi continuo a fare volontariato alle Molinette, due ore dedicate al transessualismo e due ore alla
colonproctologia.
Occupandomi di transessualismo ho compreso che la mia formazione non era ancora sufficiente e,
come ho già detto, anche per questo mi sono scritta a una scuola di sessuologia clinica, con
l’obiettivo di acquisire strumenti atti alla presa in considerazione della parte più profonda del
paziente, della persona. Per concludere vorrei esprimere un auspicio: sarebbe opportuno che si
pensasse di organizzare servizi di prevenzione primaria in materia perineale. Auspico che si aprano
in Italia centri sanitari che a tutto raggio si occupino di tematiche perineali insistendo sull’idea di
prevenzione a vari livelli. . Sarebbe un luogo in cui studiare teoria e fare pratica, anche perché
avvicinandosi alle persone che soffrono di patologie perineali, dal prolasso all’incontinenza, dal
vaginismo alla dispareunia al dolore pelvico cronico, si comprende che l’approccio terapeutico deve
essere olistico, cioè deve tenere conto di tutti i diversi livelli di cui si costituisce la complessità della
persona: fisiologico, psicologico, spirituale.
In Italia non abbiamo ancora una figura professionale di “perineologa” in grado di gestire in modo
puntuale e specifico quast’area, mentre ci sarebbe un gran bisogno di professionisti qualificati e
preparati, per prevenire e curare i danni perineali