Rosanna ha scritto:ATTIVITA’ ANTIMICROBICA ED ANTIVIRALE
E’ stato recentemente dimostrato che la Lattoferrina inibisce la crescita dei batteri Gram+ e Gram-, anche se è ancora da verificare se il meccanismo d’azione sia legato alla capacità di sequestro del ferro o alla facilità di interazione con la superficie della cellula,riuscendo la Lattoferrina a penetrare facilmente la membrana esterna.
Riporto dal libro "Perché ci ammaliamo" (R.M. Nesse and G.C. Williams, 1994), che purtroppo ora si trova solo in inglese ma che consiglio cmq a tutti perché davvero ricco di curiosità e cmq leggero e intrigante.
"Il nostro corpo ha un meccanismo di difesa che molte persone non conoscono e i medici, a volte, cercano involontariamente di vanificare. Ecco alcuni indizi sul suo funzionamento. In un paziente con una tubercolosi cronica si scopre un basso livello di ferro nel sangue. Il medico conclude che correggendo l'anemia aumenterà là la resistenza del paziente, e gli prescrive un supplemento di ferro. L'infezione peggiora. i maschi zulù bevono birra fermentata in recipienti di ferro, e spesso hanno serie infezioni epatiche causate da un'ameba; al contrario, meno del 10% dei maschi masai contrae infezioni amebiche. I masai sono pastori, e bevono una gran quantità di latte. In un gruppo masai cui fu dato un supplemento di ferro, l'88% dei pazienti sviluppò un'infezione amebica. in un altro studio, alcuni ricercatori ben intenzionati somministrarono un supplemento di ferro ad alcuni nomadi della Somalia per curare l'anemia: entro un mese il 38% dei pazienti sviluppò infezioni, che colpirono invece solo l'8% di quanti non avevano assunto il ferro.
Un altro indizio: le uova sono un alimento molto ricco di nutrienti ma i batteri penetrano facilmente attraverso il guscio poroso. Come possono allora le uova rimanere fresche così a lungo? E' vero che contengono moltissimo ferro, ma è tutto nel tuorlo, non nell'albume che gli sta intorno. le proteine dell'albume sono costituite per il 12% di conalbumina, una molecola la cui struttura lega fortemente il ferro e ne impedisce l'uso ai batteri. non per niente, prima dell'era degli antibiotici, per combattere le infezioni si usava l'albume.
Circa il 20% delle proteine del latte umano è costituito dal lattoferrina, un'altra molecola, un altra molecola che lega il ferro. Il latte di vacca ne contiene solo il 2%, e i bambini allattati al seno hanno meno infezioni di quelli allevati con latte artificiale. La lattoferrina è concentrata anche nelle lacrime e nella saliva, e specialmente attorno alle ferite, dove l'elevata acidità la rende particolarmente efficace. I ricercatori che scoprirono la conalbumina immaginarono che nel corpo dovesse esserci una molecola simile capace di legare il ferro. Si giunse così alla scoperta della transferrina, una terza proteina con la stessa funzione. La tranferrina rilascia il ferro solo alle cellule che hanno una speciale molecola di riconoscimento. I batteri non possiedono il codice necessario, per cui non possono prelevare il ferro. Le persone con una carenza proteica possono arrivare ad avere meno del 10% della transferrina normalmente presente nel corpo umano. Se ricevessero un supplemento di ferro prima di avere ricostruito la normale quantità di transferrina, il ferro libero nel sangue aumenterebbe le probabilità di contrarre infezioni mortali. Eco il tragico risultato di molti tentativi di soccorre le vittime di carestie.
Adesso la natura di questa difesa dovrebbe essere chiara. Il ferro è una risorsa scarsa e fondamentale per i batteri, e i loro ospiti hanno evoluto una grande quantità di meccanismi per impedire loro di procurarsela. In presenza dell'infezione, il corpo rilascia un composto chimico chiamato mediatore endogeno dei leucociti (Lem) che alza la temperatura corporea e diminuisce moltissimo la disponibilità di ferro ne sangue. Anche l'assorbimento di ferro nell'intestino diminuisce durante un'infezione e cambiano le nostre preverenze amilnetari. Quando abbiamo l'influenza, i cibi ricchi di ferro come prosciutto e uova ci disgustano; preferiamo tè e pane tostato. E' un pedaggio da pagare per tenere il ferro lontano dai patogeni. Di solito pensiamo al salasso come ad un tipico esempio di ignoranza medica, ma forse, come ha suggerito Kluger, aiutava i pazienti ad abbassare il livello di ferro nel sangue.
Negli anni Settanta divenne chiaro che bassi livelli di ferro nel sangue associati a una malattia possono essere utili; eppure ai giorni nostri Kluger i suoi colleghi hanno scoperto che solo l'11% dei medici e il 6% dei farmacisti sa che la somministrazione di ferro può danneggiare i pazienti con un'infezione. Anche se il campione se il campione preso in esame è piccolo, [highlight=#40ff00]lo studio chiarisce le difficoltà che si hanno nell'informare i clinici di importanti scoperte scientifiche[/highlight]. Anche i ricercatori più importanti a volte dimenticano di citare questo meccanismo adattativo. [highlight=#ff00bf]Un recente studio apparso sul "New Journal of Medicine" ha dimostrato come i bambini affetti da malaria cerebrale abbiamo più probabilità di rimettersi se trattati con una sostanza che lega il ferro[/highlight]; eppure l'articolo non descrive il sistema naturale utilizzato dal corpo per legare il ferro durante le infezioni. Il meccanismo di regolazione del ferro è solo un esempio che illustra un principio generale: bisogna saper distinguere tra difese e altri segno di infezione, essere prudenti prima di concludere che una risposta del corpo è maladattativa e rispettare le risposte difensive del corpo. In breve dovremmo tenere in considerazione la saggezza evolutiva del corpo."
Gli autori sono un medico psichiatra e un Ecologo dell'evoluzione (per la precisione un ecologo marino
).
Nel libro è spiegato anche come l'utilizzo di antipiretici sia spesso sconsigliabile e possa aumentare il rischio di infezioni secondarie a aprtire da banali influenze e raffreddori.
Ahi voglia a metter rhum... nù strunz n'addivventa mai babà!
Forse per qualcuno rimarrà il dilemma ma, per quel che ci riguarda, noi speriamo che sia femmina